Per cortesia ripristinate il 3d di mototopo

Le Istituzioni riflettono la società o esse "conformano" la società e ne inducono la struttura? In democrazia, la risposta dovrebbe essere la prima. Ma c’è sempre l'ombra della seconda...il "potere" tende a perpetuarsi, forzando le regole che, nello Stato "democratico di diritto" ne disciplinano la legittimazione. Ultimamente, poi, la seconda si profila piuttosto...ingombrante, nella sintesi "lo vuole l'Europa". Ma non solo. Per capire il fenomeno, useremo la analisi economica del diritto.































domenica 30 luglio 2017
LA MACCHINA DEL PUDE HA UN BUCO NELLA GOMMA... [/paste:font]

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1. Il titolo di questo post può essere anche meglio definito utilizzando il termine PUO (partito unico ordoliberista). Ma la "metrica" non sarebbe stata altrettando felice (rispetto al verso originale della nota canzoncina).
Ai due commenti ho aggiunto dei links che consentono di richiamare nel loro pieno significato la portata del "buco" che i mandatari nazionali di ESSI non riescono a riparare...

2. Arturo 30 luglio 2017 11:39
A proposito di Ciampi (che non riuscivo a trovare):
«Che poteri ha, quanta e quale sovranità possiede uno Stato, in regime di totale libertà dei movimenti di capitale?
I mercati finanziari, i flussi di capitali determinano in misura significativa il prezzo del denaro, elemento fondamentale in una società moderna.
Un paese, dunque, tanto più esercita la propria sovranità quanto più sa produrre il bene pubblico della credibilità e della fiducia (ndQ: v.sotto la voce Hazard Circular "und" scarsità di risorse).
Si tratta di un bene immateriale, che però è ben misurabile in termini economici e politici. La fiducia e la credibilità contribuiscono ad abbassare i tassi di interesse, a fare affluire capitali esteri e a far rimpatriare capitali nazionali fuggiti, ad apprezzare il cambio, a moderare l’inflazione.
In un regime monetario intemazionale che si basa sulla libertà dei movimenti di capitale, produrre fiducia significa migliaia di miliardi in meno di spesa improduttiva nel servizio del debito, migliaia di miliardi di minori oneri debitori per le imprese, migliaia di miliardi in meno per la rendita finanziaria
» (C. A. Ciampi, Un metodo per governare, Il Mulino, Bologna, 1996, pag. 15).

Gli stessi concetti esposti da Einaudi nel ’14. Impressionante questa imperterrita continuità. Ha ragione Berta a dire che per questa gente la storia dell’ultimo secolo è come se non fosse esistita.



3. Quarantotto 30 luglio 2017 12:59
Scorgo in effetti una coerenza esemplare in tutto ciò: e si basa sulla tecnica espositiva per cui mai e poi mai vengono presi in considerazione i costi (superiori) legati a questi (presunti) benefici (come inutilmente aveva ricordato Caffè).
Peraltro, è tragicamente divertente come, in questi giorni, GLI STESSI CHE ANCORA SOSTENGONO QUESTE COSE (cioè i vantaggi di politiche rigidamente deflattive), si stiano pateticamente affannando a creare l'apparenza di una rinnovata sensibilità per "l'interesse nazionale".

Poiché questa "sensibilità" implicherebbe di tutelare l'interesse generale del popolo sovrano ex art.1 Cost. (occupazionale, salariale, di partecipazione politica pluriclasse), e non solo quello di pochi a percepire interessi reali positivi, in realtà STANNO SIMULANDO.
Mentre gli interessi reali positivi svaniscono (più che altro per la fine generalizzata della solvibilità nazionale sistemica), e la crisi bancaria è praticamente inarrestabile, - e mentre il rapporto debito/PIL dilaga, pur riducendosi l'onere degli interessi, sicchè si vuole intaccare, direttamente in sede UE, lo stock del risparmio (e non più solo il reddito)-, semplicemente non trovano più i vantaggi della perdita del "controllo" dell'offerta nazionale e dell'esclusione progressiva dall'appartenenza all'oligarchia di chi ha promosso questa "fiducia".

Insomma, la "credibilità" verso i "mercati finanziari" - incredibilmente proposta come esercizio della sovranità!- è un servizio a favore degli investitori esteri che, alla lunga, inevitabilmente, fa svanire i vantaggi della "complicità" per chi l'ha promossa: contro l'interesse di coloro che pure, deliberatamente mal informati e fomentati, avevano fornito (ai complici pro-investitori esteri) il consenso elettorale. si corre tardivamente ai ripari, quando ormai è lo stesso controllo mediatico ad aver perso gran parte della sua credibilità...
Alla fine, il problema è tutto qui: quanto e fino a quando il sistema mediatico può arginare la perdita verticale di consenso?

