Analisi Intermarket ....quelli che.... Investire&tradare - Cap. 1

Stato
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... gruppi ne è uscita rafforzata. Sono infatti aumentati i mezzi propri e saliti solo marginalmente, o addirittura scesi, i debiti. Dal 2009 al 2010, il patrimonio netto delle società prese in rassegna nello studio è aumentato del 14,7% in Europa, del 13,6% nell'area russo-asiatica e del 10,4% nel Nord-America. I debiti finanziari, che sono scesi del 3,1% a livello delle multinazionali del Vecchio Continente, sono aumentati solo del 2,3% in America e del 3,9% in Asia. Con un rapporto debt/equity, del tutto sotto controllo, pari a 0,6 in Europa, a 0,4 tra Usa e Canada a 0,3 nell'area russo-asiatica che, sotto questo profilo, è la più virtuosa, forte di un grado di patrimonializzazione - misurato in percentuale sul totale dell'attivo - che supera il 60% contro il circa 40% delle altre due macro-zone.
Il tutto condito da una consistente scorta di liquidità: attive su questo fronte soprattutto le società nordamericane che tra titoli negoziabili e cash hanno messo da parte somme equivalenti al 70% dei loro debiti finanziari, mentre le europee si sono accontentate del 38%. Le multinazionali d'oltre Atlantico hanno accelerato più delle europee sugli investimenti (+7,9% lo scorso anno contro +3,1%), riuscendo nel contempo a dar più fiato all'occupazione, con un aumento del numero dei dipendenti del 4% che si confronta con la modesta variazione dello 0,6% delle società europee.

La conferma del primo trimestre
È targata Europa la conferma del trend di ripresa, registrata dal comparto nel primo trimestre di quest'anno. Le multinazionali del Vecchio continente infatti hanno visto salire i ricavi del 17,2% rispetto a 12 mesi prima, mentre le società statunitensi e canadesi hanno segnato un aumento del 13,4%. Sui profitti resta però avanti il Nuovo continente con il margine operativo netto sul fatturato del 16% che si confronta col 12% dell'Europa e un'incidenza dell'utile netto del 10% contro l'8%.

A muoversi con più dinamismo sono stati i settori
 
... dell'alimentare (+25,3%), dell'energia (+24,4%), di pneumatici e cavi (+19,8%) e della metallurgia (+17,5%). Al palo, per contro, meccanica (+2,3%) ed elettronica (-1,4%). La marginalità rispetto al mon (margine operativo netto) risulta in miglioramento in sei settori su dodici, rispetto all'utile netto in dieci settori.
Prosegue anche il trend di rafforzamento patrimoniale con la riduzione dei debiti finanziari, scesi in media dal 66,3% al 64,4% dei mezzi propri, un fenomeno interamente attribuibile alle multinazionali europee (dall'85,2% all'81,8%) che però partono da basi più elevate rispetto alle nordamericane (sostanzialmente stabili al 42,7%).

Il problema Italia
In questo contesto restano indietro le multinazionali manifatturiere italiane che lo scorso anno sono cresciute del 9,3% in termini di ricavi, meno della media continentale che è stata dell'11,4% e assai meno delle consorelle tedesche che hanno ampliato il giro d'affari del 17,6%. Anche il margini sono cresciuti meno: +30,3% il margine operativo netto contro il +47,7% europeo, con un'incidenza sul fatturato del 5,4% che è la metà della media continentale (10,5%). Peggio ancora se si guarda all'ultima riga del conto economico: l'utile netto delle multinazionali tricolore è pari solo all'1,9% contro il 7,8% europeo. Un minimo assoluto per i big della Penisola, che nel 2000 vantavano un'incidenza dell'utile netto sul fatturato dell'6,6%. E il Roe, dell'8% nel 2010, è meno della metà della media continentale del 18,9%.

Sotto il profilo patrimoniale, il drappello italiano è connotato da un maggior ricorso al debito ‐ 1,2 volte i mezzi propri contro la media europea di 0,7 ‐ ma da una notevole provvista di liquidità ‐ 25,6 miliardi contro i 50,5 miliardi di debito finanziario aggregato. Le maggiori disponibilità di cassa e titoli sono in capo a Exor (17,1 miliardi), Finmeccanica (1,9), Parmalat (1,4), Danieli (1,4) e Cofide (1 miliardo).

