OSA, CHE A RINUNCIARE CE LA FANNO TUTTI

Milano, 1 mar. (AdnKronos) - Nella settimana conclusa il 24 febbraio le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione
negli Stati Uniti sono state 210mila, diminuite di 10mila unità della settimana scorsa.

L'ulteriore riduzione delle richieste porta il dato iniziale al livello più basso dal 1969.
 
Nel Centrodestra prevale un cauto ottimismo in vista dello spoglio delle schede per le elezioni politiche del 4 marzo.
L'attesa cresce per conoscere davvero quali saranno i risultati delle urne.
Deputati e senatori non nascondono la speranza di avere la maggioranza assoluta sia alla Camera sia al Senato, anche se la partita appare comunque abbastanza difficile.

Molto dipenderà - spiegano dal quartier generale del partito degli azzurri - dall'affluenza alle urne e soprattutto dal risultato delle liste minori, ovvero quelle che resteranno sotto la soglia del 3%.
Più sarà alto il dato complessivo delle altre formazioni e maggiori saranno le possibilità del Centrodestra di avere la maggioranza nel prossimo Parlamento.
L'impressione è quella di una partita aperta con i 5 Stelle soprattutto al Sud e in particolare per quanto riguarda i collegi uninominali,
mentre al Nord l'ottimismo è molto forte tanto che qualcuno parla perfino di vittoria in quasi tutti i collegi.

L'altra sfida è la competizione tra Forza Italia e Lega.
Berlusconi è sicuro di arrivare in testa e di poter, in caso di successo, indicare il presidente del Consiglio, come da accordi.
A dire il vero, però, tra gli azzurri c'è una certa preoccupazione per il risultato nel Nord Italia dove in casa Lega
assicurano che Salvini risulterà nettamente primo tanto in Veneto quanto in Lombardia, Piemonte e Liguria.

Non solo, tra gli azzurri, a microfono spento, serpeggia il timore di una certa difficoltà di FI nelle Regioni rosse (Toscana, Emilia Romagna, Umbria e Marche).

Molto dipenderà quindi dalle performance nel Mezzogiorno.
Ovvero dalla capacità di Forza Italia di tenere bene rispetto ai numeri del passato e da quanto la Lega sarà in grado di sfondare al di fuori della Padania.

Il tam tam della vigilia parla di un testa a testa con FI leggermente davanti, ma le sorprese potrebbero essere dietro l'angolo.
Ottimismo nel Carroccio soprattutto sul risultato in Abruzzo, Puglia, Sicilia e Sardegna.

Fratelli d'Italia appare sicura di confermarsi la terza forza della coalizione con un dato migliore al Centro-Sud che al Nord.
Il Lazio e Roma in particolare, dicono i parlamentari, sarebbero i bacini principali della formazione di Giorgia Meloni.

Qualche timore ci sarebbe infine in Noi con l'Italia-Udc sulla possibilità di vincere la vera sfida ovvero quella di raggiungere e superare lo sbarramento del 3%.
Nci-Udc, dicono deputati e senatori, sarebbe forte soprattutto al Sud, Sicilia in testa, ma il timore è quello di un risultato deludente da Roma in su, Triveneto in testa.
 
Il Movimento 5 Stelle attende l'esito delle elezioni con la quasi certezza di risultare il primo partito nella parte proporzionale battendo il Partito Democratico.

Il famigerato sorpasso mancato malamente alle Europee del 2014.
Luigi Di Maio e i suoi più stretti collaboratori puntano a fare il pieno soprattutto nelle Regioni meridionali dove - dicono - i grillini potrebbero vincere in molti collegi.
Ottimismo in particolare in Sicilia, Calabria, Campania e Sardegna, un pochino meno in Puglia e in Abruzzo.

Al Nord, invece, il M5S teme di non essere riuscito a convincere la maggioranza, seppur relativa, degli elettori.
Preoccupazione soprattutto per il dato in Veneto e in Lombardia ma anche nel Centro e nelle cosiddette Regioni rosse
(Toscana, Emilia Romagna, Umbria e Marche) si respira una certa preoccupazione in vista dello spoglio delle schede.

