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La Cina vende titoli di stato Usa/ “Abbandonare il dollaro per differenziare riserve”​

Pubblicazione: 17.08.2023 - Valentina Simonetti

La Cina vende i titoli di stato Usa, secondo il China Daily si tratta di una strategia per “differenziare le riserve estere”, ma molti economisti affermano che è una scelta geopolitica​


La Cina sta progressivamente ma anche velocemente riducendo il debito con gli Stati Uniti, in un’ottica di differenziazione delle riserve in valuta estera, ma anche per proseguire sulla strada dell’abbandono del dollaro come valuta principale per gli investimenti.
Questo progetto, come illustrato dal quotidiano China Daily, si inserisce in un piano strategico del governo che prevede di proseguire a vendere i titoli di stato Usa, già calati ai minimi storici con 173,85 miliardi in meno a maggio 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
L’esperto economista dell’Università di Pechino, Tang Yao ha dichiarato al quotidiano che “Mentre altri paesi come la Gran Bretagna ed il Giappone continuano a sostenere il debito Usa acquistando i titoli, la Cina ha intenzione di abbandonare questa strada, non solo per differenziare gli investimenti esteri, ma anche a causa di un atteggiamento autoritario del governo statunitense che continua a sostenere l’egemonia del dollaro a livello globale“.
Anche se molti esperti hanno negato una visone geopolitica dietro questa scelta, altri economisti sono pronti ad affermare che una tra le cause sia proprio dovuta al raffreddamento dei rapporti commerciali che ha causato la diminuzione dell’export verso l’occidente.

La Cina vende i titoli di stato Usa, “contromisura geopolitica per il rallentamento delle esportazioni”​

Il ricercatore di studi economici Zhang Yansheng, ha dichiarato al China Daily che “Il rallentamento delle esportazioni cinesi negli ultimi mesi, verso gli Usa, ha già influenzato il suo surplus commerciale, il che probabilmente ha spinto le autorità a prendere contromisure“. Da qui la decisione di vendere progressivamente i titoli di stato, portandoli ai minimi storici, con la spiegazione ufficiale della volontà di “diversificare gli investimenti”, in realtà anche per “combattere il monopolio del dollaro negli scambi internazionali“.

Questa strategia è iniziata già nel post pandemia da Covid, quando le esportazioni dalla Cina erano scese a livelli bassissimi provocando anche una crisi economica. In un contesto di stabilità quindi, la prossima mossa sarà quella di acquisire più accordi con altri paesi che utilizzano valute alternative al dollaro, per aumentare il valore del Renmimbi. Secondo gli analisti dell’istituto economico di Pechino, la fuga di capitali dagli Stati Uniti rappresenterà anche l’apertura per nuovi mercati, un’opportunità di crescita per nazioni emergenti, nella quale si inseriranno gli investimenti cinesi, attualmente pari a un quarto delle riserve valutarie mondiali.
 

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