Radio24 c'è oscar giannino che sta incaz zato (1 Viewer)

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

tontolina

Forumer storico
FONDAZIONE CARIVERONA UNICREDIT AUMENTO CAPITALE UNA VORAGINE SENZA FONDO
VERONA 1 GENNAIO 2011 CORSERA.IT MATTEO CORSINI

UNICREDIT AUMENTO DI CAPITALE,IL PERICOLO DEGLI INDEBITAMENTI CON LE BANCHE D'AFFARI AMERICANE.
IL CASO CASSAMARCA E IL CASO JP MORGAN MONTE DEI PASCHI DI SIENA.
AUMENTI DI CAPITALE SE CI SONO I SOLDI SI SOTTOSCRIVONO,ALTRIMENTI DI QUESTI TEMPI INDEBITARSI CON LE BANCHE D'AFFARI E' COME FARSI SALVARE DAGLI AGUZZINI.


CRISI EURO SPREAD BTP BUND.A VERONA SI PREANNUNCIA L'ADESIONE PARZIALE ALL'AUMENTO DI CAPITALE DI UNICREDIT,UNA VORAGINE SENZA FONDO.UNICREDIT DEVE RICAPITALIZZARE,AL DI LA' DELLE RICHIESTA DELL'EBA,E HA SVALUTATO PER MILIARDI DI EURO LE ATTIVITA' NEL'EUROPA DELL'EST.ALTRI 2.5 MILIARDI PROVENGONO DALLA CONVERSIONE DEI TITOLI CASHES,CHE ANNACQUERANNO IL TITOLO E ALTRI 3 MILIARDI SONO L'ACQUISIZIONE FORZATA DEI DIVIDENDI CHE NON VERRANNO PAGATI GLI AZIONISTI NEI PROSSIMI DUE ANNI.UNA VORAGINE NEI CONTI DI UNICREDIT,DOVE VERONA E LA FONDAZIONE CARIVERONA SI RIGETTA A CAPOFITTO,SENZA PRIMA COMPRENDERE COSA SUCCEDERA' NEI PROSSIMI MESI.UN RISCHIO ELEVATISSIMO CHE POTREBBE SUCCHIARE ANCORA RISORSE DALLE CASSE TRAUMATIZZATE DELLA FONDAZIONE CARIVERONA.L'IDEA DI CEDERE I DIRITTI D'OPZIONE IL PRIMO GIORNO DI CONTATTAZIONI IN ASTA,SARA' COME FAR SPROFONDARE IL VALORE DEL TITOLO AL DI SOTTO DEL DIRITTO ....

C'E' INOLTRE DA CONSTATARE CHE CASSAMARCA, L'ALTRA FONDAZIONE,STA RIMANENDO IMPIGLIATA NELLE OFFERTE DI BOFA MERRILL LYNCH E ALCUNE DEVASTANTI OPZIONI CALL E PUT SUL VALORE DEL TITOLO.UN ALTRO MOTIVO PER CREDERE CHE SE CASSAMARCA FIRMASSE L'ACCORDO CON LA BANCA D'AFFARI AMERICANA,LA SPECULAZIONE SI AVVENTEREBBE DI NUOVO SUL TITOLO,NEL TENTATIVO DI FAR SCATTARE L'ESCUSSIONE DEL PEGNO A GARANZIA SULLA STESSE AZIONI UNICREDIT,COME DEL RESTO ACCADUTO PER MONTE DEI PASCHI DI SIENA CON JP MORGAN.


IL BALORDO ACCORDO TRA SIENA E LA BANCA D'AFFARI AMERICANA,HA FATTO RASENTARE IL DEFAULT DELLA FONDAZIONE MONE DEI PACHI DI SIENA,CHE SI E' RITROVATA IMPROVVISAMENTE CON L'ESCUSSIONE DEL PEGNO SUI TITOLI DELLA STESSA BANCA OFFERTI IN GARANZIA.IN REALTA' NELL'ACCORDO DI COVENANT SUL FINANZIAMENTO,L'EVENTO PER L'ESCUSSIONE ERA STATO FISSATO SUL PREZZO DEL TRIGGER A 0.30 CENTESIMI,AL DI SOTTO DEL QUALE SAREBBE SCATTATA LA TAGLIOLA.

