Val
Torniamo alla LIRA
Come spiega lo Us Naval Institute, la Prima battaglia dell’Atlantico fu quella della Prima guerra mondiale.
L’Impero tedesco sfruttò i sottomarini per imporre un vero e proprio blocco navale sulla Gran Bretagna
e sui suoi alleati, affondando milioni di tonnellate di navi alleate.
Alla fine, la Royal Navy prevalse, ma questo soltanto grazie a un ingente numero di risorse
mobilitate da tutti gli Alleati e non senza gravissime perdite per il Regno Unito.
La Seconda Battaglia dell’Atlantico è rappresentata dal confronto con gli U-boot tedeschi durante la Seconda guerra mondiale.
I tedeschi avevano imparato le tattiche della guerra antisommergibile degli Alleati nella precedente guerra.
E, anche in questo caso, per anni ebbero un netto vantaggio sulle forze alleate.
Soltanto con nuove tecnologie, tattiche e ingenti quantità di risorse investite nella Difesa,
gli Stati Uniti e l’Impero britannico riuscirono a sconfiggere la marina tedesca.
Terza battaglia dell’Atlantico: la sfida per i mari durante Guerra Fredda.
All’ombra della deterrenza nucleare, la posta in gioco di questa competizione era altissima.
La marina dell’Unione sovietica aveva raggiunto vantaggi sempre più netti
e quella Usa dovette continuamente rincorrere e cercare di superare i rivali nella guerra sottomarina.
Aggiungendo ogni volta nuove tecnologie e nuove armi sui propri sottomarini, gli Usa riuscirono ad avere la meglio.
Il crollo dell’Urss ha fatto il resto.
Oggi la sfida non è finita.
La Russia è rinata come potenza militare e sta mettendo a repentaglio il controllo dei mari atlantici.
I sottomarini russi mettono alla prova le difese della Nato e
“preparano il complesso campo di battaglia sottomarino per ottenere un vantaggio in qualsiasi conflitto futuro”.
Questo è ciò che ritiene l’ammiraglio James G. Foggo III, attuale comandante delle United States Naval Forces Europe
– Naval Forces Africa e a capo dell’Allied Joint Force Command di Napoli.
Il Vice Ammiraglio Clive Johnstone, della Royal Navy, capo delle forze navali della Nato,
ha ricordato più volte che i movimenti delle forze russe sono addirittura superiori rispetto a quelle della Guerra fredda.
Allarmismo? Sicuramente il confronto con Mosca si sta facendo sempre più acceso.
E da parte Nato non è mai stato nascosto il considerare la Russia quale avversario principale della propria strategia.
Gli strateghi americani e britannici ritengono che la marina russa, in particolare per quanto riguarda i sottomarini,
abbia raggiunto un livello tecnologico molto elevato. La marina di Mosca si è snellita, ma ha migliorato la qualità delle sue forze.
E la Nato sta circondando la Russia per evitare che i due sbocchi sull’Atlantico, cioè il Baltico e il Mar Nero, siano un loro dominio incontrastato.
I recenti sviluppi degli investimenti in ambito Nato, così come la ridefinizione delle flotte americane, hanno un solo obiettivo: la marina russa.
Il Pentagono vuole evitare che la Russia abbia accesso all’Atlantico e metta a repentaglio i suoi interessi.
La guerra è già in corso, silenziosa ma complessa proprio come la Guerra fredda.
E la Quarta battaglia non è un’ipotesi: è già una realtà.
L’Impero tedesco sfruttò i sottomarini per imporre un vero e proprio blocco navale sulla Gran Bretagna
e sui suoi alleati, affondando milioni di tonnellate di navi alleate.
Alla fine, la Royal Navy prevalse, ma questo soltanto grazie a un ingente numero di risorse
mobilitate da tutti gli Alleati e non senza gravissime perdite per il Regno Unito.
La Seconda Battaglia dell’Atlantico è rappresentata dal confronto con gli U-boot tedeschi durante la Seconda guerra mondiale.
I tedeschi avevano imparato le tattiche della guerra antisommergibile degli Alleati nella precedente guerra.
E, anche in questo caso, per anni ebbero un netto vantaggio sulle forze alleate.
Soltanto con nuove tecnologie, tattiche e ingenti quantità di risorse investite nella Difesa,
gli Stati Uniti e l’Impero britannico riuscirono a sconfiggere la marina tedesca.
Terza battaglia dell’Atlantico: la sfida per i mari durante Guerra Fredda.
All’ombra della deterrenza nucleare, la posta in gioco di questa competizione era altissima.
La marina dell’Unione sovietica aveva raggiunto vantaggi sempre più netti
e quella Usa dovette continuamente rincorrere e cercare di superare i rivali nella guerra sottomarina.
Aggiungendo ogni volta nuove tecnologie e nuove armi sui propri sottomarini, gli Usa riuscirono ad avere la meglio.
Il crollo dell’Urss ha fatto il resto.
Oggi la sfida non è finita.
La Russia è rinata come potenza militare e sta mettendo a repentaglio il controllo dei mari atlantici.
I sottomarini russi mettono alla prova le difese della Nato e
“preparano il complesso campo di battaglia sottomarino per ottenere un vantaggio in qualsiasi conflitto futuro”.
Questo è ciò che ritiene l’ammiraglio James G. Foggo III, attuale comandante delle United States Naval Forces Europe
– Naval Forces Africa e a capo dell’Allied Joint Force Command di Napoli.
Il Vice Ammiraglio Clive Johnstone, della Royal Navy, capo delle forze navali della Nato,
ha ricordato più volte che i movimenti delle forze russe sono addirittura superiori rispetto a quelle della Guerra fredda.
Allarmismo? Sicuramente il confronto con Mosca si sta facendo sempre più acceso.
E da parte Nato non è mai stato nascosto il considerare la Russia quale avversario principale della propria strategia.
Gli strateghi americani e britannici ritengono che la marina russa, in particolare per quanto riguarda i sottomarini,
abbia raggiunto un livello tecnologico molto elevato. La marina di Mosca si è snellita, ma ha migliorato la qualità delle sue forze.
E la Nato sta circondando la Russia per evitare che i due sbocchi sull’Atlantico, cioè il Baltico e il Mar Nero, siano un loro dominio incontrastato.
I recenti sviluppi degli investimenti in ambito Nato, così come la ridefinizione delle flotte americane, hanno un solo obiettivo: la marina russa.
Il Pentagono vuole evitare che la Russia abbia accesso all’Atlantico e metta a repentaglio i suoi interessi.
La guerra è già in corso, silenziosa ma complessa proprio come la Guerra fredda.
E la Quarta battaglia non è un’ipotesi: è già una realtà.