PAOLO FOX DICE DEL MIO SEGNO: "EMOZIONI FORTI IN ARRIVO"... SICURAMENTE

La decisione di Donald Trump di uscire dall'accordo sul nucleare iraniano ha dato il via all'ennesima escalation di tensione in Siria, dove Israele e Iran continuano la loro guerra.


Subito prima che il presidente Usa annunciasse il ritiro, le forze armate israeliane
hanno ordinato alle autorità del Golan di aprire i rifugi per la popolazione civile.

E nelle stesse ore, lo stesso esercito israeliano avevano iniziato a dispiegare i sistemi anti-missile nella stessa aerea (guarda il video).

Nel frattempo, l'ambasciata Usa, in toni del tutto inusuali, ha avvisato i propri dipendenti e i cittadini americani
presenti in Israele di non recarsi sulle Alture del Golan chiedendo di "monitorare i media e di rimanere aggiornati sulle disposizioni di emergenza del Home Front Command israeliano".

Ma quello che conta è quanto avvenuto nelle ore immediatamente successive all'annuncio americano.

Aerei da guerra israeliani hanno penetrato lo spazio aereo siriano bombardando una base a sud di Damasco, ritenuta un deposito di missili iraniani.
Le fonti parlano di nove morti, tutti siriani, e non ci sarebbero conferme di uccisioni tra le fila delle Guardie rivoluzionarie.
Fonti mediche siriane parlano invece di almeno due civili rimasti coinvolti nei raid.
 
In oltre due mesi di crisi politica italiana i mercati non hanno battuto ciglio.

Anzi, a ben vedere l’indice di Borsa (il Ftse Mib) si è portato al di sopra dei 24mila punti
toccando i massimi registrati nel lontano luglio 2015 e realizzando la migliore performance di periodo tra gli indici europei.

Significativo dunque che il calo di martedì 8 dell’indice di Borsa e il lieve innalzamento dello spread
rispetto al bund tedesco (salito a quota 130) vengano improvvisamente interpretati come “la reazione dei mercati
al rischio che si torni alle urne a luglio o a ottobre, tanto più che le vendite – peraltro concentrate soprattutto sui titoli del settore bancario
hanno colpito pressoché tutte le Borse europee e non la sola Piazza Affari.

Certo, è possibile che il trend negativo sia stato in parte amplificato da qualche preoccupazione di carattere politico,
ma da qui a tentare di utilizzare strumentalmente una seduta di Borsa per tirare acqua al proprio mulino politico
(“i mercati non vogliono nuove elezioni” o, specularmente, “non si usino i mercati per condizionare le scelte”) ce ne passa.

Piuttosto varrebbe la pena analizzare il perché, ancora una volta, a essere colpite dalle vendite sono proprio le banche.

Martedì mattina il Financial Times riportava con evidenza la notizia che il fondo attivista Caius Capital
ha scritto alla Banca centrale europea e all’Eba (Autorità bancaria europea) denunciando come, a suo avviso,
Unicredit computi a capitale degli strumenti finanziari in violazione delle norme europee e che tali strumenti, emessi nel 2008,
andrebbero invece convertiti in azioni (con gravi perdite per i detentori di questi particolari bond che hanno un valore nominale di circa 3 miliardi di euro).

Unicredit ha risposto a stretto giro, osservando che non solo i regolamenti e le norme sono stati rispettati,
ma che l’intera vicenda è stata esaminata e riesaminata dalle autorità competenti e che in ogni caso
queste emissioni del 2008 già prevedono delle clausole di conversione in azioni ordinarie nel caso in cui ve ne fosse bisogno.

Ma la questione non è chiusa e la palla passa ora alle autorità europee che dovranno rispondere a Caius Capital
anche per fugare il dubbio insinuato dall’articolo del Financial Times che – Unicredit a parte –
altre grandi banche europee non abbiano calcolato correttamente i capitali propri da utilizzare in prima istanza per assorbire le perdite in caso di dissesto (Cet1 ratio).

