Granitifiandre (GRF) Sciopero del gruppo (1 Viewer)

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Economia venerdì 13 febbraio 2009
Iris, quasi pronto il piano di ristrutturazione

E' cauto ma positivo il giudizio dei sindacati sull'incontro con la direzione aziendale di Iris Ceramica che si è svolto ieri pomeriggio a Bologna. Il gruppo di Romano Minozzi, per bocca dell'amministratore delegato Giuseppe Pifferi, ha ribadito la volontà di uscire dalla procedura di liquidazione attraverso un confronto con le organizzazioni sindacali. Pifferi ha anche sottolineato che Iris vuole continuare ad essere presente su tutte le fasce di mercato. Il braccio destro di Minozzi, però, ha insistito sul fatto che il gruppo è sovradimensionato dal punto di vista degli organici. Tradotto: 750 dipendenti sono troppi, bisogna tagliare il costo del lavoro e i costi di struttura. E qui vengono le spine. Se ne saprà di più il 18 febbraio, quando, nel corso di un nuovo incontro in Regione, i vertici di Iris dovrebbero presentare le linee guida del piano di ristrutturazione.
 

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Granitifiandre: avvia Cig in due stabilimenti (MF)



MILANO (MF-DJ)--Ristrutturazione aziendale per Granitifiandre. La societa' ha dato il via alla cassa integrazione a rotazione in due dei suoi tre stabilimenti di Castellarano, in provincia di Reggio Emilia. Il provvedimento, che al momento riguarda non piu' di una ventina di addetti, a regime arrivera' a interessarne 200 su un totale di 500. Il ricorso alla cassa integrazione, scrive MF, diventera' piu' corposo tra marzo e agosto, con la possibilita' di estendere il periodo fino a dicembre 2009.
Quella di Granitifiandre, nonostante la crisi mondiale e quella di settore, non sembra comunque una situazione di emergenza: il provvedimento e' stato richiesto per permettere la ristrutturazione e il rinnovamento degli impianti produttivi al fine di posizionare l'azienda ancora di piu' nel segmento delle ceramiche di alta gamma, con un investimento di 12 mln.
Intanto, si sarebbe verificato qualche passo avanti anche sul fronte della revoca della liquidazione di Iris Ceramica, altra azienda controllata da Minozzi. A inizio anno era stata comunicata la chiusura degli impianti, decisione che ha portato alla mobilitazione generale dei 750 lavoratori dell'azienda e delle amministrazioni locali, convinti che la scelta non fosse stata dettata da uno stato di necessita', visto che la societ... non presentava problemi di liquidita' e l'ultimo bilancio disponibile, quello del 2007, evidenziava un utile di circa 57 mln. Dopo lunghe trattative, la proprieta' si e' dichiarata disposta a presentare un nuovo piano industriale, come alternativa alla liquidazione: il progetto sara' presentato oggi nel corso di un nuovo incontro in Regione. red/pl (END) Dow Jones Newswires
February 18, 2009 03:28 ET (08:28 GMT)
 

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ULTIMI SVILUPPI DELLA TRATTATIVA
Iris Ceramica, evitati 250 licenziamenti