CARIVERONA DUNQUE DEVE FARE MOLTA ATTENZIONE E GLI STESSI DIRIGENTI DI CASSAMARCA GUARDARSI BEN DUE VOLTE DALL'INDEBITARSI CON UN ACCORDO DI PEGNO SUGLI STESSI TITOLI.


CORSERA.IT





MILANO (MF-DJ)--La Fondazione Cariverona, principale azionista di Unicredit con il 4,2%, e' pronta a diluirsi al 3,5% nell'ambito dell'aumento di capitale da 7,5 mld di Piazza Cordusio.
Secondo MF, il Cda dell'ente presieduto da Paolo Biasi, che si riunira' domani in seduta straordinaria per ufficializzare la decisione, sarebbe orientato a sottoscrivere solo una parte dell'aumento, cedendo invece una parte dei diritti d'opzione per fare cassa e avere cosi' un po' di liquidita' aggiuntiva da utilizzare per fare fronte all'esborso legato alla ricapitalizzazione di Piazza Cordusio.
A differenza di altre Fondazioni, infatti, Cariverona non intendere indebitarsi per seguire l'aumento. Un'opzione che invece starebbe valutando la Fondazione Cassamarca, azionista con lo 0,7%, i cui vertici stanno vagliando una proposta di finanziamento pervenuta da Bofa-Merrill Lynch (che e' anche global coordinator dell'aumento assieme a Mediobanca). La banca d'affari americana si e' infatti dichiarata disponibile a fornire le risorse necessarie a sottoscrivere l'aumento attraverso un finanziamento regolato da pegno sul pacchetto di azioni Unicredit e da un complesso di opzioni put e call sullo stesso. Lo schema dell'operazione prevede che, se il titolo di Piazza Cordusio dovesse scendere sotto una certa soglia prestabilita, Cassamarca avrebbe il diritto a vendere le azioni alla controparte a un prezzo predefinito. Viceversa, se il titolo salisse oltre una certa soglia, sarebbe la controparte ad avere la possibilita' di acquistare a un prezzo prefissato. red/vit
 

tontolina

Forumer storico
Nel prospetto dell'ADC Unicredit compare il CRACK dell'EURO


IL GRANDE BLUFF: Noi blogger eravamo catastrofisti? Nel prospetto dell'ADC Unicredit compare il CRACK dell'EURO

Abbiamo visto tutti che bell'effettino abbia avuto l'annuncio dell'aumento di capitale-alla-disperata sul titolo Unicredit: circa -30% in due sedute, trascinandosi dietro tutte le Borse europee e facendo volare Monti a Bruxelles per incontri non previsti in agenda....
(tra parentesi: secondo la propaganda nazional-populista, le nostre banche non erano più solide di quelle di altri paesi??? O piuttosto conta, al di là del torto o della ragione, chi sta vincendo e chi sta perdendo nella lotta alla sopravvivenza della Grande Crisi? E forse non sarebbe più "igienico" sposare l'atteggiamento realistico e pragmatico proposto in questo Blog...piuttosto che un ideologismo suicida, con tante prediche al vento senza mai proporre soluzioni concrete?)

