Petizione per il Comandante de Falco

1-C'è una resistenza nel lanciare mayday: lo sa la capitaneria, lo sa il comandante ... E' per quello che si ode "ci stanno pigliando per il xulo dalla GC"
2-SOno stati avvisati (GC) dai passeggeri ...
3-I 3 ufficiali + alti in grado sono "inciampati" nella scialuppa
4-Per definizione sono registrate le chiamate
5-Poco elegante, vero, la pubblicazione della chiamata, ma: decisamente ancor meno elegante sia la manovra, sia la gestione dell' emergenza: vigliaccheria questa; incomprensibile il rilascio da parte del giudice ... incomprensibile.
6-Passeggera NON registrata..?!?!? Sulla tolda di comando?!?!? ecche ci faceva li?? ma la moglie lo difende ... mah ..
7-Allucinante ALLUCINANTE la reazione del suo paese Vergogna vergogna vergogna elevato alla millesima potenza! ... Si parla di un pluriomicida e nn precisamente colposo: HA avuto un sacco di tempo per potere gestire la cosa con ordine e salvare vite umane che ERANO SUA RESPONSABILITA' ... e ricordiamoci che la conta nn è nemmeno finita: mancano tanti dispersi....

Concordo alla ennesima potenza.

Si critica de Falco perche' "era in poltrona"...:rolleyes:

A parecchi sfugge il fatto che gestire una situazione in modo efficace

senza essere sul posto e' cosa per gente con i controcazzi, non per

vigliacchi come schetty e il suo secondo.

Abbandonare la nave dopo che hai lasciato il posto di comando per

appartarti con una che girave per la sala comandi, non registrata a bordo

e con chissa' quali mansioni?

Schetty, se ti resta un po' di dignita' impiccati con una cima

all'ingresso del porto. Ne usciresti elegantemente, brutto ********. :wall:
 
Ma da quello che si conosce a che ora avrebbe abbandonato la nave +o- ?

Da cio' che si legge in giro almeno 4 ore prima. :rolleyes:

Ovvero che lui era in una scialuppa a guardare la nave sbandando sul

fianco di momento in momento.

E sopratutto a far sbarcare velocemente una passeggera non registrata che, al momento dei controlli passeggeri, avrebbe dovuto giustificare.

Notare che poche ore dopo il disastro la passeggera era gia' a casa sua,

fuori dal paese, pare. Alla faccia dei trasporti lenti in italia...:rolleyes:

Da cio' che invece si continua a bisbigliare, ovviamente sono chiacchere

da bar, si potrebbe essere una rotta programmata "come al solito",

probabilmente con poca tolleranza che, o per vento o per correnti, si e'

rivelata errata. Le manovre correttive si sono rivelate disastrose.

Senza le manovre correttive, sempre secondo Radio Bar Caffe', la nave

avrebbe preso gli scogli direttamente con la prua.

Vedi te.

Sempre secondo Radio Bar Caffe', oltre ai nomi noti sembrerebbe che tra

i colpevoli, se non il maggior colpevole, sia un tale di nome Pompino.

Vedremo dove porteranno le indagini
 
Concordo alla ennesima potenza.

Si critica de Falco perche' "era in poltrona"...:rolleyes:

A parecchi sfugge il fatto che gestire una situazione in modo efficace

senza essere sul posto e' cosa per gente con i controcazzi, non per

vigliacchi come schetty e il suo secondo.

Abbandonare la nave dopo che hai lasciato il posto di comando per

appartarti con una che girave per la sala comandi, non registrata a bordo

e con chissa' quali mansioni?

Schetty, se ti resta un po' di dignita' impiccati con una cima

all'ingresso del porto. Ne usciresti elegantemente, brutto ********. :wall:



ARLA FABIOLA RUSSO, LA MOGLIE DEL COMANDANTE SCHETTINO
«Mio marito? Non è un mostro»
«E' stato trasformato in un caso mondiale senza precedenti. Nessun rispetto per lui e neanche per nostra figlia di 17 anni»


Ecco Fabiola Russo, la moglie del comandante Schettino
MILANO - «Mio marito? Non è un mostro». Fabiola Russo, moglie del comandante della Costa Concordia Francesco Schettino, parla per la prima volta e lo fa con il settimanale «Oggi». «Questa è una gogna, una caccia al colpevole», dice la moglie. «Mio marito è stato trasformato in un caso mediatico mondiale, senza precedenti. Lui ama le navi, le conosce a fondo, non ha mai smesso di studiarle, di volerne conoscere limiti e comportamenti. Non si è mai limitato a timonarle. Per questo per i suoi equipaggi è sempre stato un punto di riferimento, un maestro. È deciso, fermo e lucido, analizza le situazioni, le comprende e le sa gestire».

LA SPAVALDERIA - Sull’atteggiamento del marito, giudicato eccessivamente spavaldo, Fabiola Russo dice: «Francesco a volte sembra spavaldo perché è una spanna sopra all’interlocutore, che spesso mette a tacere». Poi ricostruisce minuziosamente la carriera del marito: «Le dico tutto questo per rispondere a chi ha avanzato dubbi sul fatto che Francesco non avesse la preparazione necessaria a comandare la Costa Concordia. Non era capitato al timone in gita… Sa il fatto suo, ma anche a chi sa il fatto suo può capitare di sbagliare, se ha sbagliato».

Redazione Online
24 gennaio 2012 | 16:19

vabbè...
 
ma nessuno la pubblica ?



