L'Italia non corre come i big europei
Le grandi multinazionali si sono già lasciate alle spalle la crisi innescata dalla finanza. La panoramica fornita dallo studio di R&S-Mediobanca, che copre 375 gruppi dell'industria e dei servizi di tutto il mondo, rivela che il giro d'affari dei big internazionali è a un passo dall'agguantare i livelli del 2008, ma quanto a redditività il calendario è già stato riportato indietro di due anni (e i dati del primo trimestre di quest'anno confermano il trend). Ma in questo quadro roseo sono le multinazionali tricolori l'eccezione in negativo.
Il recupero del 2010
A livello globale, la crescita dei ricavi per le multinazionali industriali è stata del 15,2% lo scorso anno. L'Europa è cresciuta più del Nord-America - +15,4% contro +13,8% - ma è l'area emergente russo-asiatica a dare stacco a tutti con un incremento del fatturato del 27,6%. Anche il resto del mondo - Africa, Sud-America e Australia - si è dato da fare con un progresso del 20,5%. Risultato: rispetto all'ultimo esercizio pre-crisi - quello del 2008 - il livello delle vendite è sotto di appena il 5% in Europa e del 7% in Nord-America, mentre Russia e Asia hanno spiccato il volo con il 23% dei ricavi in più di due anni fa. Già complessivamente in linea con il 2008, invece, il livello dei profitti, misurato dal rapporto utile/fatturato che è del 9,5% nell'America settentrionale, del 7,4% in Europa, del 12,1% nell'area russo-asiatica. Sono però le multinazionali a stelle e strisce a vantare un Roe da far invidia: 24,5% di return on equity contro il 17,9% dei gruppi del Vecchio continente e il 19,8% degli orientali.
Le cifre dei ricavi in realtà sono gonfiate dal fatturato energetico, grazie al petrolio salito alle stelle, ma ovunque il Roe della manifattura è comunque superiore a quello dell'industria petrolifera.
Il bello della ripresa multinazionale è che gli anni di crisi non sono stati vissuti da cicala, bensì da formica, cosicchè la struttura patrimoniale di questi