PER CAPIRE CHI VI COMANDA, BASTA SCOPRIRE CHI NON VI E' PERMESSO CRITICARE (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
Ottimista per natura, pragmatico per professione.

Matteo Bassetti è il più amato, e odiato, tra le star della scienza.

I giornali lo cercano, le tv lo invitano, la politica lo corteggia,
molti lo citano come il più attendibile dei nuovi guru ai tempi del Covid.

Oltre che il più sexy.

Narciso, lo ammette, Bassetti piace e lo sa.

Il successo e la notorietà, però, li ha pagati cari.

Finito nel mirino dei leoni da tastiera, vive da mesi sotto scorta,
ma l’infettivologo genovese è un combattente e non arretra nella sua difesa senza sconti della scienza.

E se scendesse in campo non ha dubbi, a parte l’arbitro,
giocherebbe sulla fascia per piazzare dei cross in mezzo e far sì che qualcuno faccia goal. Decisivo, anche lì.


Lei è un uomo di scienza e si trova a ricevere migliaia di minacce di morte
proprio per le sue prese di posizioni in nome della scienza. Non ha mai pensato: “Ma chi me lo fa fare”?


“Devo dire che l’ho pensato tante volte. Però, quando fai la scelta, che è una scelta di vita, di stare dalla parte della scienza,
della medicina non bisogna arretrare, ma tenere la barra ancora più dritta, per usare un paragone con la vela che mi piace tanto.
È un momento in cui c’è un vento forte ma non bisogna mollare, perché è proprio ora che gli uomini di scienza
devono continuare ad affermare la forza della scienza e della medicina.
Certo, a volte penso: ‘Ma chi me lo fa fare?’, poi però vorrebbe dire abdicare al mio ruolo”.

Però, vivere sotto scorta non deve essere semplice…

“Io sono sotto sorveglianza attiva, che è un livello precedente rispetto a quello della scorta vere propria.
Certo, la sera quando esco dall’ospedale salire sulla moto e guardarmi intorno per vedere che non ci sia qualche brutta faccia intorno,
come mi ha detto la polizia, beh…questo è una cosa che non mi piace e non mi fa star bene”.

Avrà paura qualche volta?

“Diciamo preoccupazione perché la paura è una pessima consigliera. Ma preoccupazione sicuramente ce n’è tanta”.

La cosa che la preoccupa di più?

“Sicuramente che questi delinquenti hanno tirato in ballo anche la mia famiglia e quando tocchi la famiglia vai a colpire la parte più debole.
Poi, voglio dire, io sono io e loro sono loro, siamo due entità diverse.
Perché devi prendertela con la mia famiglia? Se devi colpire colpisci me, altrimenti significa che sei solo un vigliacco”.

Non crede che il clima di contrapposizione un po’ da tifoserie da stadio tra scienziati abbia contribuito ad avvelenare il clima, fomentando i vari leoni da tastiera?

“Certo, c’è stata una contrapposizione pesante.
Molti, tra cui qualche collega, che si sono schierati da una certa parte, l’hanno fatto più per ideologia politica che scientifica.
E questi sono i risultati!
Chi ha assunto delle posizioni scettiche, per esempio nei confronti dei vaccini, quando poi sono arrivati,
ha fomentato la divisione della gente in una sorta di tifoseria da stadio. Ma la scienza non è ideologia”.

Perché tra tutti gli scienziati hanno preso di mira proprio lei?

“Intanto non hanno preso di mira solo me.
Io sono il primo che uscito allo scoperto, ma hanno ricevuto delle minacce anche Vaia, Pregliasco.
Credo che dietro questi movimenti no vax e antiscientifici ci sia molta politica e quindi potrebbe darsi che una certa politica,
che si è sempre schierata anche contro altri scienziati, non abbia aiutato in questo momento storico.
Perché finché si trattava di dire ‘sono per la mascherina non sono per la mascherina’
o ‘sono per il lockdown non sono per lockdown’ si poteva fare dell’ideologia.
Quando si tratta di vaccini l’ideologia deve scomparire”.

Dirige la clinica di Malattie infettive del San Martino di Genova,
a livello internazionale per la sua età asfalta colleghi più anziani,
tutte le trasmissioni la vogliono, è considerato anche il più sexy tra le star della scienza. Lei ha successo. Non è che sono invidiosi?


