GRECIA: Il limone è spremuto
Wlademir Biasia - WB Advisors
martedì 21 aprile 2015
Due giorni di confusione per ritornare nervosamente con i piedi per terra. La Grecia presenta il conto dopo essere stata spremuta come un limone. Gli esponenti del Governo greco giocano a scacchi con quelli del Fondo Monetario, dell’Unione e della BCE.
La partita si fa più ardua in quanto il time decay sta progressivamente erodendo il valore delle possibili opzioni sul tavolo. Purtroppo le dichiarazioni accompagnate dai soliti rumors complicano il quadro.
L’euro sta mietendo la sua prima vittima? Nelle cose l’ha già fatto da tempo, ma in politica tutto si muove, nulla è assoluto. Dalla Grecia non c’è forse più molto da spremere, ma il paese rimane pur sempre un
membro dell’Unione Monetaria, per cui un incidente costituirebbe un precedente ben più pericoloso sulla revocabilità dell’euro. E’ questo il nodo.
Infatti nonostante l’acuirsi delle tensioni, la BCE non ha smesso di mettere a disposizione agli istituti di credito ellenici la liquidità di emergenza prevista dall’Euro-sistema.
Il rischio di contagio è oggi più di natura politica che finanziaria.
Ciò nonostante i mercati hanno reagito con una battuta d’arresto che apre interrogativi su quanto sia veramente impermeabile l’Eurozona (e il resto del mondo) da un’eventuale Grexit. La discesa dei corsi azionari per il momento non ha spinto i valori al di sotto dei nostri livelli di controllo del rischio. Si sono invece aperte alcune finestre su prese di beneficio giustificate anche da parziali eccessi a cui avevamo fatto cenno nel nostro rapporto mensile.
Il FTSE MIB ha subito un alleggerimento delle posizioni lunghe aprendo una correzione che resta tale nelle nostre valutazioni finché le vendite rimangono delimitate all’area 22500/300.
L’Eurostoxx 50 ha un primo livello di guardia in area 3590/75, mentre
il Dax essendosi apprezzato per eccesso potrebbe correggere in misura maggiore: il primo livello tecnico transita in area 11450, mentre quello successivo, più robusto, transita a quota 10900.
GRAFICI FTSE MIB E DAX FTSE
DAX
Diversamente dall’impatto negativo delle borse europee,
l’euro si è apprezzato sul dollaro. Il rapporto di cambio è tornato a esercitare pressioni nell’area 1,0845 fissando un picco lo scorso venerdì proprio a ridosso della resistenza tecnica proveniente da quota 1,25. A nostro avviso, se vi fosse un effetto di trasmissione del contagio della Grecia sull’Europa, dovremmo rilevare una contestuale debolezza della moneta e delle borse.
Invece il rafforzamento dell’euro risulta correlato alla debolezza delle borse espressa da motivazioni più tecniche che non sistemiche.
Lo Standard & Poor 500 per il momento rimane ancora lontano dalla soglia
2040, mentre
area 2070 potrebbe già costituire un primo livello di sostegno su cui vigilare per comprendere l’effettiva solidità dei mercati equity. La sua tenuta restituirebbe momentum anche alle altre borse. Come abbiamo già scritto pensiamo che
la FED sia molto sensibile al buon andamento del mercato azionario.
Il QE dovrebbe costituire un altro supporto esterno ai mercati, benché il suo funzionamento non rappresenti un automatismo cui appellarsi, è certamente un forte deterrente per i ribassi. L’altra opzione monetaria, questa volta in mano alla FED (rialzo dei tassi), rimane invece al momento in stand-by. Le figure economiche rilasciate negli Stati Uniti avallano un differimento di tale misura.
Il Tnote a 10 Y sta nuovamente perdendo momentum; come indicato nel rapporto di aprile, i rendimenti sono nuovamente chiamati ad esprimere una verifica di area 1,85. Sotto tale livello non escludiamo discese verso i minimi fissati ad inizio febbraio a 1,65.
In Europa il 10 anni tedesco lambisce quota zero, l’idea di rilevare rendimenti negativi anche sul decennale è ormai realtà. Non funziona altrettanto bene lo spread contro il 10 anni Italia che torna ad apprezzarsi oltre la
soglia 120 e, diversamente dalle nostre attese, evidenzia il rischio di andare a verificare
quota 160, un vecchio livello che avevamo dimenticato e che invece ora torna a preoccupare. E’ l’unico segnale di contagio verificabile.
Wlademir Biasia