Gli esuberi previsti dall’azienda saranno gestiti con la cassa straordinaria

SASSUOLO. Scongiurato il pericolo di 250 licenziamenti. E appare ormai superata la procedura di liquidazione. Sono gli esiti più significativi del secondo incontro in Regione a Bologna sulla vicenda di Iris Ceramica. La liquidazione dell’azienda è ipotesi di fatto superata dalla stessa presentazione di un Piano industriale di riorganizzazione per i prossimi tre anni e l’incontro bolognese verteva proprio su questo aspetto. Ma il Piano presentato l’altro ieri ipotizza anche circa 250 esuberi, su 750 lavoratori, nei tre stabilimenti di Sassuolo, Fiorano e Viano. Ed è diventato questo il nodo centrale del tavolo istituzionale di mercoledì sera in Regione, convocato dall’assessore regionale Duccio Campagnoli, con Giuseppe Pifferi in rappresentanza di Iris, le organizzazioni sindacali regionali e territoriali di categoria e con la partecipazione degli assessori Costi e Cavicchioli della Provincia di Modena e Ferrari della Provincia di Reggio Emilia. L’incontro ha avuto la durata complessiva di otto ore: è iniziato verso le 16,30 e si è protratto ben oltre la mezzanotte fino alla stesura di un verbale che rappresenterà la base di partenza per il prossimo tavolo, fissato per venerdì della prossima settimana. Non tanto una riunione senza interruzioni ma una serie di incontri separati fra le rispettive parti per valutare le posizioni opposte e confrontarle di volta in volta. Il verbale siglato stabilisce che il Piano industriale si articolerà in un triennio e punta ad una conferma dell’impegno produttivo di Iris nei diversi settori con un ulteriore investimento nei prodotti più innovativi e un processo di riorganizzazione delle linee produttive. Per la gestione degli organici e per il raggiungimento del nuovo assetto di equilibrio economico, finanziario e occupazionale del Gruppo, previsto intorno alle 500 unità e da raggiungere al termine del triennio, a marzo 2012, si farà ricorso alla cassa integrazione straordinaria con l’utilizzo anche della rotazione e tenendo conto delle esigenze produttive. Si ricorrerà alla mobilità unicamente volontaria e per i dipendenti che maturano il diritto alla pensione. Da definire ulteriormente le modalità della rotazione per l’uso della cassa integrazione straordinaria, l’anticipo e le eventuali integrazioni. Alla fine tanto i rappresentanti sindacali quanto l’assessore regionale Campagnoli hanno commentato con soddisfazione il verbale stilato dopo la mezzanotte.
Il primo punto di soddisfazione da parte dei sindacati è l’impegno di Giuseppe Pifferi a ritirare la procedura di liquidazione. Ma il sindacato non è disponibile ad accettare la mobilità di un solo lavoratore, quindi nemmeno un solo licenziamento se non su base volontaria per scelta del singolo lavoratore. Su questo i sindacalisti hanno ottenuto il loro obbiettivo perchè il problema dei possibili esuberi in seguito alla riorganizzazione verrà gestito mediante la cassa integrazione straordinaria, strumento che salvaguarda il lavoratore dal licenziamento stesso. Anche la minaccia del possibile smantellamento dello stabilimento di Fiorano, ipotizzato dal Piano, appare superata.
«La nostra soddisfazione - dice Manuela Gozzi di Cgil - deriva dal fatto che per tre anni saranno evitati i licenziamenti e al termine dei tre anni è auspicabile, se non prevedibile, che la recessione sia superata e il mercato della piastrella, sia pure riveduto e corretto, possa registrare una ripresa significativa. Tutto questo andrà comunque sottoposto al vaglio dei lavoratori e poi definito nell’incontro di venerdì 27. La cosa più importante è che sia sia passati dalla minaccia della liquidazione a un Piano industriale, che è testimonianza concreta della volontà, da parte di Iris, di continuare a produrre piastrelle. Iris ora dimostra di volere continuare a essere una delle aziende leader del settore nel mondo».
«Ci sono ancora punti da approfondire - ha detto l’assessore Campagnoli - ma la conclusione dell’incontro ha segnato un altro buon passo in avanti, fissando e condividendo alcuni punti fondamentali per raggiungere un accordo definitivo. Si sono definite le linee guida di un Piano industriale che assicurerà la continuità produttiva di Iris».
(20 febbraio 2009)
 

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Salva la Iris ceramica: nessun licenziamento

Il ricorso alla cassa integrazione a rotazione e i pensionamenti assicurerà l'occupazione di 500 dipendenti. Confermata l’attività dello stabilimento di Viano e l’integrazione in un unico polo di quelli di Sassuolo e Fiorano


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Modena, 27 febbraio 2009. Accordo in serata per Iris Ceramica, che ha accolto la richiesta di Regione, sindacati ed enti locali per il ritiro della procedura di messa in liquidazione dell’azienda modenese. L’intesa è stata raggiunta oggi in Regione, nel terzo e decisivo incontro tra proprietà, sindacati e istituzioni che hanno condiviso un nuovo piano industriale .
“E’ un buon accordo – ha commentato Duccio Campagnoli, assessore regionale alle attività produttive – Iris Ceramica non chiude e proseguirà l’attività produttiva. Abbiamo condiviso un nuovo piano industriale, con il rilancio delle produzioni più innovative e il riequilibrio economico, finanziario e produttivo della società entro i prossimi tre anni”. Confermata l’attività dello stabilimento di Viano e l’integrazione in un unico polo produttivo di quelli di Sassuolo e Fiorano.
Nessun licenziamento, dunque. L’intesa assicurerà l’occupazione di almeno 500 lavoratori, con il ricorso alla cassa integrazione a rotazione e ai pensionamenti.
“Un accordo davvero importante - è il commento di Campagnoli - per il quale va il ringraziamento alla proprietà, che ha accolto il nostro invito alla responsabilità sociale e a investire nel futuro. Allo stesso modo va dato atto del grande impegno profuso dalle organizzazione sindacali dei lavoratori per salvare questo patrimonio produttivo”.
Ora proprietà e organizzazioni sindacali dovranno definire i dettagli dell’intesa, “ma possiamo già dire che l’accordo rappresenta e conferma il principio che in Emilia Romagna pratichiamo per affrontare la crisi in atto: un patto tra imprese, sindacati e istituzioni per salvaguardare la capacità produttiva e del lavoro. L’intesa – ha concluso Campagnoli - è anche la conferma che il settore ceramico, così strategico per la nostra regione, ha in sé le risorse per superare questa crisi e confermare la leadership internazionale del made in Italy”.


