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CHI CREA IL DENARO CHE USIAMO ?
Postato il Giovedì, 14 luglio @ 12:10:32 BST di Truman
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DI FABIO CONDITI

comedonchisciotte.org

Da qualche mese il sistema bancario è sotto l'occhio del ciclone, le persone hanno cominciato a rendersi conto che nel bene e nel male, è lì che si annidano molti dei problemi che abbiamo, ma nessuno capisce perché.

La questione ha cominciato a chiarirsi soprattutto quando per la prima volta nel 2012, Sir Marvyn King, Governatore della Bank of England, ha ammesso che nella creazione di denaro, il ruolo di gran lunga maggiore viene svolto dalle banche private, e non, come è scritto in molti testi di macroeconomia, dalle Banche Centrali.



Questo fatto sarebbe stato evidente a tutti, se solo si fossero analizzati i dati forniti da anni dalle principali Banche Centrali del mondo occidentale, perché, come abbiamo spiegato nel nostro precedente articolo su Comedonchisciotte che trovate QUI, più del 90% di tutta la moneta che usiamo è creata dal nulla dal sistema bancario attraverso i prestiti.

Quando faccio questa affermazione, la maggior parte delle persone mi chiedono : ma allora, se la banca crea il denaro dal nulla, come fa a fallire ?

Se vogliamo cominciare a fare un po’ di chiarezza, dobbiamo prima chiederci : che cos’è una banca ? Ci sono tre modelli che vengono in mente quando pensiamo ad una banca. Il primo è quello che ci è stato inculcato fin da piccoli, l'idea che la banca sia una sorta di salvadanaio all'interno del quale possiamo depositare i nostri soldi, al fine di accumularli in vista di un possibile utilizzo futuro.

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Oggi devo dire che questa idea è stata messa a dura prova dalle ultime vicende bancarie, perché tutti i provvedimenti che sono stati adottati hanno reso sempre più rischiosi i depositi di denaro presso una banca, ma nonostante tutto il conto corrente venga ancora percepito dalle persone come il luogo dove sono custoditi i nostri risparmi.

Il secondo modello è quello che viene fornito dalla Banca d'Italia, che definisce le banche come "Intermediari", sostenendo che : "Nell'ordinamento italiano l'attività bancaria consiste nell'esercizio congiunto della raccolta di risparmio e di fondi liquidi tra il pubblico e della concessione del credito." Questa definizione delle banche è ancora più errata e rimane una delle convinzioni più radicate nell’immaginario collettivo, su come viene gestito il denaro all'interno del sistema bancario : la maggior parte delle persone è convinta che la banca presti solamente il denaro ricevuto in deposito dai clienti.

Il terzo e ultimo modello ci viene fornito dai testi universitari e si è radicato nella testa di molti esperti economici, oltre che di diversi "sovranisti monetari". Secondo questo modello la banca sarebbe un sorta di “moltiplicatore di moneta”, cioè è in grado di creare denaro attraverso un meccanismo chiamato "riserva frazionaria", che funziona in questo modo : supponiamo io depositi presso una banca 100 euro, la banca dovendo garantire la cambiabilità di quel deposito in moneta contante, accantona il 10% come riserva (da qui deriva il nome di "riserva frazionaria") e presta i rimanenti 90 euro, che andranno a costituire un'altro deposito in banca. Anche su quest'ultimo la banca effettua una riserva del 10%, pari a 9 euro e presta i rimanenti 81 euro, e così via fino ad esaurimento degli euro rimanenti. Si può facilmente dimostrare che alla fine di tutti i passaggi, i 100 euro iniziali hanno prodotto depositi per 1.000 euro, cioè 10 volte i contanti iniziali. Ovviamente se la percentuale di riserva sale al 20%, si può facilmente verificare che il moltiplicatore monetario scende a 20, mentre se scende al 5% il moltiplicatore sale a 20, cioè è sempre inversamente proporzionale alla percentuale di riserva.

Nella realtà, nessuno di questi tre modelli rappresenta il funzionamento del sistema bancario moderno, perché le funzioni di deposito e prestito sono oggi totalmente separate ed indipendenti. La banca può prestare denaro creandolo letteralmente dal nulla quando gli viene chiesto un prestito, senza che debba prenderlo da qualche parte. Prima di vedere come viene creato il denaro attraverso il prestito, analizziamo cosa succede quando depositiamo 1.000 euro in contanti nel nostro conto corrente.

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Ricordiamo un fatto importantissimo e cioè che la moneta bancaria altro non è che un debito della banca nei confronti del cliente, in base all'art.1834 del c.c. che recita : "Nei depositi di una somma di danaro presso una banca, questa ne acquista la proprietà ed è obbligata a restituirla nella stessa specie monetaria, …, a richiesta del depositante". Quindi la banca in realtà crea una sorta di cambiale, con la quale però noi possiamo comprare qualsiasi bene o servizio, in quanto è accettata da tutti come fosse denaro contante. Tutto è basato sulla constatazione pratica che la maggior parte delle persone preferisce utilizzare (anche perché oggi costretta!) la moneta elettronica senza cambiarla quasi mai in contanti.

Quindi quando Tizio deposita 1.000 euro in contanti presso una banca, questa diventa proprietaria dei contanti, che mette nell’attivo del suo bilancio, e contemporaneamente crea un conto corrente a nome di Tizio, nel quale scrive la cifra di 1.000 euro. Da quel momento Tizio utilizzerà la moneta elettronica anziché i contanti, a meno che non decida di ritrasformare la moneta elettronica in contanti, ma questo come abbiamo già detto non avviene quasi mai.

L'importante è aver capito la vera natura della moneta bancaria, che è semplicemente una promessa di pagamento, la quale però non viene quasi mai restituita per essere cambiata, per cui la banca può tenere al suo interno solo una sempre più piccola quantità di contanti per garantire la cambiabilità nei soli e rari casi in cui questa richiesta venga effettuata.

