QUANDO DEUTSCHE BANK FALLISCE, COSA SUCCEDERA’

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QUANDO DEUTSCHE BANK FALLISCE, COSA SUCCEDERA’
Maurizio Blondet 20 Novembre 2019 52 commenti
QUANDO DEUTSCHE BANK FALLISCE, COSA SUCCEDERA' — Blondet & Friends


“La Deutsche fallirà e farà colare a picco l’Europa?”. E’ il titolo che dà al suo ultimo pezzo Charles Sannat: economista interessante perché “interno” al potere (piani alti di Paribas) e pratico della speculazione finanziaria, ma nello stesso tempo critico del sistema.
Ora, senza tacere l’ombra torreggiante della disastrata banca tedesca, Sannat cerca di dare risposte il più possibile oggettive sulla realtà del pericolo, da pratico.

La biografia di Charles Sannat:
“Diplômé de l’Ecole Supérieure du Commerce Extérieur et du Centre d’Etudes Diplomatiques et Stratégiques. Il commence sa carrière en 1997 dans le secteur des nouvelles technologies comme consultant puis Manager au sein du Groupe Altran – Pôle Technologies de l’Information-(secteur banque/assurance). Il rejoint en 2006 BNP Paribas comme chargé d’affaires et intègre la Direction de la Recherche Economique d’AuCoffre.com en 2011”. .



Riporto le sue valutazioni.

La Deutsche Bank in cifre – Il bilancio Deutsche è calato considerevolmente, passando da più o meno 1200 miliardi a più o meno 800. Le attività di trading per conto proprio sono gestite ad estinzione e passano da 600 a 300 miliardi di euro.
“Il rischio massimo per Deutsche è stimato in 1515 miliardi di €. E’ stata creata una struttura per alloggiarvi gli “attivi andati a male”… ossia 75 miliardi € nella prima fase. Ne seguiranno altri.
“Infine i prodotti derivati ammontano a – rataplan – 45 mila miliardi di euro: sì avete letto bene, 45 mila miliardi”.

C’è di che essere inquieti, ma non terrorizzati”, dice Sannat. Perché se i 45 trilioni di derivati sono una quantità astronomica, “è un ammontare “nozionale” che (secondo lui) “non rappresenta il rischio finale finanziario incorso dalla banca”.

Per lui, “l’esposizione massima al rischio” resta “1515 miliardi di €: una somma che è alla portata della BCE, la Banca Centrale Europea, il cui bilancio è già [dopo tutti i quantitative easing] di 4 mila miliardi di euro. Data la situazione, nel caso peggiore, aggiungere a quel bilancio 1500 miliardi non cambierà strettamente niente della situazione macro-economica”.[chissà perchè i soldi per DB si trovano ma per il debito italiano NO!]

Riporto il parere di Sannat, attenzione, non mio. Ma Sannat è un uomo di mondo (di quel mondo) e non si spaventa. Aggiungendo 1500 miliardi al bilancio BCE, dice
L’euro calerà del 10 per cento sul dollaro. Donald Trump -o il suo successore – strillerà; domanderà alla Fed, la sua banca centrale, di produrre altri dollari per calarlo; le cose si aggiusteranno … continueranno ad andare nello stesso senso”:

Il senso in cui sono andate fino ad oggi, dopotutto.
E dove porta questa direzione?
Alla crisi monetaria!”, esclama l’analista-principe di Paribas.

“si stanno rimpiazzando tutte le crisi economiche, di borsa, di azioni ed obbligazioni, col gonfiamento di tutti gli attivi, che forma la Bolla di Tutto. Le banche centrali salveranno tutte le banche che vacilleranno per evitare il collasso. In fin dei conti, la moneta si erode, perché per evitare il peggio, ci vuole ogni volta più denaro”.
Denaro creato da nulla, come quello che già hanno creato Draghi e l’americana Fed.

“Andiamo verso una crisi monetaria che sarà l’ultima tappa di questa crisi che dura da dieci anni. Questo è lo scenario favorevole”.
Questo sarebbe lo scenario favorevole?!
E quello non favorevole allora?
“Per gli altri casi, in caso di problema, di incidente, in caso d’impotenza delle banche centrali o, peggio, di esplosione dell’euro, dell’eurozona, e di ritorno en catastrophe alle valute nazionali , le cose possono finire molto male, è chiaro”:

“Ma per il momento, nonostante i cadaveri finanziari che la Deutsche Bank conserva nei suoi armadi, malgrado le sue fragilità monumentali, non c’è ragione di temere che la banca tedesca affondi: perché sarà salvata per scongiurare il peggio.
Ciò non vuol dire che i suoi clienti non perderanno denaro.
Ma la Deutsche Bank sarebbe salvata”.
Banque. Faillite de la Deutsche Bank et garantie européenne des dépôts

Riporto questi passi come indice di una mentalità. La mentalità vigente nel mondo della finanza che dispone delle banche centrali come cosa sua: Deutsche Bank sarà salvata, la sua dimensione è alla portata della BCE, pagheranno gli stati, pagheranno i correntisti, ma non ci spaventiamo per 1500 miliardi; certo, degrada la moneta, e si finisce nella crisi monetaria finale, ma per adesso non c’è da terrorizzarsi.