Non è un caso, dunque, se a finire sotto pressione è stato l’intero settore bancario europeo.
In Italia è andata peggio e a subire le perdite più rilevanti sono stati ancora una volta i titoli delle ex Popolari
come Banco Bpm, Ubi Banca, Bper (tra i ribassi peggiori della seduta) e la stessa Unicredit che ha ceduto oltre il 3%,
chiaro segno che il nostro sistema bancario viene ancora percepito come strutturalmente fragile,
nonostante il gran parlare di smaltimento delle sofferenze che di questa fragilità rappresentano il nervo più scoperto, ma non certo l’unico.
La fragilità sistemica in un momento di impasse politica e, soprattutto, di desiderio di portare a casa i guadagni
realizzati negli ultimi mesi ha finito con il penalizzare anche chi ha dato ottima prova di sé, come Intesa Sanpaolo
che ha chiuso il primo trimestre con degli ottimi risultati (l’utile è cresciuto addirittura del 39% a 1,2 miliardi).

Ma di notte – si sa – tutti i gatti sembrano neri e le prese di beneficio sembrano più che giustificate
alla luce della lunga corsa dell’indice e degli stessi titoli finanziari
(da inizio anno Intesa Sanpaolo ha guadagnato quasi il 14% e Unicredit il 10,5% per citare i due maggiori istituti bancari italiani).

Se per ora la crisi politica italiana sembra influire molto poco sull’andamento del mercato,
è però sicuro che in caso di improvviso avvitamento sarebbero ancora una volta le banche a finire nell’occhio del ciclone,
anche perché – nonostante la drammatica crisi culminata con la nazionalizzazione di Mps e la liquidazione delle due ex popolari venete
si è deciso ancora una volta di non intervenire nella convinzione (errata) che le cose finiranno prima o poi
con il mettersi a posto da sole grazie alla ripresa economica.

Quella ripresa economica il cui ritmo in Europa sta già rallentando e su cui pesano i timori di un’escalation della tensione con l’Iran,
per non parlare della questione dazi, che rischia di innescare una vera e propria guerra commerciale con gli Stati Uniti con conseguenze pesanti sull’economia europea.
 
Male male

"E' tipico della pubblicità gender e della sua politica di "woman empowerment"!
Oltre che inventare le eroine dal nulla devono far vedere dei modelli maschili deteriori, così ci fanno una figura più bella.
Per ora hanno inventato il preside vigliacco, vedrete che nelle prossime puntate
ci saranno altri protagonisti maschili... ovviamente tutti vigliacchi e pavidi,
per far fare bella figura all'eroina di paglia."

"Esprimo forti perplessità in merito alla fiction ‘Capitano Maria'.
Mi faccio interprete dei sentimenti di rabbia e disappunto che mi sono stati partecipati da tanti colleghi,
per il fatto che ancora una volta la figura del dirigente scolastico appare messa in luce in modo negativo"

Come riporta Fanpage, la sfuriata si riferisce alla scena in cui il preside della scuola,
in seguito a un allarme bomba, chiede ai carabinieri di poter essere il primo a uscire e mettersi in salvo.

Un atteggiamento che a quanto pare è stato definito dall'associazione "diseducativo" e non conferme alla realtà.
 
Male, male male, malissimo. Siamo il Bronx anni '60

Rapinava i passeggeri in viaggio sul treno regionale della linea Milano-Lecco
minacciandoli con un mitra: per questo e per altri reati è stato arrestato
un 17enne di origini maghrebine
nato in Italia e residente in provincia di Sondrio.


I carabinieri del comando provinciale del capoluogo lariano lo hanno fermato nei giorni scorsi,
contestandogli una quantità di accuse davvero incredibile considerando la sua età.
Nel 2015 aveva commesso una rapina in Romagna e lo scorso anno era stato pizzicato
a rubare in un centro sportivo nel Lecchese, aggredendo per giunta anche alcuni poliziotti.

Lo scorso 29 gennaio è salito a bordo di un treno regionale,
fra la stazione di Airuno, fra le placide colline della valle dell'Adda.
Calatosi il cappuccio della giacca sulla fronte, ha sfoderato un mitra da soft-air
a cui aveva tolto il tappo in plastica rosso e lo ha puntato verso un anziano
e poi verso due giovani passeggeri. Magro il bottino: appena 65 euro.

I carabinieri lo hanno arrestato nei giorni scorsi e ora nonostante la minore età
per lui è stata disposta la custodia in carcere, convalidata dal gip del tribunale dei minori di Milano.
Dovrà rispondere di rapina aggravato e fare i conti anche con una vecchia condanna
a dieci mesi che gli era stata comminata negli anni precedenti per altri reati.

Il ragazzo è stato rinchiuso nel carcere minorile "Beccaria" di Milano e quindi trasferito a Bari per ragioni logistiche.
 
