Radio24 c'è oscar giannino che sta incaz zato (2 lettori)

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Seven Of Nine

Nuovo forumer
Era uno specchietto per le allodole;), Mrs Fornero sta sulle balle in maniera spropositata alle corporazioni che tengono il paese all'età della pietra..:zappo:
 

tontolina

Forumer storico
1 Aprile 2012 Pian piano se ne andranno tutti

Con un’ imposizione fiscale sempre più elevata alle imprese non rimane che chiudere e delocalizzare… Se ne vanno i giovani (i migliori ovviamente) le imprese e i capitali (quelli per primi)…
Mi raccomando professore, insista ancora con le tasse che la strada per la bancarotta è assicurata
Stock: Coldiretti, chiude fabbrica Trieste, produrra’ in Repubblica Ceca
Molti altri marchi rischiano di fare la stessa fine
Roma, 11 apr – La Stock Spirits Group ha deciso di chiudere la storica fabbrica di Trieste e di trasferire da giugno la produzione nello stabilimento in Repubblica Ceca. Lo afferma Coldiretti in una nota nella quale sottolinea che la scelta di delocalizzare l’attivita’ produttiva segue, come spesso accade, la cessione della proprieta’ all’estero avvenuta nel 1995. Secondo Coldiretti rischiano di fare la stessa fine gli altri marchi dell’agroalimentare italiano che sono passati in mani straniere nell’ultimo anno, per un fatturato di oltre 5 miliardi di euro. La Stock Spirits Group e’ stata creata nel 2008 con il sostegno finanziario del fondo americano “Oaktree Capital Management” che aveva acquisito la proprieta’ della Stock dalla Eckes A.G., alla quale era stata ceduta dagli italiani nel 1995.
Gancia e Parmalat dopo Bertolli, Peroni, Buitoni e Perugina
“La delocalizzazione industriale – sottolinea Coldiretti – e’ solo l’ultima fase di un processo che inizia con l’importazione delle materie prime dall’estero da utilizzare al posto di quelle nazionali nella preparazione di cibi e bevande, continua con l’acquisizione diretta di marchi storici da parte degli stranieri e finisce con la chiusura degli stabilimenti italiani per trasferirli all’estero. Una tendenza – aggiunge la nota – favorita dalla crisi che rende piu’ facile lo shopping straniero in Italia e meno costosa la produzione all’estero. Dinanzi a tale rischio occorre accelerare nella costruzione di una filiera agricola tutta italiana che veda direttamente protagonisti gli agricoltori per garantire quel legame con il territorio che ha consentito ai grandi marchi di raggiungere traguardi prestigiosi”. Ad essere presi di mira sono sopratutto i prodotti simbolo dell’Italia e della dieta mediterranea, dall’olio al vino fino alle conserve di pomodoro. “Nell’ultimo anno – sottolinea la Coldiretti – sono stati ceduti all’estero tre pezzi importanti del Made in Italy alimentare che sta diventando un appetibile terra di conquista per gli stranieri con la tutela dei marchi nazionali che e’ diventata una priorita’ per il Paese. L’ultimo “pezzo da novanta” del Made in Italy a tavola a passare in mano straniera e’ stata la Ar Pelati, acquisita dalla societa’ Princes controllata dalla Giapponese Mitsubishi. Poche settimane prima era toccato alla Gancia, casa storica per la produzione di spumante, essere acquistata dall’oligarca Rustam Tariko, proprietario della banca e della vokda Russki Standard. La francese Lactalis e’ stata, invece protagonista – precisa il comunicato – dell’operazione che ha portato la Parmalat finire sotto controllo transalpino. Ma andando indietro negli anni non mancano altri casi importanti, dalla Bertolli, acquisita nel 2008 dal gruppo spagnolo SOS, alla Galbani, anche questa entrata in orbita Lactalis, nel 2006. Lo stesso anno gli spagnoli hanno messo le mani pure sulla Carapelli, dopo aver incamerato anche la Sasso appena dodici mesi prima. Nel 2005 – continua la nota – la francese Andros aveva acquisito le Fattorie Scaldasole, che in realta’ parlavano straniero gia’ dal 1985, con la vendita alla Heinz. Nel 2003 hanno cambiato bandiera anche la birra Peroni, passata all’azienda sudafricana SabMiller, e Invernizzi, di proprieta’ da vent’ani della Kraft e ora finita alla Lactalis. Negli anni Novanta erano state Locatelli e San Pellegrino ad entrare nel gruppo Nestle’, anche se poi la prima era stata “girata” alla solita Lactalis (1998). La stessa Nestle’ – conclude la Coldiretti – possedeva gia’ dal 1995 il marchio Antica gelateria del corso e addirittura dal 1988 la Buitoni e la Perugina“.
fonte: Il Sole 24 Ore Radiocor


Pubblicato da Angelo Meschi alle 17:03 in Crisi del debito, Crisi zona euro, Delocalizzazione
 

tontolina

Forumer storico
Appuntamenti Macro, Macroeconomia
La produzione industriale italiana sprofonda sempre di più

