Non voto da 25 anni alle politiche, come liberale non mi sono mai sentito rappresentato da nessuno in Italia. Meno che mai da berlusconi, che per storia
personale, filosofia di vita, modo di comunicare, strategia politica da sempre
giudico il soggetto più antiliberale che esista, con in più l'aggravante di essere
un millantatore e quindi di avere usurpato le mie idee e di averne fatto scempio.
Ho salutato monti come l' ultima speranza per questo paese e mi dispiace dover constatare di essermi sbagliato.
Sono abituato, come liberale e perciò in qualità di persona priva di pregiudizi con riguardo a classe sociale, censo, istruzione, a formarmi un' opinione delle
persone in base ai fatti concreti e nient'altro.
La faccio corta per non annoiare troppo e per mancanza di tempo, ma chi pensa (come Monti) di salvare un paese sul quale il prelievo fiscale incide per
il 45% del pil inventandosi delle nuove gabelle che vanno a gravare sempre sugli stessi, e contemporaneamente lancia una campagna mediatica antievasione senza avanzare delle iniziative serie e
concrete per abbassare l'imposizione fiscale che sulle pmi sfiora il 70% (settanta per cento), non può definirsi nè rigorista, nè equo, nè serio.
Cavalcare l'onda del malcontento e creare degli obiettivi da additare al pubblico disprezzo, tra cui c'è anche la nostra categoria, non è il modus
operandi di quello che per me dovrebbe essere uno statista, soprattutto di un
riformatore che, al di là delle chiacchiere, ha un potere che in Italia nessuno ha mai avuto. Nessuno in Italia può staccargli la spina senza addossarsi la responsabilità politica del default che ne seguirebbe, nessuno ne avrebbe il coraggio. Sua Grazia si trova nella invidiabile posizione di poter fare ingoiare qualunque cosa a chiunque. Ciò che fa e soprattutto ciò che non fa è solo frutto delle sue convinzioni e capacità e sia l'esordio che il prosieguo, parere personale, vanno in una direzione che a me non piace per niente.