Analisi Intermarket ....quelli che.... Investire&tradare - Cap. 2

NON HO PAROLE.

La nascita del Royal Baby rivitalizzerà l'economia e le borse mondiali?
Di seguito pubblichiamo un interessante commento di Nicola Stafford, Gestore del FF Global Consumer Industries Fund di Fidelity Worldwide Investment. L'esperto, alla luce della nascita del figlio del principe William e di Kate Middleton, riflette in merito alle possibili conseguenze di rilievo che l'evento di cronaca rosa potrebbe avere sull'economia. L'attesa della nascita del Royal Baby ha infatti generato un'impennata delle vendite al dettaglio in tutta la Gran Bretagna e non è mancato chi ha fatto notare che questo evento potrebbe determinare l'inizio di un trend azionario rialzista pluriennale.

Può un even to di cronaca apparentemente privo di connotazioni economiche avere in realtà conseguenze di rilievo sull'economia? Secondo alcuni osservatori parrebbe proprio di sì. L'attesa della nascita del figlio del principe William e Kate Middleton - Duchessa di Cambridge - ha infatti generato un'impennata delle vendite al dettaglio in tutta la Gran Bretagna e non manca chi fa notare che questo evento potrebbe determinare l'inizio di un trend azionario rialzista pluriennale.

Per gli amanti delle statistiche si può infatti osservare che l'indice FT 30 predecessore del FTSE 100 è cresciuto del 6,5% all'anno nei 20 anni successivi alla nascita del Principe Carlo, mentre la crescita è stata del 12% all'anno nei 18 anni successivi alla nascita del Principe William. Negli stessi periodi anche il ben più noto S&P 500, che fa invece riferimento alle maggiori società statunitensi, ha registrato solidi trend di crescita, dell'8% e del 15% all'anno rispettivamente.

Ma davvero la nascita di George Alexander Louis, il nuovo membro della famiglia reale, potrebbe rappresentare l'inizio di un rally azionario? Il Centre for Retail Research (CRR), centro di ricerca specializzato nell'analisi delle vendite al dettaglio di beni e servizi, stima che i gadget legati alla nascita dell'erede al trono come i pupazzi e i ciucci per bambini con la bandiera britannica, hanno registrato vendite record. L'impatto della nascita avrebbe inoltre favorito un aumento delle vendite al dettaglio di libri, oggetti da collezione e specialmente alcolici.

L'aumento di consumo di alcool per le celebrazioni della nascita ammonterebbe, secondo le stime di CRR, a 60 milioni di sterline, circa 70 milioni di Euro. Le vendite di carrozzine e passeggini sarebbero invece destinate ad aumentare del 13% nei 12 mesi successivi alla nascita. Anche il turismo non sarebbe immune dall'effetto "royal baby", né mancano le offerte di alberghi e ristoranti che promettono di far sentire le clienti "come principe sse".

Complessivamente l'impatto della nascita dell'erede al trono contribuirebbe all'economia, anche grazie a un aumento del turismo, per un totale di 240 milioni di Sterline, equivalenti a circa 280 milioni di Euro, secondo le stime di CRR. Tutto questo favorirebbe dunque le prospettive quantomeno di alcune società legate ai consumi.

"Il tema dei consumi globali rappresenta un'eccellente strategia di investimento che rivela tutto il suo potenziale con il trascorrere del tempo. I settori dei consumi di base e dei consumi discrezionali hanno infatti sovraperformato sia nel breve che nel lungo periodo grazie agli elevati rendimenti su base annua che le grandi società del settore sono in grado di generare", ha dichiarato Nicola Stafford, Gestore del FF Global Consumer Industries Fund di Fidelity Worldwide Investment.

Nel commentare le numerose opportunità di lungo periodo presenti nei settori legati ai consumi, che vanno ben oltre i gadget legati alla famiglia rea le britannica, l'esperto ha evidenziato come "queste imprese operano sui mercati globali attraverso marchi commerciali consolidati e apprezzati, che consentono loro di beneficiare di una fidelizzazione elevata presso la clientela dei mercati sviluppati e una forte connotazione di prestigio in quelli emergenti".

