lorenzo63
Age quod Agis
Notiziola interessante ...
La Russia, il più grande produttore
di greggio al mondo, da pochi giorni
ha iniziato a rifornire la Cina attraverso
una diramazione dell’oleodotto
Espo (Eastern Siberian-Pacific
Ocean pipeline) la cui costruzione,
iniziata nell’aprile 2006, si concluderà
nel 2014.
Espo - che con i suoi 4.700 chilometri
è la più grande infrastruttura
petrolifera del mondo - è destinato
a trasportare il greggio russo dalla
Siberia orientale (regione di Irkutsk)
verso Giappone e Sud Corea.
La diramazione inaugurata all’inizio
di gennaio unisce invece la città
siberiana di Skovorodino con la cinese
Daqing. Presentato come pietra
miliare della cooperazione fra
Russia e Cina, il nuovo oleodotto
dovrebbe, nelle intenzioni di Mosca,
consentire di mettere alla portata
degli interessi russi il sempre
più ricco e sviluppatomercato asiatico
dell’energia. Sino a pochi giorni
fa l’export di petrolio fra Russia
e Cina avveniva solo tramite ferrovia
o via mare. Con l’inaugurazione
del condotto si apre una nuova era,
in cui entrambi i paesi potranno godere
di forti vantaggi.
La Cina si aggiudicherà una maggior
quantità di greggio indispensabile
per la sua crescita e beneficerà
di tempi e costi di trasferimento ridotti.
Mosca ha intenti e obbiettivi
a lungo termine da non sottovalutare,
il primo dei quali è l’affrancamento
dalla sua dipendenza come
fornitore dell’Europa.
Attraverso lo «sperone» Skovorodino-
Daqing transiteranno, a regime,
15milioni di tonnellate di greggio
all’anno. Russia e Cina hanno
costruito autonomamente le proprie
sezioni del condotto, che trovano
il punto di congiunzione nel fiume
Amur, al confine tra oriente russo
e nordest cinese, frontiera storicamente
problematica. La costruzione
dell’oleodotto ha coinvolto la
società russa Transnfet e la grande
compagnia statale cinese gas-petrolifera
Cnpc. I lavori sono stati finanziati
da unmaxi-prestito da parte
cinese, da ripagare attraverso le
forniture di greggio.
La Cina, avendo superato gli Stati
Uniti nel 2010, è oggi il più grande
consumatore di oro nero al mondo.
Il consolidamento dell’asse Mosca-
Pechino è destinato a ridurre il
peso (e il potere contrattuale) del
mercato occidentale e di quello mediorientale.
Già nel 2009, durante
una visita a Pechino di Vladimir Putin,
la compagnia Gazprom e China
National Petroleum siglarono un’intesa
per la vendita, ogni anno, di 70
milioni di metri cubi di gas alla Cina.
Quel contratto non è ancora entrato
in vigore a causa di divergenze
sui prezzi delle forniture, ma le nuove
politiche di cooperazione potrebbero
portare a un rapido accordo.
Espo verrà completato, come detto,
nel 2014. A regime, avrà una capacità
di trasporto pari a 130 milioni
di tonnellate annue. La linea
principale dell’oleodotto collegherà
Taishet con Kozmino, sul Pacifico,
passando per Kazachinskoe e
Skovorodino. In una prima fase però
il petrolio sarà trasportato da
Skovorodino a Kzmino via ferrovia,
poiché il collegamento via tubo tra
le due città è previsto non prima
del 2014. Nel nuovo scenario reso
possibile dal maxi-oleodotto, cambieranno
anche gli equilibri commerciali
che riguardano il Giappone.
I maggiori esportatori di greggio
nel paese del Sol levante sono
attualmente gli stati mediorientali:
Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti
e Qatar. La Russia è solo al quarto
posto, subentrata all’Iran dopo che
Tokyo si è schierata al fianco della
comunità internazionale per rinforzare
le sanzioni economiche contro
la Repubblica Islamica. Con il completamento
dell’oleodotto fino alla
costa del Pacifico, questa graduatoria
è però destinata a cambiare
La Russia, il più grande produttore
di greggio al mondo, da pochi giorni
ha iniziato a rifornire la Cina attraverso
una diramazione dell’oleodotto
Espo (Eastern Siberian-Pacific
Ocean pipeline) la cui costruzione,
iniziata nell’aprile 2006, si concluderà
nel 2014.
