SE iL DESTINO E' CONTRO DI ME... PEGGIO PER LUI

Qualcosa di veramente serio.

Chi non conosce La canzone del Piave? Questi versi, tra quelli dedicati alla Prima Guerra Mondiale, ci sono rimasti impressi nella memoria, sin da piccoli, insieme a quelli di Giuseppe Ungaretti.
Ecco, mentre si visita la mostra dello Stato Maggiore dell’ Esercito Italiano, “La Grande Guerra. Fede e Valore”, queste parole fanno idealmente da sottofondo all’allestimento, composto da numerosi tasselli che creano un puzzle sempre più ampio e completo.

Potrete visitarla (gratuitamente) presso la Sala Viscontea del Castello Sforzesco fino al 17 gennaio.
 
Mandateli qui quelli della leopolda :D
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Giusto per ricordare .....per chi se lo fosse perso.

L’ultima perdita è stata la storica azienda automobilistica Pininfarina, passata agli Indiani http://www.secoloditalia.it/2015/12...na-passa-allo-straniero-e-per-giunta-indiano/senza colpo ferire della politica italiana.

Era stata preceduta dalla Lamborghini, finita gruppo Volkswagen, e dalla Ducati, passata sempre in mano tedesche, quelle della Audi.

Ma sono solo gli ultimi fuochi della colonizzazione italiana, iniziata alcuni anni fa, ai tempi dello smembramento dell’Iri da parte di Romano Prodi e della svendita dei suoi gioiellini al primo che passava.


Eppure il fatto che le migliori aziende italiane, negli ultimi anni, siano state predate da investitori esteri più o meno credibili, è un tema che non è mai entrato nel dibattito politico, come se non riguardasse il governo, come se il depauperamento dell’economia nazionale, del “made in Italy“, non contribuisse alla crisi.

Prima di Pininfarina, solo qualche mese fa, nelle mani dei tedeschi era finita Italcementi, colosso del settore edilizio, venduta per il 45% a un valore complessivo di 1,67 miliardi al gruppo tedesco Heidelberg.

Ma andando a ritroso, i caso di svendite del marchio doc sono infiniti, ormai.

In tutto, secondo l’ultima stima, tra il 2008 e il 2012 erano stati 437 i passaggi di proprietà dall’Italia all’estero dei marchi italiani.

Ma la colonizzazione è proseguita anche dopo.
Indiani e cinesi la fanno da padrone: non solo Pininfarina

Da marzo scorso Pirelli parla cinese, con ChemChina nuovo socio forte del gruppo.
Ma avevamo già perso, nel 2014, il colosso degli elettrodomestici Merloni, acquisito da Whirlpool, che poi si era presa anche la Indesit.

Ma l’inizio della fine risale agli anni Novanta, con le grandi case italiane dell’industria alimentare finite in mani straniere: Nestlè comprò il marchio Italgel (Gelati Motta, Antica Gelateria del Corso, La Valle degli Orti) ed il Gruppo Dolciario Italiano (Motta e Alemagna), quest’ultimo poi tornato in Italia con la Bauli.

Ma agli svizzeri erano andati anche i marchi Sanpellegrino, Levissima, Recoaro, Vera, San Bernardo e Panna, mentre Galbani, Locatelli, Invernizzi e Cademartori erano finiti alla francese Lactalis, che si era presa anche Parmalat, dopo l’addio di Cirio-Bertolli-De Rica passati prima a Unilever e poi alla spagnola Deoleo.

Recenti anche le acquisizioni della storica gelateria Fassi a Roma da parte della società coreana Haitai Confectionery and Foods Co, mentre appena il mese scorso l’antico Pastificio Lucio Garofalo è andata a Ebro Foods, gruppo multinazionale spagnolo che opera nei settori del riso, della pasta e dei condimenti.
Dall’energia alla moda, quanti gioielli perduti

Nel settore enegetico, poi, parla francese da tempo anche Edison (Edf), mentre Saras è controllata oltre che dai Moratti dai russi di Rosneft.

Telecom è controllata dai francesi di Vivendi mentre i cinesi di State Grid controllano pacchetti importanti di Terna e Snam e Shanghai Electric ha il 40% di Ansaldo Energia.

Al fondo d’investimento americano Blackstone è andato invece il 20% delle quote di Versace, dopo l’addio allo storico marchiohttp://www.today.it/donna/krizia-cina.html
Loro Piana finito al gruppo francese Lvmh per due miliardi di euro, a cui era andata anche la storica pasticceria milanese Confetteria Cova.

Sempre alla Lvmh erano già finite storici marchi di moda come Bulgari, Fendi, Emilio Pucci e Acqua di Parma mentre – ci informa la Coldiretti – la sua rivale francese Ppr di Francois-Henry Pinault controlla Gucci, Bottega Veneta e Sergio Rossi.
Krizia, storico marchio della moda made in Italy, è già da tempo nelle grinfie della cinese Shenzhen Marisfrolg Fashion Co Ltd, mentre Poltrona Frau era passata all’americana Haworth.