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Iris, la morale della "favola"

Un paio di mesi fa era diffuso il timore che il caso Iris potesse trasformarsi in un pericoloso precedente: un imprenditore, Romano Minozzi, che di fronte alla crisi decide di mettere in liquidazione l'azienda e licenziare tutti i dipendenti senza neppure confrontarsi con i sindacati e gli enti locali. Un brutto segnale e un brutto esempio, che altri avrebbero potuto avere la tentazione di seguire. Le reazioni all'accordo raggiunto venerdì scorso a Bologna fanno pensare che questo rischio sia stato scongiurato. Per l'Amministrazione provinciale di Reggio è un ottimo accordo. Per la Regione Emilia-Romagna è 'un'intesa che può rappresentare un modello di come si affronta la crisi in atto', tanto che l'assessore alle Attività produttive Duccio Campagnoli ha addirittura ringraziato pubblicamente Minozzi.
Un trionfalismo che sembra mal conciliarsi con i contenuti concreti del piano di ristrutturazione. Fra tre anni 250 dipendenti del gruppo Iris saranno a spasso. Nello stabilimento di Fiorano resterà soltanto un forno. Da qui al marzo del 2012 circa 500 fra operai e impiegati saranno in cassa integrazione straordinaria. E la metà di loro sono già in cassa integrazione da un anno.
A ben vedere, insomma, il precedente è stato creato. Un imprenditore a cui fanno capo attività nel settore ceramico che negli ultimi 5 anni hanno prodotto 200 milioni di euro di profitti netti, può concordare un taglio del personale del 35 per cento. Un gruppo che un anno fa aveva 246 milioni di euro investiti in azioni e 176 in titoli di stato e depositi bancari può mettere in cassa integrazione straordinaria per 3 anni i due terzi dei suoi dipendenti. Un gruppo che ha i vertici della catena di controllo in Lussemburgo e che rischia di perdere più di 70 milioni di euro perchè ha investito la liquidità aziendale in Borsa può sacrificare uno stabilimento. E alla fine si prende anche i ringraziamenti delle istituzioni. Non è difficile immaginare quale lezione trarranno da questa vicenda le tante aziende ceramiche che hanno appena chiuso in rosso i bilanci del 2008.
di GABRIELE FRANZINI

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Accordo Iris, tutti per il sì

Ritiro della messa in liquidazione della società, lavoro garantito per almeno 500 dipendenti al termine dei tre anni di cassa integrazione straordinaria e nessun licenziamento, ad eccezione delle uscite volontarie e dei pensionamenti. Sono questi i punti di un accordo, firmato il 27 febbraio scorso in Regione, che la Cgil definisce postivo e che i lavoratori dei tre stabilimenti di Iris ceramiche hanno approvato con il 98% dei voti favorevoli. "E' la prima volta in questo comparto - spiega Luca Chiesi della Filcem Cgil di reggio - che l'azienda è disponibile ad integrare il reddito dei lavoratori in cassa integrazione". Si chiude così la prima fase delle trattative che ha visto la proroga di un anno della cassa integrazione già in atto. Poi ci saranno altri due anni di cassa integrazione per ristrutturazione complessa. I lavoratori coinvolti a rotazione saranno 500. La cura dimagrante, comunque, è già iniziata: dei 770 dipendenti di un paio di mesi fa, una quarantina si sono dimessi. Nonostante il voto schiacciante a favore dell'accordo, il malcontento tra i lavoratori non manca. "E' ovvio che per alcune mansioni, che si decideranno in sede aziendale - continua Chiesi - la rotazione non è possibile, l'azienda vive la crisi che sta attraversando l'intero comparto della piastrelle". Nella seconda fase i sindacati saranno impegnati a vigilare sull'applicazione dell'accordo da parte dell'azienda. "Chiediamo che venga garantita la rotazione, investimenti in termini formativi e la discussione nei tre anni del piano industriale".
di GIULIA GUALTIERI
 

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Iris: Minozzi, "bisogna vivere alla giornata, dipendiamo dal mercato"
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"Errore di ingenuita'" annunciare la liquidazione del gruppo (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 13 mar - "Bisogna vivere alla giornata. Deve essere chiaro che la forza lavoro e gli impianti di Iris devono essere in funzione del mercato, del portafoglio ordini". Lo ha detto il patron del gruppo Graniti Fiandre, Romano Minozzi, per la prima volta intervenuto in una conferenza stampa in seguito alla vicenda Iris Ceramica, di cui fa parte Graniti Fiandre. Minozzi ha confessato di avere commesso "un errore di ingenuita'" nell'annunciare la liquidazione del gruppo, poi ritirata. Col-Fed-red (RADIOCOR) 13-03-09 14:15:58 (0220) 3 NNNN
 

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