In Siria è guerra fra Iran e Israele.
Martedì notte, a pochissime ore dalla decisione del presidente Usa di uscire dall’accordo sul nucleare iraniano,
i caccia israeliani avevano bombardato una base del siriana a sud di Damasco in cui erano presenti anche forze iraniane.

La tensione era già altissima. E questa notte, è arrivata la conferma.
L’esercito israeliano ha affermato che le forze Quds iraniane schierate in Siria avevano sparato 20 missili
verso le postazioni israeliane sulle alture del Golan.
In quell’area, proprio prima dell’annuncio di Donald Trump sull’uscita dal patto sul nucleare,
l’esercito israeliano aveva ordinato la riapertura dei rifugi per la popolazione civile.


Secondo le fonti, il lancio di razzi iraniani è stata una risposta all’attacco dell’artiglieria israeliana
contro le postazioni siriane vicine alla città di Quneitra, luogo simbolo della guerra nel Golan.
Non ci sono state segnalazioni di vittime israeliane nell’attacco.

Iron Dome, il sistema anti-missile israeliano, si è attivato, ma non è riuscito a evitare del tutto i danni dell’attacco.
Un portavoce dell’esercito ha detto al Times of Israel che il danno alle basi militari israeliane era “limitato”.
Segno che non tutti i missili sono stati intercettati.

Si tratterebbe, in ogni caso, del primo attacco iraniano in territorio israeliano.
Una novità di fondamentale importanza nel panorama della guerra in Siria.
Ma quello che conta, e che finora è riportato solo da alcune agenzie, è che anche l’esercito siriano avrebbe,
per la prima volta dopo molti anni, attaccato postazioni israeliane.
Il sito Al Masdar news
, riporta che alle 4 del mattino ora locale,
l’esercito siriano ha lanciato un’ondata di missili verso le alture del Golan contro le basi dell’esercito israeliano.

Subito dopo, è arrivata la reazione israeliana.
Una rappresaglia contro le forze iraniane in Siria che, secondo le forze armate di Israele, è stato il più grande attacco degli ultimi anni.
Nel mirino dei caccia e dei missili israeliani, decine di obiettivi, forse addirittura 50, come sottolineato da alcuni media di Israele.
Colpiti obiettivi logistici, d’intelligence, magazzini e veicoli. La difesa anti missile siriana ha risposto.
L’agenzia di Stato siriana, Sana, riporta l’abbattimento di alcuni missili israeliani in varie parti del Paese.

Il ministero della Difesa russo, citato da Rt, parla di 28 aerei israeliani che hanno lanciato
circa 60 missili di cui la metà intercettata dalla contraerea siriana.
10, invece, i missili partiti dalle postazioni terrestri.

Secondo Debka, l’artiglieria e i carri armati israeliani hanno fatto esplodere le basi
da cui sono partiti i missili a Baath vicino a Quneitra e Khan Arnaba.
Secondo l’intelligence israeliana, qui sia Hezbollah che i Pasdaran iraniani hanno un centro di comando.

Il portavoce delle Israel defense forces, Ronen Manelis, ha dichiarato
che Israele è “pronto per qualsiasi scenario” e risponderà duramente se attaccato.
“Abbiamo colpito duramente le infrastrutture iraniane che Teheran ha creato in oltre un anno in Siria.
Tutti gli obiettivi sono stati distrutti”, ha precisato Manelis.
Nessun commento finora è arrivato dalle autorità di Teheran.

Il ministro della Difesa Avigdor Lieberman ha detto questa mattina che Israele
ha colpito “tutta l’infrastruttura iraniana in Siria” e ha aggiunto che spera che “questo capitolo sia finito”.

La situazione, a questo punto, è tesissima.
Gli Stati Uniti hanno già detto di sostenere qualsiasi tipo di reazione israeliana.
Un portavoce del Consiglio di Sicurezza nazionale della Casa Bianca all’agenzia Tass ha detto:
“Siamo con Israele nella lotta contro le dannose attività iraniane. Appoggiamo con forza il diritto di Israele all’autodifesa”.


L’attacco è arrivato anche a poche ore dal viaggio di Benjamin Netanyahu a Mosca per incontrare Vladimir Putin.
È evidente che il premier israeliano abbia voluto informare il presidente russo delle prossime evoluzioni in Siria.
Poco prima del summit, lo stesso Putin aveva riunito il consiglio di sicurezza, proprio per discutere del raid della notte precedente contro la Siria.
 