Sul fronte alimentare nel 2013 si erano verificate la cessione da parte della società Averna dell’interocapitale dell’azienda piemontese Pernigotti al gruppo turco Toksoz, mentreildel 25% della proprietà del riso Scotti era stato andato al colosso spagnolo Ebro Foods.

Nel 2011 la società Gancia era andata ai turvhi di Rustam Tariko, il 49% di Eridania Italia Spa alla francese Cristalalco Sas e la Fiorucci salumi alla spagnola Campofrio Food Group.

Nel 2010 il 27% – ci ricorda ancora Coldiretti – del gruppo lattiero caseario Ferrari Giovanni Industria Caseari fondata nel 1823 – che vende tra l’altro Parmigiano Reggiano e Grana Padano – era stato acquisito dalla francese Bongrain Europe Sas e la Boschetti Alimentare Spa, che produce confetture dal 1981, era diventata di proprietà della francese Financière Lubersac.

Nel 2003, invece, il doloroso addio al marchio birra Peroni, passata all’azienda sudafricana Sab Miller.
 
:lol::lol::lol: Veramente - ogni giorno di più - per ogni notizia che esce - penso proprio che questo signore ci prenda per il KULO .....e c'è pure chi lo vota.

l caso di Banca Etruria si allarga ed emerge un nuovo conflitto di interessi. Quello della Boschi è noto, ma adesso entra in campo pure la procura di Arezzo.
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A svelare il retroscena è il Fatto Quotidiano, il procuratore capo di Arezzo, quello della Procura che indaga sul presunto conflitto d'interessi degli ex vertici dell'istituto, sarebbe un consulente del governo a Palazzo Chigi. Poi, come spiega Il Fatto Quotidiano, alla voce si sono aggiunge le evidenze: nel numero 81 dell'elenco di consulenti e collaboratori della presidenza del Consiglio ecco materializzarsi il nome di Roberto Rossi, con tanto di curriculum. E nel cv si legge, tra le altre, che l'uomo è "attualmente Procuratore della Repubblica facente funzioni presso la Procura della Repubblica di Arezzo".
L'uomo è stato nominato nel febbraio di quest'anno tra i consulenti di lavoro del governo Renzi. Di fatto Rossi è a capo della Procura che sta indagando sul caso che lambisce Pier Luigi Boschi, padre del ministro delle Riforme ed ex vicepresidente di Banca Etruria. Nel dettaglio, Rossi è consulente del Dagl (Dipartimento degli affari giuridici e legislativi), a cui capo c'è Antonella Manzione. L'incarico della toga scade il 31 dicembre 2015, e prevede una retribuzione di 5mila euro lordi. Il suo compito a Palazzo Chigi viene così descritto: "Attività di consulenza, instruendo e rendendo pareri in materie riguardanti il diritto penale, la procedura penale, sanzioni amministrative, nonché su problemi concernenti".
 
"Fiducia, fiducia, fiducia". È tutto qui il piano per il 2016 del presidente del Consiglio che, parlando a Rtl, diagnostica i mali del Paese ..... "Sono lo psicologo dell'Italia, l'Italia è un grande Paese ma per troppo tempo ci si è pianti addosso. Noi dobbiamo mobilitare l'entusiasmo e a me interessa che nei prossimi due anni l'Italia si faccia sentire per quella che è"......."Che la forza sia con noi...perché ne abbiamo bisogno"......... "un'ipotesi molto avanzata di un ulteriore impegno da parte dell'Italia che è serio, non estemporaneo. In Iraq, nelle vicinanza di Mosul - ha ricordato - c'è una diga che è lesionata, se quela diga crolla è un disastro". Ieri l'annuncio che 450 militari difenderanno la diga, il cui appalto è stato assegnato a una società italiana.

E così andiamo in guerra ....in Iraq....sul campo.
 
Questa signora le viene proprio difficile stare nel suo ambito.....che già nessuno sa come ci sia arrivata.....lì.....:lol::lol::lol: proprio lì........

"Sulla vicenda dei presepi c’è stata una bella dose di strumentalizzazioni. Io non credo che il dialogo si aiuti con l’autocensura. Non si fa dialogo così o nascondendo le proprie radici culturali ma nemmeno contrapponendosi a quelle degli altri. In questo modo non si mettono le basi per una società che deve andare avanti. Noi dobbiamo trovare la cifra di una convivenza democratica".



"La sfida è nel trovare un equilibrio tra tradizioni e rispetto per quelle degli altri. Anche i giornalisti facciano attenzione alle strumentalizzazioni dando spazio ad una contrapposizione che ormai fa parte del passato. Si dà peso a delle provocazioni che a mio avviso non dovrebbero avere quel peso".


100 e passa morti sono solo delle provocazioni......trovare un pirla che ti taglia la gola o si fa saltare in aria è solo una provocazione :rolleyes::rolleyes: spero capiti a lei e non a me di trovarne uno di questi.:D
 

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