patrimoniale sui poveracci

questa manovra peggiorerà le cose
Politica&EconomiaBlog: Illusioni e realtà della manovra

La crisi italiana ha una insopprimibile dimensione europea ed è profondamente falso quanto Monti ci ha detto, presentando la manovra, che la crisi del debito italiano “non è colpa degli europei, è colpa degli italiani”, che siamo “un focolaio di infezione” e rischiamo di “macchiarci della responsabilità” di far fallire l’Europa. Il debito pubblico italiano non ha causato la crisi europea, era lì già prima





le misure adottate, devastanti per i redditi delle famiglie e lo stato sociale, getteranno il nostro paese in una gravissima recessione. Un inutile pareggio di bilancio sarà pure realizzato – a costo di altri sacrifici già previsti in automatico come l’innalzamento ulteriore dell’IVA – ma la caduta del Pil potrebbe addirittura peggiorare il rapporto debito/Pil. Ma allora, a cosa serve tutto questo?
 
Ultima modifica:
[FONT=&quot]Caro Monti, con la pressione fiscale al 47% l’Italia muore[/FONT]
[FONT=&quot]Enrico Zanetti*[/FONT]
[FONT=&quot]In questa manovra si fa cassa più con le nuove entrate fiscali che non con i tagli di spesa. E le risorse verranno in gran parte assorbite dalla copertura del deficit, mentre ben poche saranno destinate ai necessari stimoli alla crescita. Vedi tutti i dati nella tabella. Così l’«oppressione» fiscale (più che la «pressione») rischia di superare ogni record, e anche se l’operazione del governo Monti riuscirà perfettamente, il paziente Italia, alla fine, potrebbe essere morto. [/FONT]
[FONT=&quot] [/FONT]
[FONT=&quot]Economia[/FONT]
[FONT=&quot]8 dicembre 2011 - 12:25 [/FONT]
[FONT=&quot]Quella del governo Monti è, a regime, una manovra da 30 miliardi di euro,[/FONT][FONT=&quot] di cui il 58,41% costituito da maggiori entrate fiscali e il 41,59% costituito da tagli di spesa.
Nell’immediato, però, ossia sul 2012, la contribuzione richiesta ai cittadini, sotto forma di aumento della pressione fiscale, arriva addirittura al 76,13% della manovra complessiva.
Tra le maggiori entrate fiscali, tre voci da sole concorrono a formare oltre l’80% delle aspettative di maggiore gettito: la nuova imposizione sugli immobili (Imu), per il 46,49%; le accise sui carburanti, per il 24,17%; l’addizionale regionale Irpef, per il 9,36%.
L’incremento di due punti percentuali delle aliquote Iva del 10% e del 21% (due punti e mezzo a partire dal 2014) non costituisce invece maggiore entrata, perché interamente destinato a coprire i “vuoti a perdere” di entrate fiscali che la precedente manovra aveva lasciato sostanzialmente indefinite, rinviando alla legge delega fiscale e previdenziale.[/FONT]
[FONT=&quot][/FONT][FONT=&quot][/FONT]
[FONT=&quot]Ciò non di meno, quando l’aumento arriverà, si sentirà eccome.[/FONT][FONT=&quot]
Tra i tagli di spesa, quasi l’intero ammontare è ascrivibile ai soli interventi in materia previdenziale (77,55%) e ai tagli concernenti province e comuni (21,66%).
La manovra è destinata: per il 69,31% a copertura del deficit, al fine di consentire l’avvicinamento dell’obiettivo del pareggio di bilancio; per il 19,30% a copertura di stimoli per la crescita economica, rappresentati essenzialmente: dall’introduzione di un regime di favore fiscale per la capitalizzazione delle imprese; dalla riduzione del costo del lavoro, mediante la previsione della deducibilità dal reddito di impresa della parte di Irap calcolata sul costo del lavoro; da regimi di favore fiscale per l’occupazione di giovani e donne; per l’11,39% a copertura di nuove spese indifferibili, quali in particolare il rifinanziamento delle spese delle missioni militari all’estero e del fondo pubblico per il trasporto locale.
Prima della manovra, la pressione fiscale che risultava attesa dopo gli interventi operati da ultimo lo scorso agosto era il 44,04% sul 2012; il 44,84% sul 2013; il 44,83% sul 2014.[/FONT]
[FONT=&quot]Per effetto della manovra Monti, la pressione fiscale attesa cresce al 45,17% sul 2012; al 45,70% sul 2013; al 45,54% sul 2014.[/FONT][FONT=&quot]
Già questi numeri bastano e avanzano a far pensare che, come spesso è accaduto nella storia dei popoli e dei Paesi, saranno ancora una volta le tasse la scintilla su cui potrebbero innestarsi processi drammatici e irreversibili che devono assolutamente essere scongiurati.