Pubblicato da Quarantotto a 13:32
 
posted by Fabio Lugano
L’ULTIMA IDEA DELLA UE: PER EVITARE LE CRISI BANCARIE CONGELIAMO I CONTI CORRENTI





Come riportato da Zerohedge e Reuters , l’Unione Europea è giunta all’ovvio, successivo , geniale passo nella risoluzione delle crisi bancarie, cioè, BLOCCARE I PRELIEVI DAI DEPOSITI E DAI CONTI CORRENTI .

La soluzione è in discussione a Bruxelles, e prevede di estendere la moratoria ai prelievi bancari (attualmente possibile fino ad un massimo di due giorni) per un periodo più lungo in caso di crisi bancaria, per prevenire una eventuale Bank Run, cioè una corsa dei correntisti a prelevare i propri soldi.

La discussione in realtà è già in coso dall’inizio dell’anno , insieme alla proposta per maggiori controlli sul sistema bancario, ed ora la discussione fra stati e commissione si impernia sul fatto se escludere dalla moratoria sui prelievi i conti garantiti (sotto i centomila euro) oppure se comprenderli, come da prima proposta della commissione. Il documento il questione è Estone ed è datato 10 luglio, tenendo conto del bank run successo con la crisi di Banco Popular in Spagna ……

Le motivazioni le ha spiegate bene un addetto ai lavori tedesco:

The desire is to prevent a bank run, so that when a bank is in a critical situation it is not pushed over the edge,

Il desiderio è prevenire un bank run, così che se la banca fosse in una situazione critica non venga spinta oltre il limite”

Naturalmente a dover essere tutelata è sempre la banca, dei correntisti e dei risparmiatori, alla fine, non ne frega niente a nessuno…

Vorremmo umilmente mettere in luce due punti:
  • che sicuramente i risparmiatori si sentiranno molto più sicuri nel caso in cui i loro conti correnti possano essere congelati. Dormiranno fra due guanciali;
  • che tutte le minacce legate all’uscita dall’euro (crisi bancaria, congelamento dei conti etc) si stanno perfettamente realizzando RESTANDO nell’euro.
Grazie
 
Carpeoro: Br, cioè Gladio. Chiedetelo a Curcio e Pazienza
Scritto il 02/8/17 • nella Categoria: segnalazioni Condividi


