Riguardo al meeting, sono cresciute le attese per un “outcome” forte e da più parti viene sottolineato il rischio che i mercati rimangano delusi.
Una news interessante è rappresentata dalla proposta, riportata dal FT, di creare un rescue fund con maggiori risorse facendo sì che sia possibile per l’European Stability Mechanism (ESM) di operare in parallelo con l’EFSF (in sostanza, la vita dell’EFSF sarebbe allungata oltre metà 2012, quando avrebbe dovuto lasciare il posto all’ESM). Questo, assieme ai fondi provenienti dall’IMF, potrebbe creare una massa critica in grado di supportare periferici come Italia e Spagna.
Proprio l’EFSF è stato messo in negative watch da S&P, ed è la conseguenza della revisione sul rating dei 15 Sovereign Europei. L’impatto di un massiccio dovrngrade di Stati e EFSF a rigor di logica dovrebbe avere un impatto su corporate e soprattutto banche. Eventuali downgrades implicano maggiori haircut e hanno il potenziale per accelerare il processo di deleveraging, ma nonostante tutto il mercato non ha reagito alla notizia, e viene da chiedersi come mai. Secondo i nostri economisti è addirittura un fattore positivo, perché aggiunge pressione sulla politica affinchè siano prese le necessarie misure per contrastare la crisi, anche a costo di scontentare alcuni elettorati nazionali.
Oggi l’ECB condurrà l’operazione di rifinanziamento a 3M in USD: fino ad ora l’uso di questa facility era stato molto limitato, il risultato dell’asta di oggi darà un’idea di quanto il recente stress abbia impattato sulla capacità delle banche europee di reperire funding in dollari.
Ieri i tassi di Germania e Francia sono saliti per l’annuncio di S&P, mentre il Portogallo ha avuto una performance molto forte: i PGB avevano allargato molto nei confronti dell’Irlanda, forse troppo, e il movimento può essere frutto della chiusura di alcuni corti. La ragione di quest’underperformance passata risiede nel fatto che il paese lusitano ha un rating non-IG da parte di 2 agenzie su 3, ed è quindi stato espulso da molti “sovereign indices”. Ora anche l’Irlanda rischia di perdere lo status di IG: potrebbero materializzarsi un’ondata di vendite forzate su questo debito.