RISANAMENTO Ecco cosa rischiano le banche
Websim - 17/07/2009 19:33:14
La Procura di Milano chiede il fallimento di Risanamento e le banche coinvolte sentono l'aria farsi pesante. In prima fila c'è Banco Popolare, che ha prestato al gruppo in difficoltà parecchi soldi ed in più ha ereditato, insieme agli asset, anche i guai che si trovano in Banca Italease: tra questi c'è l'esposizione verso il gruppo di Luigi Zunino.
Numeri precisi ancora non ci sono: da Verona, sede del gruppo Banco Popolare, promettono un comunicato sull'argomento. Un analista che preferisce l'anonimato ha calcolato che Banco Popolare, in via diretta o attraverso la controllata Italease, potrebbe essere esposta verso Risanamento per 450 milioni di euro: un cifra notevole per una società che capitalizza 3,3 miliardi. A questa cifra si aggiungono circa 200 milioni di euro di finanziamenti alle società personali di Zunino, quelle attraverso le quali l'imprenditore controlla Risanamento. Messi tutti insieme, fanno 650 milioni di prestiti di cui la maggior parte, 440 milioni di euro, dovrebbero essere stati erogati dal Banco Popolare e il resto da Italease.
Banco Popolare ha già provveduto, almeno in parte, a prendere atto della minaccia. Nel 2008, Banco Popolare ha registrato rettifiche di valore su crediti pari a 850 milioni, di cui 300 milioni inerenti al settore immobiliare. Nello stesso anno, l'istituto ha registrato accantonamenti netti per fondi rischi ed oneri per 147 milioni, di cui 90 milioni inerenti al comparto immobiliare.
"Nel peggiore dei casi Banco Popolare potrebbe trovarsi a svalutare altri 150 milioni di euro", spiega l'analista che aggiunge: "Vedo sempre meno realistico l'obiettivo del gruppo di contenere quest'anno le svalutazioni totali allo 0,7% di tutti i crediti del gruppo".
In caso di maxi svalutazione, la ricaduta più pesante sarebbe sugli indici di solidità patrimoniale. Banco Popolare dovrebbe chiudere l'anno con un Core Tier 1 al 6,5% dopo l'emissione dei Tremonti Bond, e la cessione di Factorit, operazione dagli esiti ancora incerti. Se Risanamento dovesse fallire, il Core Tier 1 verrebbe depresso di circa 0,3 punti percentuali.
Banco Popolare però non è l'unica banca a rischiare: la società immobiliare di Luigi Zunino ha 2,8 miliardi di debito, e di questi 1,1 miliardi di euro sono in capo a istituti italiani.
A chiarire i termini delle singole esposizioni sono fonti vicine a Risanamento: IntesaSanPaolo è la maggiore finanziatrice con 476 milioni di euro, seguita da Banco Popolare con 450 milioni. Dietro c'è Unicredit: 276,9 milioni di euro. A seguire Banca Popolare di Milano 77,6 milioni, Meliorbanca per 40 milioni, Mps per 10 milioni e infine Banca di Credito Cooperativo di Sesto San Giovanni per 3,6 milioni.
E' possibile che in questo momento le banche facciano fronte comune per evitare il fallimento di Risanamento, ma i tempi stringono. All'istanza della procura di Milano, il Tribunale ha risposto convocando la società per il 29 luglio prossimo: entro quella data deve essere trovata una soluzione per evitare il crack.
Le banche sono al lavoro da tempo per scongiurare la bancarotta. L'ipotesi più concreta è quella di costituire un fondo e rilevare le attività di Risanamento a Sesto San Giovanni, nell'ex Area Falck. Il progetto è sotto la cura dello studio Mancuso e di Banca Leonardo. Proprio ieri il Comune di Sesto San Giovanni ha approvato il nuovo Piano di governo del territorio, per facilitare il processo.
"Dalla cessione di quegli asset, Risanamento troverebbe risorse per scongiurare il fallimento", spiega un analista. Dall'area ex Falck, il gruppo immobiliare potrebbe incassare circa 550 milioni di euro e stralciarne altri 300 di debiti. Zunino potrebbe così concentrarsi sulle altre attività