Ma allora cosa succede quando Caio va in banca a chiedere un prestito di 100.000 euro per acquistare una casa da Sempronio ? Per semplicità facciamo l’ipotesi che Sempronio abbia un conto corrente presso la stessa banca di Caio, tratteremo un’altra volta il caso ben più frequente nel quale le due banche sono diverse, perché saremmo costretti a spiegare come avvengono i pagamenti tra le banche, che complica il discorso senza però cambiarne la sostanza.

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Quando la banca concede il prestito, non fa altro che scrivere la cifra di 100.000 euro sul conto corrente di Caio, con la quale potrà essere comprata la casa di Sempronio, ma in cambio chiede la firma di un contratto di mutuo con ipoteche reali sul bene acquistato. In questo modo la banca ottiene un documento scritto che gli certifica che la cifra creata dal nulla e prestata a Caio, sarà da lui restituita con gli interessi, e questo gli permette di inserire questo contratto nel proprio attivo di bilancio, a garanzia del passivo creato con il prestito. In pratica è Caio stesso che dà le garanzie alla banca per creare quel denaro dal nulla, ma nonostante ciò è costretto comunque a pagare interessi alla banca.

Al compromesso questo passivo passerà dal conto corrente di Caio a quello di Sempronio, che abbiamo detto si trovano entrambi nella stessa banca, permettendo il trasferimento di proprietà della casa. In realtà Caio non ha ricevuto denaro contante, ma solo una promessa di pagamento in contanti, che ha poi girato a Sempronio, il quale anch’esso probabilmente non la incasserà mai, preferendo tenerla depositata presso la banca in forma elettronica, cioè nella forma di promessa di pagamento in contanti.

Quindi la banca crea delle promesse di pagamento in contanti che in realtà, se non ci fossero le leggi ad impedire l'utilizzo dei contanti, non riuscirebbe a mantenere perché non ha contanti a sufficienza per cambiare tutti i depositi che crea.

Ora, cosa succede se Caio non restituisce il debito che ha contratto ? La banca rimane sempre debitrice verso Sempronio di 100.000 euro, che ha ricevuto questa promessa al rogito notarile di vendita della sua casa, ma questo fatto non è un problema per la banca se ha l’assoluta certezza che Caio restituirà il capitale più gli interessi. Ma se Caio smette di pagare il debito che ha contratto, la banca dovrà onorare di tasca propria il debito di 100.000 euro che Caio ha trasferito a Sempronio, per cui dovrà mettere all’asta la casa acquistata da Caio per recuperare una parte di quel debito.

Ci sono ovviamente dei requisiti, fissati dalle leggi bancarie, che la banca deve avere per creare nuovi depositi dal nulla e sono essenzialmente due, che cerchiamo di semplificare. Innanzi tutto deve possedere una riserva obbligatoria di contanti depositati presso la Banca d’Italia a garanzia dei depositi presenti nel proprio bilancio, ma questa riserva è pari solo all’1% di tutti i depositi, cioè nel nostro esempio 1.000 euro, e addirittura si azzera nel caso di depositi vincolati per più di 2 anni. Inoltre deve dimostrare di avere un patrimonio pari a circa l’8% del rischio di credito, che nel caso di un appartamento residenziale, è pari al 35%, per cui nel nostro esempio specifico questo patrimonio minimo si riduce fino al 2,8%.

Ora, cosa succede se Caio non restituisce il debito che ha contratto ? La banca rimane sempre debitrice verso Sempronio di 100.000 euro, che ha ricevuto questa promessa al rogito notarile di vendita della sua casa, ma questo fatto non è un problema per la banca se ha l’assoluta certezza che Caio restituirà il capitale più gli interessi. Ma se Caio smette di pagare il debito che ha contratto, la banca dovrà onorare di tasca propria il debito di 100.000 euro che Caio ha trasferito a Sempronio, per cui dovrà mettere all’asta la casa acquistata da Caio per recuperare una parte di quel debito.

Il denaro creato dal sistema bancario con questo meccanismo, che lo ripeto è più del 90% di tutto quello che usiamo, ha quindi una natura estremamente instabile, perché è fortemente condizionato dalle capacità finanziarie di chi ha richiesto il prestito e si è impegnato a restituire il capitale più gli interessi.

Questo significa che nei periodi di crisi economica come quello che stiamo vivendo, l’instabilità economica aumenta esponenzialmente proprio perché le persone hanno maggiormente bisogno di prestiti ma contemporaneamente hanno anche meno possibilità di poterli restituirli con gli interessi.

Per questo le banche nei periodi di recessione come quello attuale, smettono di prestare denaro all’economia reale, preferendo investire il denaro creato in titoli di stato o nei mercati finanziari, in quanto risultano comunque meno rischiosi e più redditizi.

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Considerato che nell’Eurozona, la Banca Centrale Europea fino ad oggi ha creato denaro esclusivamente per prestarlo al sistema bancario o per acquistare Titoli sui mercati finanziari attraverso il Quantitative Easing, gli unici soggetti che possono creare denaro per immetterlo nell’economia reale sono solo le banche, che in Italia sono tutte private. Ma allora, visto che le banche possono creare denaro solo ed esclusivamente attraverso i prestiti, ne consegue che tutto il denaro che usiamo è gravato da interessi che sottraggono continuamente risorse dalla nostra economia.

Questo fatto dimostra che se tutte le banche smettessero di fare prestiti, non ci sarebbe denaro a sufficienza per rimborsare tutti i debiti e la moneta scomparirebbe dalla circolazione. Corollario ancora più assurdo è che senza il debito non ci sarebbe il denaro per far funzionare l’economia.

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Ma essendo il debito matematicamente inestinguibile, come abbiamo dimostrato nel precedente articolo, ne consegue che la moneta a debito funziona come la ruota per i criceti, costringendoci a lavorare all’infinito per restituire un debito che non finisce mai.

Un sistema economico come questo, caratterizzato da una moneta creata attraverso un debito e gravata da interesse, poteva avere un senso quando la moneta rappresentava un corrispettivo in oro, perché non era possibile creare denaro se non si avevano a disposizione grandi quantità di metalli preziosi. Nella storia sono stati inventati molti strumenti monetari alternativi all’oro che avevano la funzione di amplificare la base monetaria aurea dell’epoca, perché non era insufficiente a permettere la grande quantità di scambi economici che lo sviluppo del commercio richiedeva.