Mi sa che rosica rosica......

"Una pagliacciata mai vista neppure in Italia".

Il direttore non digerisce il fatto che il capo politico del Movimento 5 Stelle,
partito per cui ha sempre simpatizzato, stia trattando con il leader del Carroccio
senza che quest'ultimo abbia troncato ogni relazione con il Cavaliere.

"Il governo 5Stelle-Lega, salvo chiarimenti dell' ultima ora, rischia di essere ancor più oscuro - scrive -
perché poggia le fondamenta su un equivoco grosso come una casa: il ruolo di Berlusconi, delinquente naturale, pregiudicato ineleggibile e interdetto".

Nello scaricare Di Maio, a Travaglio rimane comunque l'ossessione per Berlusconi.
Non semplici critiche, ma i soliti attacchi al vetriolo che sconfinano sempre nell'insulto.

Nell'editoriale di oggi paragona l'accordo tra Di Maio e Salvini, con Forza Italia all'opposizione, a
"quei bei matrimoni dove il marito autorizza la moglie a mettergli le corna,
e magari si diverte pure a guardare da dietro la porta. E questa sarebbe solo la parte visibile dell'accordo".
"Poi - continua il direttore del Fatto Quotidiano - come sempre quando c'è di mezzo B. (Berlusconi, ndr), c'è quella invisibile.
Che è ancora peggio: oscena, nel vero senso della parola (fuori scena)".

Per Travaglio, insomma, Di Maio ha sbagliato a mettersi al tavolo con Salvini
 
Annullati tutti gli impegni, comincia la trattativa per arrivare a un programma e nomi condivisi.
E’ iniziato poco dopo le nove di mattina il nuovo faccia a faccia tra il segretario del Carroccio Matteo Salvini
e il capo politico del Movimento 5 stelle Luigi Di Maio.

Dopo il via libera di ieri sera di Silvio Berlusconi, i due si sono incontrati nella sala Siani del palazzo dei gruppi della Camera.

Convitato di pietra il presidente Sergio Mattarella che ieri aveva concesso 24 ore aggiuntive
prima di procedere con l’idea di un esecutivo “neutrale” e oggi si trova a Firenze
 
Povera scuola


Schiaffeggiato per aver rimproverato uno studente che impennava con lo scooter nel piazzale della scuola.
È quanto accaduto mercoledì mattina nel cortile dell’istituto tecnico industriale “Guido Dorso” di Avellino.

Il professore, 46 anni, è caduto a terra, ma ha deciso di non farsi medicare in ospedale.
Dopo l’episodio le lezioni sono proseguite regolarmente e non è stato chiesto l’intervento delle forze dell’ordine.

Il professore e l’alunno coinvolto, sentiti in Questura, hanno dato due versioni contrastanti.
A scatenare l’ira dell’allievo 18enne è stato il rimprovero dell’insegnante,
che lo aveva ripreso per le sue manovre azzardate con lo scooter.
Il giovane sostiene di essere stato colpito dall’uomo con uno schiaffo e di aver reagito allo stesso modo.

L’insegnante invece racconta di avergli dato un buffetto sulla guancia, gesto al quale lo studente avrebbe risposto con un ceffone.
Per il momento il docente non ha sporto denuncia.
 
Ahahahahahahahahahahahahah
Ferragni torna al lavoro

Me la ricordo quando scriveva come "diavoletta 87"

Una tamarra che scriveva gli articoli con le K

La giovane imprenditrice digitale, come lei stessa si definisce nell'ultima pubblicità, è tornata a Milano.
Prima tappa della fashion blogger a Milano è la visita al suo nuovo ufficio in città.
 
Una vicenda abbastanza surreale: va in ospedale per sottoporsi ad alcune cure e trova la casa occupata dagli immigrati.

È successo a Tarcento in Friuli Venezia Giulia lo scorso marzo.
Mentre l'anziano proprietraio di casa si trovava in un ospedale per alcuni accertamenti,
a casa sua alcuni immigrati hanno prima mangiato e poi gli hanno rubato la tv, la motosega e alcuni indumenti.

Due uomini hanno provato a fare irruzione nella casa ma quando hanno provato ad aprire la porta avrebbero detto:
"Abbiamo sbagliato appartamento...".
 

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