Andate a vedere quanta galera ha fatto Morucci, presunto capo delle Brigate Rosse. A Curcio, che ha colpito solo il carabiniere che aveva sparato nella schiena alla sua donna, sotto stati attribuiti – come concorso morale – tutti gli omicidi commessi da Morucci. Il problema è che Morucci ha fatto sì e no sei mesi di carcere, e Curcio ha fatto tutta la pena – ma non la metà, con la semi-libertà: tutta. Sapete che in Italia l’ergastolo non esiste: dopo trent’anni di buona condotta ti devono mettere fuori, anche se di ergastoli ne hai dodici. Curcio dopo trent’anni l’hanno messo fuori; Morucci dopo quanto? Un anno, un anno e mezzo? Poi è entrato nel programma protezione, ora non si sa più neanche dove sia. Perché? Perché le Brigate Rosse, dopo Curcio, erano finite sotto la gestione diretta dei servizi segreti, non più sotto la gestione indiretta. Ma peggio dei servizi segreti: di Gladio. Cioè, non erano i servizi segreti: erano i servizi segreti che gestivano le Brigate Rosse per conto di Stay Behind, cioè di Michael Ledeen e del generale Santovito. E Curcio, che si è fatto tutti i trent’anni, ne è la prova vivente. E quando esce, e dice “mah, forse ora lo scrivo, un libro”, gli tolgono il posto all’università: lui attualmente è disoccupato, anzi ha fatto un appello per dire: rimettetemi in carcere, che almeno mangio.
Noi in Italia abbiamo una concezione strana della giustizia: per certi soggetti l’ergastolo c’è davvero. Certi soggetti non si chiamano pregiudicati, si chiamano “eternamente giudicati”. Il rapporto con la giustizia dovrebbe essere laico: ho violato la legge? La pena prevista è questa? Dopo che l’ho scontata è finita, però. Può non essere finita moralmente, per le vittime. Ma, laicamente – con lo Stato – la vertenza è chiusa; non mi puoi rifiutare il lavoro, togliermi la cattedra di insegnante, perché per te è ancora aperta, perché altrimenti mi fai fare l’ergastolo davvero. Perché poi, uno che esce dal carcere dopo trent’anni che fa, specie ora con l’età pensionabile a settanta? Se la tua logica è che ho ancora qualcosa da pagare anche dopo che esco di galera, questo non è nelle regole. Invece non vale per altri, che non pagano nemmeno quello che dovrebbero pagare. Ripeto: il confronto tra Curcio e Morucci è impietoso – per non parlare di Mario Moretti. E’ un confronto impietoso, perché quello ha ammazzato davvero, e l’altro si è preso le condanne. I brigatisti erano diventati i gestori, per conto dei servizi segreti in capo a Gladio. Attenzione: tu hai un’organizzazione, creata dagli americani per evitare che venga il comunismo, la quale però gestisce il terrorismo comunista.
Andate a vedere l’atto con cui è stata costituita Gladio: se costituisci una cosa, dovrebbe andare avanti per come l’hai costituita, no? Se la costituisci in un modo e poi invece ne fai altre, di cose… Perché, cos’era diventata, Gladio? E’ esistita quando gli americani sapevano benissimo che i comunisti erano spacciati. Nel ‘53, un economista americano che lavorava, credo, per McGovern, aveva previsto che il modello economico russo sarebbe morto nell’arco di trent’anni, massimo quaranta – e infatti l’Urss è finita nell’89, sostanzialmente. Non era un giudizio politico, etico, di disvalore di quel sistema, ma una previsione economica: “Tra quarant’anni non avranno più i soldi”. Quindi lo sapevano perfettamente, gli americani. E lo sapevano anche i comunisti italiani, che si sono ben guardati dall’andare al governo: quando nel ‘75 Berlinguer ha vinto a mani basse le elezioni amministrative, subito ha offerto il compromesso storico (alla Dc), non ha mica detto “domani comando io”. Sapevano tutti che quella roba lì – economicamente – non aveva futuro. Lo sapevano, tutti. Era un business, su cui hanno marciato tutti quanti. Ci hanno marciato i partiti italiani, perché beccavano il grano per essere “anticomunisti”. Ci hanno marciato i servizi segreti e i personaggi come Ledeen, perché (sulla minaccia sovietica) hanno costruito fortune e potere. Tutti, ci hanno marciato. E quando è morta l’Unione Sovietica hanno pianto: hanno versato calde lacrime, perché era finito il bengodi.
Quindi, queste gestioni (dell’intelligence) sono fatte innanzitutto di interessi economici particolari. Non sono fatte di complotti surreali, esoterici: sono fatte di soldi, di interessi, di gente che ci campa. Davvero pensate che ci sia dietro una gestione “mistica” del male? Ma il male non è mistico, è pratico. Il male, che è l’assenza di bene, non ha una dimensione mistica, esoterica, spirituale: ha una dimensione meramente pragmatica. Non dovete pensare che ci siano dietro delle cose complicate, le cose sono semplici. Avete degli esempi. C’è un mio “fratello” massone, a cui voglio bene – e lo dico pubblicamente – che si chiama Francesco Pazienza. Questo signore è in galera da vent’anni. E sta là perché vuole campare, perché se esce di galera lo ammazzano. Pazienza è colui che gestiva, per conto di interessi massonici italiani (cercando di limitare i danni), la moderazione del meccanismo Stay Behind. Era il signore che avrebbe dovuto evitare che Stay Behind finisse per farci fare, al 100%, i servi degli americani: era il nemico, lo “speculum” di Michael Ledeen.
Nel momento in cui è scoppiato il bubbone, Pazienza venne protetto da Cossiga: e quello è stato uno dei pochi atti della vita di Cossiga per cui posso dire che si sia comportato bene. Fu Cossiga a pattuire che Pazienza stesse zitto, in carcere, e che gli venisse garantita la sopravvivenza – una sopravvivenza anche dignitosa, senza carcere duro. Fu stipulato questo accordo, nel quale venno coinvolti i magistrati, per cui Pazienza si prese una pena bestiale, è tuttora in galera e sta zitto. L’unica dichiarazione che ha fatto, da vero massone, è stata quella che poi ha confermato il quadro per cui esistesse una P1. Però i giornali l’hanno pubblicata in settantunesima pagina. Fu una dichiarazione che lui rese nell’anniversario dell’uccisione di Olof Palme. Pazienza è una persona sottile, non fa le cose grossolanamente. Nell’anniversario dell’uccisione di Palme fece la famosa dichiarazione della cosiddetta “cupola Santovito”. Cos’era la “cupola Santovito”? Era la cupola che stava sopra il generale Santovito e Gelli, ed era gestita da Michael Ledeen: cioè la P1, di cui non ha mai parlato nessuno. Questo per farvi capire come, in realtà, il potere fa un’operazione semplicissima: ci offre soluzioni estremamente complicate per nascondere quelle semplici.
Se cerchiamo la soluzione semplice rischiamo di trovare la verità, ma siccome il potere ci offre sempre delle soluzioni “mistiche”, esoteriche e sataniche complicate (contorte, fantasiose, suggestive, depistanti), noi la verità semplice non l’andiamo a cercare. Non ci chiediamo mai perché la massoneria fa una loggia che si chiama “Propaganda” e poi decide che sia segreta: se è segreta, dov’è la propaganda? Avete mai visto una propaganda segreta?
Invece: fanno la loggia “Propaganda”, dove vanno quelli famosi, perché così la massoneria ha una bellissima reputazione, ma la fanno segreta. E perché? A che serve? Se uno si fa le domande giuste e va appresso alle cose semplici, si dà delle risposte: nel senso che la “Propaganda”, la P2, era il modo più efficace – una volta scoperta – per coprire la P1. Ovvero: ti faccio trovare quello che tu puoi trovare, per non farti trovare quello che non si deve trovare. Così funziona.
(Gianfranco Carpeoro, dichiarazioni rilasciate a Fabio Frabetti di “Border Nights” nella diretta web-radio da Civitanova Marche il 23 luglio 2017, ripresa su YouTube. Già a capo della comunione massonica italiana di Piazza del Gesù, da lui stesso poi disciolta, l’avvocato Carpeoro – al secolo, Gianfranco Pecoraro – è un acuto studioso di simbologia esoterica, ha appena dato alle stampe il prezioso volume “Summa Symbolica” e, nel saggio “Dalla massoneria al terrorismo”, uscito nel 2016, offre una particolarissima chiave di lettura per inquadrare lo schema di potere denominato “sovragestione” che tiene insieme settori dell’élite, servizi segreti atlantici e manovalanza terroristica, dagli “anni di piombo” alla P2 di Gelli, fino alla segretissima Loggia P1 e all’Isis).
Andate a vedere quanta galera ha fatto Morucci, presunto capo delle Brigate Rosse. A Curcio, che ha colpito solo il carabiniere che aveva sparato nella schiena alla sua donna, sotto stati attribuiti – come concorso morale – tutti gli omicidi commessi da Morucci. Il problema è che Morucci ha fatto sì e no sei mesi di carcere, e Curcio ha fatto tutta la pena – ma non la metà, con la semi-libertà: tutta. Sapete che in Italia l’ergastolo non esiste: dopo trent’anni di buona condotta ti devono mettere fuori, anche se di ergastoli ne hai dodici. Curcio dopo trent’anni l’hanno messo fuori; Morucci dopo quanto? Un anno, un anno e mezzo? Poi è entrato nel programma protezione, ora non si sa più neanche dove sia. Perché? Perché le Brigate Rosse, dopo Curcio, erano finite sotto la gestione diretta dei servizi segreti, non più sotto la gestione indiretta. Ma peggio dei servizi segreti: di Gladio. Cioè, non erano i servizi segreti: erano i servizi segreti che gestivano le Brigate Rosse per conto di Stay Behind, cioè di Michael Ledeen e del generale Santovito. E Curcio, che si è fatto tutti i trent’anni, ne è la prova vivente. E quando esce, e dice “mah, forse ora lo scrivo, un libro”, gli tolgono il posto all’università: lui attualmente è disoccupato, anzi ha fatto un appello per dire: rimettetemi in carcere, che almeno mangio.

