SI PUO' ESSERE PADRONI Di CIO' CHE SI FA, MA MAI DI CIO' CHE SI PROVA

I fratelli più grandi sono migliori dei più piccoli per almeno 5 motivi.
Lo dicono anni di ricerche scientifiche, come ricorda L'Huffington Post, secondo cui essere nati per primi indipendentemente dal numero di fratelli fa qualche differenza nello sviluppo della propria personalità.

1) I primogeniti sono i più intelligenti

Secondo le ricerche i figli maggiori sono quelli con il quoziente intellettivo maggiore, in media 2,3 punti in più rispetto ai fratelli. Una differenza dovuta soprattutto -dicono gli esperti - al fatto che per questioni anagrafiche sono i più grandi a "insegnare" ai più piccoli, il che li aiuta a memorizzare meglio le informazioni. Insomma, è come se "studiassero" due volte. Inoltre, con l'arrivo di altri figli i genitori tendono a star meno coi più grandi, rendendoli più autonomi.

....tralascio gli alti 4. Andate a leggerli. :clap::clap:
Io sono l'eccezione che conferma la regola :cry::tristezza:
:rotfl:sembra mio sto compito :d:
:D:D
 
«Non fai altro che chiedermi favori, con me ti comporti come un sultano… o mi sono rotta… a quarantasei anni… tu siccome stai con me e hai un figlio con me, mi tratti come una sguattera del Guatemala».

A parlare non è una moglie stanca, bensì l’ex ministro dello Sviluppo economico, continuamente pressato e sfruttato da quello che è diventato uno dei personaggi chiave dell’inchiesta Petrolio e del caso Tempa Rossa: il lobbista Gianluca Gemelli.
 
«Non fai altro che chiedermi favori, con me ti comporti come un sultano… o mi sono rotta… a quarantasei anni… tu siccome stai con me e hai un figlio con me, mi tratti come una sguattera del Guatemala».

A parlare non è una moglie stanca, bensì l’ex ministro dello Sviluppo economico, continuamente pressato e sfruttato da quello che è diventato uno dei personaggi chiave dell’inchiesta Petrolio e del caso Tempa Rossa: il lobbista Gianluca Gemelli.
la cosa triste è che ci sia qualcuno che abbia nominato tale persona di così alta levatura ministro della repubblica.
Ma non aveva abbastanza conoscenze? (la ministra)
 
E' stata rilevata molta iniziale reticenza mediatica nel raccontare che l'omicidio è avvenuto all'interno di un'orgia omosessuale, pochi hanno raccontato che Marco Prato -assieme all'altro omicida, Manuel Foffo - è un noto attivista Lgbt della movida romana:

«Nella Romanella frociona e godona Marco Prato era noto come "la lesbica con la parrucca"», si legge su Dagospia. «Assai noto nella Roma gaya e benestante».

Organizzava serate al «primo e unico club transgender d'Italia» e su Twitter ritwittava chi sbeffeggia i credenti, i fedeli di Padre Pio e i difensori della famiglia.
E' effettivamente significativo che l'ultimo post pubblicato su Facebook dalla vittima, Luca Varani, sia stato contro i matrimoni omosessuali.

Lo ha fatto notare Mario Adinolfi, anche se per ora non sembra che gli inquirenti abbiano indicato questo come movente.
Tuttavia, rimane valida la sua riflessione: se la vittima fosse stato un difensore del Gay Pride, ucciso da due Sentinelle in Piedi dopo aver scritto un post a favore delle nozze omosessuali, allora si sarebbe scatenato il finimondo.
E' invece accaduto il contrario e, come è stato osservato, i cronisti sorvolano.
 
Questa volta ad attaccare il presentatore radiofonico è Valerio Vassallo, il presidente dell’associazione Meta (movimento etico per la tutela degli animali).

Durante la puntata tra i due ci sono state diverse scintille.

Ma è proprio Vassalllo ha esplodere in diretta contro Cruciani, pronunciando parole pesantissime.
"Sei un pedofilo, un maniaco sessuale, un Pacciani. Cruciani, tu sei l’unico esempio di parto anale".

:ciapet: ed io mangio la bistecca :rotfl:
 
Ieri a La Gabbia è andato in onda un servizio su una fiera vegana.
Tra cibi e piatti che rifiutano ogni contaminazione con la carne, l'inviata di Paragone ha chiesto qualche parere ai partecipanti. Ovviamente vegani.

Una di loro si è rivelata quella che Giuseppe Cruciani, conduttore de La Zanzara, chiama "i nazi-vegani".

"Sai perché dovremmo riaprire Dachau? - dice la vegana al microfono - dobbiamo riaprire proprio i bei forni che ci sono per fare energia rinnovabile umana. Non la cenere che usava il nostro Hitler che la sperecava, umana perché ci sono molti umani marci che non servono a un cazzo".

