Entrano nel nuovo board a 14 membri (contro gli 11 del precedente) Ambrosini, che ha ottenuto la presidenza, l’ex consigliere economico di Palazzo Chigi
Carlotta De Franceschi (probabile vice presidente),
Matteo Cavalcante,
Giovanni Schiavon,
Roberto Nevoni,
Dino Crivellari, Maria Cristina Bertellini, Laura Dalla Vecchia, Aldo Locatelli, Debora Cremasco, Fabio Bassan e Michele Padovani. Bolla e l’attuale ad
Cristiano Carrus faranno comunque parte del board, come minoranza.
“Il primo cda si terrà tra un’ora circa, ci rimbocchiamo le maniche da subito”, ha detto poco dopo le 20 Ambrosini, “e Cristiano Carrus mi ha già dato disponibilità per assumere la carica di direttore generale
nell’interesse della banca“, vista la richiesta di continuità arrivata dalla
Banca centrale europea. “Siamo
vigilati speciali e quindi da domani bisogna cominciare a costruire un percorso che rassicuri i mercati e che sia in compliance con le indicazioni delle Autorità di vigilanza”, ovvero della
Bce, ha ricordato. L’istituto, che ha chiuso il bilancio 2015 – approvato giovedì dal 78% del capitale presente in assemblea – con una
perdita di 882 milioni di euro, deve infatti mandare in porto un
aumento di capitale da 1 miliardo di euro chiesto dall’Eurotower. Poi è attesa alla prova della quotazione in Borsa,
dopo il flop della Popolare di Vicenza. “Non avremo i problemi di insufficienza di flottante che hanno avuto altri dopo l’aumento di capitale per andare alla quotazione in borsa”, ha ostentato ottimismo Ambrosini. “Guardiamo con molta fiducia a questa operazione. C’è un interesse del mercato e un processo di accompagnamento utile che ha messo in campo Banca Imi”. Quanto alla possibilità che serva un intervento del
fondo Atlante – opzione che Bolla solo due giorni aveva escluso rifiutando paragoni con la Vicenza – “ho sempre detto che mi sembrava sbrigativo dire che non ce n’è alcun bisogno. Io considero Atlante un’ottima soluzione di sistema ed è sciocco rinunciare ad aprire un
paracadute quando ce l’hai nell’aereo”.