Analisi Intermarket ....quelli che.... Investire&tradare - Cap. 2

Sotto i 270 potrebbe avere inizio un movimento un pò più serio.
eccomi, mattinata un po' incasinata

si son d'accordo con te , io, per semplificare il discorso e' da 10 giorni circa, come detto , che ho lo stop profit inserito a 16200.

invece, vorrei sottoporre l'attenzione al cambio euro dollaro , che , a parer mio, siamo in area di acquisto USD, diciamo che mancherebbe ancora un ZIC, ma dovremmo esserci ....:D
 

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eccomi, mattinata un po' incasinata

si son d'accordo con te , io, per semplificare il discorso e' da 10 giorni circa, come detto , che ho lo stop profit inserito a 16200.

invece, vorrei sottoporre l'attenzione al cambio euro dollaro , che , a parer mio, siamo in area di acquisto USD, diciamo che mancherebbe ancora un ZIC, ma dovremmo esserci ....:D

Purtroppo per me son ritornato..... :mmmm: ma forse rivado... :D comunque devo dire che per il mercato i Qe e i Carry hanno un po rotto.... :lol::D
 
Pimco

La politica monetaria globale esercita un'influenza sempre maggiore sulle
quotazioni nei mercati finanziari a causa della relativa
debolezza della domanda aggregata mondiale e della crescente
austerita' fiscale in molte economie sviluppate. Malgrado
l'indebolimento della crescita economica dei mercati
emergenti e l'espansione inferiore alla media tendenziale dei
mercati sviluppati, nella maggior parte delle regioni del
mondo si e' registrato un aumento delle quotazioni azionarie
e dei prezzi degli immobili. A che cosa e' dovuto l'aumento
dei prezzi delle asset? In primo luogo, riteniamo che le
politiche monetarie globali fortemente espansive abbiano
ridotto i rischi di eventi negativi estremi e di deflazione,
incrementando al contempo alcuni 'tail risk' sulla coda
destra. In secondo luogo, le banche centrali globali hanno
alterato in misura significativa i fattori tecnici dei
mercati del reddito fisso, ossia la domanda e l'offerta di
obbligazioni, acquistando elevati volumi di titoli di elevata
qualita' e ritirandoli di fatto dal mercato. Il calo dei
rendimenti dei titoli di Stato e di altre obbligazioni di
prim'ordine ha costretto molti investitori a incrementare la
propria esposizione agli asset rischiosi, come le
obbligazioni societarie investment grade, i titoli high
yield, le azioni e gli investimenti immobiliari. In terzo
luogo, la flessione dei tassi d'interesse ha spinto al rialzo
le valutazioni di attivita' rischiose come le azioni e gli
investimenti immobiliari. L'aumento dei prezzi delle
attivita' ha rafforzato almeno in misura modesta la fiducia e
l'ottimismo degli investitori e prodotto un effetto ricchezza
positivo sui consumi in generale. Per quanto riguarda
l'edilizia residenziale, il rincaro degli immobili incentiva
l'attivita' di ricostruzione, favorisce le assunzioni per
nuovi cantieri e imprime slancio alle vendite grazie alla
considerevole domanda potenziale. L'aumento del valore delle
