Monti/ La crisi provoca suicidi. Ma abbiamo evitato il default
Mercoledì, 18 aprile 2012 - 14:46:00
Prima parla di vite drammaticamente interrotte e poi evoca dirtttamente il termine "suicidi".
Mario Monti non si nasconde che "le conseguenze drammatiche della crisi" e disegna il drammatico quadro della Grecia, dove ci sono stati 1725 suicidi, e che "in Italia stiamo cercando di invertire, in condizioni molto difficili".
Cosi' ha dichiarato il premier Mario Monti in conferenza stampa dopo il Cdm sul Def. Poi ha aggiunto: "Per colpa della crisi talvolta persone si tolgono la vita. Ma senza il lavoro di questi mesi saremmo stati nel baratro del default del debito sovrano". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Monti, parlando in conferenza stampa a Palazzo Chigi.
MONTI, VITE CHIUSE IN DISPERAZIONE MA 1725 SUICIDI GRECIA - Il Professore stavolta non si limita alle analisi tecniche, alle slide,
al rapporto deficit-Pil. Anche stavolta Mario Monti considera i
costi umani della crisi che, ricorda, morde "da quattro anni", e' destinata a "durare ancora un po'", e richiede sacrifici e pesa sulla vita delle persone. A volte anche in senso letterale. Nella conferenza stampa al termine del Cdm che vara Def e Piano nazionale delle Riforme, e' grave la voce e l'espressione del Presidente del Consiglio nel richiamare il dramma di chi si e' ucciso.
Prima Monti evoca il dramma con una perifrasi, poi pronuncia il termine 'suicidi', anche se per dar conto di quei 1725 casi che si sono verificati in Grecia, ancora una volta il caso-Paese, lo spettro che il presidente del Consiglio mette davanti ai critici del giro di vite per contenere costi e prepare il rilancio.
"La parola crescita e' la piu' invocata in Europa, in Italia e a livello di G20, direi" osserva Monti spiegando che "ogni giorno vediamo gli effetti drammatici della crisi economica e finanziaria che si prolunga da piu' di quattro anni e che sta imponendo un prezzo altissimo in termini economici, sociali, umani alle famiglie, ai giovani, ai lavoratori, alle imprese".
La voce di Monti resta ferma ma contemporaneamente scende di un'ottava quando enumera impietoso "imprese che chiudono, esperienze professionali che si interrompono, aspirazioni, quelle dei giovani italiani che non hanno lavoro, che rimangono frustrate". E "qualche volta - aggiunge - vite che si chiudono nella disperazione". "Sappiamo pero' - riprende subito -
quale sarebbe stata la disperazione se l'Italia fosse caduta nel baratro del fallimento e del default del suo debito sovrano".
E' qui che Monti spiega che "la grande vitalita' e la capacita' di reagire con unita', con responsabilita' civile, sociale e istituzionale" mostrate dagli italiani sono patrimonio "che non deve andare disperso, in una congiuntura che rimane difficile". Siamo "ancora per un po' in condizioni difficili" anche per decenni di decisioni che hanno lasciato drammatici effetti negativi".
"Il compito e' appena cominciato", ribadisce ancora Monti rivendicando che "ci battiamo ogni giorno per continuare a evitare un drammatico destino come quello della Grecia": "Le cifre di questi giorni - prosegue - danno il bilancio della devastazione che la crisi ha portato alla Grecia, anche la' molto piu' che in Italia per gravissimi errori di condotte del passato. E' li', ricorda Monti, che "ci sono stati tagli enormi nel numero dei dipendenti pubblici, negli ultimi due anni, ci sono stati 1725 suicidi. Questo e' quello che in Italia cerchiamo di invertire per non precipitare in quel precipizio".
MONTI, CRESCITA SOLO NEL 2013 - La crescita in Italia non tornera' fino al 2013: lo sottolinea il premier e ministro dell'Economia, Mario Monti nella bozza della relazione che accompagna il Documento di economia e finanza. E' necessario, spiega, "un graduale ma duraturo percorso di rientro": si tratta di "una scelta obbligata per evitare al Paese di mettere a repentaglio la sua sicurezza economica anche se a costo di sacrifici pesanti per i cittadini, le famiglie e le imprese". "La congiuntura internazionale, come indicato nel Programma di Stabilita', resta debole e incerta", osserva Monti. L'Italia "ha messo in sicurezza i conti" con uno "sforzo collettivo" ma "molto resta da fare", si legge ancora nella relazione del premier. Solo nel 2013 si avra' "un avanzo primario pari al 3,9%. Il debito e' stato posto su un sentiero di riduzione progressiva e durevole. E' - sottolinea Monti - uno sprint realizzato con un sforzo collettivo del Parlamento, delle parti sociali e di tutta la parte produttiva del Paese oltreche' del governo. Ma molto resta da fare per risolvere ritardi accumulati negli anni e debolezze radicate". Sul versante delle entrate il presidente del Consiglio ribadisce che "in futuro i proventi della lotta all'evasione fiscale dovranno essere utilizzati anche per ridurre le aliquote fiscali". Intanto, pero', Confindustria rilancia l'allarme lavoro. Nella consueta indagine mensile del Csc avverte che "le aspettative delle imprese, sia nel manifatturiero sia nei servizi, indicano nei prossimi mesi ulteriori riduzione di manodopera a causa della ricaduta nella recessione e delle ristrutturazioni rese ormai obbligate dal perdurare dei bassi livelli di attivita'". In Italia le ore autorizzate di cig - ricorda il Centro studi di viale dell'Astronomia - hanno gia' iniziato a risalire rapidamente: in febbraio +49,1%, seguito dal +21,6% in marzo, un incremento quasi cinque volte superiore rispetto a quello dovuto ai fattori stagionali. Il totale sfiora i 100 milioni. In forte crescita i lavoratori in mobilita': 152mila a ottobre 2011, +20,9% in due anni.
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