Ma la cosa più cool ce la cita oggi Reuters:
nei prospetti degli Aumenti di Capitale (o delle OPA etc) vengono normalmente citati gli eventi di rilievo che potrebbero influenzare negativamente il successo dell'operazione
e che potrebbero alterare sensibilmente i risultati operativi, la situazione economica, patrimoniale e finanziaria della Banca o dell'Azienda coinvolta.
Ebbene Unicredit ha inserito ESPLICITAMENTE come Evento High Risk IL CRACK DELL'EURO:............
http://it.finance.yahoo.com/notizie/unicredit-prospetto-rischi-risultati-eventuale-170508377.html
UniCredit, prospetto: rischi su risultati da eventuale crack euro
L'eventuale uscita di uno o più paesi dalla zona euro o l'abbandono della moneta unica potrebbero avere "effetti negativi rilevanti" sull'attività, i risultati operativi e la situazione economica, patrimoniale e finanziaria di UniCredit .
Lo si legge nel prospetto preparato per l'aumento di capitale della banca da 7,5 miliardi che partirà lunedì.
Una fonte vicina all'operazione, tuttavia, sottolinea che si tratta di una delle eventualità a livello macroeconomico che non si possono omettere in un prospetto e che è molto probabile che la stessa avvertenza compaia in altri documenti su operazioni simili in futuro.
(N.d.R. un segno dei tempi che cambiano...fossero stati i tempi della Guerra Fredda si sarebbe citato come Evento High Risk un eventuale missile atomico contro la sede della Banca...mentre d'ora in poi si citerà regolarmente l'eventuale deflagrazione nucleare dell'Euro...)
"Le preoccupazioni relative all'aggravarsi della situazione del debito sovrano dei paesi dell'Area Euro potrebbero portare alla reintroduzione, in uno o più paesi dell'Area Euro di valute nazionali o, in circostanze particolarmente gravi, all'abbandono dell'Euro", si legge nel prospetto.
"L'uscita o il rischio di uscita dell'Euro da parte di uno o più Paesi dell'Area Euro e/o l'abbandono dell'Euro quale moneta, potrebbero avere effetti negativi rilevanti sia sui rapporti contrattuali in essere, sia sull'adempimento delle obbligazioni da parte del Gruppo UniCredit e/o dei clienti del Gruppo UniCredit, con conseguenti effetti negativi rilevanti sull'attività e sui risultati operativi e sulla situazione economica, patrimoniale e/o finanziaria del Gruppo UniCredit", prosegue il documento. ..............
Del resto questi prospetti sono regolati da precise LEGGI: risulta dunque molto più difficile e pericoloso DISSIMULARE certi Rischi che non possono più essere ignorati...
 

tontolina

Forumer storico
1-SIAMO ARRIVATI ALL’APOCALISSE? UNICREDIT A CHI INVESTE: L’EURO POTREBBE SALTARE -


2- È LA PRIMA VOLTA CHE UNA GRANDE BANCA ITALIANA, MENTRE SI APPRESTA A CHIEDERE DENARO AI PROPRI AZIONISTI, TRAVOLTA DA ATTACCHI SPECULATIVI DEGLI HEDGE FUND ESTERI E SOTTOSOPRA PER IL POSSIBILE DEFAULT DELL’UNGHERIA, DECIDE DI METTERE IN GUARDIA I RISPARMIATORI DA UNA POSSIBILE DISSOLUZIONE DELLA MONETA UNICA -


3- IN QUESTI GIORNI SUDARIO MONTI SI GIOCA TUTTO: SE NON RIESCE A PERSUADERE IL DUPLEX MERKEL-SARKOZY AD ABBANDONARE I FURORI RIGORISTI DEL NUOVO PATTO FISCALE EUROPEO PER L’ITALIA, L’UNIONE EUROPEA E LA SUA MONETA NON C’È FUTURO -


4- MONTI CERCA ALLEATI (POLONIA E BELGIO NON BASTANO): OGGI CI PROVERÀ CON SARKOZY, LA COMMISSIONE È GIÀ DALLA SUA PARTE E MERCOLEDÌ POTRÀ PRESENTARSI ALLA CANCELLIERA TEDESCA AVENDO CHIARA LA SITUAZIONE. CON UNA FRECCIA AL SUO ARCO: CON LA GRAN BRETAGNA GIÀ FUORI DAI GIOCHI, IL POTERE DI VETO DELL’ITALIA È ENORME -

http://www.dagospia.com/rubrica-4/b...ro-potrebbe-saltare2-la-prima-volta-34099.htm
 

tontolina

Forumer storico
da Cobraf.com
Questo articolo di oggi su Unicredit fa notare due cose:

oggi Unicredit in borsa vale 8 miliardi come capitalizzazione ai prezzi di 4 euro e rotti e le sue due società in Polonia e Turchia, che vanno bene e guadagnano, nelle borse di Varsavia e Istambul valgono circa 7 miliardi.
Il patrimoio netto di Unicredit è di 46 miliardi, va bene che non è più correlato con il valore in borsa dal 2009 come una volta...