"Gran parte del potenziale insito nei settori legati ai consumi è poi legato allo sviluppo demografico, che produrrà un aumento strutturale del numero di consumatori, in particolare nei Paesi emergenti, nell'arco del prossimo decennio. Il fatto che una quota crescente della popolazione mondiale sarà in grado di spendere di più per soddisfare le proprie esigenze nei prossimi vent'anni favorirà infatti un'ampia gamma di imprese. Risultano favoriti da questi fenomeni oltre ai grandi marchi globali anche i marchi che partendo da una forte presenza locale hanno le caratteristiche necessarie per diventare i leader di domani", ha concluso il gestore del FF Global Consumer Indu stries Fund di Fidelity Worldwide Investment.
 

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L'Ufficio Federale di Statistica Destatis ha reso noto che i prezzi alle importazioni in Germania nel mese di giugno sono diminuiti dello 0,8% su base mensile e del 2,2% su base annuale. Le attese degli analisti erano fissate su un decremento mensile pari allo 0,3%
 
E dopo la fiducia della minchia, Vi saluto.

Ribadisco, una chiosa sotto i 500 non buono e se lunedì massimo in mattinata e chiusura positiva, no buono due volte.

Buon fs.
 
Si affilano i coltelli nel vecchio West:


La politica monetaria accomodante continua a fornire un "sostegno essenziale alla ripresa" ma "le implicazioni per la stabilita' finanziaria" devono essere valutate attentamente. E' l'analisi dei direttori del Fondo Monetario Internazionale secondo quanto emerge dal rapporto sugli Stati Uniti ex articolo IV pubblicato oggi a Washington. Rilevato che la Fed ha "appropriatamente indicato di voler mantenere un alto livello di stimolo monetario anche dopo che l'economia si sara' rafforzata", i governatori osservano come un "lungo periodo di tassi eccezionalmente bassi potrebbe comportare conseguenze non volute per la stabilita' finanziaria interna" e questo ha gia' complicato il quadro di politiche macro in alcuni mercati emergenti. In questo contesto, rimane "essenziale" una forte supervisione delle condizioni macro e delle condizioni del sistema finanziario". Secondo i direttori del Fondo, la Fed ha "un'ampia gamma di strumenti con cui gestire la normalizzazione della politica monetaria ma ridurre lo stimolo comporta comunque sfide significative, inclusi i rischi di reazioni di mercato che portino a un'eccessiva volatilita' dei tassi di interesse che potrebbe avere implicazioni globali negative". Per questo sara' di importanza "critica" per la riduzione di questi rischi che via sia una "comunicazione efficace sulla exit strategy e un'attenta calibrazione delle tempistiche".
 
Auspicabile minore austerita' nel breve, maggiore nel lungo (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 26 lug - Il passo di riduzione fiscale nel 2013 "e' eccessivamente rapido" e i tagli automatici alla spesa innescati dal sequester "non solo riducono la crescita nel breve termine ma potrebbero anche abbassare il potenziale di crescita nel medio periodo". E' quanto rilevano gli economisti del Fondo nel rapporto ex articolo IV sugli Stati Uniti pubblicato oggi a Washington. I direttori del Fondo, recita il rapporto, sottolineano l'importanza "dell'adozione di un piano comprensivo di medio termine, caricato soprattutto sulla parte finale, che preveda una crescita minore delle spese pubbliche e maggiori entrate". "Insieme a un passo di riduzione del deficit piu' lento nel breve termine - osservano gli economisti del Fondo - questa strategia fiscale aiuterebbe a sostenere la crescita globale e porrebbe la posizione fiscale degli Usa su un percorso sostenibile nel medio periodo aiutando anche nella riduzione degli squilibri globali". In questo contesto, conclude il rapporto, alcuni direttori "hanno espresso preoccupazione riguardo l'attuale processo di definizione del budget e hanno visto margini per miglioramenti".
 