Noi in Italia abbiamo una concezione strana della giustizia: per certi soggetti l’ergastolo c’è davvero. Certi soggetti non si chiamano pregiudicati, si chiamano “eternamente giudicati”. Il rapporto con la giustizia dovrebbe essere laico: ho violato la legge? La pena prevista è questa? Dopo che l’ho scontata è finita, però. Può non essere finita moralmente, per le vittime. Ma, laicamente – con lo Stato – la vertenza è chiusa; non mi puoi rifiutare il lavoro, togliermi la cattedra di insegnante, perché per te è ancora aperta, perché altrimenti mi fai fare l’ergastolo davvero. Perché poi, uno che esce dal carcere dopo trent’anni che fa, specie ora con l’età pensionabile a settanta? Se la tua logica è che ho ancora qualcosa da pagare anche dopo che esco di galera, questo non è nelle regole. Invece non vale per altri, che non pagano nemmeno quello che dovrebbero pagare. Ripeto: il confronto tra Curcio e Morucci è impietoso – per non parlare di Mario Moretti. E’ un confronto impietoso, perché quello ha ammazzato davvero, e l’altro si è preso le condanne. I brigatisti erano diventati i gestori, per conto dei servizi segreti in capo a Gladio. Attenzione: tu hai un’organizzazione, creata dagli americani per evitare che venga il comunismo, la quale però gestisce il terrorismo comunista.

