FAVORI E GRAZIE ALLA MADONNA
Come ogni Santuario il Santuario di Roverano è fonte di grazie e di miracoli, alcuni dei quali, oltre che dalla tradizione, sono stati tramandati da documenti.
Possiamo ricordare la vicenda del Viceré del Messico, il Conte Fuenclava che venne salvato dalla Madonna di Roverano mentre tentava di resistere all’aggressione di alcuni malandrini sulla strada del Bracco in una buia notte del 1748.
Altro straordinario fatto è quello riguardante il maggiordomo dell’Arcivescovo di Genova. Nel 1870 il maggiordomo si era dimenticato di consegnare all’Arcivescovo un ramoscello d’ulivo fiorito avuto in consegna dal custode del Santuario. Quando, dopo molti mesi, si riaprì la scatola contenente il ramoscello, questo aveva ancora i fiori freschi come come se fossero stati colti proprio allora.
Altra prova della benevolenza della Madonna s’ebbe il 30 Agosto 1823; infatti in quel giorno torrido d’estate, gli operai che lavoravano alla costruzione della strada del Santuario erano rimasti quasi senza vino; la Vergine impietosita per quegli uomini affaticati e assetati fece si che il poco vino che era rimasto nel barile non avesse mai fine e gli operai potessero quindi attingere senza timore.
Tra le tante guarigioni miracolose avvenute grazie all’intervento della Madonna di Roverano merita di essere ricordata quella di Domenica Ferrari, una povera donna di L’Ago costretta a rimanere inferma per la frattura di una gamba. La poveretta vedendo che tutte le cure erano inutili, un giorno prese le sue grucce e si trascinò, con molta fatica e dolore, fino al Santuario; giunta davanti al quadro miracoloso si raccolse in devota preghiera e instantaneamente avvenne la guarigione.
(questo è quello che dicono le fonti locali)