abitazioni puo' inoltre incoraggiare i consumatori a
effettuare ristrutturazioni. Mentre alcuni acquirenti di
immobili hanno ancora difficolta' a ottenere finanziamenti,
l'accesso al credito e' gradualmente migliorato, soprattutto
per i consumatori interessati all'acquisto di nuove
automobili, giacche' le banche, gli istituti di credito
ipotecario e altre societa' finanziarie specializzate
iniziano ad adottare criteri piu' permissivi per l'erogazione
di prestiti, a fronte del rafforzamento della domanda e della
fiducia dei consumatori. Per quale motivo allora si dovrebbe
ridurre il rischio di credito quando la politica monetaria
globale ha favorito il rialzo dei prezzi delle attivita'? La
risposta va ricercata nelle valutazioni. I rendimenti delle
obbligazioni societarie investment grade e dei titoli high
yield sono prossimi ai minimi storici. Inoltre, i titoli di
credito appaiono meno interessanti, in termini di valutazioni
relative, rispetto ad altri asset rischiosi come gli
investimenti immobiliari. Gli investitori convinti che banche
centrali come la Fed riusciranno infine a passare
efficacemente il testimone al settore privato potrebbero
trovare un profilo di rischio/rendimento piu' appetibile in
talune azioni e attivita' immobiliari che offrono
potenzialmente rendimenti reali positivi e opportunita' di
realizzare plusvalenze.
Negli anni gli investitori nei mercati globali del credito
hanno beneficiato degli interventi a tutto campo delle banche
centrali globali, che hanno adottato politiche monetarie non
convenzionali con l'espansione dei propri bilanci. Le azioni
collettive delle autorita' monetarie mondiali hanno
artificialmente soppresso i premi per il rischio di
insolvenza e di liquidita'. Cio' nonostante, le valutazioni
dei mercati globali del credito sono ora prossime a livelli
che riteniamo propizi per una strategia di riduzione
complessiva del rischio, abbinata a un'esposizione creditizia
concentrata su societa' selezionate in regioni del mondo che
presentano fondamentali solidi. Le prospettive dell'economia
globale restano contrastate, giacche' molte regioni sono
caratterizzate da una domanda aggregata o una crescita
economica deboli o in rallentamento. Al contempo la struttura
del capitale di molte imprese privilegia in misura crescente
gli azionisti a scapito degli obbligazionisti, giacche' il
management di queste imprese tende sempre piu' a sfruttare la
liquidita' del mercato e il denaro a basso costo per emettere
titoli di debito e utilizzare i proventi per remunerare gli
azionisti. In questo contesto preferiamo ridurre il rischio
di credito complessivo dei portafogli concentrandoci al
contempo su aree selezionate che potrebbero offrire agli
investitori l'opportunita' di investire in societa' con
prospettive di crescita solide e un management che opera
ancora nell'interesse degli obbligazionisti. A nostro avviso
una strategia piu' prudente, che abbini a un posizionamento
difensivo un approccio aggressivo selettivo, costituisce oggi
una scelta sensata e necessaria.