Complesso identificare le cause
 
... dell'anomalia italiana, ma si può notare che, rispetto a tutti gli altri Paesi, l'assetto dell'aggregato tricolore è centrato sul settore dei mezzi di trasporto (Fiat e Finmeccanica, nello specifico) che pesa per oltre la metà dei ricavi complessivi. L'Italia multinazionale è assente invece dal settore anticiclico della farmaceutica e anche dall'elettronica. Prendendo a riferimento il fatturato complessivo delle multinazionali europee, l'Italia pesa solo per il 6,9%, percentuale che si ridurrebbe di un terzo se la Fiat cambiasse bandiera.
Le classifiche
È sempre Toyota, dal 2005 in vetta, la più grande multinazionale al mondo con un totale dell'attivo di 269 miliardi. Nella top ten si trovano due società Usa, quattro europee, una giapponese, una russa (Gazprom), una cinese (Petrochina) e una brasiliana (Petrobras): otto di queste sono attive nel comparto dell'energia, due (oltre a Toyota c'è Volkswagen) nell'auto. Trent'anni fa in classifica era rappresentato solo l'Occidente e c'era anche un'italiana (Fiat). Oggi per trovare una multinazionale tricolore bisogna scendere al 13-esimo posto occupato dall'Eni, mentre la Fiat, che è 32-esima, salirebbe al 19-esimo posto considerando anche Chrysler. A distanza, segue Finmeccanica nella 104-esima posizione della classifica generale.

A livello settoriale, Eni è la nona compagnia petrolifera al mondo, dopo Total e prima di Conoco; Fiat è la nona casa automobilistica, dietro a Gm e Renault che però scavalcherebbe, piazzandosi in settima posizione, con Chrysler.
 
... dell'anomalia italiana, ma si può notare che, rispetto a tutti gli altri Paesi, l'assetto dell'aggregato tricolore è centrato sul settore dei mezzi di trasporto (Fiat e Finmeccanica, nello specifico) che pesa per oltre la metà dei ricavi complessivi. L'Italia multinazionale è assente invece dal settore anticiclico della farmaceutica e anche dall'elettronica. Prendendo a riferimento il fatturato complessivo delle multinazionali europee, l'Italia pesa solo per il 6,9%, percentuale che si ridurrebbe di un terzo se la Fiat cambiasse bandiera.
Le classifiche
È sempre Toyota, dal 2005 in vetta, la più grande multinazionale al mondo con un totale dell'attivo di 269 miliardi. Nella top ten si trovano due società Usa, quattro europee, una giapponese, una russa (Gazprom), una cinese (Petrochina) e una brasiliana (Petrobras): otto di queste sono attive nel comparto dell'energia, due (oltre a Toyota c'è Volkswagen) nell'auto. Trent'anni fa in classifica era rappresentato solo l'Occidente e c'era anche un'italiana (Fiat). Oggi per trovare una multinazionale tricolore bisogna scendere al 13-esimo posto occupato dall'Eni, mentre la Fiat, che è 32-esima, salirebbe al 19-esimo posto considerando anche Chrysler. A distanza, segue Finmeccanica nella 104-esima posizione della classifica generale.

A livello settoriale, Eni è la nona compagnia petrolifera al mondo, dopo Total e prima di Conoco; Fiat è la nona casa automobilistica, dietro a Gm e Renault che però scavalcherebbe, piazzandosi in settima posizione, con Chrysler.


Ringraziamo ancora e profondamente il "benedetto" di nome ma non di fatto...grazie per averci tolto l'Olivetti...grazie ancora, un super imprenditore. :wall:
 
Ringraziamo ancora e profondamente il "benedetto" di nome ma non di fatto...grazie per averci tolto l'Olivetti...grazie ancora, un super imprenditore. :wall:

L Olivetti !!! mamma mia quanti soldi mi ha fatto fare
quel titolo nel bull market..
Che tempi :wall:






Vedo intanto che al NYSE si stanno divertendo a salire forte :D

vabon vado a farmi due spaghetti

bye
 
L Olivetti !!! mamma mia quanti soldi mi ha fatto fare
quel titolo nel bull market..
Che tempi :wall:






Vedo intanto che al NYSE si stanno divertendo a salire forte :D

vabon vado a farmi due spaghetti

bye

Merdeccani scatenati.

Per l'Olivetti, pensa un pò se non fosse stata smantellata e regalata, la via, all'IBM!!! il primo vero calcolatore era nostro!!!!

Quello che mi stupisce non è l'aver fatto danni consapevolmente, eravamo perdenti ergo sottomessi, ma che oggi sta gente giri ancora come NUMERO 1 e pure dalla parte del lavoratore si mette!!!!!

bà, comunque cani in tiro di nuovo, per adesso siamo in linea, almeno con loro, rimaniamo Noi...ci diamo una mossa ??? :ciao:
 
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