SE SIETE TUTTI D'ACCORDO, PROPORREI DI TORNARE A QUANDO LA MALEDUCAZIONE NON ERA QUALCOSA (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
Non riesco a portare il video, ma se andate a vederlo, nei primi secondi, ho la sensazione che la prima macchina sia ferma sulla carreggiasta di marcia,
viene colpita dalla seconda macchina e poi il tir le travolge entrambe.

Ecco il video diffuso dalla Polstrada di Novara che mostra il tir guidato venerdì scorso da Emil Volfe,
lo slovacco 63enne che ha travolto due auto sulla A4 ed è poi fuggito.
Negli incidenti sono morte due persone e sono rimasti feriti i tre figli della coppia
 

Val

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Vergognoso

Vicenzo Riboni è un medico vicentino, con esperienza in missioni umantiarie in Kosovo, Guatemala e mezza Africa, ma soprattutto con un grande senso etico.

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Una carriera inappuntabile, che però ora è stata interrotta da una sospensione dal servizio.

Bloccato fino al 2 ottobre, senza stipendio. Invitato a smaltire le ferie arretrate per poi incamminarsi verso la pensione.
Tutto perché a gennaio 2016 aveva denunciato un'atroce gara fra infermieri che si sfidavano a chi infilava l'ago più grosso nelle vene dei pazienti, in un ospedale pubblico di Vicenza.

Un gioco folle con tanto di tabellone dei punti e risate in chat alle spalle dei pazienti che si volevano utilizzare come puntaspilli.
Venuto a conoscenza dei fatti, il dottor Riboni aveva denunciato tutto.

Ma ora il sindacato autonomo di infermieri Nursind ha deciso che chi dev'essere messo sotto accusa è proprio il primario.
"È uno che non le manda a dire - si argomenta contro il medico - per difendere un principio, in un luogo nevralgico come il Pronto soccorso, può litigare con tutti".
 

Val

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Affidereste la vostra vita a un medico vicentino che da decenni si dedica come volontario all’Africa
o a un sindacato di infermieri buontemponi che si sfidano in una chat su chi infila gli aghi e le cannule più grossi nelle vene dei ricoverati?

«Era solo un gioco», dicono gli sventurati. E così, alla fine, l’unico a pagare è il primario che denunciò lo «scherzo».

Sospeso.Vincenzo Riboni, da venerdì scorso, è a casa. Reo di avere firmato un rapporto che prendeva troppo sul serio quello «scherzo».
Fermo. Senza stipendio. E resterà disoccupato, in castigo, fino al 2 ottobre.

Poi i vertici dell’Ulss6 di Vicenza vorrebbero tanto accettasse il premuroso «consiglio» di smaltire le moltissime ferie arretrate accumulate,
come ha ricordato difendendolo a spada tratta il sindaco berico Achille Variati («Non c’è sabato o domenica che non sia al suo posto in Pronto soccorso per seguire i malati»)
per poi «serenamente» avviarsi verso la pensione.



La domanda
Il guaio è che lui non ci sta, a fare il becco, bastonato e contento.
E con l’appoggio di mezza città si è rivolto infine alla magistratura per riproporre la domanda centrale:

è «normale» che dei medici e degli infermieri, alle prese con un lavoro come quello del Pronto soccorso, molto pesante anche per il «carico di lavoro» psicologico quotidiano,
smaltiscano le tensioni dando vita via chat a una gara sugli strumenti usati in corsia?
 

Val

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Breve riassunto, preso dalla cronaca di Andrea Priante sul nostro Corriere del Veneto:

«I sospetti iniziano il 3 dicembre 2015, quando compaiono alcuni nuovi messaggi sui profili WhatsApp utilizzati da una sessantina tra medici e infermieri del San Bortolo.
La chat, attiva da mesi, si chiama “Gli amici di Maria” e già da questo si intuisce la presa in giro: Maria è il secondo nome di Riboni.

A gettare il sasso è un’infermiera: “Come va la sfida grigi contro arancioni?”.
Si parla del diametro delle cannule per infusione venosa: grigio quella più sottile, arancio quella del diametro maggiore, e quindi potenzialmente più dolorosa per il paziente.
Il resto è cosa nota. Un infermiere rivendica: “Due arancio, uno grigio”. Un medico rilancia: “Infilato un arancio or ora”…». E così via… «Si fa anche un tabellone con il punteggio».


Dialoghi demenziali Informato dell’andazzo ai primi di gennaio del 2016, al ritorno dalla Sierra Leone dove aveva riaperto la sala operatoria dell’ospedale di Lunsar
(151 posti letto per mezzo milione di persone) chiuso l’anno prima a causa dell’epidemia di Ebola che aveva ucciso in poco tempo tredici medici e infermieri, Riboni resta basito.

Nero su bianco, ecco dialoghi demenziali: «Infermiere n.3 (tre faccine ridere fino alle lacrime)
“povero dottore... I pazienti saranno anche così sicuri a sapere che sei tu a fare il prelievo... Non sanno a cosa vanno incontro!!!” (due faccine lacrime di gioia)»...

Ma come, l’Africa è ancora angosciata dai focolai del virus letale e quelli lì (medici! infermieri!) si scambiavano messaggi WhatsApp su quella sfida con le faccine di emoticon?
Il primario avverte la direzione (sulle prime, pare, intenzionata a fare sfracelli) e convoca i protagonisti. I messaggi, poi pubblicati dal Giornale di Vicenza, appaiono inequivocabili.
 

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DI CUI VANTARSI :-o
Buona settimana a tutti :)
- "Non si fermano le grandi opere, si fermano i ladri" ... e come mai voi non ci siete MAI riusciti? :mumble::wall: E proprio Roma ne è la dimostrazione!! :(
- "E' finita l'epoca degli egoismi, tutti. Se pensano di intimorire me, hanno sbagliato persona e se pensano di intimorire l'Italia non sanno cosa sia l'Italia"... intanto i tutti a cui ti riferisci si riuniscono senza di te :-o. Credo che a breve lo spread subirà un'impennata :perfido:. Improvvisamente ho un deja vu :mumble:
Per fortuna oggi avevo altro a cui pensare ;) Vedi l'allegato 395031 Vedi l'allegato 395032

Ripristiniamo il galateo come materia scolastica
 

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