:grinangel::grinangel::grinangel:
 
Preparazione:

  • Mettere la sera prima la carne a marinare con 3 bicchieri di vino rosso, la carota tagliata a pezzetti, il sedano anche quello tagliato a pezzi, i chiodi di garofano e le foglie di alloro, chiudere con pellicola trasparente e tenere in frigorifero fino alla mattina (la carne deve essere completamente sommersa nel vino)
  • La mattina dopo togliere la carne dalla marinatura, infarinarla da tutte le parti e metterla in padella con una noce di burro. Farla rosolare bene da tutti i lati, aggiungere poi le verdure della marinatura, (io non ho messo i chiodi di garofano e l’alloro perchè in cottura non mi piacciono ma andrebbero messi anche quelli), 1 bicchiere di vino della marinatura, sale, coprire e cuocere per 90 minuti girando ogni tanto e aggiungendo acqua al bisogno.
  • Nel frattempo preparare la polenta che deve cuocere almeno 1 ora (più cuoce più è buona), perciò fare bollire 2 litri e mezzo di acqua salata in un paiolo, (questa è la dose per 500 gr di farina) buttare la farina, mescolare subito con un frustino per evitare che si formino i fastidiosi grumi (se si formano i grumi è meglio toglierli perchè rimangono crudi), e una volta che la polenta inizia ad assorbire l’acqua mettere la pala elettrica del paiolo e lasciare andare fino a completa cottura (io uso sempre il paiolo elettrico perchè è super-comodo). Se vedete che la polenta è troppo asciutta aggiungere altra acqua (poco alla volta)
  • Quando il brasato è cotto toglierlo dal tegame, metterlo in un piatto, coprirlo con carta argentata per tenerlo al caldo e frullare tutta la verdura. Se vedete che la bagna è rimasta troppo liquida rimetterla sul fuoco, aggiungere mezzo bicchiere di acqua con sciolto un cucchiaino di fecola e aspettare che diventi più spessa (mi raccomando non deve essere liquida)
  • Tagliare il brasato a fette e servire con la polenta.
 
Una appunto inviato per mail all'ex segretario di Stato americano Hillary Clinton smaschera la guerra della Francia all'Italia.

Un documento che, rafforzato da diversi file pubblicati da Wikileaks, mostra il chiaro disegno francese per sottrarre i permessi estrattivi in Libia in mano all'italiana Eni.

L'inchiesta del Congresso Usa, aperta dopo l'uccisione di un ambasciatore americano, porta a galla un appunto del consigliere Sydney Blumenthal. Il titolo è chiaro "Come i francesi hanno creato il Consiglio nazionale libico, dove parlano i soldi". Informazioni ricevute da un agente Cia, tale Tyler Drumheller, che ha monitorato da vicino l'evoluzione degli scontri sul territorio libico e la conseguente caduta del colonnello Gheddafi. Un carteggio che si completa grazie a nuovi documenti. O meglio, l'interno archivio di mail, ricevute e inviate, da Hillary Clinton nel suo primo mandato presidenziale firmato da Barack Obama. File, lettere e posta elettonica raccontano una storia nascosta che, inevitabilmente, si lega con la morte di Gheddafi e il recente scandalo sul petrolio che ha colpito Renzi, Boschi e il caso Tempa Rossa.
 
Ma procediamo un passo alla volta.
La Francia ha preparato la guerra in Libia molto prima che lo esprimesse chiaramente, e ufficialmente.
Contatti e incontri a Parigi tra i francesi, guidati al tempo da Nicolas Sarkozy, e i primi traditori del rais libico.
Strette di mano e firme su veri e propri memorandum con gli esponenti dei ribelli.
Documenti che prevedono il riconoscimento del nuovo consiglio di ribelli con a capo Mustafa Abdul Jalil e il generale Abdul fatah Younis,
ma sanciscono anche le contropartite economiche che avrebbe dovuto ottenere la Francia.
Tra queste, ci sarebbero l'azzeramento delle concessioni petrolifere concesse da Gheddafi e la successiva assegnazione al gruppo francese Total, circa il 35% del totale.

La corrispondenza della Clinton racconta anche di falsi voli umanitari.
In realtà in quegli aerei si nascondenvano i vertici Total e quelli di Vinci (gruppo industriale francese attivo nel campo dell'ingegneria civile) e Eads (European Aeronautic Defence and Space Company).
Viaggi che rappresentano e dimostrano come la guerra in Libia e a Gheddafi fosse avesse l'obiettivo di colpire l'Italia.
Più nello specifico, l'obiettivo era Eni. Compagnia scomoda e con in mano i permessi estrattivi.
 
La Regione Sicilia piange: conti in rosso e tagli su tutti i capitoli del bilancio.

Ma questo non ha fermato il governatore Crocetta da farsi un regalo. Anzi, meglio, un doppio cadeaux. Due nuove e fiammanti auto blu.

Una mossa, quella di Crocetta, che costerà alle casse pubbliche la bellezza di 224mila euro.
Le costosissime sono, per la precisione, due Volkswagen modello Passat Variant 2.0 BiTdi BluMotion technology 4 motion.
Ognuna del valore di 112.189,46 euro. Non elenchiamo gli innumerevoli comfort e optional installate sui veicoli. Ovviamente blindatura inclusa.

Ma vedendo tutta questa spesa, e soprattutto i costi, la domande sorge spontanea: Che bisogno c'era? Ci rispondiamo da soli, nessuno.
Infatti, Crocetta, in virtù della sua posizione di presidente, possiede già una vettura blindata. Ottenuta a costo zero.
Si tratta di un'auto sequestrata alla camorra e asseganata al governatore della Sicilia dall'Agenzia per i beni confiscati e che quindi non pesa sulle casse regionali.

Sta di fatto che con le due nuove Passat confermano alla Regione Sicilia il primato di regione italiana per numero di vetture di rappresentanza presenti nel proprio parco macchina: circa 660 vetture.
Un numero che corrisponde alla somma delle auto in dotazione alla Regione Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Umbria e Toscana.

Come se non bastasse, l'acquisto delle nuove Passat per Crocetta sarà utilizzate per pochissimo tempo.
Infatti, il mandato del governatore scadrà nel 2017.
 

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