Analisi Intermarket ....quelli che.... Investire&tradare - Cap. 2

Breve aggiornamento del nostrano...

si conferma il quadro evidenziato ieri, grazie al completamento del setup, perciò trend ribassista di breve con probabili minimi più bassi, valido comunque tutto quanto detto ieri sui rimbalzi, etc, che non sto a ripetervi.

E' però opportuno sottolineare un fatto: il fuzzi è il solo benchmark ad avere questa configurazione, ossia setup + tdst rotto.
Gli altri indici europei no, i loro supporti sono posizionati più in basso e quindi, per adesso, per loro si ipotizza solo ritracciamento e non (ancora) inversione.

Considerata però la decorrelazione fra noi e il resto del creato, la questione non sarebbe così rilevante se non interessasse anche un sottoindice nazionale che personalmente guardo con grande attenzione, quello delle banche.

Nei grafici si può vedere la situazione grafica del ftse banche, anche a confronto col ftse mib.
Evidente la differenza: buy setup incompleto e prezzi ancora al di sopra del supporto tdst a 8722 per i bancari, con lampante discrasìa rispetto al fib (o, almeno, lampante ritardo).
Situazione quindi da monitorare attentamente, per vedere se qualcuno mente e, nel caso, chi.
 

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interessante grafico (fonte: bankitalia) sull' evoluzione :rolleyes: del debito pubblico nel 2011 - 12 - 13.

Bello :eek: il confronto fra lordo e netto degli aiuti all' UEM, c'è una bella forbice di una 50na (a spanne) di miliardi, versati più o meno per sentirsi dire che forse sono fatti in parte in violazione di costituzioni varie, comunque per noi non avrebbero molto senso perchè insufficienti, in ogni modo sarebbero utilizzabili a discrezione di qualcun altro, e però intanto gravano sui conti pubblici, sul debito e sul costo del suo servizio.

La forbice, ovviamente, si è allargata nel 2012, neanche a dirlo :-o
 

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Usa: crediti d'imposta gonfiano i profitti trimestrali delle societa' (WSJ)

Per Google aliquota effettiva pagata scesa dal 18,5% al 7,9% (Il Sole 24 Ore Radiocor) - New York, 14 giu - I profitti riportati dalle societa' americane nel primo trimestre dell'anno sono stati gonfiati in modo significativo dall'estensione di un credito d'imposta sulla ricerca, con aumento di oltre il 10 per cento. La stima e' del Wall Street Journal. I profitti delle quasi 500 grandi imprese che hanno riportato i conti del periodo gennaio-marzo sono aumentati del 6,7%, nonostante i ricavi siano salite di un piu' modesto 2,1 per cento. Le societa' di oltreoceano, soprattutto quelle hi-tech, hanno potuto avvantaggiarsi di stanziamenti inferiori di riserve a fronte delle tasse, il 5,6% in meno, grazie al prolungamento quest'anno di sgravi per la ricerca e di alcuni altri incentivi fiscali. Per Google l'aliquota effettiva pagata all'erario statunitense e' diminuita cosi' al 7,9% dal 18,5 per cento. Per Intel e' scesa al 16,3% dal 28,2 per cento. Il credito d'imposta per la ricerca, stando a stime del Congresso, costa sette miliardi di dollari l'anno al fisco americano.
 

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