Registro la disinvoltura mentale con cui il capo delle ricerche economiche di Paribas si libera dei 43 mila miliardi di derivati nella Deutsche. Forse c’è un accordo fra banchieri a considerarli non solo nozionali, ma fittizi?
E la mentalità dei kapò di quel “campo di concentramento finanziario gestito da una burocrazia legibus soluta”, secondo la plastica definizione di Giancarlo Palombi di La Verità dell’Europa della finanza.
Resta che per quel mondo, dopotutto, Deutsche Bank è “piccola”. Le dieci prime banche europee addizionate non raggiungono le dimensioni di J P Morgan.
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Comunque sia, le mezze ammissioni di Sannat ci dicono che davvero stanno preparandosi a questo, e lo dimostra l’improvvisa accettazione tedesca ad accettare l’assicurazione europea sui depositi, a cui Berlino s’è sempre opposta per “non pagare i default delle banche meridionali”; la veloce e semi-segreta riforma del MES, è un altro indizio del gran preparativo.

Del resto, forse il salvataggio è già in corso.
La Fed sta segretamente salvando una grande banca?
si domandava un articolo su Zero Hedge il 16 novembre: notando come da un mese, la banca centrale USA inietta a botte di 120 miliardi a notte nel mercato dei finanziamenti interbancari a brevissimo termine. E’ quel mercato in cui le banche del mondo si prestano liquidità a tassi bassissimi: è un mercato enorme, liquidissimo, scorrevole; solo che la notte del 16 ottobre scorso, improvvisamente il tasso richiesto per prestare liquidità è salito al 10%, cifra mai vista: segnale che le banche non si fidano a prestarsi denaro, perché ce n’è una – almeno una – che sanno che sta per andare in bancarotta.
Il fiume dei soldi si è bloccato, e la Fed ha dovuto creare dal nulla decine di miliardi per farlo di nuovo scorrere.

Il guaio è che la Fed continua a farlo anche adesso: “Queste iniezioni non sono più un’anomalia ma la norma, sintomo che c’è un problema molto più pericoloso nell’economia”, ha scritto Daniel Lacalle del Mises Institute: “ le misure monetaria non convenzionali delle banche centrali, la manipolazione dei tassie della liquidità, hanno creato una bolla più grande di quanto ciascuno di noi possa immaginare”.
Is The Fed Secretly Bailing Out A Major Bank?

Già. E’ possibile che la FED con le sue mega iniezioni stia “salvando” Deutsche. Ma se invece fosse JP Morgan, dieci volte più grande?
Il mondo della finanza globale dove Usa e Cina hanno accumulato debito su debito in accelerazione senza precedenti nell’ultimo anno (la Bolla di Tutto) è pieno di entità prossime a fallire, diffondendo il disastro al resto dell’economia globalizzata intercomunicante.

“Alla prossima recessione, l’Europa sarà colpita da una ondata di insolvenze più grande rispetto la crisi finanziare del 2008, dato il gran numero di imprese il cui debito è valutato “spazzatura” dalle agenzie di rating”, ha messo in guardia Moody’s: “Il numero delle ditte europee che hanno rating B-3 (spazzatura, alle quali per prestare denaro la finanza chiede interessi molto alti, e a cui nella prossima recessione no presterà- nulla ) è raddoppiato in soli tre anni”. Il motivo?
Le banche centrali coi tassi a zero e sottozero, hanno consentito la sopravvivenza di imprese-zombi che possono indebitarsi con poco, data anche la fame di rendimenti della finanza, che deve cercare rendimenti più forti, appunto prestando alle imprese-spazzatura).
Un colossale circolo vizioso.

A cui, come mostra la mentalità di Sannat, i padroni del vapore finanziario pensano di poter far fronti –con sempre nuove interventi della “loro” banche centrali.

