Amleto
Forumer attivo
Sharnin 2 ha scritto:Naturalmente nessuno sa niente di:
-ristoranti cinesi chiusi a più riprese per mancanza assoluta di igiene e per provenienza e natura dubbia di certe carni
-laboratori creati negli scantinati degli edifici
-lavoranti che non figurano da nessuna parte
-operazioni di scarico delle merci fatte in tutta fretta alle prime ore dell'alba nel porto di Napoli... e poi magari sistemate con bolle false e mandate persino in Svizzera...
-merci illegali e contraffatte
Pare che a monte delle multe ci siano controlli dei containers, con merci che risultano illegali all'80% e di conseguenza vengono sequestrate
Corretto quanto scritto sopra e risultato di indagini.
La sensibilità giuridica cinese presenta profili di profonda diversità rispetto a quella italiana (ed occidentale in genere), profili che rientrano spesso all'interno di fattispecie illecite (penali e/o amministrative). L'inserimento di questa sensibilità nel tessuto sociale di una collettività diversa non può pretendere l'applicazione di parametri esistenti nel paese di origine, pena l'inefettività delle norme dell'ordinamento ospitante.
Putroppo essendo l'italia un paese ad alto tasso di illegalità che si avvicina al tipo di legalità esistente in Cina (il binomio illegalità italian-legalità cinese si fonda su profili di diritto minimo) essa facilita l'ingresso e il radicamento di chiunque avverta similitudini ambientali.
L'intervento delle istituzioni forse dormienti forse eccessivamente elastiche comportando un tentativo di ripristino della legalità scatena reazioni di incomprensione da parte di chi era avvezzo prima nel proprio paese e aduso successivamente in Italia a vivere di una propria forma di legalità.
La lettura dell'intervista della signora che sembra essere stata l'origine della rivolta depone in questo senso: è un misto di luoghi comuni, di sfrontatezza, di impermeabilità alla dimensione culturale italiana. Sostenere: 'siamo qui solo per lavorare', non è un affermazione commendevole laddove tale lavoro sia fatto in spregio ad ogni regola: il lavoro di per sè non è un valore, deve avere delle caratterizzazioni che richiamano tanti profili. L'atteggiamento individuale della signora è semplicemente un riverbero in micro dell'atteggiamento usato su scala planetaria dalla madrepatria cinese (e da altre nazioni) che nello scacchiere internazionale considera alcune regole come vessatorie ed inapplicabili al proprio modus operandi.
I problemi sono solo all'inizio laddove si ipotizzi un dominio sempre più esteso della forma di legalità propria della nazione cinese in competizione/contrasto con altre sensibiltà giuridiche.
Saluti