SARO' PURE FUORi COME UN BALCONE. MA DA QUI SI VEDONO BENISSIMO LE STELLE.

Questo servizio è stato realizzato da “Video 33″, ma l’emittente bolzanina è stata costretta a oscurarlo per via dei commenti razzisti pubblicati sui social. Nel video vengono intervistati alcuni immigrati ospitati presso l’hotel Alpi, struttura a 4 stelle. Nonostante alberghino gratis e bene, uno di loro si lamenta dello Stato italiano: “Non ci dà i soldi che ci spettano mensilmente”. A un altro non va di camminare dall’hotel a un’altra struttura per consumare il pranzo gratis: “E’ faticoso…”.

L'hotel stellato non basta. L'immigrato si lamenta: "L'Italia ci deve dei soldi" (Video) - Video Dailymotion
 
Pilu, se non si va a votare, non c'è possibilità di cambiamento.

Questo bisogna fare, non rassegnarsi.
 
estraggo qs articolo

Per quanto riguarda i voti di lista, il Pd in città è stabile ottenendo le stesse percentuali di 5 anni fa. Grande sorpresa è la Lega che raddoppia i voti, pur orfana dell'ex leader Elena Artioli, recentemente passata armi e bagagli al Pd. I commentatori attribuiscono l'exploit all'effetto Salvini, che aveva tenuto un comizio in piazza con moltissimo pubblico a poche ore dall'appuntamento con le urne.

in un paese normale una tipa del genere avrebbe seguito ?

la politica in italia è malaffare e niente di più...:-o:eek::(:wall:
 
Adesso non girarla là.
Hai scritto : Mi sono fatta pure quello

Non si può fraintendere :D
Il soggetto era il "giro del 2014"... l'ho pure evidenziato :-o:specchio::D:D
Questo servizio è stato realizzato da “Video 33″, ma l’emittente bolzanina è stata costretta a oscurarlo per via dei commenti razzisti pubblicati sui social. Nel video vengono intervistati alcuni immigrati ospitati presso l’hotel Alpi, struttura a 4 stelle. Nonostante alberghino gratis e bene, uno di loro si lamenta dello Stato italiano: “Non ci dà i soldi che ci spettano mensilmente”. A un altro non va di camminare dall’hotel a un’altra struttura per consumare il pranzo gratis: “E’ faticoso…”.

L'hotel stellato non basta. L'immigrato si lamenta: "L'Italia ci deve dei soldi" (Video) - Video Dailymotion
:wall::wall::wall::wall::wall:
E io che mi affanno a cercare i 2 stelle :(
 
Per Mario Segni, che ha fatto della battaglia referendaria per l’introduzione del sistema elettorale maggioritario il suo manifesto politico, il perché è presto detto. «Ciò che abbiamo visto succedere in Gran Bretagna nei giorni scorsi, rientra nella normalità del sistema e della cultura politica incentrati sul principio di responsabilità: chi vince è premiato e chi perde va a casa – sottolinea – Ed è il frutto naturale e logico di due elementi: la legge elettorale e il costume politico». Principio, ricorda Segni, ancora sconosciuto in Italia. «Noi abbiamo combattuto contro la regola che ha sempre dettato il principio opposto: quello del consociativismo – spiega l’ex democristiano che ha chiuso con la politica da oltre un decennio pur continuando l’impegno referendario – Per cui nessuno comanda, nessuno decide, nessuno perde, nessuno paga e, quindi, nessuno si dimette». Risultato: «Oggi siamo ancora molto indietro: è stato l’ex capo dello Stato Giorgio Napolitano, del resto, ad ammettere che il Mattarellum era meglio dell’Italicum. Per anni abbiamo assistito a battaglie elettorali in cui vincevano tutti o, al massimo, qualcuno perdeva solo per un quarto o al massimo a metà».
 
Simulazione di reato. E’ questa l’accusa con cui il pm della Procura di Bari Isabella Ginefra ha iscritto nel registro degli indagati Fabio e Mingo, ex inviati di Striscia la notizia. A rivelare la notizia è stato il dorso barese del Corriere del Mezzogiorno. Secondo quanto riportato dalla versione online del quotidiano, i nomi dei due attori pugliesi non sono gli unici a comparire nel fascicolo: oltre alla coppia del tg satirico, infatti, sono indagati anche l’attore del servizio sul finto avvocato (falso scoop da cui è partita l’indagine della procura) e tutti coloro che hanno partecipato alla presunta messa in scena del 2013. A quanto pare, invece, non sono finiti nel mirino degli inquirenti gli autori del programma di Antonio Ricci.
 
Che il progetto Garanzia Giovani sia un flop è ormai assodato. Che lo stanziamento previsto dall’Unione europea, 1,5 miliardi per l’Italia, sia stato un affare per aziende private, agenzie del lavoro o Enti di formazione, è invece un fatto poco noto. Eppure, leggendo le circolari applicative, guardando i contratti che vengono fatti firmare ai giovani interessati, quelli tra i 15 e i 29 anni, i compensi previsti per chi si accredita al progetto e gli incentivi per chi assume, magari solo per sei mesi e poi ciao, sono indicati chiaramente. Si tratta di centinaia di milioni.​
Lunedì sera, intervistato da Piazzapulita, l’amministratore di Manpower, una delle più grandi agenzie del lavoro del mondo, Stefano Scabbio, alla domanda su quali cifre la sua azienda ricavi dalla Garanzia Giovani ha parlato di un generico 1% del fatturato. Stando ai risultati pubblicati dal sito dell’azienda – 819 milioni di euro il fatturato italiano – si tratterebbe di circa 8 milioni. In realtà si tratta di una cifra molto superiore. Sia perché a godere della possibilità di accreditarsi a Garanzia Giovani e quindi lavorare come strutture di supporto ai giovani in cerca di impiego, ci sono diverse società (nel Lazio sono 14, in Calabria 21, per fare alcuni esempi), sia perché le possibilità di guadagno diretto sono molteplici e, spesso, di difficile individuazione.
 

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