Un paese che produce sempre di meno perchè si consuma sempre di meno

Oggi, ore 10:29 - 0 Commenti
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Secondo i dati comunicati dall’Istat la produzione industriale dell’Italia ha fatto registrare nel mese di febbraio un calo dello 0,7% su base mensile. Nel precedente mese di gennaio la produzione industriale era invece calata del 2,6% contro il 2,5% di una precedente stima. L’indice corretto per i giorni lavorativi ha fatto registrare un calo del 6,8% su base annua dal -4,6% di gennaio, rivisto da -5%.
Il dato sulla produzione industriale italiana nel mese di febbraio è inferiore alle attese degli analisti che si attendevano una flessione dello 0,2% su base mensile e del 5% su base annua.
 

lupoalberto66

Forumer storico
Pensioni: è guerra sul numero degli esodati fra Governo e parti sociali


Dopo mesi di calcoli, il ministero ribadisce le stime preliminari: gli esodati sono 65 mila, quindi i soldi stanziati sono sufficienti - Ma i sindacati non ci stanno: "Quei numeri sono sbagliati" - Camusso: "Se i dati sono veri, il presidente dell'Inps si dimetta" - Bonanni: "Governo irresponsabile e irrispettoso".




Dopo mesi di calcoli apparentemente inutili, la bagarre sugli esodati non è ancora risolta. Anzi, il Governo ha fatto marcia indietro sui numeri, scatenando una nuova polemica con i sindacati. La domanda è semplice: di quanti lavoratori stiamo parlando? La stima preliminare parlava di 65 mila persone, ma ben presto era stata smentita. Errata corrige, si era detto: l'esercito degli esodati potrebbe arrivare a 200 mila unità. Ora invece, un nuovo colpo di spugna. Abbiamo scherzato: il ministero del Lavoro oggi conferma la cifra iniziale di 65 mila.

"Per rispetto verso queste persone - scrivono dal ministero - Fornero ha voluto che il controllo dei dati fosse scrupoloso e previsto una stima che ha quindi richiesto un'analisi di dettaglio molto puntuale e un tempo relativamente lungo".

Con il termine "esodati" ci si riferisce a tutti quei lavoratori che hanno accettato di abbandonare il posto di lavoro - siglando un accordo con l'azienda - nella convinzione di poter andare in pensione entro i successivi due anni. Con la riforma delle pensioni targata Elsa Fornero, tuttavia, quelle persone non hanno più diritto a ritirarsi nei tempi previsti e rischiano così di ritrovarsi senza niente in mano: né lavoro, né pensione.

E' necessario quindi che lo Stato trovi una soluzione per sostenere il reddito degli esodati. Ma quanti soldi serviranno? Se la controversa "quota 65 mila" sarà quella definitiva, allora dovrebbero bastare i cinque miliardi di euro previsti all'inizio.

Per correggere quello che da subito era apparso come uno degli aspetti più iniqui della prima manovra targata Mario Monti, il Governo aveva deciso di stanziare - con il salva-Italia e poi con il Milleproroghe - fondi variabili negli anni: dai 240 mila euro dell'anno prossimo fino ai 300 milioni del 2019, passando per gli 1,2 miliardi del 2016.

"L'importo finanziario individuato dalla riforma delle pensioni, attuata col decreto Salva Italia - si legge ancora nella nota del ministero - è adeguato a corrispondere a tutte le esigenze senza dover ricorrere a risorse aggiuntive".

I sindacati però non ci stanno. "Se non fosse un problema importante e tragico per le persone coinvolte - ha commentato il segretario della Cgil, Susanna Camusso - quello sugli esodati apparirebbe come un gioco di prestigio. Alla fine di una lunga indagine si ha lo stesso numero contenuto nel Milleproroghe su cui c'era una copertura insufficiente. Siamo di fronte a una cosa pericolosa. Se il governo conferma 65mila esodati a noi non resta che una strada: chiedere il licenziamento del presidente dell'Inps perché incapace di governare i contributi".

Secondo Raffaele Bonanni, leader della Cisl, il Governo "non è responsabile e non è rispettoso. Speriamo che la cosa si risolva. Ma così non va".

Camusso sostiene che il numero degli esodati vada oltre i 300mila: "Una cifra - ha sottolineato - che viene da fonti ufficiali. Non l'ha inventata il sindacato".

Le parti sociali hanno chiesto l'apertura di un tavolo di confronto per chiarire nel dettaglio la questione. Una richiesta ribadita oggi nel corso della manifestazione nazionale organizzata a Roma da Cgil, Cisl, Uil e Ugl.


come sia possibile un divario simile per me è un mistero, ma forse no... :wall::wall:
 

lupoalberto66

Forumer storico
Non possono ridurre il costo del lavoro perche' non ci sono risorse, non possono ridurre le tasse perche' non ci sono risorse, non possono fare una beneamata m.inchia per aiutare le imprese perche' non ci sono un c.azzo di soldi. Magari lo sanno pure, e lo capiscono pure che stanno tagliando le gambe al futuro delle imprese, e quindi di questa e della prossima generazione di persone, pero' non possono farci niente, oramai ci siamo (si sono) pappati troppo e non c'e' exit strategy alcuna, c'e' solo il nostro declino come nazione produttiva e redditiva.