Andate a vedere l’atto con cui è stata costituita Gladio: se costituisci una cosa, dovrebbe andare avanti per come l’hai costituita, no? Se la costituisci in un modo e poi invece ne fai altre, di cose… Perché, cos’era diventata, Gladio? E’ esistita quando gli americani sapevano benissimo che i comunisti erano spacciati. Nel ‘53, un economista americano che lavorava, credo, per McGovern, aveva previsto che il modello economico russo sarebbe morto nell’arco di trent’anni, massimo quaranta – e infatti l’Urss è finita nell’89, sostanzialmente. Non era un giudizio politico, etico, di disvalore di quel sistema, ma una previsione economica: “Tra quarant’anni non avranno più i soldi”. Quindi lo sapevano perfettamente, gli americani. E lo sapevano anche i comunisti italiani, che si sono ben guardati dall’andare al governo: quando nel ‘75 Berlinguer ha vinto a mani basse le elezioni amministrative, subito ha offerto il compromesso storico (alla Dc), non ha mica detto “domani comando io”. Sapevano tutti che quella roba lì – economicamente – non aveva futuro. Lo sapevano, tutti. Era un business, su cui hanno marciato tutti quanti. Ci hanno marciato i partiti italiani, perché beccavano il grano per essere “anticomunisti”. Ci hanno marciato i servizi segreti e i personaggi come Ledeen, perché (sulla minaccia sovietica) hanno costruito fortune e potere. Tutti, ci hanno marciato. E quando è morta l’Unione Sovietica hanno pianto: hanno versato calde lacrime, perché era finito il bengodi.

Quindi, queste gestioni (dell’intelligence) sono fatte innanzitutto di interessi economici particolari. Non sono fatte di complotti surreali, esoterici: sono fatte di soldi, di interessi, di gente che ci campa. Davvero pensate che ci sia dietro una gestione “mistica” del male? Ma il male non è mistico, è pratico. Il male, che è l’assenza di bene, non ha una dimensione mistica, esoterica, spirituale: ha una dimensione meramente pragmatica. Non dovete pensare che ci siano dietro delle cose complicate, le cose sono semplici. Avete degli esempi. C’è un mio “fratello” massone, a cui voglio bene – e lo dico pubblicamente – che si chiama Francesco Pazienza. Questo signore è in galera da vent’anni. E sta là perché vuole campare, perché se esce di galera lo ammazzano. Pazienza è colui che gestiva, per conto di interessi massonici italiani (cercando di limitare i danni), la moderazione del meccanismo Stay Behind. Era il signore che avrebbe dovuto evitare che Stay Behind finisse per farci fare, al 100%, i servi degli americani: era il nemico, lo “speculum” di Michael Ledeen.

Nel momento in cui è scoppiato il bubbone, Pazienza venne protetto da Cossiga: e quello è stato uno dei pochi atti della vita di Cossiga per cui posso dire che si sia comportato bene. Fu Cossiga a pattuire che Pazienza stesse zitto, in carcere, e che gli venisse garantita la sopravvivenza – una sopravvivenza anche dignitosa, senza carcere duro. Fu stipulato questo accordo, nel quale venno coinvolti i magistrati, per cui Pazienza si prese una pena bestiale, è tuttora in galera e sta zitto. L’unica dichiarazione che ha fatto, da vero massone, è stata quella che poi ha confermato il quadro per cui esistesse una P1. Però i giornali l’hanno pubblicata in settantunesima pagina. Fu una dichiarazione che lui rese nell’anniversario dell’uccisione di Olof Palme. Pazienza è una persona sottile, non fa le cose grossolanamente. Nell’anniversario dell’uccisione di Palme fece la famosa dichiarazione della cosiddetta “cupola Santovito”. Cos’era la “cupola Santovito”? Era la cupola che stava sopra il generale Santovito e Gelli, ed era gestita da Michael Ledeen: cioè la P1, di cui non ha mai parlato nessuno. Questo per farvi capire come, in realtà, il potere fa un’operazione semplicissima: ci offre soluzioni estremamente complicate per nascondere quelle semplici.