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I Mamrè della Palestina, le Lettere di Credito dei Templari, le Note di Banco delle prime banche private, le Banconote delle prime Banche Centrali, avevano la funzione di aumentare la massa monetaria aurea, altrimenti scarsa perché la quantità di oro era insufficiente per tutti gli scambi. Ma dal 1971, cioè da quando Nixon ha definitivamente squarciato l’ultimo velo residuo che collegava il denaro ai depositi in oro, la moneta ha perso completamente qualunque valore intrinseco per diventare una vera e propria moneta fiduciaria caratterizzata da un valore esclusivamente convenzionale, per giunta garantito dall’unica istituzione detentrice ancora oggi della sovranità monetaria, cioè lo Stato per conto dei suoi cittadini.

Com'è possibile allora, che proprio lo Stato non abbia i soldi per garantire il benessere di tutti i suoi cittadini, nonostante il denaro possa essere creato dal nulla e senza alcun problema ?

Questo è una domanda sulla quale vale la pena di riflettere e che approfondiremo nei prossimi articoli.

Per chi non vuole aspettare, è possibile visitare i siti www.monetapositiva.it e www.qe4people.blogspot.it.



Fabio Conditi
 
Sappiamo tutti che molte importanti banche italiane sono in difficoltà
perchè hanno in pancia una montagna di crediti inesigibili.
Embè, qual' è il problema? Trattandosi di denaro creato dal nulla, al nulla
lo si riporta! E' così facile!
Voglio metter su una piccola banca per conto mio.
Venghino signori, venghino.......quanti soldi volete? no problem,
nè vostro nè mio.
 
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Le Slide? Ficcatele Al Culo! Questa E' La Traduzione Di Quello Che Ha Detto L'Ex Ministro Tremonti All'Attuale Ministro Padoan (''Ti Suggerisco Un Altro Tipo Di Uso'' - Video!), E Che Padoan Ha Fatto Finta Di Non Capire - Tremonti: ''La Più Grande Riduzione Di Tasse Della Storia? Pittoresco. Renzi Ha Rimesso L'Imu Poi L'Ha Tolta''
// Articoli

VIDEO - TREMONTI A PADOAN: ''TI SUGGERISCO UN ALTRO TIPO DI USO PER LE TUE SLIDES'' TORNA TREMONTI E ATTACCA PADOAN SUI TAGLI ALLE TASSE BOTTA E RISPOSTA TRA MINISTRO ED EX Roberto Petrini per "la Repubblica" PIERCARLO PADOAN REAGISCE ALLE PAROLE DI GIULIO TREMONTI Torna in scena Giulio Tremonti, ed è subito battibecco con il ministro dell'Economia Pier Carlo ...
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La nostra ignoranza è la LORO forza. ha aggiunto una nuova foto all'album: DI TUTTO UN PO'.
13 luglio alle ore 10:25 ·
Ministro delle finanze tedesco: se uscite dall’Euro, la Germania crollerà.

Theo Waigel è stato per dieci anni Ministro delle Finanze di Helmut Kohl. Il 21 giugno scorso ha rilasciato un’intervista a T-Online. Questo è un frammento delle sue dichiarazioni.

Intervistatore: “I sondaggi sull’uscita dalla UE mostrano che se si chiedesse ai francesi e ad altri, vincerebbe chi vuole uscire, con uno scarto minimo. Secondo lei da dove viene questa disaffezione per l’UE?”

...Continua a leggere


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Washington Consensus, Washington DC
Internet psyop & collasso imminente


