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翠鸟科
:vicini:
scusa ma allora queste sono fandonie? Il governo ha stabilito che nessun azionista potrà possedere più del 3% della Banca Centrale (5% il tetto inizialmente previsto). E così Intesa e Unicredit, che insieme hanno in mano più del 64% del capitale, oltre a rivalutare contabilmente le loro quote, che erano iscritte in bilancio a un valore inferiore di quattro-cinque volte, dovranno metterle sul mercato. E se nessuno si farà avanti per comprarle, non c’è problema. Il governo Letta ha infatti dato facoltà alla stessa Banca d’Italia di ricomprarle e tenerle temporaneamente in mano fino all’arrivo di nuovi e adeguati compratori. Dunque rivalutazione contabile più moneta sonante in arrivo per i due istituti, che si presenteranno così agli esami della Bce dotati di un comodo cuscinetto. Sconto, poi, sulle uscite che dovranno sostenere: le tasse sulla pluvalenza a carico degli azionisti sono state fissate al 12%, contro il tradizionale 20% e il 16% inizialmente previsto, che significa un gettito inferiore di circa 370 milioni.
per altro vi e' traccia anche nel documento di cui al link http://www.ecb.europa.eu/ecb/legal/pdf/it_con_2013_96_f_sign_2.pdf
6. Acquisto di quote proprie
Come già precisato, il decreto legge contempla, altresì, previsioni che autorizzano Banca d’Italia ad
avviare, su base temporanea, operazioni di acquisto delle proprie quote presso azionisti che detengano
partecipazioni superiori al 5% del capitale della Banca d’Italia. La BCE prende atto che la possibilità,
per Banca d’Italia, di effettuare tali operazioni, può comportare un trasferimento di risorse finanziarie
agli azionisti. Le modalità di tali operazioni non sono definite nel decreto legge, tuttavia esse, per
quanto di carattere temporaneo, dovranno essere conformi a tutte le pertinenti normative dell'Unione.
Il presente parere sarà pubblicato sul sito della BCE.
Fatto a Francoforte sul Meno, il 27 dicembre 2013.
[firmato]
Il presidente della BCE
Mario DRAGHI
apparte lo scherzo del voi


quello che dicevo:
ci sono diciamo 50 soci paritari: ciascuno ha il 2% di una società che vale 100.000, iscrivono in bilancio ( criterio OIC del valore patrimoniale) ciascuno un valore di 2.000 ( 2.000*50=100.000 )
rivaluto ( vietato rivalutare, si può fare solo ex lege o in casi particolarissimi che qui escludiamo dalla analisi)
rivaluto gli asset della partecipata di 50.000, nuovo valore partimoniale +50.000 = 150.000
nuovo valore da iscrivetre in bilancio di ciascun socio: 3.000
3.000*50= 150.000
ma ciascuno mantine il 2% exatto
il +1.000 va a coprire altre voci del passivo, e a riequilibare le % patrimoniali
semmai qui c'è da vedere la differenza tra i soldi effettivamente versati dalle banche ( veri) e la rivalutazione delgli asset ( sulla carta )
per riprendere il discorso di Ignà, e stiracchiando ( troppo) diciamo che
la casa di Ignà vale 200.000 e paga 1.000 di imu
lo stato generosamente rivaluta gli estimi:
la casa di Ignà ora vale 300.000 e ora pagherà 1.500 di Imu
secondo il M5S, Ignà è grato del regalo che gli viene fatto





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