SE VOLEVO ESSERE SOLARE... NASCEVO PANNELLO

A domani. Buonanotte
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Ciao Dany,
se mi ragioni così...non va. questo è il nostro problema. Svegliarsi dal letargo. Scusate, ma io voto sempre.

Cosa significa "anche se vado a votare non cambia niente" ? Questo è il classico ragionamento del put.
Vuol dire lasciare nelle mani degli altri il proprio destino.

Bisogna andare a votare, perchè quelli inquadrati ci vanno e così non cambia niente.
Invece la democrazia parte dal voto. Esercitare il proprio diritto. Sempre.

Nel bene e nel male. Le aspettive di voto non sono state quelle sperate ? Si cambia voto. Ma si va a votare.

Questa modifica costituzionale dove un partito con il 30% dei voti - qualunque partito sia - va al governo
con la maggioranza e fa quello che vuole per i suoi adepti, E' DA CANCELLARE.
 
Riflettete su questo fatto.
Se un domani i libri di chiunque vada a scrivere qualcosa contrario al potere facessero questa fine ? Stalinismo o nazismo allo stato puro.

Gravissimo episodio a Bologna. Il collettivo di estrema sinistra Hobo ha concluso la propria protesta contro il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, nella libreria Feltrinelli, sotto le due torri, dove ha distrutto il libro “Secondo Matteo”, dello stesso leader della Lega. «Abbiamo ripulito il negozio dal suo libro “Secondo Matteo”, ridotto in brandelli e affidato all’unico luogo che lo può ospitare, cioè la pattumiera della storia», hanno dichiarato gli estremisti. Hanno poi postato su Fb il video della loro “impresa”. Il procuratore aggiunto di Bologna, Valter Giovannini, ha risposto così a chi gli ha chiesto un commento in merito al blitz del collettivo Hobo: “Attendiamo gli atti dai carabinieri e procederemo, allo stato contro ignoti, per danneggiamento aggravato”.
 
Un po' di storia non questa mai ......

«Io ti saluto e vado in Abissinia…» era una tra le più famose canzoni delle truppe italiane, nata ai tempi dell’Africa orientale: dopo Faccetta nera era certamente la più amata dagli italiani.
La scrisse Pinchi, nome d’arte di Giuseppe Perotti, paroliere molto noto dagli anni Trenta in poi: oltre a canzoni patriottiche, dopo la guerra scrisse anche testi che saranno cantati da Celentano, Mina, Achille Togliani, Fausto Cigliano, Nilla Pizzi. Nel 1965 vinse anche lo Zecchino d’Oro con la canzone Dagli una spinta, che i meno giovani certamente ricorderanno.

I nostri soldati la cantavano anche il 5 maggio 1936, 80 anni fa, entrando vittoriosi in Addis Abeba, la capitale dell’Etiopia, e dando di fatto inizio all’Impero italiano, che sarà annunciato il 9 maggio successivo da Mussolini.
Quella guerra cambiò profondamente il costume italiano: per la prima volta i nostri connazionali sentirono e impararono nomi esotici, evocanti luoghi lontani, personaggi da favola, dai nomi spesso impronunciabili, come Gondar, Negus, Heilé Selassié, Tembien, Amba Alagi, passo di Uarleu, Sciré, Dire Daua…
Come i romani sanno, nella capitale vi è un quartiere, detto appunto l’Africano, in cui le strade ricordano quelle epiche gesta: via Tigré, viale Libia, viale Eritrea, viale Somalia, via Tripolitania, e probabilmente i loro abitanti, soprattutto i più giovani, non si rendono conto di abitare in strade importantissime anche dal punto di vista storico.

E a questo proposito, dopo 80 anni, forse si possono chiarire i sommi capi della vicenda dell’Africa orientale, per la quale ancora oggi l’Italia è messa spesso sotto accusa da varie parti.
Innanzittutto va precisato che il fascismo questa vicenda la ereditò: le radici del conflitto tra Italia ed Etiopia risalivano addirittura al 1889, ai tempi del negus Menelik II (ribattezzato subito dalgi italiano “Menelicche”).
Le schermaglie andarono avanti per anni, fino alla famigerata disfatta di Adua, nel marzo 1896, quando le truppe italiane subirono una sonora sconfitta. Sconfitta che però non sarebbe stata dimenticata.
 
Caro il mio marofib, se il 30% degli Italiani sono inquadratie e vanno avotare, ci vuole che almeno un altro 30% voti dall'altra parte.

Mancate Voi del 40% che Vi lamentate lamentate lamentate ma non prendere posizioni in campo. Fatelo una buona volta.
 
«Ho parlato di resa della politica», prosegue Saviano, «perché vedo che Renzi sta perdendo questa sfida. Non ha saputo trasformare la classe dirigente meridionale. Ci sono figure nel Pd che potevano costruire un partito diverso, ma non sono state messe in campo perché avrebbero perso. Se vuoi i voti subito devi fare lo scambio, non c’è alternativa.

Quindi la filastrocca raccontatela anche a Saviano

 
Andiamo bene. Adesso non posso nemmeno assumere chi voglio.....ahahahahah

La Corte d’appello di Milano ha dichiarato discriminatorio e quindi illegittimo il comportamento di una società di ricerca del personale che si è rifiutata di selezionare come hostess una ragazza italiana di origini egiziane “a causa della sua decisione di non togliere il velo”. I giudici, che hanno ribaltato la sentenza di primo grado del Tribunale di Lodi, hanno condannato la società a risarcire la giovane.
 

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