“Questo assolutamente! Credo che ci sia molta invidia. Perché se lei legge i messaggi che arrivano soprattutto via social è evidente.
C’è gente che mi dice: ‘Sei sempre in televisione, vai in reparto’.
Non sanno che io vado sia in televisione che in reparto e riesco a fare molto bene entrambe le cose.
Da un anno e mezzo a questa parte non sono mai mancato la mattina nel mio reparto
e la maggior parte dei collegamenti che faccio sono via Skype e durano 10 minuti.
Porto via tempo quasi sempre alla mia famiglia, perché si tratta soprattutto di collegamenti serali.
Quindi la gente riversa su di me i propri malumori perché vede che sono una persona di successo.
Sono purtroppo gli stessi che prima del Covid inveivano contro gli attori, i calciatori, i conduttori televisivi,
in generale contro la gente che ha successo.
Perché in questo Paese, invece di apprezzare quando qualcuno ha successo arrivandoci con i propri mezzi,
si insinua che se ci sei arrivato significa che devi per forza aver fatto qualcosa di sbagliato.
C’è un tipo di politica ideologica che fomenta queste persone.
Infatti ho avuto diversi attacchi da una certa parte politica perché io ero uno dei consulenti del presidente Toti.
È chiaro poi che, quando crei delle contrapposizioni politiche, qualsiasi presa di posizione scientifica viene vista da quel punto di vista.
E di certo questo non aiuta”.

Le sarà capitato anche in corsia di suscitare qualche invidia o no?

“Beh certo! Da parte dei colleghi tantissime”.

Con Galli di bordate a distanza ve ne siete tirate parecchie. Mi dica la verità: non vi potete proprio sopportare?

“Non solo con Galli. Anche tanti altri colleghi gettano fango.
L’altra sera mio figlio è tornato a casa piangendo, perché un bambino ai giardinetti gli ha detto
che suo padre è un ladro perché fa il medico e che, invece di lavorare, vive in televisione.
Purtroppo, questi messaggi arrivano anche da parte dei colleghi.
Con Galli, credo che ci sia proprio un’incompatibilità caratteriale.
Pensi che era un grande amico di mio padre, mi ha visto crescere ed è una persona che ho sempre stimato dal punto di vista scientifico.
Poi dopo, secondo me, ha assunto delle posizioni talebane e ideologiche. E ritengo sbagliato quando l’ideologia sia…”

Politicizzata?

“Sì, credo di sì. Io posso dire in quest’anno di avere criticato praticamente tutti.
Alcuni dicono Bassetti è di destra, ma io, quando Salvini difendeva il plasma iperimmune,
sulla base dei dati l’ho smentito come, dall’altra parte, ho detto più volte che Speranza sbagliava.
La scienza non deve avere colore politico”.

Secondo lei le varie Cassandre, da Galli a Crisanti, che si compiacciono delle loro previsioni catastrofiche perché lo fanno? Ricerca di visibilità?

“Secondo me, qui c’è stato un po’ il gioco delle parti.
Io ho scritto un libro che ha come sottotitolo: “Lettura del Covid senza allarmismo e catastrofismo”,
su questo messaggio ci ho fatto proprio una battaglia personale.
Invece, altri anche quando c’è il bicchiere mezzo pieno, l’atteggiamento è sempre quello di vedere comunque il bicchiere mezzo vuoto:
questo è un modo diverso di fare comunicazione.
Ognuno si prenderà la responsabilità di ciò che ha fatto. Non sono io che devo giudicare, sarà il tempo a dire chi aveva ragione”.

La celebrità piace a tutti, anche agli scienziati e anche a lei. Infatti ha dichiarato che “la telecamera è una 'droga'”. È così?

“Guardi, la differenza che c’è tra il sottoscritto e gli altri è che io lo riconosco e gli altri no.
Chiunque va in televisione ci va perché gli piace andarci.
Non c’è nessuno che lo costringe e non è un ordine che ti viene dato dall’alto.
Dico, con un’espressione forse un po’ forte, che è una 'droga' perché la televisione è una cosa che quando la fai
e ti rendi conto che i tuoi messaggi arrivano e piacciono…beh fa piacere e quindi vuoi continuare a farla.
Ma credo che potrò tranquillamente farne a meno!”.

Lei si definirebbe un po’ narciso?

“Sicuramente. Infatti, credo che chi va in televisione ci vada anche per narcisismo personale”.

Da chi le piace andare di più?