*managing director presso l'ufficio di Newport Beach,
portfolio manager generalista, responsabile globale del team
di gestione dei portafogli di obbligazioni societarie e
membro senior del gruppo responsabile della gestione di
portafoglio e della strategia d'investimento.
 
eccomi, mattinata un po' incasinata

si son d'accordo con te , io, per semplificare il discorso e' da 10 giorni circa, come detto , che ho lo stop profit inserito a 16200.

invece, vorrei sottoporre l'attenzione al cambio euro dollaro , che , a parer mio, siamo in area di acquisto USD, diciamo che mancherebbe ancora un ZIC, ma dovremmo esserci ....:D


Ciao e bentornato nove :up:


...mi fa piacere vedere che anche tu la pensi così sul $, io son già piazzato a tal proposito;).
 
La politica monetaria globale esercita un'influenza sempre maggiore sulle
quotazioni nei mercati finanziari a causa della relativa
debolezza della domanda aggregata mondiale e della crescente
austerita' fiscale in molte economie sviluppate. Malgrado
l'indebolimento della crescita economica dei mercati
emergenti e l'espansione inferiore alla media tendenziale dei
mercati sviluppati, nella maggior parte delle regioni del
mondo si e' registrato un aumento delle quotazioni azionarie
e dei prezzi degli immobili. A che cosa e' dovuto l'aumento
dei prezzi delle asset? In primo luogo, riteniamo che le
politiche monetarie globali fortemente espansive abbiano
ridotto i rischi di eventi negativi estremi e di deflazione,
incrementando al contempo alcuni 'tail risk' sulla coda
destra. In secondo luogo, le banche centrali globali hanno
alterato in misura significativa i fattori tecnici dei
mercati del reddito fisso, ossia la domanda e l'offerta di
obbligazioni, acquistando elevati volumi di titoli di elevata
qualita' e ritirandoli di fatto dal mercato. Il calo dei
rendimenti dei titoli di Stato e di altre obbligazioni di
prim'ordine ha costretto molti investitori a incrementare la
propria esposizione agli asset rischiosi, come le
obbligazioni societarie investment grade, i titoli high
yield, le azioni e gli investimenti immobiliari. In terzo
luogo, la flessione dei tassi d'interesse ha spinto al rialzo
le valutazioni di attivita' rischiose come le azioni e gli
investimenti immobiliari. L'aumento dei prezzi delle
attivita' ha rafforzato almeno in misura modesta la fiducia e
l'ottimismo degli investitori e prodotto un effetto ricchezza
positivo sui consumi in generale. Per quanto riguarda
l'edilizia residenziale, il rincaro degli immobili incentiva
l'attivita' di ricostruzione, favorisce le assunzioni per
nuovi cantieri e imprime slancio alle vendite grazie alla
considerevole domanda potenziale. L'aumento del valore delle
abitazioni puo' inoltre incoraggiare i consumatori a
effettuare ristrutturazioni. Mentre alcuni acquirenti di
immobili hanno ancora difficolta' a ottenere finanziamenti,
l'accesso al credito e' gradualmente migliorato, soprattutto
per i consumatori interessati all'acquisto di nuove
automobili, giacche' le banche, gli istituti di credito
ipotecario e altre societa' finanziarie specializzate
iniziano ad adottare criteri piu' permissivi per l'erogazione
di prestiti, a fronte del rafforzamento della domanda e della
fiducia dei consumatori. Per quale motivo allora si dovrebbe
ridurre il rischio di credito quando la politica monetaria
globale ha favorito il rialzo dei prezzi delle attivita'? La
risposta va ricercata nelle valutazioni. I rendimenti delle
obbligazioni societarie investment grade e dei titoli high
yield sono prossimi ai minimi storici. Inoltre, i titoli di
credito appaiono meno interessanti, in termini di valutazioni
relative, rispetto ad altri asset rischiosi come gli
investimenti immobiliari. Gli investitori convinti che banche
centrali come la Fed riusciranno infine a passare
efficacemente il testimone al settore privato potrebbero
trovare un profilo di rischio/rendimento piu' appetibile in
talune azioni e attivita' immobiliari che offrono
potenzialmente rendimenti reali positivi e opportunita' di
realizzare plusvalenze.
Negli anni gli investitori nei mercati globali del credito
hanno beneficiato degli interventi a tutto campo delle banche
centrali globali, che hanno adottato politiche monetarie non
convenzionali con l'espansione dei propri bilanci. Le azioni
collettive delle autorita' monetarie mondiali hanno
artificialmente soppresso i premi per il rischio di
insolvenza e di liquidita'. Cio' nonostante, le valutazioni
dei mercati globali del credito sono ora prossime a livelli
che riteniamo propizi per una strategia di riduzione
complessiva del rischio, abbinata a un'esposizione creditizia
concentrata su societa' selezionate in regioni del mondo che
presentano fondamentali solidi. Le prospettive dell'economia
globale restano contrastate, giacche' molte regioni sono
caratterizzate da una domanda aggregata o una crescita
economica deboli o in rallentamento. Al contempo la struttura
del capitale di molte imprese privilegia in misura crescente
gli azionisti a scapito degli obbligazionisti, giacche' il
management di queste imprese tende sempre piu' a sfruttare la
liquidita' del mercato e il denaro a basso costo per emettere
titoli di debito e utilizzare i proventi per remunerare gli
azionisti. In questo contesto preferiamo ridurre il rischio
di credito complessivo dei portafogli concentrandoci al
contempo su aree selezionate che potrebbero offrire agli
investitori l'opportunita' di investire in societa' con
prospettive di crescita solide e un management che opera
ancora nell'interesse degli obbligazionisti. A nostro avviso
una strategia piu' prudente, che abbini a un posizionamento
difensivo un approccio aggressivo selettivo, costituisce oggi
una scelta sensata e necessaria.

*managing director presso l'ufficio di Newport Beach,
portfolio manager generalista, responsabile globale del team
di gestione dei portafogli di obbligazioni societarie e
membro senior del gruppo responsabile della gestione di
portafoglio e della strategia d'investimento.

beh io sono stato più sintetico! :D:D
 

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