Un diversivo, che per qualche giorno ha esposto al pubblico ludibrio una giovane donna, aggiungendo un aspetto pruriginoso a una faccenda maledettamente seria
Perché dobbiamo chiedere scusa
a Domnica Cemortan
di Marco Imarisio
Tags: documenti, libri, pregiudizi, storie
Il Corriere della Sera ha curato il libro Concordia, la vera storia. Gli autori sono gli inviati Fiorenza Sarzanini e Marco Imarisio che, intrecciando racconto e inchiesta, ricostruiscono il naufragio al Giglio. Che cosa è successo in quei 68 minuti. Ecco un brano sulla hostess Domnica Cemortan, 24 anni, moldava, in plancia dopo lo schianto sugli scogli. Per alcuni giorni divenne protagonista delle cronache sulla disgrazia, sospettata di comportamenti scorretti.


In un italiano perfetto Domnica racconta di aver lavorato come hostess per un periodo di tre mesi, che era terminato una settimana prima della partenza della Costa Concordia. I suoi colleghi erano rimasti a bordo e lei aveva deciso di farsi una crociera in loro compagnia, questa volta da turista. Il suo biglietto risulta regolarmente acquistato, la compagnia verifica la sua presenza nell’elenco dei passeggeri. L’unica ombra è in quegli annunci, e la giovane hostess lo sa bene, adesso ha capito: stava ingannando le persone che la ascoltavano cercando di capire quel che succedeva sulla nave. Ma anche questa non è certo colpa sua.


«Ripetevo in russo quel che Schettino o il suo vice mi dicevano in italiano. Tornate nelle cabine, è solo un guasto all’impianto elettrico. L’ultima frase l’ho ripetuta una decina di volte. Sì, le comunicazioni ai passeggeri erano di questo genere. Mi dispiace, io non potevo sapere quel che stava succedendo».

Alla fine dovremo chiederle scusa. La presenza di Domnica Cemortan sulla plancia di comando non appare certo un dettaglio fondamentale, non cambia il corso degli eventi e non spiega le cause del disastro.

La sensazione è che il suo nome sia stato buttato sul tavolo dagli inquirenti consapevoli dell’impatto che avrebbe avuto sui media, usato come uno strumento di pressione per rendere ancora più difficile e insopportabile la vita domestica di Schettino, per convincerlo a raccontare tutto, le telefonate, gli ordini, e l’origine di quell’inchino.

Un diversivo, che per qualche giorno ha esposto al pubblico ludibrio una giovane donna, aggiungendo un aspetto pruriginoso a una faccenda maledettamente seria
 
Beh è facile però fare l'eroe seduto in poltrona

più difficile farlo su una nave che sta affondando

già
ma vallo a spiegare a quelli delle magliette "salga a bordo, *****!" :rolleyes:

defalco ha fatto solo quello che gli era imposto dal suo ruolo
senza voler approfondire quanto sapesse sulla cosiddetta "tradizione"...
 
Ultima modifica:
ma nessuno la pubblica ?



Un diversivo, che per qualche giorno ha esposto al pubblico ludibrio una giovane donna, aggiungendo un aspetto pruriginoso a una faccenda maledettamente seria
Perché dobbiamo chiedere scusa
a Domnica Cemortan
di Marco Imarisio
Tags: documenti, libri, pregiudizi, storie
Il Corriere della Sera ha curato il libro Concordia, la vera storia. Gli autori sono gli inviati Fiorenza Sarzanini e Marco Imarisio che, intrecciando racconto e inchiesta, ricostruiscono il naufragio al Giglio. Che cosa è successo in quei 68 minuti. Ecco un brano sulla hostess Domnica Cemortan, 24 anni, moldava, in plancia dopo lo schianto sugli scogli. Per alcuni giorni divenne protagonista delle cronache sulla disgrazia, sospettata di comportamenti scorretti.


In un italiano perfetto Domnica racconta di aver lavorato come hostess per un periodo di tre mesi, che era terminato una settimana prima della partenza della Costa Concordia. I suoi colleghi erano rimasti a bordo e lei aveva deciso di farsi una crociera in loro compagnia, questa volta da turista. Il suo biglietto risulta regolarmente acquistato, la compagnia verifica la sua presenza nell’elenco dei passeggeri. L’unica ombra è in quegli annunci, e la giovane hostess lo sa bene, adesso ha capito: stava ingannando le persone che la ascoltavano cercando di capire quel che succedeva sulla nave. Ma anche questa non è certo colpa sua.


«Ripetevo in russo quel che Schettino o il suo vice mi dicevano in italiano. Tornate nelle cabine, è solo un guasto all’impianto elettrico. L’ultima frase l’ho ripetuta una decina di volte. Sì, le comunicazioni ai passeggeri erano di questo genere. Mi dispiace, io non potevo sapere quel che stava succedendo».

Alla fine dovremo chiederle scusa. La presenza di Domnica Cemortan sulla plancia di comando non appare certo un dettaglio fondamentale, non cambia il corso degli eventi e non spiega le cause del disastro.

La sensazione è che il suo nome sia stato buttato sul tavolo dagli inquirenti consapevoli dell’impatto che avrebbe avuto sui media, usato come uno strumento di pressione per rendere ancora più difficile e insopportabile la vita domestica di Schettino, per convincerlo a raccontare tutto, le telefonate, gli ordini, e l’origine di quell’inchino.

Un diversivo, che per qualche giorno ha esposto al pubblico ludibrio una giovane donna, aggiungendo un aspetto pruriginoso a una faccenda maledettamente seria


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