quest'anno..

L'APPARIZIONE DELLA MADONNA

I prati verdi del colle di Roverano costituivano in ottimo pascolo per il gregge dei pastori della zona. Abitualmente vi si recavano due povere pastorelle, assai devote alla Vergine, una delle quali muta fin dalla nascita.

Un giorno, mentre si riposavano ai piedi di un ulivo, improvvisamente apparve loro una bellissima signora vestita di azzurro. Era la Vergine Santissima che con materna tenerezza calmò le pastorelle non poco turbate e poi, rivolgendosi a quella muta disse: “Va, o pastorella, a chiamare il Parroco di L’Ago e digli che venga qui”.
 
La fanciulla, fino ad allora muta, improvvisamente parlò e rispose :”Andrò”.

Quindi si recò dal parroco e gli narrò dettagliatamente il prodigio. Il Sacerdote, assai emozionato, radunò la popolazione di L’Ago e si recò a Roverano.

Giunti sul posto dell’Apparizione tutti speravano di vedere la Madonna, ma la visione era scomparsa. Un terzo prodigio si era frattanto verificato: dall’alta pianta dell’ulivo pendeva un quadro di legno con l’immagine della Vergine
Dopo aver sostato alquanto in preghiera il Parroco ordinò di trasportare il quadro a L’Ago. Quando il giorno dopo tutti i Laghesi si recarono in chiesa per pregare la prodigiosa immagine, questa era scomparsa. Poiché tutte le ricerche furono vane, si pensò di andare a Roverano sul luogo dell’Apparizione: il quadro era di nuovo appeso all’ulivo. Si comprese allora che Maria Vergine voleva abitare sul Roverano
 
Circa la natura del quadro possiamo dire che è un bellissimo dipinto su legno, di scuola italo-bizantina, di cm. 80x70 circa: esso rappresenta la Madonna con Gesù Bambino in braccio e questo nell’atto di benedire.
 
FAVORI E GRAZIE ALLA MADONNA

Come ogni Santuario il Santuario di Roverano è fonte di grazie e di miracoli, alcuni dei quali, oltre che dalla tradizione, sono stati tramandati da documenti.

Possiamo ricordare la vicenda del Viceré del Messico, il Conte Fuenclava che venne salvato dalla Madonna di Roverano mentre tentava di resistere all’aggressione di alcuni malandrini sulla strada del Bracco in una buia notte del 1748.

Altro straordinario fatto è quello riguardante il maggiordomo dell’Arcivescovo di Genova. Nel 1870 il maggiordomo si era dimenticato di consegnare all’Arcivescovo un ramoscello d’ulivo fiorito avuto in consegna dal custode del Santuario. Quando, dopo molti mesi, si riaprì la scatola contenente il ramoscello, questo aveva ancora i fiori freschi come come se fossero stati colti proprio allora.

Altra prova della benevolenza della Madonna s’ebbe il 30 Agosto 1823; infatti in quel giorno torrido d’estate, gli operai che lavoravano alla costruzione della strada del Santuario erano rimasti quasi senza vino; la Vergine impietosita per quegli uomini affaticati e assetati fece si che il poco vino che era rimasto nel barile non avesse mai fine e gli operai potessero quindi attingere senza timore.

Tra le tante guarigioni miracolose avvenute grazie all’intervento della Madonna di Roverano merita di essere ricordata quella di Domenica Ferrari, una povera donna di L’Ago costretta a rimanere inferma per la frattura di una gamba. La poveretta vedendo che tutte le cure erano inutili, un giorno prese le sue grucce e si trascinò, con molta fatica e dolore, fino al Santuario; giunta davanti al quadro miracoloso si raccolse in devota preghiera e instantaneamente avvenne la guarigione.
(questo è quello che dicono le fonti locali)
 
1153773215quadroroverano.jpg

questo è il quadro
 

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