Bank Pekao in Polonia ha un rapporto prestiti/depositi del 90% come in Italia negli anni '50 cioè è solidissima, ha anche un Tier 1 del 16% e guadagnava nel 2010 692 milioni di euro. Prova a pensare, solo la banca Pekao controllata in Polonia di Unicredit guadagna quasi un miliardo di euro l'anno e Unicredit ora tutta, Italia e poi la banca austriaca, tedesca, turca e appunto questa banca polacca, tutto assieme vale 8 miliardi di capitalizzazione.
Unicredit vale oggi solo quanto le sue due banche in Polonia e Turchia.
La Polonia è l'unica economia occidentale assieme alla Germania e Olanda che non rischia la recessione, sono 40 milioni di persone e Bank Pekao è la seconda banca del paese con 1.000 filiali...

in secondo luogo il consorzio di banche che rischia di avere 5-6 miliardi di azioni Unicredit dell'Aumento di Capitale in mano se i soci non sottoscrivono, sta in realtà vendendo Unicredit short tramite derivati esotici a Londra per cautelarsi e fino a quando quindi non arrivano gli impegni di acquisto dei soci storici che ancora tentennano hai Merril Lynch, Deutsche,JP Morgan che stanno tutte premendo in basso sul titolo

Sicuramente mi sbaglio, ma è la prima banca italiana, con 940 miliardi di bilancio cioè di prestiti ed investimenti che significano POTERE... e vale sicuramente più di 10 miliardi euro e anche di 20 miliardi ...non verrà abbandonata a se stessa, di gente interessata a comprarla ne verrà fuori

(Comunque se invece mi sbaglio proprio e Unicredit fallisce, cerca di spostare il tuo conto a Unicredit presso la Bank Pekao in Polonia, tanto fa parte del gruppo e dovrebbero fartelo in fretta)
 

tontolina

Forumer storico
UNICREDIT: ARMATE BRANCALEONE IN AZIONE!


Scritto il 9 gennaio 2012 alle 07:13 da icebergfinanza
1476.jpg

Mentre qualcuno ai piani alti di Unicredit si dice sorpreso dall’andamento delle quotazioni del titolo dimenticando che la speculazione viaggia a nozze nel MedioEvo della finanza soprattutto quando un’azienda si fa condizionare nell’aumento di capitale da un consorzio di garanzia che assomiglia ad un’armata brancaleonte sino a svendere con forte sconto azioni per paura di non arrivare a destinazione.
Come suggerito più volte allo stesso tempo, anticipare l’altra armata brancaleone europea che nei prossimi mesi si precipiterà a chiedere l’elemosina ai mercati non è stata una cattiva idea. Non dimenticate che il consorzio di garanzia ha assicurato la buona riuscita dell’operazione comunque vada in queste prossime settimane, fuori il dente dell’EBA e fuori il dolore!
Milano, 7 gen. (TMNews) – “La reazione del mercato, pur se in larga misura dovuta ad aspetti tecnici, ci ha in parte sorpreso”. E’ quanto ha dichiarato l’amministratore delegato di Unicredit Federico Ghizzoni, secondo quanto riportato dal ‘Corriere della Sera’, dopo che il titolo ha perso nelle ultime tre sedute, da quando è stato annunciato l’aumento di capitale che partirà lunedì, il 40% circa del suo valore.
Si sorpresi. come la Consob che quando ormai i buoi sono fuggiti dalla stalla con danni per milioni di euro ai piccoli risparmiatori, travolti da ondate di vendite si mette ad indagare su una presunta esplosione della domanda di prestito titoli con un rialzo stellare dei tassi per questa operazione setteplucati nello spazio di un istante, un meccanismo occulto che ha consentito di ridicolizzare il divieto di vendita allo scoperto.
Quindi da oggi …
UniCredit riparte da 2,62 euro. Staccato il diritto, è questo il prezzo a cui domani le azioni della banca entreranno in negoziazione a Piazza Affari, nel giorno che ufficialmente dà il via al maxi aumento di capitale da 7,5 miliardi. Parallelamente prenderanno il via gli scambi sui diritti, che esordiranno a 1,36 euro circa. Si aprono così tre settimane cruciali per l’istituto guidato dall’amministratore delegato Federico Ghizzoni, che chiede al mercato mezzi freschi per una cifra pari ormai all’intera capitalizzazione di Borsa, dopo gli scivoloni delle ultime sedute. Le azioni UniCredit, che prima di Natale valevano 0,69 euro, sono passate attraverso il raggruppamento una ogni dieci, che le ha portate a chiudere la seduta del 27 dicembre a 6,575 euro.



