Copio un articolo del Corriere della Sera odierno.
Fo64
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La società delle Cayman investì in una finanziaria di Fausto Tonna
E il manager di Parma trova un socio: Epicurum
E’ il presidente della Coloniale, la cassaforte della famiglia di Collecchio. Il nodo dei prestiti al fondo
Dicono a Parma che Fausto Tonna è da almeno 15 anni la mente finanziaria della Parmalat. Dicono a Parma che Faustino, come lo chiamano da quelle parti, conosce per filo e per segno tutti i segreti dei bilanci del gruppo. Dicono a Parma che senza questo fidatissimo uomo dei numeri, grigio, taciturno, assai parco di sorrisi, perfino il patron Calisto Tanzi avrebbe molte difficoltà a orientarsi nella grande rete delle aziende della sua multinazionale di famiglia, sparpagliate da un capo all’altro del mondo.
A dire il vero, ormai da nove mesi, Tonna non siede più sulla poltrona di direttore finanziario di Parmalat. In compenso conserva l’incarico di consigliere d’amministrazione e membro del comitato esecutivo della capogruppo quotata in Borsa. E rimane presidente della Coloniale, la holding di Tanzi e famiglia. Una conferma, dice chi conosce bene entrambi, che il cavalier Calisto davvero non può fare a meno di Faustino.
Di certo negli ultimi anni Tonna ha svolto un ruolo chiave nei rapporti con le banche e in tutte le più ardite costruzioni finanziarie del gruppo c’è la sua firma. Non solo in quelle a dire il vero.
Il 15 febbraio del 1999, infatti, Tonna costituisce in Lussemburgo una nuova società. Si chiama The Third Millennium sa, un nome che suona di buon augurio per il millennio che sta per iniziare. Il capitale di partenza, 48 milioni di lire, risulta sottoscritto dal direttore finanziario della Parmalat e da una signora, Donatella Alinovi che si dichiara residente a Collecchio, provincia di Parma, allo stesso indirizzo di Tonna. Logico immaginare quindi che si possa trattare della moglie del manager.
L’oggetto sociale della Third Millennium è quello classico delle finanziarie lussemburghesi. Il più ampio possibile: dall’acquisizione di partecipazioni fuori dai confini del Granducato al trading azionario. Fatto sta che fin da principio l’attività della società lussemburghese fondata da Tonna non sembra molto redditizia. Alla fine dell’esercizio 2000 vengono registrate perdite per 20 milioni di lire.
Come si spiega il deficit? I documenti ufficiali consultati dal «Corriere» non lo spiegano. In compenso, spulciando le carte, ci si imbatte in un’altra coincidenza che riesce difficile definire casuale.
Ebbene, il 25 ottobre dell’anno scorso la società Third Millennium vara un aumento di capitale. Impossibile definirla un’operazione monstre: in tutto si tratta di poco più di 300 mila euro, per la precisione 311.572 euro, pari a circa 600 milioni di vecchie lire.
Ciò che incuriosisce non è però l’entità della somma, in effetti modesta, ma l’identità del sottoscrittore.
Già, perché il nuovo azionista della società di Tonna si chiama Epicurum ltd e ha sede alle isole Cayman, esattamente allo stesso indirizzo dell’omonimo fondo d’investimento a cui la Parmalat ha versato l’anno scorso quasi 500 milioni di euro.
Lo stesso fondo, per farla breve, che due giorni fa ha ammesso di non essere in grado «per il momento» di restituire, come promesso, quei 500 milioni. E che ora si è messo in liquidazione.
Insomma, il fondo Epicurum, o una società strettamente collegata a questo, avrebbe investito denaro in una finanziaria fondata in Lussemburgo nel 1999 dall’allora direttore finanziario di Parmalat, nonché manager di fiducia di Tanzi.
A quale scopo è stata creata una simile triangolazione? Che tipo di affari avevano in comune la società del granducato e quella delle isole Cayman, un altro gettonatissimo paradiso fiscale? A complicare quello che ormai appare come un immenso rompicapo targato Parmalat adesso affiorano anche questi interrogativi. Ma non è ancora finita.
La documentazione ufficiale rivela che il primo agosto scorso la finanziaria Third Millennium ha presentato un bilancio di liquidazione. Se ne deduce che la società fondata da Tonna sarebbe stata sciolta nell’estate scorsa. Giusto un paio di mesi dopo sarebbe diventato di dominio pubblico l’investimento della Parmalat nel fondo Epicurum. E per il gruppo di Parma sarebbe cominciata la bufera borsistica peggiore della sua storia.
Nel frattempo, però, la signora Alinovi aveva già dato le dimissioni dal consiglio della società lussemburghese di Tonna.
A occupare il suo posto, il 30 dicembre del 2002, è stata chiamata Kimberly Ortiz, una signora domiciliata a New York a un indirizzo di Park Avenue. Lo stesso indirizzo presso cui ha sede lo studio legale di Giampaolo Zini. E cioè l’avvocato da molti anni consulente principe della famiglia Tanzi.
Zini ha gestito molti delicati affari internazionali per conto della Parmalat. Non solo. Lo stesso avvocato Zini, emiliano d’origine, lavorava anche per il fondo Epicurum, che, a New York, risulta domiciliato presso il suo studio legale di Park Avenue. E qui, finalmente, il cerchio si chiude. Fino alla prossima sorpresa.
Vittorio Malagutti
10 dicembre 2003 - Corriere della Sera