Se cerchiamo la soluzione semplice rischiamo di trovare la verità, ma siccome il potere ci offre sempre delle soluzioni “mistiche”, esoteriche e sataniche complicate (contorte, fantasiose, suggestive, depistanti), noi la verità semplice non l’andiamo a cercare. Non ci chiediamo mai perché la massoneria fa una loggia che si chiama “Propaganda” e poi decide che sia segreta: se è segreta, dov’è la propaganda? Avete mai visto una propaganda segreta? Invece: fanno la loggia “Propaganda”, dove vanno quelli famosi, perché così la massoneria ha una bellissima reputazione, ma la fanno segreta. E perché? A che serve? Se uno si fa le domande giuste e va appresso alle cose semplici, si dà delle risposte: nel senso che la “Propaganda”, la P2, era il modo più efficace – una volta scoperta – per coprire la P1. Ovvero: ti faccio trovare quello che tu puoi trovare, per non farti trovare quello che non si deve trovare. Così funziona.

(Gianfranco Carpeoro, dichiarazioni rilasciate a Fabio Frabetti di “Border Nights” nella diretta web-radio da Civitanova Marche il 23 luglio 2017, ripresa su YouTube. Già a capo della comunione massonica italiana di Piazza del Gesù, da lui stesso poi disciolta, l’avvocato Carpeoro – al secolo, Gianfranco Pecoraro – è un acuto studioso di simbologia esoterica, ha appena dato alle stampe il prezioso volume “Summa Symbolica” e, nel saggio “Dalla massoneria al terrorismo”, uscito nel 2016, offre una particolarissima chiave di lettura per inquadrare lo schema di potere denominato “sovragestione” che tiene insieme settori dell’élite, servizi segreti atlantici e manovalanza terroristica, dagli “anni di piombo” alla P2 di Gelli, fino alla segretissima Loggia P1 e all’Isis).

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Rothschild Connection in Libia, grazie al loro uomo: Macron

Scritto il 02/8/17 • nella Categoria: segnalazioni Condividi


«Ciò che avviene oggi in Libia è il nodo di una destabilizzazione dai molteplici aspetti»: lo ha dichiarato il presidente Emmanuel Macron celebrando all’Eliseo l’accordo che «traccia la via per la pace e la riconciliazione nazionale». Macron attribuisce la caotica situazione del paese unicamente ai movimenti terroristi, i quali «approfittano della destabilizzazione politica e della ricchezza economica e finanziaria che può esistere in Libia per prosperare». Per questo – conclude – la Francia aiuta la Libia a bloccare i terroristi. Macron capovolge, in tal modo, i fatti. Artefice della destabilizzazione della Libia è stata proprio la Francia, unitamente agli Stati Uniti, alla Nato e alle monarchie del Golfo. Nel 2010, documentava la Banca mondiale, la Libia registrava in Africa i più alti indicatori di sviluppo umano, con un reddito pro capite medio-alto, l’accesso universale all’istruzione primaria e secondaria e del 46% alla terziaria. Vi trovavano lavoro circa 2 milioni di immigrati africani. La Libia favoriva con i suoi investimenti la formazione di organismi economici indipendenti dell’Unione Africana.

Usa e Francia – provano le mail di Hillary Clinton – si accordarono per bloccare il piano di Gheddafi di creare una moneta africana, in alternativa al dollaro e al franco Cfa (moneta che la Francia impone a 14 sue ex colonie africane). Fu la Clinton – documenta il “New York Times” – a far firmare al presidente Obama «un documento che autorizzava una operazione coperta in Libia e la fornitura di armi ai ribelli», compresi gruppi fino ad allora classificati come terroristi. Poco dopo, nel 2011, la Nato sotto comando statunitense demolisce con la guerra (aperta dalla Francia) lo Stato libico, attaccandolo anche dall’interno con forze speciali. Da qui il disastro sociale, che farà più vittime della guerra stessa soprattutto tra i migranti. Una storia che Macron ben conosce: dal 2008 al 2012 fa una folgorante (quanto sospetta) carriera alla Banca Rothschild, l’impero finanziario che controlla le banche centrali di quasi tutti i paesi del mondo.