articoli di Paolo Paronetto e Fabio Pavesi – Il Sole 24 Ore – leggi su UniCredit al test del mercato - Il Sole 24 ORE
Quindi con oggi si torna a ballare con gli arbitraggi di chi veramente conta e di chi mira a monopolizzare il consiglio di amministrazione Unicredit.
Quello che è certo è che le diserzioni e le disaffezioni in Unicredit abbondano e in molti potrebbero decidere di lasciar diluire la quota della propria partecipazione! E’ probabile che si assisterà ad un diluvio di vendita dei diritti che danno l’onere di partecipare all’aumento di capitale.
Sarebbe interessante sapere quanto Black Rock solitamente ben informata e tra le prime ad abbandonare il Titanic Unicredit riducendo drasticamente la sua quota, dicevo sarebbe interessante sapere quale tenero canarino abbia introdotto nella miniera Unicredit per cercare il gas dell’esplosione, senza contare che qualcuno abbia operato per entrare dalla porta principale a prezzi di saldo!
Concludo con un pezzo apparso sul FattoQuotidiano…
È molto ‘indignato’ Giovanni Puglisi, per usare un termine tanto in voga adesso quando si parla di finanza. La fondazione Banco di Sicilia che lui presiede, azionista di Unicredit con una quota dello 0,32 per cento, ha deciso all’ultimo momento di non partecipare al maxi aumento di capitale della banca da 7,5 miliardi di euro che è ufficialmente partito oggi con il placet del consiglio d’amministrazione. (…) “Abbiamo il 92 per cento delle nostre attività investite nei titoli Unicredit, che valevano 7 euro quando diventammo soci post fusione della banca milanese con Capitalia, mentre ora valgono 0,58 euro (o 5,8, post raggruppamento delle azioni 10 a 1, ndr.)” dice Puglisi a ilfattoquotidiano.it .
Chissà senza offesa per la caslinga di Voghera, se la Fondazione Banco di Sicilia avesse chiesto consiglio alla nostra casalinga si sarebbe sentita rispondere che tutte le uova nello stesso paniere alle volte portano ad una imprevista… frittata alla faccia della diversificazione degli ingredienti di un portafoglio!!
Ma di questo ed altro ne parleremo nel post in preparazione la prossima settimana, per tutti gli amici e sostenitori di Icebergfinanza, per coloro che lo vogliono sostenere anche economicamente, osserveremo da vicino probabili iceberg e stelle polari del 2012, un anno che passerà alla storia in una maniera o nell’altra, un anno decisivo per la futura intensità della tempesta perfetta, una tempesta che ci accompagnerà ancora per qualche anno, al di là dell’immaginazione dei mercati finanziari e della gente comune. ORIZZONTE 2012…SENZA DIMENTICARE LA STORIA!
 

tontolina

Forumer storico
Manovra Monti fase 2

nella prima ha massacrati i poveri pensionati e nessuno ha scioperato.... sic!


FASE 2:
TAXI: A Napoli, Milano e Roma (dove hanno bloccato la stazione Termini) la rivolta è già iniziata.
ORDINI: Gli avvocati sciopereranno.
TRENI:Montezemolo e Della Valle possono brindare.

Monti: liberalizzazioni per tutti, tranne che per le banche di: Marco Palombi Pubblicato il 13 gennaio 2012| Ora 10:24








Monti tiene fuori le banche. Liberalizzazioni: risparmio da 900 euro all’anno | Marco Palombi | Il Fatto Quotidiano



Monti tiene fuori le banche. Liberalizzazioni: risparmio da 900 euro all’anno
Dalle bozze sulle liberalizzazioni mancano ancora il capitolo sugli istituti di credito. Intanto, è ai nastri di partenza la deroga al contratto dei ferrovieri per i treni privati di Montezemolo
Più di qualcosa manca – banche, assicurazioni e gas su tutto – eppure le bozze del decreto sulle liberalizzazioni circolate in questi giorni non sono un provvedimento piccolo piccolo alla Tremonti, ma una prima, decisa spazzolata all’assetto attuale della società (economica) italiana. Per un giudizio definitivo bisognerà certo aspettare il testo vero del governo: fonti di palazzo Chigi fanno sapere ad esempio che il premier “ancora non ha potuto leggere gli articolati” e smentiscono la norma sull’articolo 18.