“Mi sono trovato bene un po’ dappertutto, devo dire”.

Avrà qualche trasmissione che preferisce?

“Se devo proprio dirle, ho costruito dei bellissimi rapporti con Alberto Matano, Mara Venier, Bianca Berlinguer, Nicola Porro.
Come vede si tratta di trasmissioni trasversali. Vado sia su Rai 3 che su Rete 4.
Ho iniziato con Quarto grado, Gianluigi Nuzzi insieme a Siria Magri sono stati i miei scopritori con cui ho costruito un rapporto che va oltre il piccolo schermo”.

E, invece, quando Bassetti guarda la tv cosa guarda?

“Mi piace tanto guardare lo sport, il calcio.
Devo dire che mi sono appassionato molto anche alle serie televisive Netflix è diventato un po’…”

Un’altra 'droga'?

“Sì esatto. Ho visto La casa di carta e Vis à vis che mi hanno veramente stregato.
Infatti in questi mesi, le serate che non ero in televisione, guardavo le serie televisive con mia moglie e i miei figli: un momento bellissimo per me”.

La prima cosa che fa Bassetti nel tempo libero, se ne ha?

“La prima cosa che faccio è dedicarmi ai miei figli e anzi ho bisogno quest’estate di un po’ di tempo per riappropriarmi del rapporto con loro,
perché a livello fisico non sono mai mancato e ho sempre cercato di tornare a casa,
ma mi sono reso conto che sono molto mancato dal punto di vista mentale.
Per cui, quando Bassetti ha del tempo libero cerca, avendo dei figli adolescenti, di riconquistarli, cosa forse più difficile che sconfiggere il Covid”.

Lei è appassionato di calcio e ha fatto l’arbitro per anni. La Nazionale come se la sta cavando agli Europei?

“Praticamente tutte le sere che gioca la Nazionale ho un collegamento televisivo.
Ho visto la prima partita e mi sembra un’ottima squadra.
Mi piace da morire Roberto Mancini, sono sempre stato un suo grande fan.
Ho anche avuto modo di conoscerlo recentemente. È una persona eccezionale, è l’uomo giusto al posto giusto”.

Quindi abbiamo chances?

“Guardi, Mancini è un vincente e con i vincenti ci sono sempre chances.
Poi è un ottimista e tutti gli ottimisti sono vincenti, i pessimisti invece sono perdenti”.

Se scendesse in campo, a parte l’arbitro, che ruolo giocherebbe?

“Giocherei sulla fascia per mettere dei cross in mezzo per far sì che qualcuno faccia goal. Sono suggeritore più che un finalizzatore”.

Lei è un tipo che non fa sconti. Idee chiare, spesso tranchant senza risparmiare bacchettate o suggerimenti a chi decide. Mai pensato di fare politica?

“No… ovviamente in questo anno e mezzo è capitato che qualcuno me l’abbia chiesto.
Credo che per il momento ci sia molto bisogno di me all’ospedale, in Università,
quindi è lì che voglio continuare ad esserci. Poi se ci saranno proposte le valuterò”.

La davano anche come tra i papabili come ministro della Salute nel governo Draghi. Avrebbe accettato?

“Per uno come Draghi ci sarei andato a piedi a Roma.
Perché è la personalità che stimo e stimavo di più.
Un uomo di grande carisma, di successo con grande pragmatismo e intelligenza.
È un uomo che sa e fa e in Italia non è facile trovare personaggi del genere.
Draghi è unico nel suo essere infatti è colui che, nel momento più difficile per l’Italia,
ne ha preso in mano le redini e mi pare che le abbia prese anche bene”.

Lei almeno sarebbe stato un ministro vaccinato, dato che abbiamo scoperto che Speranza non lo ha ancora fatto (cosa che ha fatto mercoledì dopo le polemiche)?

“Oltre ad avere un ministro già vaccinato avremmo anche avuto un ministro medico e in questo momento non sarebbe male.
Avere durante una pandemia al ministero della Salute un esperto di malattie infettive, non dico io,
avrebbe potuto giovare anche a livello comunicativo. Punto dove il ministro attuale ha mancato moltissimo”.

Le piacerebbe in futuro?

“Non so, vediamo. Uno dei problemi che può avere un medico il ministro sa qual è?”