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Ne è dimostrazione quello che ha proposto Madis Mueller, il banchiere centrale dell’Estonia; che è, a 42 anni, il più giovane nel consiglio direttivo della BCE. A settembre, Mueller ha votato contro la decisione dell’allora BCE Mario Draghi di riprendere gli acquisti di titoli pubblici dei paesi dell’euro, come i tedeschi, gli olandesi, i baltici. Adesso lo stesso giovanotto ha proposto che la BCE, se le cose vanno veramente male, compri addirittura azioni di imprese private. Insomma la banca centrale finanzi direttamente le società per azioni europee – imprese zombi – con denaro creato dal nulla. Come già stanno facendo Giappone Svizzera, ha ricordato il giovanotto.
E’ maturato molto, stando nel consiglio BCE. Ha visto qualcosa che gli ha fatto perdere i capelli, ma ha acquisito anche la mentalità dei custodi del lager finanziario: possiamo farcela, siamo onnipotenti, manteniamo tutte le imprese-

EZB-Ratsmitglied deutet erstmals Aktienkäufe durch die Zentralbank an


 
l messaggio della Deutsche Bank all’Italia: “Roma ha bisogno del Mes”
…il “pizzino” spedito dalla Deutsche Bank all’Italia per bocca del capo economista dell’istituto tedesco, David Folkerts-Landau, che sulle pagine del Financial Times ha sottolineato di cosa avesse bisogno l’italia per far fronte a uno scenario apocalittico: “Un’altra crisi del debito sovrano nell’ area euro è inevitabile, a meno

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GERMANIA: DEUTSCHE BANK APPLICA GLI INTERESSI NEGATIVI AI NUOVI DEPOSITI
GERMANIA: DEUTSCHE BANK APPLICA GLI INTERESSI NEGATIVI AI NUOVI DEPOSITI


La Deutsche Bank di Francoforte introdurrà presto tassi di interesse negativi sui grandi depositi presso le proprie filiali in Germania ed in quella della sua controllata Postbank. “La continua pressione dei tassi di interesse negativi rende necessario che Deutsche Bank addebiti le commissioni di custodia per i nuovi contratti per depositi elevati con valore oltre i 100.000 EUR per conto dal 18 maggio 2020“, ha detto a Handelsblatt un portavoce dell’istituto. La commissione di custodia dovrebbe ammontare allo 0,5 percento e quindi corrispondere alle commissioni che la Banca centrale europea (BCE) addebita alle banche per i soldi che le banche depositano overnight.

“Questo ci aiuta dal punto di vista degli utili, ma soprattutto aiuta a prevenire ulteriori afflussi di depositi particolarmente elevati che ci costano denaro”, ha scritto Manfred Knof, responsabile per i clienti privati della banca . Ciò vale “specialmente nel caso in cui altre banche peggiorino ulteriormente le loro condizioni e i loro clienti quindi cerchino un’alternativa per i loro depositi presso di noi”.


Le nuove condizioni peggiorative varranno solo per i nuovi conti e non per i clienti esistenti, ma sono indicative di un trend che, partito dalla Svizzera , si sta allargando alla Germania. Le banche cercano, per quanto possibile, di NON avere liquidità che diventa sempre più un rischio. Prima del COVID molti istituti tedeschi approfittavano di un allentamento delle regole per depositare in banche italiane, ma ora, con la crisi che pende come una spada di Damocle, vedremo i depositi crescere sempre più.
 
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I dirigenti (sono alcune centinaia) del più grande istituto tedesco di credito hanno chiesto di rinunciare al proprio stipendio mensile.
I problemi di questo istituto sono cominciati già nel 2016, l’anno scorso la banca ha annunciato tagli del personale per 18.000 persone.

Il fallimento di Deutsche Bank potrebbe generare una crisi senza precedenti nell’Unione europea in quanto questo istituto di credito è il maggiore detentore di obbligazioni di Stato italiane, spagnole e di altri Paesi europei in difficoltà economica.
Contribuzioni volontarie