rispettosamente, dissento. Non mi dilungo troppo perchè altrimenti riscrivo la bibbia, ma il paese vede la pubblica amministrazione spendere 140bn ogni anno per acquisti di beni e servizi (sono 271.078 miliardi di vecchie lire, duecentosettantunomilazerosettantotto miliardi :eek:); la sola sanità ha visto raddoppiare gli importi (raddoppiare) tra il 2000 e il 2008, e non mi pare che in questo lasso di tempo i servizi sanitari e ospedalieri siano in media migliorati per il cittadino, anzi.
Solo questo esempio per cercare di comprendere quanto sia mendace, da parte del governo e delle "forze" politiche, affermare che non ci siano risorse.
E' una propaganda fasulla, menzognera, vile e miserabile. E lo si deve rimarcare ogni giorno, tutti i giorni.
 

tontolina

Forumer storico
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Disoccupato si lancia sotto un treno

Dirigente d'azienda senza lavoro, soffriva di depressione

13 aprile, 15:00





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(ANSA) - FIRENZE, 13 APR - Aveva perso il lavoro da alcuni mesi un uomo di 42 anni che questa mattina si e' suicidato gettandosi sotto un treno nei pressi della stazione di Il Neto, nel comune di Sesto Fiorentino. Era un dirigente d'azienda che aveva lavorato per alcune societa' toscane. Dopo aver perso il lavoro, secondo quanto si e' appreso, soffriva di depressione. Lascia la moglie e una figlia di 13 anni. L'uomo, residente in provincia di Firenze, si e' lanciato sui binari al momento del passaggio del convoglio.
 

tontolina

Forumer storico
Terna: risultati 2011 e piano industriale

Terna: risultati 2011 e piano industriale


Continua la crescita dei ricavi e dei margini operativi di Terna ma il risultato netto è in calo per la crescita delle imposte (introduzione della Robin Tax) e per i minori proventi di carattere non ricorrente. Nel dettaglio i ricavi sono in crescita del 2,9% a 1635,6 milioni di Euro, il margine operativo lordo (Ebitda) raggiunge quota 1,23 miliardi di Euro (+4,7% sul 2010) e il risultato operativo cresce del 2,6% a 835,6 milioni. Il risultato netto passa invece da 612 a 440 milioni di Euro (-28,1% sull'anno precedente ma +1,1% invece per l'utile netto delle attività continuative adjusted).
La società, ha anche presentato il piano strategico 2012-2016 che prevede investimenti per 6 miliardi di Euro, una crescita dell'Ebitda del 19% (con un Ebitda margin all'80% a fine piano), un rafforzamento della struttura finanziaria ed una nuova politica dei dividendi.
Sulla base di queste informazioni abbiamo riformulato la nostra previsione riducendo marginalmente la crescita dei ricavi attesa nel periodo 2012-16, prevedendo un progressivo incremento dell'Ebitda margin fino al 77,5% di lungo periodo ed una diminuzione del payout al 90%; gli utili sono visti a 387 milioni di Euro nel 2012 e 397 nel 2013.
 

tontolina

Forumer storico
Snam Rete Gas: risultati 2011 e piano industriale

Snam Rete Gas chiude l'esercizio 2011 con una crescita dei ricavi e dei margini operativi ma registra una flessione a livello di utile netto a causa della maggiore incidenza delle imposte: nel dettaglio i ricavi in crescono del 2,8% a 3605 milioni di Euro, il margine operativo lordo è di 2612 milioni (+2,8%) ed il risultato operativo passa da 1862 a 1958 milioni (+5,2%). Sale anche il risultato lordo a 1696 milioni (+3,54%) mentre quello netto diminuisce del 28,6% a 790 milioni (-11,6% a 978 milioni nella versione adjusted).
La società ha anche presentato il piano industriale 2012-2015 che prevede investimenti complessivi per 6,7 miliardi di euro ed una crescita media annua del 4% per la regulatory asset base e per i dividendi.
Sulla base di queste informazioni abbiamo incrementato al 3,5% medio il tasso di crescita dei ricavi nel periodo 2012-2015 mantenendo invariati gli altri parametri della nostra previsione che vede i ricavi 2012 a 3713 milioni di Euro, un margine operativo lordo in crescita a 2692 milioni ed un utile che ritorna in prossimità dei 900 milioni di euro.


Snam Rete Gas: risultati 2011 e piano industriale
 

tontolina

Forumer storico
L’Ocse: "I boiardi italiani sono i più pagati del mondo"

Ecco tutti gli stipendi dei manager pubblici Befera prende più di Obama

L'operazione del ministro Griffi è un boomerang: nelle dichiarazioni mancano cumuli con altri stipendi e benefit. L’Ocse: "I boiardi italiani sono i più pagati del mondo"





Ecco tutti gli stipendi dei manager pubblici Befera prende più di Obama - Interni - ilGiornale.it






in questa nazione si tagliano le pensioni dei poveri per mantenere nel lusso più sfrenato i boiardi di stato




è di oggi la notizia che il governo Monti alzerà ulteriormente le tasse sulla benzina
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

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