No, me lo dica lei…

“È che noi siamo molto bravi quando facciamo il nostro mestiere
e finiamo per mettere al centro della nostra agenda la materia in cui ci siamo specializzati.
Ma avere una visione tolemaica della sanità è sempre sbagliato.
Per fare il ministro bisogna svestirsi della maglia del tuo club, che sarebbe quello della specializzazione scientifica ,
e vestire quella della nazionale per essere il ministro di tutti”.

Lei che è un ottimista pragmatico ci sarà una cosa che abbiamo guadagnato in oltre un anno di pandemia?

“Beh...qualcosa abbiamo imparato. Per esempio, eravamo un paese di zozzoni.
Se prima guardava nel bagno di un aeroporto o di un autogrill mediamente gli uomini, dopo aver fatto pipì, non si lavavano le mani.
In questo spero sia arrivato il messaggio, vecchio di anni, che lavarsi le mani salva la vita.
Forse stiamo imparando ad essere anche un po’ più ordinati.
Noi italiani siamo i più disordinati del mondo, ci ammassiamo uno sull’altro in coda alla posta, sui treni, sull’aereo.
Il distanziamento imposto dal Covid magari ci insegna un po’ di educazione civica.
L’altra cosa che abbiamo imparato è che ci può essere un nemico invisibile dietro l’angolo
e che è giusto adottare tutte le misure adatte a prevenirlo.
Poi, stiamo capendo finalmente che i vaccini sono la più grande scoperta degli ultimi 100 anni,
insieme all’acqua potabile e agli antibiotici. Negare questo è negare l’esistenza stessa del mondo”.

Quest’estate andrà al mare?

“Sì, assolutamente!”.

Dove nella sua Liguria?

“Sì, andrò a Celle ligure dove abbiamo la casa di famiglia”.

In spiaggia però ci andrà senza mascherina?

“Ma certo, ci vado già adesso senza mascherina!
Guardi la Francia ha appena tolto l’obbligo della mascherina all’aperto, lo hanno fatto gli Stati Uniti e Israele.
Noi naturalmente siamo sempre gli ultimi.
D’altronde, se posso dirle, da un ministro che non si è ancora vaccinato mi aspetto che la mascherina la tenga.
E un ministro che per paura che gli si dica che si è vaccinato prima degli altri non si vaccina dimostra la pochezza della nostra politica.
Il ministro della Salute avrebbe dovuto essere tra i primi a vaccinarsi.
Oltre a dare un messaggio, sarebbe stato anche un modo per proteggere se stesso e le persone che incontra”.
 

Val

Torniamo alla LIRA
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Val

Torniamo alla LIRA
Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato la notizia del fallimento del vaccino mRNA della CureVac,
che ha avuto un’efficacia pari a solo il 47%, per cui è un bidone di vaccino.

Ci sono state anche delle polemiche in Germania perchè lo stato tedesco
aveva investito ben 300 milioni nella società che, nel frattempo, ha praticamente dimezzato il proprio valore.


Può esserci di peggio che investire in un vaccino senza sapere che può fallire o meno?

Si, investire quando si sa che è già fallito e questo, se è vero quello che dice il Corriere della Sera, è quello che rischia di fare l’Italia.


Secondo quanto detto dal Corriere:


Il governo è in uno stadio avanzato di discussioni con la tedesca CureVac
per l’avvio di uno stabilimento di produzione di vaccini per Covid-19e di un centro di ricerca in Italia.
Dopo mesi di contatti, questa settimana si è tenuto un incontro in cui le autorità di Roma
e i rappresentanti del gruppo basato a Boston e a Tubinga, nel Baden-Württemberg,
hanno affrontato alcuni degli aspetti più rilevanti del progetto.
Non sembrano essere emersi ostacoli insormontabili: benché gli ultimi test del vaccino CureVac
su un ampio campione di popolazione in Europa e in America Latina non siano andati come sperato,
le due parti sembrano determinate a proseguire nel mettere a punto l’investimento
.


La capacità produttiva dovrebbe essere di centinaia di milioni di dosi anche per l’esportazione..


L’esportazione di cosa? Di un grande bidone, di un vaccino che non copre neanche al 50%?


Il governo dovrebbe fornire dei prestiti agevolati alla Curevac per aiutare a costituire questa capacità produttiva.

Per fare cosa?

La situazione è paradossale, ridicola:

non sono stati finanziati vaccini nazionali, come quello UniMI VisMederi,
ma si va a finanziare un’impresa fallimentare per l’esportazione.