La ripresa dell'economia americana resta "tiepida" con una crescita (dopo il +2,2% del 2012), attesa in frenata all'1,7% nel 2013 per poi riaccelerare al 2,7% nel 2014. E' quanto scrivono gli economisti del Fondo Monetario Internazionale nel rapporto ex articolo IV sugli Stati Uniti pubblicato oggi a Washington. A frenare il passo di espansione degli Usa sono gli effetti prolungati nel tempo della crisi finanziaria del 2008 e del conseguente processo di riduzione del deficit, oltre che cause esogene come un ambiente macro debole e numerosi eventi atmosferici estremi. Uno dei problemi principali che pesano sulla congiuntura americana sono gli effetti del "sequester", cioe' i tagli automatici alla spesa entrati in vigore quando il Congresso, pur evitando il fiscal cliff, non e' riuscito a trovare un accordo per l'innalzamento del tetto del debito pubblico. Questi tagli, si legge nel rapporto, "stanno pesando significativamente sulla crescita quest'anno, con un pil cresciuto dell'1,8% nel primo trimestre e indicazioni di un ritmo inferiore nel secondo trimestre". Nonostante questi venti contrari, la natura della ripresa "appare in fase di cambiamento". In particolare, l'Fmi rileva il forte apprezzamento dei valori delle azioni in borsa e la crescita di oltre il 10% su base annua dei prezzi delle abitazioni, fattori che hanno rafforzato i bilanci familiari e fornito sostegno alla domanda dei privati. "Allo stesso tempo - prosegue il rapporto - il comparto delle costruzioni residenziali ha accelerato e le condizioni del mercato del lavoro sono migliorate", in larga parte grazie alle condizioni finanziarie molto favorevoli rese possibili dai costanti sforzi di politica monetaria della Fed nel corso degli ultimi dodici mesi. La situazione e' cambiata in qualche maniera dopo che a meta' maggio la Fed ha parlato di una possibile riduzione del programma di acquisti di bond ma la politica monetaria rimane comunque "estremamente accomodante". Riguardo alla disoccupazione, il Fmi prevede che rimarra' sostanzialmente costante nel 2013 al 7,6% per poi scendere al 7,3% (quindi ancora lontano da quel 7% considerato dalla Fed non come un target ma un segnale di netto miglioramento del mercato occupazionale) anche in virtu' del rientro fra le fila di chi cerca lavoro di quanti hanno smesso in questi anni di rinnovare la propria iscrizione agli uffici di collocamento per mancanza di fiducia. Rimarra' al di sotto degli obiettivi Fed di lungo periodo anche l'inflazione: l'Fmi la vede all'1,7% nel 2013 e all'1,8% nel 2014.
Da ripresa mercato immobiliare possibile ciclo virtuoso (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 26 lug - Nell'analisi del Fondo, al momento i rischi di un peggioramento dello scenario continuano a prevalere, ma solo "modestamente", sulle possibilita' di un miglioramento della congiuntura. "L'attivita' economica - si legge nel rapporto - potrebbe rivelarsi inferiore rispetto al nostro scenario di base a causa di un impatto superiore alle attese del processo di consolidamento fiscale - oppure di un aumento piu' rapido del previsto dei tassi di interesse, di un ambiente macro piu' debole o di un maggiore tasso di disoccupazione strutturale". Dall'altra parte, tuttavia, "la ripresa potrebbe rivelarsi piu' rapida del previsto qualora il rimbalzo del settore immobiliare dovesse mettere in moto un ciclo virtuoso fra maggiori prezzi delle case, condizioni finanziarie migliori per i mutui e maggiori consumi e investimenti". Per quanto riguarda le misure adottate a livello di politiche, l'Fmi ritiene che la "Federal Reserve abbia indicato in maniera appropriata che intende mantenere un alto tasso di politica monetari accomodante per un periodo di tempo considerevole dopo che l'economia si sara' rafforzata e che il passo e la composizione degli acquisti di bond dipendera' dall'evoluzione delle condizioni dell'economia". La proposta di budget dell'amministrazione prevede da parte sua "una riduzione graduale del deficit in modo da mettere il debito pubblico su un cammino discendente, sebbene lo stallo al Congresso rende incerte le prospettive dell'azione legislativa". La salute delle banche infine e' migliorata "significativamente" nel corso degli ultimi 12 mesi ma ci sono alcuni segnali di "vulnerabilita' emergenti nel settore finanziario a causa dei tassi di interesse costantemente bassi". Un ulteriore progresso e' stato realizzato sul versante del rafforzamento della regolamentazione, anche attraverso l'adozione delle regole di Basilea III sui requisiti di capitale.
 

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