luglio 15, 2016 Lascia un commento

Dean Henderson, 13/07/2016
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Qualche settimana fa avevo previsto il caos negli USA a causa della polarizzazione politica basata sulla paura che l’incombente e ben orchestrata partita presidenziale Trump/Clinton ha prodotto. Da allora l’ex-grande nazione sembra deragliare. C’è stata la falsa bandiera di Orlando attuata da un agente della Wackenhut, innumerevoli assassini di persone di colore per mano dei suprematisti bianchi della polizia e la risposta a Dallas, e la presunta populista Brexit effettivamente ideata dai bankster della City di Londra e, molto opportunamente e non a caso, un’ondata di caldo record su tutta la nazione. Due settimane fa l’agente dei Rothschild George Soros ha venduto il suo portafoglio di azioni degli Stati Uniti a favore di una riduzione del mercato azionario degli Stati Uniti, dicendo che nello scenario migliore ci sarà una depressione deflazionistica, mentre nel peggiore ci saranno scontri e guerra di classe negli USA. Dovrebbe saperlo, dato che i suoi mandanti la fomentano. La Deutsche Bank, la cassaforte delle ricchezze dei finanziatori del nazismo Warburg, che compì una strage per corto circuito di azioni delle compagnie aeree e di assicurazione negativamente colpite dall’11 settembre, starebbe seduta su 40 ,milamiliardi di dollari di scommesse su derivati tossici offerti a un ridicolmente alto tasso del 5% di deposito certificato al pubblico, illustrando la propria disperazione. La macchina del riacquisto delle proprie azioni per puntellare i mercati azionari di tutto il mondo è alla canna del gas. La gente ancora non compra nulla. Le fabbriche lavorano a livelli di produzione dai record negativi. I debiti personali si riaccumulano e i più giovani vivono negli scantinati dei loro genitori, cercando di schivare la politica dei prestiti agli studenti. Un’altra bolla del mercato immobiliare è alle ultime fasi, mentre le stesse grandi banche che causarono il crollo immobiliare del 2008, che poi inghiottì le case pignorate presso i tribunali degli Stati Uniti, ora offrono gli stessi prestiti inesigibili a quei poveri che cercano di acquistare case, come si fece nel decennio precedente il crollo.
In questa carneficina culturale ed economico, sempre più statunitensi dipendono da Internet e dall’elettronica. Sono sempre più urbanizzati e senza terra e sono molto meno autosufficienti dei loro genitori e soprattutto nonni. La maggior parte di loro, come gli USA, non produce assolutamente nulla. Invece di passare la vita cablati in massa alla macchine matrice, schizzando “on-line” come un reattore nucleare attivato per produrre energia negativa, conflittuale e sgradevole, ma questa volta nelle chat room, gruppi di Facebook e simili progetti d’ingegneria sociale da mentalità d’alveare dell’élite globale. Tale negatività è il combustibile dei missili dell’élite globale, siano i Rothschild, gli alieni, il diavolo o semplicemente macchine spietate. Infatti sono tutto ciò. E vengono usati come batterie on-line. Gentilezza, decenza e integrità non sono “cool”. La radice spirituale ha lasciato il posto a false sfilate elettroniche di ogni tipo, cercando di posare, quasi sempre invano, da persona più intelligente e più sveglia del giro. Ognuno sembra parlare con la stessa voce monotona e spassionata, che la loro posizione sia di aperto suprematismo bianco (Trump) o dettata dalla paura della correttezza politica che non impedisce corruzione mentale e imbrogli (Clinton). Internet, fondata dal Pentagono con il pretesto di “liberare le informazioni per un mondo più democratico”, è infatti la creazione di una monocoltura mondiale di macchine prive di caratteri che pensano e parlano allo stesso modo con solo una somiglianza vaga dell’antica umanità. Petizioni vengono firmate, si formano gruppi virtuali, dibattiti sono avviati, ma se la massa di droni sottoproletari on-line dall’energia negativa dovesse guardare fuori dalle finestre ad aria condizionata, e la maggior parte non lo fa, effettivamente vedrebbe che le condizioni di vita continuano a deteriorarsi rapidamente, il pianeta diventa sempre più inquinato, le famiglie lacerate da egoismo e narcisismo prodotto dalla dipendenza della macchina e la capacità di sopravvivenza terminare. L’esperienza di vita viene rigettata a favore di una qualsiasi frase su Wikipedia o Ask Jeeves. Tutti sanno tutto di… beh… tutto. La gente parla troppo. Nessuno ascolta. Il sovraccarico d’informazione produce indecisione, isolamento, frammentazione e confusione nella gente. Per tutto il tempo i “droni esperti” quali sono i guardiani d’Internet, diventano più stupidi, più distaccati dalla realtà e spaventosamente amorali. L’esempio più recente è la donna nera di Minneapolis il cui fidanzato era stato ucciso da un poliziotto suprematista bianco durante un controllo del traffico di routine. Era abbastanza inquietante guardare il poliziotto urlare come lo psicopatico demente che appare sul video dell’importante su tutto i-phone della donna “intelligente”. Molto più preoccupante è il fatto che la donna fosse così occupata narcisisticamente a riprendere la situazione per i suoi falsi amici di Facebook e sicofanti, che trascurò di aiutare il ragazzo morente. Morì, ma ehi, lei è famosa. Non è questo ciò che conta davvero?
Nei prossimi mesi ci sarà un collasso finanziario che farà sembrare il 1930 una passeggiata nel parco. Le maggiori banche falliranno a causa dei suddetti strumenti derivati, smontando la maggior parte delle banche più piccole, mercati azionari, materie prime (compreso l’oro), alloggi e tutto il resto con esse. Senza un sistema bancario funzionante, gli scaffali dei negozi rimarranno vuoti, le luci potranno spegnersi, Internet anche scomparire, la finta elezione divenire irrilevante, e la Terza Guerra Mondiale, data la situazione geopolitica attuale molto rischiosa, potrebbe essere facilmente avviata da uno sfortunato guasto elettronico. I Prepper (survivalisti) che hanno tentato di comprarsi una via di sopravvivenza moriranno insieme agli altri, accanto ai loro generatori senza gas, al marcio cibo liofilizzato e agli schermi dei computer spenti. Gli “esperti” droni d’Internet saranno indifesi, gli abitanti delle città impazziranno ancora più e milioni di persone potrebbero morire tra disordini e fame conseguenti. L’élite dei droni armati, ormai ben collaudati contro lo SIIL fasullo, verranno usati contro i cittadini indisciplinati, tutti facilmente ritrovabili utilizzando i dispositivi di tracciamento dei loro cellulari. Più esposti dal “Web”, conti bancari, fondi comuni e polizze vita saranno saccheggiati dagli hacker in attesa dietro le quinte proprio di tale evento. Ed improvvisamente molti capiranno che Internet era davvero una “rete” in cui erano intrappolati. A questo punto l’unica cosa che importa saranno capacità di sopravvivenza e cooperazione, due questioni molto umane rese antiquate dalle macchine.
Vorrei saperne di più su questi due elementi. Non si conosceranno su Internet. Così, mi prenderò una pausa su questo blog. Ci sono questioni più importanti a portata di mano. Buona fortuna e possa spirito e bontà antica dell’umanità essere con voi.
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Dean Henderson è autore di cinque libri: Big Oil & Their Bankers in the Persian Gulf: Four Horsemen, Eight Families & Their Global Intelligence, Narcotics & Terror Network, The Grateful Unrich: Revolution in 50 Countries, Das Kartell der Federal Reserve, Stickin’ it to the Matrix & The Federal Reserve Cartel.