Per carità non siamo i soli, anche il regno unito voleva finanziare CureVac, e perfino la Bayer,
dopo il grande successo dell’acquisto di Monsanto, aveva raggiunto accordi con la società di Tubinga.


Però evitiamo d’investire in un’impresa sicuramente fallimentare.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Ora sappiamo il nome del disertore cinese che da alcuni mesi lavora con la Defense Intelligence Agency (DIA)
e quale era la sua posizione all’interno dell’esercito e del governo cinesi, tra gli altri dettagli.


Spy Talk ha riferito della “voce” e hanno fornito il nome e il background del presunto disertore.

Secondo queste voci un vice ministro della Sicurezza dello Stato, Dong Jingwei (董经纬)
avrebbe disertato volando da Hong Kong agli Stati Uniti con sua figlia, Dong Yang.


Dong è, o era, un funzionario di lunga data del Ministero della sicurezza dello Stato cinese (MSS), noto anche come Guoanbu.

Il suo background pubblicamente disponibile indica che era responsabile del controspionaggio del Ministero della sicurezza in Cina,
ovvero della cattura di spie, da quando è stato promosso a vice ministro nell’aprile 2018.


Se queste voci sono vere, Dong sarebbe il disertore di più alto livello nella storia della Repubblica Popolare Cinese.


Il pretesto per la fuga è stata una visita alla figlia che studia in un’università in California.

Quando Dong è atterrato in California ha contattato i funzionari della DIA
e ha raccontato loro i suoi piani per disertare e le informazioni che avrebbe portato con sé.

Dong si è poi “nascosto in bella vista” per circa due settimane prima di scomparire sotto la custodia della DIA.


Secondo Spy Talk, il nome di Dong è emerso durante il vertrice sino-americano tenutosi in Alaska nel marzo 2021:

In un tweet di mercoledì, Han [Dr. Han Lianchao, un disertore cinese], citando una fonte anonima,
ha affermato che il ministro degli esteri cinese Wang Yi e il capo degli affari esteri del Partito comunista Yang Jiechi
hanno chiesto agli americani di restituire Dong e il segretario di Stato Anthony Blinken ha rifiutato,
anche se in quel momento non era a conoscienza della collaborazione del viceministro cinese.


Quindi la cosa è stata tenuta talmente segreta che non ne sapeva nulla neanche a livello governativo.


È solo nelle ultime tre o quattro settimane che si è iniziato a sapere qualcosa del disertore,
perchè prima le notizie restavano strettamente nella DIA che al massimo le confrontata con quanto saputo dalla CIA. .


Dong non solo ha informazioni dettagliate sui sistemi di armi speciali della Cina,
sul funzionamento dell’esercito cinese, dell’Istituto di virologia di Wuhan e sulle origini del SARS-CoV-2,
e sui beni e le fonti del governo cinese negli Stati Uniti;

Dong ha informazioni estremamente imbarazzanti e dannose sulla comunità di intelligence
e sui funzionari governativi occidentale nei “terabyte di dati” che ha fornito alla DIA.


Del resto era responsabile del controspionaggio, il suo lavoro era conoscere ed agganciare le spie ed i funzionari occidentali.


Alcune delle informazioni fornite da Dong sono state riportate dal Washington Free Beacon all’inizio di questa settimana:

Centinaia di cittadini cinesi sono oggetto di un’indagine federale dopo che le forze dell’ordine
hanno segnalato il loro viaggio all’inizio della pandemia di COVID-19.
I cittadini cinesi sono tornati negli Stati Uniti prima del previsto nel gennaio 2020, spesso dopo aver modificato i loro piani di viaggio.



L’episodio è raccontato in un rapporto interno che è circolato tra varie agenzie di sicurezza nazionale e forze dell’ordine il 3 giugno.

Tale rapporto ipotizza che gli studenti cinesi siano tornati negli Stati Uniti prima del previsto
per evitare future restrizioni di viaggio causate dal COVID-19 pandemia e che, in realtà,
si trattasse di spie cinesi che avevano già capito come sarebbe finita con il Covid-19.

Una prova in più che Pechino sapeva…


“Il team ha esaminato 58.000 titolari di visto cinese F/J in entrata nel database [Passenger Name Record]
e ha identificato 396 persone il cui viaggio di ritorno era [programmato] dopo gennaio 2020 ma era tornato a gennaio 2020”
, si legge nel rapporto.

