ricpast
Sono un tipo serio
I liquidatori erano uomini provenienti da tutta l’ex Unione Sovietica ed impiegati, a scaglioni, per spegnere ed arginare l’esplosione, in pratica per “liquidare” le conseguenze dell’incidente: ripulire la centrale, i villaggi e le strade, spostare con le loro braccia il materiale contaminato, seppellire con le pale quintali di scorie e materiale radioattivi, di lavare con getti d’acqua la struttura della centrale, i palazzi di Pripyat e le case dei villaggi. I primi che intervennero nella centrale si alternarono a turni di 40 secondi, sprovvisti di protezioni ed attrezzatura, per spostare con le mani pezzi di grafite che emanavano, in un secondo e mezzo, la dose che una persona accumula in una vita intera in condizioni naturali.
Furono circa 800.000 persone fra militari e civili, e molti tra loro erano volontari ed anche donne. Tanti morirono subito, altri successivamente tra atroci sofferenze. Per altri ancora, circa 400.000, è cominciato il calvario fra un ospedale e l’altro alle prese con le più svariate patologie tumorali e da immunodeficienza.
Il 26 aprile 1986 era una giornata di sole. Era sabato. In pochi minuti è cambiato il destino di milioni di persone. E’ occorsa una settimana perché si avesse consapevolezza che Chernobyl era un problema del mondo intiero. E’ difficile, ora, immaginare quali sarebbero state le conseguenze se i liquidatori non si fossero sacrificati per spegnere e ricoprire il reattore esploso. Tanti i morti subito, tantissimi successivamente di morte atroce. Tantissimi gli ammalati in maniera grave, il codice genetico di migliaia di persone minacciato.
Le prime vittime che sono sepolte a Mosca si sono trasformate in pezzi di grafite. Il luogo delle loro sepolture è diventato un altro reattore.
Furono circa 800.000 persone fra militari e civili, e molti tra loro erano volontari ed anche donne. Tanti morirono subito, altri successivamente tra atroci sofferenze. Per altri ancora, circa 400.000, è cominciato il calvario fra un ospedale e l’altro alle prese con le più svariate patologie tumorali e da immunodeficienza.
Il 26 aprile 1986 era una giornata di sole. Era sabato. In pochi minuti è cambiato il destino di milioni di persone. E’ occorsa una settimana perché si avesse consapevolezza che Chernobyl era un problema del mondo intiero. E’ difficile, ora, immaginare quali sarebbero state le conseguenze se i liquidatori non si fossero sacrificati per spegnere e ricoprire il reattore esploso. Tanti i morti subito, tantissimi successivamente di morte atroce. Tantissimi gli ammalati in maniera grave, il codice genetico di migliaia di persone minacciato.
Le prime vittime che sono sepolte a Mosca si sono trasformate in pezzi di grafite. Il luogo delle loro sepolture è diventato un altro reattore.