Allarme della Corte dei Conti sul Def: pressione fiscale al 45%, rischio cortocircuito tra rigore e crescita
con un articolo di Vittorio Nuti
«La pressione fiscale salirà dal 42,5% del 2011 oltre il 45% per l'intero triennio successivo». E «il pericolo di un cortocircuito rigore-crescita non è dissipato nell'
impianto del Def, impegnato a definire il profilo di avvicinamento al pareggio di bilancio in un arco di tempo molto breve». Lo ha sottolineato il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, in un'audizione alla Camera.
«L'urgenza del riequilibrio dei conti si è tradotta inevitabilmente nel ricorso al prelievo fiscale - ha spiegato il presidente della Corte dei Conti -
forzando una pressione già fuori linea nel confronto europeo e generando le condizioni per ulteriori effetti recessivi».
«Prendendo a riferimento il 2013, l'anno del pareggio di bilancio, si può calcolare che l'effetto recessivo indotto dissolverebbe circa la metà dei 75 miliardi di
correzione netta attribuiti alla manovra di riequilibrio».
Sull'Iva in particolare, secondo Giampaolino, serve una approfondita "tax review" «per riconsiderare l'inserimento dei diversi beni e servizi all'interno delle tre aliquote, in un'ottica di favorire quelli più legati
alla crescita e quelli che maggiormente incidono sulle fasce sociali più deboli».
«Per la lotta all'evasione fiscale va definito un vero e proprio piano industriale, che, partendo dall'analisi e dalla quantificazione del fenomeno, definisca strategie e azioni sia di contrasto sia, e ancor di più, di induzione alla compliance, fissi obiettivi temporalizzati, destini le risorse necessarie e preveda meccanismi di controllo dell'attività di gestione svolta». Per Giampaolino «in tale direzione sembra muovere opportunamente il Ddl delega fiscale».
Audizione sul Def anche per Bankitalia. Il vicedirettore generale di via Nazionale, Salvatore Rossi, ha sottolineato che le risorse ottenute dalla lotta all'evasione fiscale e dalla spending review potranno consentire un taglio delle tasse su imprese e lavoratori. «I risultati - ha detto Rossi - del contrasto all'evasione fiscale e della razionalizzazione della spesa potranno consentire nel medio termine di ridurre le elevate aliquote di prelievo sul lavoro e sull'attività d'impresa, sostenendo la competitività dell'economia».
«I rischi connessi con il perdurare delle tensioni sui mercati del debito sovrano restano elevati», ha aggiunto Rossi. Per questo occorre «perseverare nelle politiche di risanamento dei bilanci pubblici e avanzare nelle riforme a sostegno della crescita».
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Allarme della Corte dei Conti sul Def: pressione fiscale al 45%, rischio cortocircuito tra rigore e crescita - Il Sole 24 ORE