Che studenti fortunati!


Più che vere e proprie spie si tratterebbe di informatori/analisti,
gente mandata negli USA per Indagare sulla risposta americana al Covid-19,
capire le reazioni, anche del pubblico, e quindi preparare la migliore risposta del governo cinese.


Nei loro principali interessi vi sono anche i semiconduttori e lo studio di metodi per esportarli illegalmente dagli USA alla Cina.


Inoltre, Dong ha fornito alla DIA le seguenti informazioni:
  • Primi studi patogeni del virus che ora conosciamo come SARS-CoV-2
  • Modelli di diffusione e danni previsti di COVID-19 negli Stati Uniti e nel mondo
  • Registri finanziari che descrivono in dettaglio quali organizzazioni e governi hanno finanziato la ricerca su SARS-CoV-2 e altre ricerche sulla guerra biologica
  • Nomi di cittadini statunitensi che forniscono informazioni alla Cina
  • Nomi di spie cinesi che lavorano negli Stati Uniti o che frequentano le università statunitensi
  • Documenti finanziari che mostrano uomini d’affari e funzionari pubblici statunitensi che hanno ricevuto denaro dal governo cinese Cinese
  • Dettagli degli incontri che i funzionari del governo degli Stati Uniti hanno avuto (forse inconsapevolmente) con spie cinesi e membri dell’SVR (I servizi esteri) russo
  • Come il governo cinese ha ottenuto l’accesso a un sistema di comunicazione della CIA, portando alla morte di dozzine di cinesi che lavoravano con la CIA

Una marea d’informazioni che spiegherebbero anche come mai Fauci abbia, improvvisamente, cambiato idea…..


Inoltre, Dong avrebbe detto che, in generale, un terzo degli studenti cinesi negli USA sono, in realtà,
uomini mandati con finalità di studio dall’esercito cinese.

Avrebbe pure fornito copia dei drive dl computer di Hunter Biden che erano in mano alla Cina,
la quale quindi era ben a conoscenza dei problemi di pornografia, e non solo, del figlio del presidente.



Un grosso colpo che, se confermato spiegherebbe anche l’irrigidirsi delle posizioni americane nei confronti di Pechino.
 

foo fighter

Forumer storico
Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato la notizia del fallimento del vaccino mRNA della CureVac,
che ha avuto un’efficacia pari a solo il 47%, per cui è un bidone di vaccino.

Ci sono state anche delle polemiche in Germania perchè lo stato tedesco
aveva investito ben 300 milioni nella società che, nel frattempo, ha praticamente dimezzato il proprio valore.


Può esserci di peggio che investire in un vaccino senza sapere che può fallire o meno?

Si, investire quando si sa che è già fallito e questo, se è vero quello che dice il Corriere della Sera, è quello che rischia di fare l’Italia.


Secondo quanto detto dal Corriere:


Il governo è in uno stadio avanzato di discussioni con la tedesca CureVac
per l’avvio di uno stabilimento di produzione di vaccini per Covid-19e di un centro di ricerca in Italia.
Dopo mesi di contatti, questa settimana si è tenuto un incontro in cui le autorità di Roma
e i rappresentanti del gruppo basato a Boston e a Tubinga, nel Baden-Württemberg,
hanno affrontato alcuni degli aspetti più rilevanti del progetto.
Non sembrano essere emersi ostacoli insormontabili: benché gli ultimi test del vaccino CureVac
su un ampio campione di popolazione in Europa e in America Latina non siano andati come sperato,
le due parti sembrano determinate a proseguire nel mettere a punto l’investimento
.


La capacità produttiva dovrebbe essere di centinaia di milioni di dosi anche per l’esportazione..


L’esportazione di cosa? Di un grande bidone, di un vaccino che non copre neanche al 50%?


Il governo dovrebbe fornire dei prestiti agevolati alla Curevac per aiutare a costituire questa capacità produttiva.

Per fare cosa?

La situazione è paradossale, ridicola:

non sono stati finanziati vaccini nazionali, come quello UniMI VisMederi,
ma si va a finanziare un’impresa fallimentare per l’esportazione.



Per carità non siamo i soli, anche il regno unito voleva finanziare CureVac, e perfino la Bayer,
dopo il grande successo dell’acquisto di Monsanto, aveva raggiunto accordi con la società di Tubinga.


Però evitiamo d’investire in un’impresa sicuramente fallimentare.