In Libia la Rothschild sbarca nel 2011, mentre la guerra è ancora in corso. Le grandi banche statunitensi ed europee effettuano allo stesso tempo la più grande rapina del secolo, confiscando 150 miliardi di dollari di fondi sovrani libici. Nei quattro anni di formazione alla Rothschild, Macron viene introdotto nel gotha della finanza mondiale, dove si decidono le grandi operazioni come quella della demolizione dello Stato libico. Passa quindi alla politica, facendo una folgorante (quanto sospetta) carriera, prima quale vice-segretario generale dell’Eliseo, poi quale ministro dell’economia. Nel 2016 crea in pochi mesi un suo partito, En Marche!, un “instant party” sostenuto e finanziato da potenti gruppi multinazionali, finanziari e mediatici, che gli spianano la strada alla presidenza.

Dietro il protagonismo di Macron non ci sono quindi solo gli interessi nazionali francesi. Il bottino da spartire in Libia è enorme: le maggiori riserve petrolifere africane e grosse riserve di gas naturale; l’immensa riserva di acqua fossile della falda nubiana, l’oro bianco in prospettiva più prezioso dell’oro nero; lo stesso territorio libico di primaria importanza geostrategica all’intersezione tra Mediterraneo, Africa e Medioriente. C’è «il rischio che la Francia eserciti una forte egemonia sulla nostra ex colonia», avverte “Analisi Difesa”, sottolineando l’importanza dell’imminente spedizione navale italiana in Libia. Un richiamo all’«orgoglio nazionale» di un’Italia che reclama la sua fetta nella spartizione neocoloniale della sua ex colonia.

(Manlio Dinucci, “Macron-Libia: la Rothschild Connection”, dal “Manifesto” del 1° agosto 2017).
 
posted by admin
Affrontare la crisi: Moneta Nostra, come preludio a EquaCoin di Marco Saba



Quando nell’ottobre 2016 nacque Moneta Nostra

http://facebook.com/monetanostra

da una felice intuizione che ebbi assieme all’avvocato Marco Della Luna, che qui ringrazio per gli scambi verbali prolifici che negli ultimi 15 anni ci hanno permesso di progredire in una ricerca non facile ostacolata dalla stolidità generale del pubblico indotta a sua volta da un’accademia spesso cieca, sorda e muta, e da una pletora di giornalisti che sopperiscono all’ignoranza con l’arsenale della disinformazione, non immaginavo ancora che ne sarebbe derivato il progetto di EquaCoin, la prima valuta digitale con la democrazia dentro, che verrà offerta al pubblico a novembre di quest’anno.

Moneta Nostra nasce dall’idea di effettuare un esperimento empirico per dimostrare come si potrebbe creare moneta scritturale da parte del pubblico e controbilanciare l’asimmetria di potere che ha portato il cartello bancario – letteralmente – ad essere “proprietario” e “sovrano” del mondo.

L’irresponsabile “sovranità bancaria privata” consiste sostanzialmente nell’esercizio di prerogative che dovrebbero costituzionalmente afferire alla sovranità stessa: l’appropriazione del guadagno derivante dalla creazione di denaro fiat (signoraggio) e l’immunità dal giudizio delle Corti di Giustizia per mancata giurisdizione (prevista negli articoli del Fondo Monetario Internazionale), almeno per la BCE e le banche cosiddette “sistemiche” (Systemically Important Financial Institution – SIFI; per esempio, in Italia, UniCredit). Il primo potere è accennato in un documento bankitalia sul signoraggio: “Quando la moneta è prodotta dallo Stato, è quest’ultimo che, spendendola ad esempio per acquistare beni e servizi, la mette in circolo nell’economia e realizza immediatamente il controvalore, al netto dei costi di produzione.”

https://www.bancaditalia.it/compiti/emissione-euro/signoraggio/

Se ne desume platealmente che oggi è il cartello bancario a godere di questa esorbitante prerogativa, la tassa del signoraggio negata allo Stato (e non “al governo” !), nella produzione di oltre il 99% dei mezzi monetari (moneta cartacea e moneta scritturale). Il meccanismo di perversione contabile con cui il cartello bancario evita di restituire allo Stato i profitti reali derivanti dalla creazione di denaro, lo spiego nei corsi di contabilità forense della creazione di denaro.

Sostanzialmente, quando la banca crea denaro, non ne registra in cassa la creazione, cosicché un fantasma si aggira per l’Europa: tutto il denaro che non viene contabilizzato all’origine nei flussi di cassa delle banche !
Esemplificando ulteriormente, se UniCredit comprasse tutta l’Italia, creando denaro dal nulla, il suo bilancio apparirebbe in pari, se non addirittura in perdita !