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
 
Orizzonte48
Le Istituzioni riflettono la società o esse "conformano" la società e ne inducono la struttura? In democrazia, la risposta dovrebbe essere la prima. Ma c’è sempre l'ombra della seconda...il "potere" tende a perpetuarsi, forzando le regole che, nello Stato "democratico di diritto" ne disciplinano la legittimazione. Ultimamente, poi, la seconda si profila piuttosto...ingombrante, nella sintesi "lo vuole l'Europa". Ma non solo. Per capire il fenomeno, useremo la analisi economica del diritto.































dichiarazione di Visco in un'intervista alla Repubblica:
"...La mera possibilità del "bail in" renderà più onerosa la raccolta bancaria, rischiando di essere, se non ben gestito, controproducente. Se un supermercato fallisce, magari se ne apre uno vicino in grado di vendere le stesse merci al pubblico di quello fallito. Se fallisce una banca, non ne riapre un'altra uguale vicina. Il rischio è che ne fallisca un'altra. Lentamente l'Europa sta cominciando a capire quali possono essere le reali conseguenze delle nuove norme".
Ma Visco dovrebbe magari dialogare, ad esempio, con Otmar Issing, che pare un interlocutore €uropeo, piuttosto attendibile e autorevole, visto che quest'ultimo, come vedremo, queste "reali conseguenze" pareva averle comprese molto bene fin dall'inizio, come vedremo in dettaglio. Il che pone allo stesso governatore delle esigenze di chiarimento con gli interlocutori europeisti, per appianare quella che, indubbiamente, risulta oggi come una fondamentale divergenza di vedute e di visioni strategiche.


ANTEFATTO 2-
A ciò aggiungiamo queste dichiarazioni del presidente dell'ABI, Patuelli che, come vedremo in una più attenta analisi del complessivo funzionamento "VOLUTO" della moneta unica (almeno a sentire Otmar Issing in qualità di esponente BCE e in tempi non "sospetti"), risultano obiettivamente contraddittorie.
Contraddizione che intercorre, obiettivamente - tra le risposte a) e quelle b)-, alla luce non solo di quanto aveva chiarito sempre Issing, richiamando precise e fondamentali clausole del trattato europeo, ma del comportamento, perfettamente consequenziale, dei risparmiatori, che ne sta derivando (ndr; abbiamo aggiunto neretto e links con precedenti post, di due o tre anni fa che trattano esattamente dei problemi sollevati da Patuelli):
a) «Prima mi consenta una premessa. Noto con piacere che il dibattito, a tratti violento, sull’euro degli ultimi anni della crisi economica si è esaurito».
Cosa significa?
«Significa che il bilancio della moneta unica è positivo: la politica monetaria di Draghi ha consentito a molti italiani di acquistare casa con mutui a tassi irrisori, alle imprese di ristrutturarsi ed esportare, alla Repubblica italiana di tenere basso il costo degli interessi sul debito consentendo di conseguenza maggiore spesa sociale».
Tutto vero, ma non per questo le polemica sono svanite...
«Certo, perché la crisi dell’Europa precede la crisi economica e coincide con fallimento del Trattato che avrebbe dovuto dare al Continente una sua Costituzione».
Occorre ripartire da lì?
«Occorre ripartire dal rafforzamento delle regole e delle istituzioni comuni. È stata varata l’Unione bancaria, se sarà fatta funzionare potremo sperare in un’unione istituzionale più forte. In caso contrario, i neonazionalismi prevarranno».


Par di capire: il trattato è fallito perchè non è una vera Costituzione (come avevamo cercato di spiegare in "Euro e(0?) democrazia costituzionale", ribadendo, in "La Costituzione nella palude" come ciò non abbia alternative negoziali praticabili, in nessun modo, nel senso di una modifica dei trattati, che esige quantomeno una improbabile cooperazione politica tedesca e, se vogliamo, francese).
E, par sempre di capire, se lo fosse stata (una vera Costituzione), il trattato avrebbe avuto non solo un governo federale dotato di potere di spesa (per effettuare eventuali bail-out, che non rimanessero solo sulla carta delle direttive europee, troncati sul nascere dal pareggio di bilancio!), ma anche una clausola riconducibile all'art.47 Cost, sulla tutela prioritaria del risparmio.
Se così non intendesse, non si spiegherebbe la susseguente affermazione di Patuelli di cui al punto b):
b) Che fare?
«Per uscire dal guado in cui ci troviamo, occorre fare tre cose. La prima: varare un Testo unico bancario che fissi regole chiare e non retroattive, nonché delle norme transitorie».
La seconda?
«Varare un Testo unico della finanza europea che regolamenti l’accesso ai mercati finanziari».
La terza?
«Varare un Testo unico del diritto penale dell’economia, per evitare che operazioni vietate in Italia siano invece consentite altrove».
Basteranno regole più chiare a salvare l’Europa?
«Questo è il presupposto. Bisogna in primo luogo superare l’attuale babele normativa di tipo medievale, con fonti del diritto prive di gerarchia».
Ad esempio?
«Beh, l’Italia ha recepito le nuove norme europee sui salvataggi bancari, ma quelle norme mal si conciliano con l’articolo 47 della nostra Costituzione (ma vedi qui, par.1), quello secondo cui ‘la Repubblica tutela il risparmio in tutte le sue forme’».


ANTEFATTO CONSEQUENZIALE 3-
Qui ci limitiamo a riportare la linea di autotutela prescelta dai "consumatori" (non più "risparmiatori", a quanto pare), che, come vedremo, risulta praticamente obbligata dalla realizzazione dell'Unione bancaria, una volta che questa, come sostiene Issing in quanto esponente della BCE, realizzi appieno il disegno hayekiano insito ab origine nella moneta unica:

"..le quattro “good banks” hanno fatto sapere che non potranno essere oggetto di richieste di risarcimento da parte degli azionisti e dei titolari di obbligazioni subordinate delle quattro “vecchie” banche, che dovranno quindi rivalersi, come prevede la legge di Stabilità, solo sul Fondo di solidarietà, attraverso gli arbitrati.
Oppure, nel caso in cui decidano di far valere in tribunale il diritto al risarcimento, si potranno rivalere sui vecchi istituti in liquidazione. Ma i risparmiatori non ci stanno: in una lettera aperta pubblicata ieri sul sito del Comitato e indirizzata a Roberto Nicastro, presidente delle quattro banche salvate, precisano di non preoccuparsi minimamente delle dichiarazioni «sulla presunta inattaccabilità delle good banks
».