47% di cosa? RRR?
 

Val

Torniamo alla LIRA
Come si permette - un prete - di interferire sulle volontà di una persona defunta ?
IGNOBILE. Vai dal tuo capo.


È finita in modo sconvolgente la storia di Sonia Campagnolo,
la donna che prima di morire ha imposto come ultima volontà
l'incisione sulla propria lapide di un codice iban a cui donare soldi per pagare gli studi alla figlia.

Una vicenda che ha commosso la comunità di Carmignano sul Brenta, nel Padovano, e tutta Italia.

Ma evidentemente non il parroco locale, Don Egidio, che si è rifiutato di celebrare il funerale della mamma
proprio a causa di quel gesto giudicato non solo una provocazione, ma quasi una profanazione di un luogo sacro.


"Io servo il Signore da 42 anni - ha spiegato il prete al Corriere della Sera - ma un Iban sull’epigrafe non l’avevo mai visto.
Negli ultimi 16 mesi ho fatto 102 funerali di cui 12 Covid, seguo 2.250 famiglie e ne assisto 39 di veramente povere.
Compriamo loro da vestire, paghiamo l’affitto, copriamo le bollette.
Questo è il paese, poi vedo un Iban su un’epigrafe e mi chiedo: cos’è successo?
Quella famiglia è diventata improvvisamente povera? No, non lo è.
Ho fatto visita a Sonia due settimane fa, suo padre Piero frequenta la parrocchia,
lui stesso è membro del gruppo della Caritas e sa perfettamente cosa vuole dire averne e non averne".

Insomma, visto che la famiglia non è povera
la madre non aveva il diritto di chiedere soldi ad amici, conoscenti e semplici benefattori.

O perlomeno, secondo padre Egidio, non poteva farlo attraverso la sua tomba.

La figlia Lisa, 25 anni, per finire i suoi studi in Giurisprudenza dovrà attingere al patrimonio familiare
o dovrà sperare nel buon cuore "privato" della comunità locale.


Resta l'amarezza per una struggente ultima volontà di mamma Sonia,
morta di tumore a soli 47 anni, svilita a mera questione economica.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Centinaia di persone hanno partecipato al funerale di Michele Merlo,
il 28enne cantante conosciuto per la partecipazione ad Amici
che è stato stroncato da un’emorragia cerebrale causata da una leucemia fulminante.

Nonostante il momento molto delicato che stanno vivendo i familiari del ragazzo,
sulla cui morte è aperta un’inchiesta per capire se è stato fatto tutto il possibile
e soprattutto in tempo per provare a salvargli la vita,
c’è chi non ha perso occasione per buttarla in caciara e fare polemica politica.


Sì, stiamo parlando della solita, irriducibile Selvaggia Lucarelli,
che ha dimostrato maldestramente di non sapere minimamente come stanno le cose:
a farla scandalizzare è stata la presenza di Matteo Salvini e della fidanzata Francesca Verdini, nonché di Giorgia Meloni.


A invitarli è stata la famiglia di Michele Merlo: c’erano diversi politici e personaggi del mondo dello spettacolo al funerale,
tutti fatti accomodare nelle 300 poltroncine davanti all’altare posto al centro dello stadio di Rosà.


Ma la Lucarelli evidentemente non si è informata sul perché della presenza di alcuni leader politici:

“La presenza di Salvini, fidanzata di Salvini e la Meloni - ha scritto su Twitter - al funerale di un ex ragazzo di Amici
morto per una leucemia fulminante, perché? Erano parenti? Amici?
È un funerale in cui la presenza della politica dovrebbe significare qualcosa? No, solo passerella”.

Poi il post scriptum: “L’unica amica di famiglia era Francesca Verdini, mi dicono.
Quindi appunto, politica e cartoline c’entravano ancora meno”.


Diversi utenti gli hanno fatto notare di aver preso un grosso granchio:

Salvini e la Meloni sono amici personali del padre di Michele ed erano stati invitati al funerale
,
dopo aver fatto sentire la loro vicinanza in privato e in silenzio.
 

Val

Torniamo alla LIRA
"Speranza scandaloso".

Giorgia Meloni in un post pubblicato sul suo profilo Twitter.

Il ministro della Salute, accusa la leader di Fratelli d'italia,
"dichiara che 'in questo momento non c'è una previsione di altro tipo sull'obbligatorietà' dei vaccini. In questo momento?",

sbotta la Meloni, "non giochiamo. Il governo si dia una calmata, non siamo un regime totalitario.
La nostra Costituzione non contempla l’obbligo vaccinale".