Basti pensare che il senso di oppressione fiscale, avvertito da parte di una ampia fetta di cittadini sin dalla fine degli anni ’80, si è sviluppato in un contesto in cui la pressione fiscale non ha mai superato il 44% ed anzi soltanto due volte ha superato quella del 43%: nel 1997 (43,63%) e nel 2007 (43,05%).[/FONT]
[FONT=&quot]In realtà, anche queste percentuali che sfondano la barriera del 45% sono da ritoccare ulteriormente al rialzo, perché calcolate assumendo come Pil atteso per gli anni 2012, 2013 e 2014 quello risultante dall’ultimo aggiornamento del Documento Finanziario Economico, secondo cui il Pil del 2012 si dovrebbe attestare a 1.622 miliardi di euro (con un tasso nominale di crescita rispetto al 2011 dell’1,8%); il Pil del 2013 si dovrebbe attestare a 1.665 miliardi di euro (con un tasso nominale di crescita rispetto al 2012 del 2,6%); il Pil del 2014 si dovrebbe attestare a 1.714 miliardi di euro (con un tasso nominale di crescita rispetto al 2013 del 2,9%).[/FONT]
[FONT=&quot]Se, in linea con le più recenti previsioni relative al 2012 e tenuto conto degli inevitabili effetti parzialmente recessivi della m[/FONT][FONT=&quot]anovra, si rivedono le stime di crescita del Pil sulla base di più realistici tassi nominali di crescita dell’1% sul 2012 e del 2% sul 2013 e sul 2014, la pressione fiscale attesa arriva a sfiorare sul 2014 il 47% (46,85%).
Uno scenario assai più realista che non pessimista, scongiurabile solo attraverso una ripresa della crescita economica che, però, proprio manovre di questo tipo, per quanto obbligate e ponderate, rendono più difficoltosa.[/FONT]
[FONT=&quot]Purtroppo, così come quando è un’azienda a ristrutturare, si accetta la logica degli esuberi, [/FONT][FONT=&quot]per evitare che tutti vengano tirati a fondo e confidare in ripartenze che possano in seguito riassorbirli, oggi che è lo Stato da ristrutturare bisogna accettare la stessa logica.
E non c’è lotta all’evasione che tenga: non perché non debba essere fatta, anzi; ma perché i suoi proventi devono essere per forza utilizzati per contribuire ad abbassare le imposte a chi già le paga e non possono quindi finanziare spesa.
Se non sapremo capire queste due verità essenziali e continueremo ad utilizzare come leva assolutamente prevalente quella dell’incremento delle entrate fiscali, raggiungeremo senz’altro quella pressione fiscale 47 e potremo allora essere certi che, senza distinzioni tra settore pubblico e settore privato, tra giovani e pensionati, toccherà all’intero Paese essere “morto che parla”.[/FONT]
[FONT=&quot]*direttore di Eutekne.info[/FONT]
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Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/pressione-fiscale#ixzz1fxBURlte[/FONT]
 
CONFEDERAZIONE | POLITICA
Accordo fiscale, Monti frena
Non intende riprendere la formula di quelli conclusi con Berlino e Londra

(foto Keystone)
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ROMA/BERNA - L'Italia non intende negoziare con la Svizzera un accordo sulla fiscalità sull'esempio di quelli che la Confederazione ha raggiunto con Germania e Regno Unito, la cui validità sarà prossimamente esaminata dalla Commissione europea e dall'OCSE. Così in sostanza il premier Mario Monti ha affermato oggi durante l'ora delle domande alla Camera.
In un'interrogazione il deputato Massimo Donadi, dopo aver rammentato l'importanza dei due accordi stipulati da Berna con Berlino e Londra, e aver rilevato che a tutt'oggi l'Italia non ha raggiunto alcun accordo bilaterale con nessuno dei paesi considerati «paradisi fiscali», ha chiesto come intende muoversi il governo presieduto da Monti. Ha risposto il ministro ministro per i rapporti con il parlamento Piero Giarda, che leggendo una nota del premier ha detto che gli accordi tra la Svizzera e i due paesi dell'UE «non rientrano nella tipologia delle convenzioni per evitare la doppia imposizioni», ma sono una specie di sanatoria.
Alla luce di questa presa di posizione Laura Sadis ha affermato che i ristorni verso l'Italia rimarranno bloccati fino a che non vi saranno dei passi avanti nelle trattative tra i due Paesi.
eggià
Lui ha già trovato il modo di fare casse sui cittadini onesti