L'impressione tra i 5 Stelle è che se dipendesse solo dal Sud l'ipotesi di andare al governo da soli e senza alleanze non sarebbe nemmeno così remota.
Molto dipenderà, pare, anche dall'affluenza alle urne.
Secondo alcune ricostruzioni che si fanno tra i grillini, una partecipazione non molto alta al voto favorirebbe Di Maio.
Al contrario, un'astensione contenuta ridimensionerebbe il risultato finale del M5S.
 
Il Centrosinistra attende i risultati delle elezioni politiche del 4 marzo con un misto di rassegnazione e ansia.

Nel Partito Democratico è opinione diffusa che il risultato non sarà soddisfacente e comunque il timore è quello di restare sotto il dato preso da Pierluigi Bersani cinque anni fa.
Il timore tra i renziani è quello di essere quasi fuori dalla competizione in moltissimi collegi uninominali tranne quelli (non di tutti) di Toscana ed Emilia Romagna
e di essere in corsa solo in qualcuno in Umbria e nelle Marche (fatto salvo l'Alto Adige dove corre Maria Elena Boschi e vige l'accordo con l'Svp).

Deputati e senatori temono un risultato non soddisfacente soprattutto al Sud, dove la sfida - dicono - appare tra Centrodestra e Movimento 5 Stelle.

Ma anche al Nord c'è preoccupazione per un dato inferiore alle attese e comunque non competitivo, soprattutto in Veneto.
Alcuni parlamentari reputano "difficile" se non "quasi impossibile" riuscire a risultare la prima forza nel proporzionale. Non solo.
Voci che arrivano dal Nazareno parlano di un'attesa per un ottimo dato di +Europa di Emma Bonino e Bruno Tabacci che potrebbe anche - dicono - superare la soglia di sbarramento.
Dato che risolleverebbe la coalizione ma che farebbe perdere, a causa dei meccanismi della legge elettorale, almeno quindici-venti deputati al Pd e quasi una decina di senatori.

Per quanto riguarda le altre due liste della coalizione l'impressione è che l'obiettivo del 3% sia particolarmente difficile da raggiungere.
Insieme, la lista appoggiata dall'ex presidente del Consiglio Romano Prodi, dicono sempre nel Pd, ha forse un livello di ottimismo leggermente più elevato
rispetto a quello di Civica Popolare del ministro Beatrice Lorenzin.

Resta il fatto che a microfoni spenti la speranza è quella di superare l'1% per aiutare il Pd, vista la legge elettorale, più che di toccare quota 3%.
Insomma, nel Centrosinistra l'aria che tira è quella di una partita molto difficile.
 
Questi sono i dementi che stazionano per l'Europa.
Ma cos'è veramente "l'Europa" ?
Quando penso che il presidente della commissione europea è stato per 18 anni il primo ministro
di un paese che ha fatto dell'evasione e dell'elusione fiscale il credo del paese stesso....ed ancora oggi è così.

Questa tizia invece che dare una parola di conforto per la bimba e condannare l'aggressione pensa al post .........
e scrive di "incitazione all'odio" , questo post ? incitazione all'odio ? Ma dai ........e per fortuna che è commissario per la giustizia....ahahahahahah

Durante una conferenza stampa per presentare le raccomandazioni della commissione Ue
su come rispondere al contenuto illegale online, la Jourova ha risposto a una domanda su un tweet di Salvini del 18 gennaio.

Al centro del post un episodio di cronaca nera a Venezia.
Dopo che una bambina era stata molestata da alcuni migranti, il segretario della Lega Nord aveva scritto:

"Poco più di una bimba, in pieno centro a Venezia. Ora è caccia a un gruppo di nordafricani. Spero che li prendano, li darei in mano ai genitori... Basta!".