Espo - che con i suoi 4.700 chilometri
è la più grande infrastruttura
petrolifera del mondo - è destinato
a trasportare il greggio russo dalla
Siberia orientale (regione di Irkutsk)
verso Giappone e Sud Corea.
La diramazione inaugurata all’inizio
di gennaio unisce invece la città
siberiana di Skovorodino con la cinese
Daqing. Presentato come pietra
miliare della cooperazione fra
Russia e Cina, il nuovo oleodotto
dovrebbe, nelle intenzioni di Mosca,
consentire di mettere alla portata
degli interessi russi il sempre
più ricco e sviluppatomercato asiatico
dell’energia. Sino a pochi giorni
fa l’export di petrolio fra Russia
e Cina avveniva solo tramite ferrovia
o via mare. Con l’inaugurazione
del condotto si apre una nuova era,
in cui entrambi i paesi potranno godere
di forti vantaggi.
La Cina si aggiudicherà una maggior
quantità di greggio indispensabile
per la sua crescita e beneficerà
di tempi e costi di trasferimento ridotti.
Mosca ha intenti e obbiettivi
a lungo termine da non sottovalutare,
il primo dei quali è l’affrancamento
dalla sua dipendenza come
fornitore dell’Europa.
Attraverso lo «sperone» Skovorodino-
Daqing transiteranno, a regime,
15milioni di tonnellate di greggio
all’anno. Russia e Cina hanno
costruito autonomamente le proprie
sezioni del condotto, che trovano
il punto di congiunzione nel fiume
Amur, al confine tra oriente russo
e nordest cinese, frontiera storicamente
problematica. La costruzione
dell’oleodotto ha coinvolto la
società russa Transnfet e la grande
compagnia statale cinese gas-petrolifera
Cnpc. I lavori sono stati finanziati
da unmaxi-prestito da parte
cinese, da ripagare attraverso le
forniture di greggio.
La Cina, avendo superato gli Stati
Uniti nel 2010, è oggi il più grande
consumatore di oro nero al mondo.
Il consolidamento dell’asse Mosca-
Pechino è destinato a ridurre il
peso (e il potere contrattuale) del
mercato occidentale e di quello mediorientale.
Già nel 2009, durante
una visita a Pechino di Vladimir Putin,
la compagnia Gazprom e China
National Petroleum siglarono un’intesa
per la vendita, ogni anno, di 70
milioni di metri cubi di gas alla Cina.
Quel contratto non è ancora entrato
in vigore a causa di divergenze
sui prezzi delle forniture, ma le nuove
politiche di cooperazione potrebbero
portare a un rapido accordo.
Espo verrà completato, come detto,
nel 2014. A regime, avrà una capacità
di trasporto pari a 130 milioni
di tonnellate annue. La linea
principale dell’oleodotto collegherà
Taishet con Kozmino, sul Pacifico,
passando per Kazachinskoe e
Skovorodino. In una prima fase però
il petrolio sarà trasportato da
Skovorodino a Kzmino via ferrovia,
poiché il collegamento via tubo tra
le due città è previsto non prima
del 2014. Nel nuovo scenario reso
possibile dal maxi-oleodotto, cambieranno
anche gli equilibri commerciali
che riguardano il Giappone.
I maggiori esportatori di greggio
nel paese del Sol levante sono
attualmente gli stati mediorientali:
Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti
e Qatar. La Russia è solo al quarto
posto, subentrata all’Iran dopo che
Tokyo si è schierata al fianco della
comunità internazionale per rinforzare
le sanzioni economiche contro
la Repubblica Islamica. Con il completamento
dell’oleodotto fino alla
costa del Pacifico, questa graduatoria
è però destinata a cambiare