meglio lasciar perdere gli evasori

che scherziamo! un po' di evasione non guasta
tanto l'oppressi8one fiscale italiana è troppo elevata
 

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"La manovra Monti non salverà l'Italia perché è una manovra recessiva, molto simile alla manovra iniziale fatta dalla Grecia nel 2010 per riuscire a convincere Bruxelles a concedere gli aiuti finanziari necessari e per convincere i mercati a ristabilire una fiducia nei confronti del debito greco. Questa non è la direzione giusta perché, nonostante ci saranno delle reazioni positive questa settimana prima dell'incontro di venerdì dei leader europei, nel breve e medio periodo si sentirà l'impatto recessivo di questa manovra, ci sarà anche un'opposizione da parte dei sindacati e da parte anche di una bella fetta della popolazione, perché questa è una manovra ingiusta che punisce sempre lo stesso gruppo di persone, quindi la classe media, e in particolare è ingiusta per quanto riguarda le pensioni."

Hai parlato di un team di avvocati che sta valutando l'uscita dall'Euro da parte della Germania. Esiste davvero? Perché è stato istituito?

"I lavori continuano, ci sono due scenari possibili al momento: il primo è che la Germania si crei in un certo senso un'area cosiddetta optimum currency area, quindi un'area economica dove c'è la possibilità di una grossa integrazione, inclusa l'integrazione monetaria e chiaramente quella fiscale. Questa area potrebbe essere caratterizzata dall'Euro, ma addirittura da un ritorno al marco o a una moneta simile al marco [personalmente me lo auguro... questa Europa con la sua moneta non piace alla Germania.... se ne vada!].
In questa area entrerebbero sicuramente la Finlandia, l'Olanda, la Germania, forse alcune regioni del centro Europa e anche la Francia. Questa è una decisione che ancora non è stata presa, anche se la Germania sicuramente vorrà difendere l'alleanza con la Francia, poiché il fondamento dell'Europa unita è l'asse Germania - Francia. Questa area economica, monetaria e fiscale molto omogenea guarderebbe sempre più a Oriente e in particolare a Russia e Cina. Ci sono già stati una serie di accordi commerciali, ricordo l'accordo per il gasdotto che dalla Russia arriva direttamente in Germania, il quale è stato negoziato indipendentemente dagli accordi energetici tra Europa unita e Russia, in più la Germania è il partner economico più importante della Cina e quindi ci sarebbe un cambiamento di enfasi geopolitica dall'Europa mediterranea e dall'Europa occidentale verso l'Asia, dove tra l'altro la situazione economica al momento è migliore, ed è, secondo gli indicatorio economici, l'area che soffrirà meno di tutte le altre per la disintegrazione dell'Euro [ed è per questo che la germania vuole liberarsi dall'Europa].
Il costo di questa operazione dovrebbe aggirarsi intorno al 2% del Pil per quanto riguarda la Germania."

I mercati hanno reagito positivamente dopo la manovra di Monti, mentre i grandi giornali internazionali scommettono sulla recessione dell'Italia nel 2012, e addirittura c'è chi parla di depressione...