Per il mese di maggio i dirigenti della principale banca tedesca non percepiranno alcunché. Formalmente sono stati loro stessi a rifiutare di percepire lo stipendio per aiutare l’economia colpita dalle perdite derivanti dalla pandemia di coronavirus. In realtà, come ha spiegato agli investitori il direttore esecutivo di Deutsche Bank (DB) Christian Sewing, “questa decisione rientra nel programma avviato dalla banca per ridurre le spese”.
E nell’intervento rivolto ai collaboratori Sewing, ricordando che “si tratta di una misura da adottare su base volontaria, nello spirito di imprenditorialità e in linea con i principi di gestione aziendale”, ha chiesto ai collaboratori dipendenti di considerarsi “proprietari responsabili dell’impresa”. In altre parole, ha chiesto loro di tagliare le proprie entrate per salvare la banca dal collasso.
Nel 2016 la DB ha comunicato di aver subito perdite nette per circa 7 miliardi di euro e perdite in derivati per la cifra record di 42.000 miliardi. Come punto di riferimento per interpretare la cifra si consideri che il PIL globale della Germania si attesta a circa 3.000 miliardi di euro. Mentre il valore reale della maggior parte dei derivati accumulati dalla banca è pari a zero.
Nel 2018 il FMI ha classificato la DB come “la principale fonte di rischio tra le maggiori banche mondiali” in quando il settore finanziario tedesco svolge un ruolo cardine nell’economia globale. Ma allora la DB era implicata nello scandalo dei Panama Papers: infatti, com’è emerso, la banca aveva aiutato i clienti a evadere il fisco e a trasferire denaro offshore.
Nel 2019 la DB ha tentato di risolvere i problemi finanziari mediante la fusione con Commerzbank. Tuttavia, l’ente regolatore tedesco ha evidenziato l’inappropriatezza di tale affare che avrebbe messo in crisi anche la seconda maggiore banca del Paese. Infine, nell’estate dello scorso anno Zewing ha annunciato una ristrutturazione di questo gigante finanziario che prevede il licenziamento di 18.000 collaboratori entro il 2022.
“Mi dispiace che per risanare la nostra banca siamo costretti a ricorrere a ingenti tagli”, ha osservato il direttore esecutivo. Ma, stando a Zewing, questo “viene fatto per garantire gli interessi a lungo termine della banca”, pertanto bisogna agire in maniera decisa.
Ad ogni modo la DB ha concluso il 2019 ancora in perdita: 5,7 miliardi di euro.
Nel primo trimestre di quest’anno il segno è rimasto negativo per un totale perso di 43 milioni di euro. A partire da gennaio 2018 le azioni della DB si sono deprezzate di circa la metà: da 19,5 a 9,3 $ ad azione.
Una bomba a orologeria per l’UE
Quest’anno si prevedono tagli sulle spese di 2 miliardi di euro per arrivare a tagli complessivi di 19,5 miliardi. Tuttavia, già nel primo trimestre la DB ha speso 5,6 miliardi.
Se l’istituto continuerà su questa linea, spenderà il 15% di quanto consentito. I dirigenti stanno ricorrendo a misure straordinarie come l’invito ai collaboratori di lavorare gratuitamente.
Ma comunque la DB potrebbe essere interessata da un nuovo duro colpo. Le autorità statunitensi ritengono che la banca abbia contribuito alle speculazioni di Jeffrey Epstein, arrestato l’estate scorsa per abusi sessuali e, secondo la versione ufficiale, suicidatosi nell’istituto penitenziario federale dov’era detenuto. È emerso che la DB non solo avrebbe concesso a Epstein numerose linee di credito, ma gli avrebbe anche aperto decine di conti intestati a nominativi di fantasia.
“Siamo dispiaciuti per esserci legati a Epstein”, ha dichiarato ai giornalisti il portavoce di DB Daniel Hunter. Tuttavia, come riporta The New York Times, il dipartimento ai servizi finanziari di New York intende già questo mese annunciare l’imposizione di gravi sanzioni contro la banca tedesca.
Molti esperti sono convinti del fatto che DB sia una bomba a orologeria che presto genererà una moltitudine di problemi all’intera economia europea. “La banca sta perdendo soldi a una velocità impressionante”, scrive nel suo blog l’analista finanziario statunitense Michael Snyder.
Secondo quest’ultimo, oggi DB sarebbe “uno zombie che zoppica finché qualcuno non lo libererà dalle sue sofferenze”. Ad ogni modo l’analista ritiene che il fallimento della principale banca europea si rivelerà per il sistema finanziario globale una catastrofe di gran lunga peggiore rispetto al crollo di Lehman Brothers del 2008.
“La Germania è un collante che tiene insieme l’UE. Se la banca principe del sistema finanziario di questo Paese viene meno, si produrrà molto velocemente un effetto domino”, sostiene. “Di conseguenza, l’Unione europea intera vivrà una fortissima crisi”.
Concorde sul punto è anche il noto investitore statunitense Jim Rogers: “Se Deutsche Bank fallisce, l’UE si sfalda perché la Germania non potrà né vorrà più sostenere l’Unione europea”.

Infatti, la DB è il maggiore detentore al mondo di obbligazioni di Stato italiane, spagnole, portoghesi e di altri Paesi europei in difficoltà economica.
Qualora la situazione finanziaria di questo istituto di credito peggiori, la banca sarà costretta a svendere questi titoli a prezzi ben poco vantaggiosi. Questo priverà i Paesi europei più poveri della possibilità di attrarre nuovi prestiti. L’esito più probabile di questo scenario è il crollo dell’eurozona prima e dell’intera Unione europea dopo.
 

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