Ma tutto questo preannunzia una tempesta di contenziosi che sarebbe stata impensabile sotto la vigenza della legge bancaria del 1936, dei poteri del tesoro antecedenti al divorzio tesoro-bankitalia e all'adozione della moneta unica con una banca centrale "adespota", cioè del tutto avulsa dalla tutela dei risparmiatori in generale e di un singolo Stato:
«Saranno i giudici a stabilirlo, vi inonderemo di cause», annunciano.
Senza trascurare questa azione di "pressione", molto pesante, sulla stessa sopravvivenza del sistema bancario italiano, che, appare perfettamente in linea con gli effetti programmatici della moneta unica, unita ad una Unione bancaria ove i depositi e i creditori-risparmiatori garantiscono le insolvenze bancarie:
"E nel volantino che oggi viene distribuito dai manifestanti in Corso Italia 179, sede aretina di Banca Etruria, c’è un altro annuncio: «Noi stiamo trasferendo quello che rimane dei nostri risparmi nelle filiali italiane di banche estere o in Poste italiane», è l’attuazione di quanto comunicato a Nicastro, «Contribuiremo con tutte le nostre forze a minare la già precaria stabilità delle quattro nuove banche e del sistema bancario italiano».
4. Insomma, alla fine è veramente difficile negare che Hayek avesse proprio ragione.
La disseminazione lungimirante di schemi teorici, fortemente ammantati di alti ideali filosofici (il liberalismo come culto della "libertà" dell'individuo, la "grande bellezza" al servizio dei pochi che incarnano la metafisica del "mercato"...), se compiuta a vantaggio delle forze dominanti, appunto, del mercato, dà grandi frutti.
Basta saper attendere, lavorando sempre contro lo Stato nazionale, così brutto e corrotto e invasivo:
"lo stesso Hayek è perfettamente cosciente della distinzione tra modelli teorici e strategie di loro realizzazione, di cui si disintessa per personale visione della sua funzione intellettuale:
“Penso fermamente che lo scopo principale del teorico dell’economia o del filosofo politico sia di agire sull’opinione pubblica per rendere politicamente possibile quello che forse oggi è politicamente impossibile, e quindi l’obiezione che le mie proposte sono attualmente impraticabili, non mi scoraggia assolutamente a svilupparle.”


5. Quindi, le forme di realizzazione devono percorrere l'evoluzione del politicamente possibile.
E l'€uropa, come dice Otmar Issing (non uno a caso, come sa chi ha letto "Euro e(o?) democrazia costituzionale), è veramente un grande sogno divenuto realtà per i neo-liberisti di ogni età:
"Otmar Issing (già Deutsche Bank, BCE e pure Goldman Sachs, che non fa mai male) dice, e l'articolo è riprodotto sul sito della BCE, più o meno le stesse cose che dici tu, cioè che la via può non essere quella indicata da Hayek ma i fini sì.
Per esempio in materia di denazionalizzazione delle monete, la posizione di Hayek nasceva dalla constatazione che "un'efficace politica monetaria può ("purtroppo", implica Hayek, ndr.), essere condotta solo in coordinazione con le politiche fiscali del governo. Coordinazione, in tal senso, significa inevitabilmente che, qualsiasi autorità monetaria nominalmente indipendente sia ancora esistente, dovrà in pratica aggiustare la sua politica su quella del governo..." (see Hayek 1960, page 327)."
E Issing così chiosa: "Penso che sia ora chiaro che sono state idee affermatesi lungo queste linee che sono state l'ispirazione delle regole e delle procedure del Trattato UE e mi riferisco in particolare agli articoli 104 e 104a (ora rinumerati nel TFUE nelle norme sopra indicate, ndr.)...Sebbene la via intrapresa per OTTENERE LA DENAZIONALIZZAZIONE DELLA MONETA sia stata differente da quella sostenuta da Hayek, l'obiettivo più essenziale predicato da Hayek, cioè l'indipendenza monetaria da ogni influenza politica e la stabilità dei prezzi, sono stati ottenuti a tutti i fini e secondo la più completa intenzionalità"

6. Ma d'altra parte, va aggiunto per i libbberisti spaghettari, è lo stesso Hayek a chiarici che un'unione monetaria "sovra" e "trans-nazionale", porta come suo obbligato effetto "naturalistico" all'inesistenza, o quantomeno all'inefficacia pratica, del presupposto da lui deprecato. Sempre qui, addendum iniziale:
"Con logica stringente, Hayek dimostra che una federazione fra Stati realmente diversi porta necessariamente all'impossibilità di un intervento statale nell'economia".
E cioè ben si può - e sottolineo- si può, proprio attraverso il federalismo sovranazionale, eliminare il presupposto dell'esistenza di un governo, (quand'anche, in qualche forma, sovranazionale), che in persona di un super-ministro del tesoro, possa esercitare, anche solo di fatto, la deprecata influenza sull'autorità indipendente che gestisce la moneta.
Se tale governo non esiste, perchè, come nel trattato €uropeo, è fin dalla sua nascita, vietata la stessa FUNZIONE di trasferimento e gestione comune e orientata (ai bisogni di liquidità territorialmente differenziati) della spesa pubblica su tutto il territorio dell'Unione monetaria (artt.123-124-125 TFUE), l'indipendenza dell'autorità monetaria è molto reale e lo schema di von Hayek si realizza in modo molto più concreto.


7. Perciò, il buon Otmar, data la sede in cui il discorso viene espresso, allude alla concreta volontà e prassi regolatoria per realizzare il modello hayekiano (anche) con la moneta unica, retta dall'unica istituzione di una BCE politicamente del tutto irresponsabile (verso le democrazie sovrane dei singoli Stati aderenti).

E infatti, questo preciso sviluppo lo avevamo anticipato nel post dedicato, esattamente due anni fa, alla Unione Bancaria.
Che, infatti, a giovamento delle riflessioni che possono compiere Visco e altri interessati come Patuelli, riproduciamo nella sua parte saliente e, oggi, tanto attuale, MA NON SORPRENDENTE, perché PROGRAMMATICA (ringraziando Balduin).
Ci sono in quel post, (chissà come...), anticipate tutte le risposte a tutti i problemi che Visco e Patuelli ADESSO indicano come criticità, e insostenibilità sistemiche, dell'unione bancaria; come pure è anticipata la prevedibilità del comportamento ritorsivo dei "consumatori", che in realtà sono...risparmiatori: cioè, un tempo, erano, nell'ambito della tutela apprestata dall'art.47 Cost., dei lavoratori tutelati nella parte del loro reddito dedicata al "risparmio diffuso".
E questo in forza di una norma che è ora invocata esplicitamente, dato che ci si accorge che racchiude un principio fondamentale della democrazia costituzionale, ma che, nondimeno, è stata a lungo "dimenticata".
 