"Tutti i grandi economisti anglosassoni perlano di depressione, tra l'altro anche una buona fetta di quelli tedeschi. Il problema dell'Italia, come d'altronde il problema della Grecia, non è la paura dell'inflazione di cui si parla sempre, legata in particolare a una possibile uscita dall'Euro e quindi alla svalutazione della moneta, ma invece è la depressione. L'Italia sicuramente nel 2012 avrà una crescita negativa, ma bisognerà poi stabilire se questa crescita negativa sarà molto elevata o sarà contenuta come pensa il governo attuale intorno allo 0,5%. La manovra di Monti, essendo recessiva, potrebbe favorire questa contrazione. Ad esempio, l'aumento dell'Iva colpisce la media e la piccola impresa, ma soprattutto i consumi, quindi non si capisce da dove verrà il motore della crescita e questa è la domanda fondamentane che i mercati si fanno non solo nei confronti dell'Italia, ma che si sono fatti anche nei confronti della Grecia. Va benissimo contrarre la spesa pubblica e avere una politica fiscale simile a quella della Germania, però la Germania è un paese che produce, in Italia invece la produttività purtroppo è in calo e quindi una politica di austerity farebbe avvitare l'economia su se stessa in una spirale negativa. Io sono sicura che i dati dei primi 6 mesi del 2012 daranno ragione a questi economisti, che temono non una flessione dell'economia, ma addirittura una depressione dell'economia."

Cosa avremmo dovuto fare secondo Lei?

"Una politica completamente diversa da quella che abbiamo fatto fino a oggi, ma questo non solamente noi, ma anche i greci e tutti i paesi deficitari. Keynes scrisse nel 1919 la famosa opera critica nei confronti delle riparazioni imposte alla Germania, in una situazione quindi di grande deficit da parte degli Stati: chi ha il potere non sono i creditori, ma sono i debitori e quindi il debitore dovrebbe usarlo questo potere. Avremmo dovuto organizzare un fronte comune con i paesi deficitari e quindi fare un programma di concerto accettato da tutti quanti, Grecia, Spagna, Portogallo, anche l'Irlanda avrebbe potuto partecipare (anche se ormai l'Irlanda è quasi fuori da questa crisi perché ha seguito una politica completamente diversa da quella degli altri paesi) e presentare un programma di crescita e di espansione dell'economia, pretendendo di avere quell'aiuto che una vera organizzazione come l'Europa unita, avrebbe dovuto dare a questi paesi, invece noi abbiamo scelto di negoziare singolarmente con i paesi ricchi, una via d'uscita che chiaramente non ha funzionato.


Ricordo sempre l'esempio del Dubai e di Abu Dhabi.
Il Dubai nel 2009 si è trovato in una situazione di insolvibilità, ha chiesto aiuto ad Abu Dhabi. Quest'ultimo che aveva disapprovato la politica perseguita dal Dubai, ciò nonostante ha garantito quel debito, si è andati alla rinegoziazione del debito, alla fine il Dubai ha pagato una percentuale abbastanza bassa, quindi tra il 50 e il 60% del debito attuale e non è successo assolutamente nulla, anzi l'economia poi ha ripreso a crescere, nonostante la contrazione del 2008. Questo avremmo dovuto fare nel 2010 in Europa, in particolare in relazione alla Grecia che aveva chiesto solamente 9 miliardi di Euro. Questo non si è fatto e oggi ne paghiamo le conseguenze. Se avessimo avuto una politica vera, seria, omogenea, compatta dei paesi mediterranei e delle proposte concrete, oggi non dovremmo sacrificare i nostri pensionati."
 
la manovra riduce le pensioni
aumenta gli anni di lavoro [e ringraziamo... gli schiavi in passato erano macellati quando non servivano più]
aumenta l'opressione delle tasse [ovviamente in modo leggero sulla classe ricca]

ma non riduce le grandi iniquità
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IMU:
Aliquote e Comuni

Tale aliquota è fissata per legge al 7,6 per mille, ma molti Comuni hanno provveduto ad innalzarla al 9,6 per mille e diversi hanno anche portato tale aliquota al tetto massimo, il 10,6 per mille.
Il risultato è che molti proprietari di immobili vedranno raddoppiare, se non in alcuni casi addirittura triplicare, l’importo da versare allo Stato rispetto a quando era in vigore l’Ici.
Del resto anche le previsioni di entrata formulate dall’esecutivo prevedevano introiti per l’erario di almeno 12 miliardi di euro in più rispetto all’Ici, e tale conto potrebbe ben presto lievitare in virtù degli aumenti di aliquote predisposti dalle varie amministrazione comunali.