In conferenza stampa a Palazzo Chigi, ieri 18 giugno, il ministro Speranza ha infatti dichiarato:

"Rendere obbligatoria la vaccinazione per alcune categorie o in generale per la popolazione?
In Italia è stato disposto l'obbligo per gli operatori sanitari e tutti coloro che hanno a che fare con attività di cura e assistenza".

E aveva detto: "In questo momento non c'è una previsione di altro tipo sull'obbligatorietà
e vediamo una risposta molto positiva da parte dei cittadini
e continuiamo a confidare che la campagna continuerà con grande energia e determinazione".


Si è riunito il Comitato tecnico scientifico a cui avevo posto un quesito di chiarimento sulla vaccinazione eterologa", aveva proseguito Speranza.

"La risposta del Cts è che c'è una raccomandazione,
un'indicazione molto forte,
per l'utilizzo dell'eterologa per le persone sotto i 60 anni che hanno usato il vaccino di AstraZeneca in prima dose,
ma resta aperta la possibilità per chi lo richiede, sulla base di un consenso medico,
di poter anche utilizzare il seconda dose sotto i 60 anni il vaccino AstraZeneca".
 

Val

Torniamo alla LIRA
Due anni fa (sembra un'altra era)
ricordavo come una certa chimica non proprio intuitiva e grande letteratura
avessero percorso assieme un breve ma significativo tratto di strada (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/.../affinita-e...).

Termodinamicamente un sistema chimico tende al suo stato a più bassa energia,
ma non esiste soltanto la termodinamica, esiste anche la cinetica
(termodinamica e cinetica furono i pilastri della concezione di Natta della chimica industriale, che dai noi hanno orientato la didattica universitaria della materia).

E la cinetica chimica ci dice che due molecole per reagire devono superare un ostacolo:

l'ostacolo è l'energia di attivazione,

se quell'energia non viene fornita al sistema la reazione non avviene.

Le energie di attivazione possono essere alte o basse, ma attenzione:
non è detto che una bassa energia di attivazione, che potremmo definire il percorso più facile,
porti il sistema al suo stato più stabile (il minimo della sua energia libera di Gibbs).


Tra chimici "percorso a minima energia" è stato usato per definire non-soluzioni facili ai problemi,
come dire che spendi poco, fai bella figura e non hai risolto.


Guardatevi attorno e ditemi che nella gestione della pandemia in Italia non si è optato per i percorsi a minima energia per i governanti

(non certo per i governati), ultimo della serie gli Open Days a base di vaccino Astrazeneca.


Qual è stato l'elemento caratteristico della pandemia?

Terapie intensive piene, e da noi si sono riempite prevalentemente di over 50 (https://www.epicentro.iss.it/coronav.../sars-cov-2-dashboard).

Quindi protetta questa fascia (e i sanitari) il problema è risolto al 95%.



Però invece che andare in questa direzione in modo organico e determinato, come è stato fatto altrove,
qua prima si è proceduto per categorie professionali, poi dopo neanche un mese "tranquillo"
si è iniziato a parlare di vaccinazioni pediatriche e di soggetti in età scolare, di giovani, etc etc.

Con buona parte dei soggetti a rischio ancora scoperti,
e buona parte di istituzioni e società mediche che benedicevano, in contrasto con le indicazioni AIFA e ormai anche contro quelle del CTS.


Altrove certe evidenze raggiungono le pagine di Nature:

"Vaccinare gli adulti protegge gli altri che non sono vaccinati “Immunità di gregge vuol dire questo",

dice Gandhi che sottolinea anche l'evidenza che i bambini trasmettono il virus molto meno degli adulti
- un'altra ragione per cui potrebbero non fuonzionare come serbatoio efficiente dell'infezione"

(https://www.nature.com/articles/d41586-021-01549-z... poi c'è altro rispetto all'immunità da vaccino, e ne abbiamo già parlato).

Riccardo Gallina da giorni sottolinea le incongruenze di ordini dei medici etc, e fa bene.
https://www.facebook.com/groups/3082297638466078/permalink/4784308291598329/

https://www.nature.com/articles/d41...cw2x96vOxG9naJ3WdqbDOxgoI9vk7UZjW1n-FGHV7bit4
 

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