8. E dunque, ecco come era risultato possibile prevedere gli accadimenti attuali, senza essere profeti (ma solo avendo compiuto un'interpretazione sistematica del quadro economico-ideologico e normativo alla base della moneta unica):

"GLI EFFETTI DI SISTEMA DELLA “APPARENTE” UNIONE BANCARIA SULLA STESSA TITOLARITA’ DEL POTERE DI CREAZIONE DELLA MONETA.
8.1 ...Ma oltre alla conferma di un modello bancario e di vigilanza finora rivelatosi non solo inadeguato, ma anche completamente contrapposto alle esigenze di tutela predicate dal principio fondamentale costituzionale dell’art.47 Cost. (con tutte le accennate ricadute su altri principi fondamentali), l’Accordo attualmente in “dirittura d’arrivo”, ha, in prospettiva, degli esiti ben più ampi.
Essi tendono addirittura al superamento del residuo carattere accentrato della creazione di moneta nell’area UEM, che, pur attualmente “adespota”, cioè non imputabile a nessuna entità sovrana, in esito al suo affidamento alla BCE, rimaneva pur sempre attribuita ad un’entità latamente ascrivibile alla sfera soggettiva del “diritto pubblico” (pur potendosi dubitare dell’ascrivibilità alla sua sfera “oggettiva”, data la mancanza, nel mandato BCE, di ogni àncoraggio a politiche di piena occupazione in senso effettivo, nonché di tutela del risparmio diffuso, che rispondono al concetto democratico di “interesse generale”, e non settoriale-concorrenziale di una specifica attività economica come quella bancaria).
Sempre tenendo ben presenti le premesse svolte nei paragrafi precedenti, per comprendere questo potenziale preannunzio di “rivoluzione” (monetarista e liberista), occorrono alcune altre “informazioni”.
8.2. In proposito, nell’individuare la radice ideologica del liberismo e della stessa teoria generale politica recepiti e sviluppati (ormai a grandi passi) dalla “costruzione europea”, si deve far riferimento a quanto elaborato da von Hayek. Che propose questoapproccio alla questione monetaria, finalizzato alla sua “denazionalizzazione”; specificamente, per pervenire alla sua “privatizzazione” in regime concorrenziale:
“- una moneta di cui si pensa che conserverà un potere di acquisto più o meno costante, sarà oggetto di domanda permanente fintanto che le persone saranno libere di utilizzarla;
- se tale domanda dipende dall’effettivo mantenimento a un livello costante del valore di questa moneta, si potrà dare confidenza alle banche emettitrici di fare tutti gli sforzi necessari per giungervi meglio di un monopolista, che non corre alcun rischio deprezzando la propria moneta;
- gli emettitori possono giungere a questo risultato regolando la quantità di moneta che emettono;
- un tale regolazione della quantità di ciascuna moneta è il migliore di tutti i metodi praticabili per regolare la quantità dei mezzi di scambio
.”
Il substrato comune "ideale" tra il "nostro" e il metodo euro-BCE, quale istituzione "unica" di gestione della moneta, risulta certo parzialmente compromissorio.
Ma rimane, nei "fini" enunciati normativamente nei trattati, a partire da Maastricht, quello della stabilità del valore monetario, cioè pratica assenza di (variazione della) inflazione - solo in aumento, a quanto pare dall’applicazione scaturitane-, e della visione monetaristica "quantitativa".

8.3. I riflessi a cui conducono entrambe le soluzioni, con diversa gradualità…si misurano sulla curva di Phillips. La disoccupazione "naturale" (cioè l'abbandono della piena occupazione) e il conseguente calo dei salari reali sono indispensabili caratteristiche del modello sociale da attuare.
Certo, per v.H. il gold standard rimane una soluzione ideale, ma egli ammette che poiché ad esso si contrappone "l'assurda" pretesa che, nell'economia internazionale aperta, i paesi in surplus debbano sopportare (con la rivalutazione) il peso degli aggiustamenti, il valore della stabilità (assenza di inflazione) possa essere "almeno" garantito da quanto egli propone.
Questo passaggio di Hayek è direttamente indicativo:
Resterebbero nel mondo libero più monete largamente utilizzate e molto simili. In vaste regioni una o due fra queste sarebbero dominanti, ma queste regioni non avrebbero confini né precisi né fissi, e l’uso delle monete dominanti in ognuna si sovrapporrebbe in zone frontaliere larghe e fluttuanti. La maggior parte di queste monete farebbe affidamento a un paniere di beni simili e fluttuerebbero molto poco le une in rapporto alle altre, probabilmente molto meno delle monete dei paesi oggi più stabili, ma un po’ di più delle monete che riposano su un gold standard.”
8.4. Sulla manifesta correlazione tra pensiero di von Hayek e “costruzione europea” in campo monetario, abbiamo la conferma, piuttosto autorevole e altamente attendibile, di Otmar Issing, ex membro tedesco del board BCE, pervenutaci in “atti ufficiali” della stessa banca europea (ndr.: lo abbiamo visto in premessa, ma qui ribadiamo, ampliando...)
Sebbene il sentiero prescelto per ottenere la denazionalizzazione della moneta sia stato molto differente rispetto a quanto reclamato da Hayek, l’obiettivo finale da egli ricercato, cioè la indipendenza monetaria dall’interferenza politica e la stabilità dei prezzi, sono state, a tutti i fini e intenti, già ottenute.
Naturalmente, devo aggiungere…che la stabilità dei prezzi non è mai pienamente ottenuta, nel senso che è un concetto previsionale, e la BCE deve essere “eternamente” vigilante in modo preventivo per evitare che la pressione inflazionistica non si traduca in inflazione effettiva. Detto questo, temo che Hayek potesse non essere in favore di una nuova autorità centralizzata con poteri monopolistici sulla base monetaria
”.
8.5. Ma, conformemente alla stessa esigenza di realizzazione “strategica” degli “obiettivi finali”, espressamente teorizzata da Hayek, recepita dai suoi seguaci “euro-costruttori” nella formula dell’ “ordoliberismo”, nonché condensata nella formulazione dell’art.3, par. 3, del Trattato fondamentale sull’Unione, l’affermazione a tappe, rese “digeribili” alle grandi platee dei cittadini delle democrazia (ex) coinvolte nell’UEM, potrebbe giungere al suo coronamento finale proprio grazie all’attuale progetto di Unione bancaria.
Cercando di concludere il ragionamento e di pervenire ad un’attendibile stima della “strategia” attualmente sottostante alla c.d. “unione bancaria”, quale illustrata nelle sue linee fondamentali, e nelle sostanziali premesse di disciplina bancaria e monetaria “europea”, (ormai consolidata), ecco dunque quello che si può ragionevolmente dedurre:

8.6. “La progressione, o meglio “regressione”, verso la moneta denazionalizzata è il possibile esito del distacco degli intermediari bancari dal sistema produttivo nazionale originario e dal “sovrano”, senza la realizzazione dell'unità politica (gli Stati Uniti d'Europa).
Schematizzando al massimo:
1) la BCE nasce come banca centrale anomala perché non fa da “tesoriere” ad un sovrano. Compito della politica monetaria di una BC tradizionale è infatti proprio quello di conciliare le esigenze di finanziamento del sistema produttivo (tramite il rifinanziamento/controllo del sistema bancario) e dello Stato, tendendo ad obiettivi di livello dei prezzi e di crescita/occupazione in naturale conflitto (trade-off);
2) il fine dichiarato dell'unione bancaria è quello di spezzare (definitivamente) anche il legame fra sistema bancario nazionale e sovrano nel vicendevole scambio “finanziamento del debito pubblico vs. copertura dal rischio di fallimento”;
3) l'essenza e la novità del nuovo sistema di vigilanza europeo è il cd. “meccanismo unico di risoluzione” (in via di definizione a giorni), cioè di liquidazione accentrata degli attivi degli intermediari dichiarati in crisi (non si sa ancora da chi, forse Ecofin da proposta tedesca).
Il costo della liquidazione è previsto principalmente a carico dei creditori (il famigerato bail-in), sdoganando la possibilità di fallimento delle banche.

8.7. In teoria è sempre possibile per gli Stati intervenire con risorse di capitale per salvare gli intermediari dal fallimento, se compatibile con i limiti di finanza pubblica (in fase di avvio della vigilanza accentrata sono espressamente richieste agli stati risorse pubbliche, cd. backstop);
4) con queste regole e il mantenimento della mobilità dei capitali si attiveranno rapidi flussi finanziari verso gli intermediari ritenuti più sicuri (anche grazie a qualche sostegno pubblico), con grave nocumento per la stabilità di quelli radicati in territori con sistemi produttivi in recessione (es. per effetto della compressione della domanda interna) e, per la ridotta dimensione, senza la concreta possibilità di ricostituire il capitale;
5) il numero degli intermediari, seguendo la destrutturazione/ristrutturazione dei sistemi produttivi nelle macro regioni europee, si ridurrà di molto, come prevede il vice presidente della BCE.
Estremizzando (è questa l'ipotesi forte del ragionamento) i maggiori potrebbero ridursi a 5-7 (in pratica saranno favoriti nella transizione quelli “sostenuti” da stati forti, il bail-out non è vietato (ma deve essere sempre nel rispetto del pareggio di bilancio, cioè, in pratica consentito solo a chi abbia un costante e consistente attivo delle partite correnti della bilancia dei pagamenti, riversatasi una posizione netta sull’estero di segno positivo);
6) i pochi “player” rimasti (in oligopolio) potranno decidere di finanziare privati o entità pubbliche o intermediari minori (o di nicchia) assumendo i relativi rischi di credito e di essere “percepiti” più o meno affidabili nell'emissione di moneta-credito (potrebbero anche stabilirsi dei "cambi" fra monete in base al rischio percepito dagli utilizzatori).
7) La situazione sarebbe del tutto simile a quella immaginata da F. von Hayek.
La banca centrale che non fa da tesoriere a un sovrano perde anche la sua essenza di governo della politica monetaria e resta solo una entità amministrativa (più o meno estesa) dello stato minimo hayekkiano.
In questo senso, il sistema BCE/SEBC potrebbe rivelarsi solo un passaggio intermedio (come ha espressamente sostenuto Otmar Issing, sopra cit.).”
8.8. Naturalmente il futuro non è scritto. L'esito dello scontro fra le istanze politiche determinerà se prevarrà il magico mondo “von Hayek” o gli Stati Uniti d'Europa o il ritorno agli stati (democratici) con proprio “tesoriere”.”
E questo a tacere d’altro, con riguardo alle implicazioni ulteriori della Unione bancaria.
E cioè sia quanto alle incongruenze del sistema di assicurazione dei depositi (fino a 100.000 euro) proiettato nella segnalata realtà monetaria e bancaria ormai priva del riferimento dell’interesse generale (cioè indifferente al moral hazard ed all’effettivo rischio degli impieghi finanziari illimitatamente consentiti).
Sia quanto alla stessa saggezza di farsi coinvolgere in un sistema simile, a fronte di un sistema bancario tedesco che non pare proprio aver risolto le sue problematiche di trasparenza dei bilanci e di capitalizzazione (e né avrebbe potuto o dovuto, data la disciplina “europea”) alla luce delle “scorie” della crisi c.d. dei sub-prime . Almeno a constatare la posizione che assumono attualmente le autorità monetarie USA."


Pubblicato da Quarantotto a 14:41
 

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