Secondo la commissaria Jourova, è necessario "fare una valutazione caso per caso se un messaggio rientra nella definizione di discorsi vietati di incitazione all'odio",
cioè se "ha il potenziale di incitare la violenza nella vita reale".

"Nel caso del tweet Salvini del 18 gennaio - ha spiegato la Jourova - qualcuno avrebbe dovuto valutare e dovrebbe valutare se questi messaggi rientrano in queste condizioni o meno.
Se rientrano in queste condizioni, questi messaggi devono essere cancellati entro ventiquattr'ore".

La valutazione finale (ma personale) della commissaria europea è che
"un messaggio, in cui si lancia un appello a dare la caccia a delle persone, può incitare la violenza perché dare la caccia alle persone è qualcosa di molto brutale e può rientrare in questi parametri".
 
Se poi aggiungiamo questo....non possiamo far altro che dire .....che mondo di .....denunciare un'atrocità è reato.
.....certo molto meglio stare zitti e voltare la faccia dall'altra parte....vero ?

Indagata per aver denunciato le immagini delle atrocità dell'Isis.
La leader del Front National, Marine Le Pen, è stata incriminata per aver postato a dicembre 2015 le foto delle esecuzioni dello Stato islamico su Twitter.

A rendere nota la notizia è stato il pubblico ministero di Nanterre, spiegando che Le Pen è incriminata per "diffusione di immagini violente", un crimine punibile con tre anni di reclusione e 75mila euro di multa.

I tweet erano stati postati dalla presidente del partito per rispondere alla provocazione di un giornalista
che aveva paragonato il partito di estrema destra francese allo Stato islamico.

Le Pen aveva allora pubblicato le immagini delle decapitazioni eseguite da Daesh - tra cui quella dell'americano James Foley - commentando

"Questo è l'Isis".
 
Vostro figlio è un bugiardo seriale:
«Se continuate a credergli non crescerà per niente bene». Insulta i compagni, dà fastidio alle bambine. Minaccia: «Chiamo mio papà e vi ammazzo tutti».
Vostro figlio ha dei seri problemi di comportamento, andrebbe portato da un neuropsichiatra infantile e curato.

Sentire le maestre di una scuola elementare descrivere così un bambino di nove anni terrorizzerebbe qualsiasi genitore.
Figuriamoci chi in casa si sente dire l’opposto: ha di fronte un figlio che nega tutto,
spiega che sono le maestre ad accusarlo ingiustamente, ad attribuirgli frasi mai dette e azioni mai compiute.

E i compagni, forti dell’atteggiamento delle insegnanti, lo prendono di mira.
Si innesca un cortocircuito dagli effetti potenzialmente devastanti.
Si mette in dubbio tutto: la parola del proprio figlio e delle insegnanti che dovrebbero prendersene cura.
Non si sa come venirne a capo. A meno di non trasformarsi in detective.
 
Il papà di R., 9 anni, iscritto alla scuola elementare di un piccolo Comune del Canavese,
per cinque mesi ha mandato suo figlio a scuola con un micro registratore cucito nella felpa.

Il bambino non sapeva nulla, i compagni neppure, tanto meno le maestre.

Ha registrato tutto da ottobre a oggi: ogni singolo giorno di scuola, da quando R., già vestito, si sedeva in cucina per fare colazione,
a quando viaggiava verso la scuola, fino alle ore trascorse in classe.
Ha passato le notti, il sabato e la domenica ad ascoltare tutto, ha rivissuto ogni istante di vita di quella terza elementare: lezioni, ricreazione, scherzi, litigi, pianti, urla.

Voleva capire chi mentiva: se suo figlio, come sostenevano le maestre; oppure le insegnanti, come temeva.
Adesso, con uno sterminato arsenale di prove audio, ha inviato una comunicazione alla preside e all’Ufficio scolastico regionale,
in cui riassume le vessazioni - a suo dire - subite dal figlio e annuncia l’esposto in procura che presenterà a giorni.
 

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