Come che sia, è utile dare un’occhiata alle proposte che Mario Monti si ritrova sul tavolo: una trentina di articoli che spaziano nei campi più disparati e fanno arrabbiare le categorie interessate, nonostante per le associazioni dei consumatori valgano 900 euro l’anno di risparmi a famiglia. Quanto ai settori che per ora restano al calduccio, si spera nei famosi decreti mensili annunciati da Corrado Passera.

Trasporti. Arriva l’Autorità ad hoc, inserita in quella per la vigilanza sui contratti pubblici, e sarà competente anche sulle autostrade: si stabilisce che la regola per le concessioni è la gara e che, nel settore dei Benetton, il sistema delle tariffe verrà rivisto entro il 2012 (senza riforma, niente aumenti nel 2013).

Taxi. L’Autorità per i trasporti dovrà “adeguare i livelli di offerta” e le tariffe. L’incremento delle licenze – stabilito anche in base ad un confronto con altre città europee – verrà accompagnato da compensazioni una tantum per i tassisti, dalla possibilità di avere più di una licenza e usare più flessibilità riguardo ad orari e tariffe (fatte salve quelle massime). A Napoli, Milano e Roma (dove hanno bloccato la stazione Termini) la rivolta è già iniziata.

Treni. Rfi spa, la società che possiede la rete ferroviaria, viene sottratta a Trenitalia (che finora era concessionario di se stessa). Per di più gli imprenditori privati del settore non dovranno più applicare il contratto di lavoro di Trenitalia come aveva deciso la manovra estiva di Berlusconi. Montezemolo e Della Valle possono brindare.

Benzina. Stop ai petrolieri che impongono forniture in esclusiva (varrà al 50 % pure per i contratti in essere) e possibilità di vendere nei distributori anche prodotti “non oil”. E ’ abolito il divieto di realizzare impianti completamente automatizzati e si cercherà di togliere la proprietà dei distributori alle compagnie che producono benzina.

Energia. Verrà ampliata la platea di chi beneficia di tariffe agevolate per gas ed elettricità; le nuove centrali elettriche sono considerate “urgenti e indifferibili”.

Ordini. Sono aboliti da subito tutti i tariffari, per di più il professionista è obbligato a fornire un preventivo al cliente. Per facilitare l’accesso alle professioni si prevede che le università – escluse le professioni sanitarie – possano considerare come tirocinio il biennio della laurea specialistica. Gli avvocati sciopereranno.

Farmacie e notai. Aumenteranno le prime (settemila in più, secondo Federfarma, “un numero insostenibile”) e pure i secondi: mille in più a giugno 2013.

Consumatori. Viene allargato l’ambito di applicazione della class action. I consumatori potranno ricorrere ad un ufficio della presidenza del Consiglio contro le clausole vessatorie presenti nei contratti.

Servizi Pubblici Locali. Dovranno essere integrati in bacini territoriali omogenei in modo da avere risparmi ed efficienza. Ad eccezione del servizio idrico, verrà incentivata la messa a gara dei servizi e, per i comuni indebitati, la vendita delle società che se ne occupano.

Regioni ed enti locali. Altro che federalismo: a palazzo Chigi ci sarà un ufficio (“senza oneri aggiuntivi”) che farà da cane da guardia a governatori e sindaci che vogliano favorire qualche amico strozzando la concorrenza. Il decreto istitutivo lo scriverà il premier, ma si sa già che l’ufficio, se gli interessati non gli daranno retta, potrà proporre al governo di “sostituirsi” a regioni ed enti locali con una sua legge o un commissario. Rilevante pure il fatto che palazzo Chigi potrà suggerire percorsi per la dismissione di azioni e immobili.

Burocrazia. Basta con le licenze, i limiti numerici e le autorizzazioni preventive per chi vuole aprire un’attività economica (esclusi i servizi finanziari): il timbro obbligatorio dell’ufficio pubblico resterà solo in quei settori “di interesse generale” e “costituzionalmente rilevanti”. Quanto ai negozi, ogni commerciante potrà decidere se e quando fare sconti. Anche i servizi postali vengono liberalizzati.

Spiagge. Una norma che fa esultare gli ambientalisti: la concessione del demanio marittimo sarà assegnata con gara pubblica e non potrà durare più di quattro anni. Gli attuali imprenditori del settore avranno un diritto di prelazione: potranno cioè aggiudicarsi la concessione pareggiando l’offerta più alta.

da Il Fatto Quotidiano del 12 gennaio 2012
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

Users who are viewing this thread

Alto