ricpast
Sono un tipo serio
Ecco vedi, il mio presupposto è diverso.
Io credo infatti che, qualunque sforzo si compia, le sostanze stupefacenti continueranno ad essere disponibili sui mercati: legali e illegali.
Non per questo affermo che, per colpa di una specie di sfinimento, dobbiamo scegliere la strada della liberalizzazione selvaggia.
La mia critica, per precisare meglio anche i miei precedenti ragionamenti e dato che l'argomento mi ha sempre interessato molto (ho consumato nella mia vita diversi tipi di droghe in modo spesso saltuario e negli ultimi anni ho letto diversi libri e saggi sull'argomento nei suoi vari aspetti), è diretta principalmente ad un'ottusa visione che non intende fare distinzioni tra le droghe, tra le diverse categorie di consumatori, tra i diversi effetti sulla persona e sulle dinamiche sociali.
In tale ottica ci si dimentica che appunto l'alcol, la caffeina e una serie innumerevole di sostanze legali e consumate da milioni di persone sono in tutto e per tutto degli stupefacenti.
Si tende quindi a compiere l'errore di affermare la sola dicotomia tra: legale ed illegale.E all'interno di quest'ultima categoria si fa, consentimi la battuta voluta, di tutta l'erba un fascio....
La cosa mi fa bollire il sangue perchè lo ritengo il comportamento + grave di tutti che si possa compiere nell'affrontare il problema della droga.
La prima personale conclusione è appunto quella di mettere immediatamente in discussione una eventuale prosecuzione del percorso prettamente proibizionista.
Un semplice esempio: nella galassia degli eroinomani si potranno trovare coloro i quali si ritrovano invischiati nella dipendenza per cause dovute a debolezze caratteriali, a sottovalutazione della gravità di certi comportamenti,ecc.
Questi probabilmente manifesteranno la volontà (da sostenere) di voler uscire dalla droga.
Ma non dimentichiamo che la dipendenza (e non solo da droghe, intendiamoci...) è una cosa a cui molti non hanno nessuna intenzione di rinunciarvi.
Bene, direte voi: sbattiamoli in galera e gettiamo la chiave, oppure chissenefrega che si ammazzino pure!
Ecco io invece credo che accettare questo fatto (ovvero che alcune persone hanno intenzione di fare di tutto nel corso della loro vita al fine di poter soddisfare i propri vizi e le proprie dipendenze....ripeto: non solo da droghe....qui in veneto è pieno di drogati di lavoro....) potrebbe facilitarci nel prendere decisioni che vanno nella direzione appunto di un maggiore monitoraggio, conoscenza e controllo del problema.
Sarebbe un errore pensare che tale ottica sia per forza una rinuncia a condannare il consumo di droga.
I ns obiettivi sarebbero sempre quelli e validi, credo, per tutti:
- fare in modo che sempre meno gente consumi sostanze stupefacenti;
- fare in modo che sempre più consumatori smettano in modo definitivo di utilizzare droghe;
- fare in modo che le organizzazioni criminali non sfruttino tale mercato nero per finanziare ulteriori e diversi progetti criminosi.
E le politiche adottate nel passato devono essere sempre valutate in base al grado di raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Anche per la droga.
Io credo infatti che, qualunque sforzo si compia, le sostanze stupefacenti continueranno ad essere disponibili sui mercati: legali e illegali.
Non per questo affermo che, per colpa di una specie di sfinimento, dobbiamo scegliere la strada della liberalizzazione selvaggia.
La mia critica, per precisare meglio anche i miei precedenti ragionamenti e dato che l'argomento mi ha sempre interessato molto (ho consumato nella mia vita diversi tipi di droghe in modo spesso saltuario e negli ultimi anni ho letto diversi libri e saggi sull'argomento nei suoi vari aspetti), è diretta principalmente ad un'ottusa visione che non intende fare distinzioni tra le droghe, tra le diverse categorie di consumatori, tra i diversi effetti sulla persona e sulle dinamiche sociali.
In tale ottica ci si dimentica che appunto l'alcol, la caffeina e una serie innumerevole di sostanze legali e consumate da milioni di persone sono in tutto e per tutto degli stupefacenti.
Si tende quindi a compiere l'errore di affermare la sola dicotomia tra: legale ed illegale.E all'interno di quest'ultima categoria si fa, consentimi la battuta voluta, di tutta l'erba un fascio....
La cosa mi fa bollire il sangue perchè lo ritengo il comportamento + grave di tutti che si possa compiere nell'affrontare il problema della droga.
La prima personale conclusione è appunto quella di mettere immediatamente in discussione una eventuale prosecuzione del percorso prettamente proibizionista.
Un semplice esempio: nella galassia degli eroinomani si potranno trovare coloro i quali si ritrovano invischiati nella dipendenza per cause dovute a debolezze caratteriali, a sottovalutazione della gravità di certi comportamenti,ecc.
Questi probabilmente manifesteranno la volontà (da sostenere) di voler uscire dalla droga.
Ma non dimentichiamo che la dipendenza (e non solo da droghe, intendiamoci...) è una cosa a cui molti non hanno nessuna intenzione di rinunciarvi.
Bene, direte voi: sbattiamoli in galera e gettiamo la chiave, oppure chissenefrega che si ammazzino pure!
Ecco io invece credo che accettare questo fatto (ovvero che alcune persone hanno intenzione di fare di tutto nel corso della loro vita al fine di poter soddisfare i propri vizi e le proprie dipendenze....ripeto: non solo da droghe....qui in veneto è pieno di drogati di lavoro....) potrebbe facilitarci nel prendere decisioni che vanno nella direzione appunto di un maggiore monitoraggio, conoscenza e controllo del problema.
Sarebbe un errore pensare che tale ottica sia per forza una rinuncia a condannare il consumo di droga.
I ns obiettivi sarebbero sempre quelli e validi, credo, per tutti:
- fare in modo che sempre meno gente consumi sostanze stupefacenti;
- fare in modo che sempre più consumatori smettano in modo definitivo di utilizzare droghe;
- fare in modo che le organizzazioni criminali non sfruttino tale mercato nero per finanziare ulteriori e diversi progetti criminosi.
E le politiche adottate nel passato devono essere sempre valutate in base al grado di raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Anche per la droga.