da Imu prima casa: nodo da sciogliere per i Comuni - Fisco - Investireoggi.it
 
Buste paga, a marzo sarà stangata

Scritto da Luigi dell’Olio | Dietro la Notizia – mar 6 mar 2012 16:53 CET






Come leggere la busta paga. Clicca per ingrandireBuste paga più leggere a marzo. Per effetto del decreto Salva Italia infatti i contribuenti si troveranno a pagare il conguaglio dell'aumento delle addizionali regionali Irpef e, in aggiunta, l'acconto del 30% sulle addizionali comunali Irpef. Secondo una ricerca realizzata dalla Uil la doppia stangata potrebbe arrivare a costare in media fino a 371 euro in più a famiglia per l'imposta regionale, mentre per quella comunale si prevede un passaggio nel 2012 dai 129 ai 177 euro medi pro-capite.
Addizionali regionali e comunali Irpef
A fine mese dunque occorrerà pagare il conguaglio dell'aumento regionale, uguale su tutto il territorio nazionale, deciso con il decreto Salva Italia del governo Monti, fissato allo 0,33% e che porterà l'aliquota dallo 0,9 all'1,23%.
Ci sono poi le addizionali comunali dell'Irpef, per cui andrà pagato l'acconto del 30%. Ad oggi sono 300 i comuni che hanno varato gli aumenti, fra i quali sette capoluoghi: Chieti che passa dallo 0,7 del 2011 all'attuale 0,8%; Agrigento dallo 0,4 allo 0,6; Brescia dallo 0,2 allo 0,55; Catanzaro dallo 0,5 allo 0,8; Teramo dallo 0,5 allo 0,8; Viterbo dallo 0,4 allo 0,5; mentre Ferrara ha deliberato tre aliquote per fasce di reddito passando da quella unica dello 0,5 dello scorso anno ad aliquote comprese dallo 0,6 allo 0,8%. Ma anche gli altri hanno tempo fino al 30 giugno per far scattare i rincari. Da considerare poi che le addizionali Irpef incidono più pesantemente sulle buste paga perché non ci sono detrazioni. Il loro importo si riferisce infatti all'imponibile puro, a differenza della tassazione Irpef nazionale che gode di particolari detrazioni e viene calcolata su un importo, di conseguenza, ridotto.
A giugno la prima rata dell'Imu
Queste sono le trattenute relative al primo trimestre 2012. Ma altri rincari sono attesi, come ad esempio il versamento della prima rata dell'Imu fissato per il 16 giugno. In questo caso, l'aliquota ordinaria è stata fissata al 4 per mille e i comuni potranno aumentare o diminuire l'aliquota del 2 per mille. La tassa sarà mitigata da una detrazione di 200 euro, aumentabile di 50 euro per ciascun figlio a carico under 26 fino a un massimo di 400 euro.
La Uil servizio politiche territoriali calcola che l'aggravio medio per le famiglie a causa della nuova tassa sarà quest'anno di 83 euro con punte di 461 euro a Roma e 426 euro a Milano. Pesante anche il pagamento dell'Imu per le seconde case, sottoposto come per le prime a un ampliamento della base imponibile con il rincaro delle rendite catastali del 60%. L'aliquota di base è fissata allo 0,76 per mille sulla quale i comuni potranno apportare un aumento o una diminuzione del 3 per mille. L'aggravio medio, rispetto alla vecchia Ici-Irpef seconda casa, sarà mediamente di 95 euro, passando da un esborso medio di 537 euro a uno di 632 euro, con punte di 1.286 a Roma e 1.352 a Milano.
Continua a crescere la Tarsu
Infine, a mettere a dura prova le finanze degli italiani anche la tassa sui rifiuti, la Tarsu che, dal 2008 al 2010, è aumentata di circa il 7,6%. Mediamente nel 2010 le famiglie italiane, prendendo a esempio un nucleo familiare di quattro persone con una casa di 80 metri quadrati e un reddito imponibile Irpef di 36 mila euro, hanno pagato 210 euro (nel 2009 erano 200 euro). L'aliquota più alta è attualmente pari al 5%, mentre il minimo si attesta sull'1%. Tra le amministrazioni più care Arezzo con il 4,7%; Catania, Messina, Agrigento, Avellino, Lucca e Foggia con il 4% e Udine con il 4,5%. [nella mia città è raddoppiata grazie al sindaco del PDLadri]
 
Ultima modifica:
ho fatto il calcolo dell'IMU sulla prima casa che dovrei pagare

ed ho scoperto che SUPERA il DOPPIO DELL'ICI
 

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