Il secondo potere, quello dell’impunità e immunità, è spiegato magistralmente in questo recente documentario: All the Plenary’s Men





Questi poteri permettono al cartello bancario di esercitare ampia discrezionalità nel concertare ricorrenti crisi creditizie artificiali per piegare i governi, e quant’altri, al suo dictat, fino ad arrivare alla grottesca situazione per cui chi crea denaro dal nulla dovrebbe essere salvato e soccorso da chi, in cambio di questo denaro, è obbligato a produrre beni e servizi e a venderli cercando di sopravvivere. Più che di una piovra, si tratta di una idrovora gigantesca che convoglia tutta la ricchezza laddove non ce n’è mai stato bisogno.

Era quindi necessario iniziare Moneta Nostra per permettere ai cittadini l’esdebitamento nei confronti sia delle banche che della PA, educandole e portandole contemporaneamente a capire come la moneta scritturale si crea e come questo diritto non sia mai stato normato chiaramente allo scopo di indurre il pubblico a credere che le banche, anziché fabbriche di denaro, come ammesso da bankitalia, siano solo degli intermediari finanziari. Intermediari che, per elargire prestiti, dovrebbero procurarsi provvista dai risparmiatori ! Con tutte le conseguenze assurde che procedono da questa disinformazione istituzionale. In pratica, accedendo alla pagina Facebook di Moneta Nostra, chiunque può inviare un messaggio alla pagina e ricevere gratuitamente un modulo da compilare e inviare via PEC, con cui crea ed assegna euro scritturali per ripagare un mutuo, un finanziamento, una multa, le tasse, etc. etc. esercitando un diritto che, per via dell’art.3 della Costituzione, non gli può essere negato plausibilmente a meno di non negarlo ufficialmente anche alle banche private. Ma c’è di più, col modulo PEC si crea denaro con un profilo di legalità superiore a quello delle banche. Infatti, tale denaro è:
1 – Denunciato dal creatore dello stesso;
2 – Contabilizzato nell’attivo di cassa;
3 – Registrato in apposito “Catasto Monetario Europeo – Anagrafe dell’Euro Scritturale”, come ho anche recentemente comunicato al Presidente della Commissione Europea JC Juncker.

Moneta Nostra permette di inviare denaro scritturale dal debitore al creditore certificandone l’origine, la data di creazione e la catena di titolarità, con una procedura che le banche ad oggi devono ancora imparare. Oltre a risolvere d’un colpo il problema dei 333 miliardi di sofferenze bancarie (o sono 600?), se solo le banche accettassero di contabilizzare questi pagamenti per cassa, cosa che potrebbero tecnicamente fare ma che le pone psicologicamente di fronte alle loro responsabilità, si risanerebbero le casse dello Stato che per ora si trincera dietro alla asserita “palese assurdità” di un sistema che pretenderebbe di regolarizzare la creazione del denaro scritturale !
I Sindaci a loro volta, con un semplice ordine di servizio, potrebbero creare tutti gli euro di cui hanno bisogno per rispettare il pareggio di bilancio e sdebitarsi con le banche di tutti i mutui e contratti derivati in cui sono incappati negli ultimi anni, senza dover pescare nelle tasche di Pantalone col solito taglieggiamento di chi li ha votati. Basterebbe che copiassero il nostro modulo che ora stanno già ricevendo dai cittadini a pagamento di multe ed altri oneri.

Moneta Nostra è l’inizio di un circolo virtuoso educativo che permetterà all’Italia di non finire come la Grecia, spero che almeno questo vi sia ben chiaro.

Ma non basta ripagare tutti i debiti per rimettere in moto l’economia. Abbiamo anche bisogno di un circuito monetario che non sia manipolato dal cartello, e per questo stiamo perfezionando EquaCoin, la prima moneta digitale democratica controllata dal consenso degli utenti. E qui vi rimando all’articolo precedente sempre su questa testa
 
Forse perché sono in vacanza o forse perché sono troppo vecchio, ma io l'ho capita così:

mettiamo che io goda di un certo credito, diciamo un miione. La banca me li presta, nel frattempo trovo chi mi vende beni a credito, sempre perché godo di un certo credito, e non appena sono riuscito a rivenderli vado sul sito di Moneta Nostra riempio tanti moduli e creo moneta virtuale per i debiti in essere.
Poi, solo per pura precauzione, cerco un paese senza estradizione.

Direi: come rendere l'imbroglio più facile.

andgui.
 

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