Stesso copione per la
Sias della famiglia Gavio. Anche qui tutti i costi operativi valgono solo
430 milioni su 1,1 miliardi di ricavi autostradali.
Ogni anno oltre 100 milioni finiscono per pagare i soli interessi sul
debito finanziario netto che è a livello consolidato pari a 1,3 miliardi dopo che nel 2016 era arrivato a toccare 1,6 miliardi.
E che dire della famiglia Toto che dopo l’avventura non esaltante con
Airone, finita tra le braccia di
Alitalia, si è messo a fare il gestore di autostrade? La sua Strada dei Parchi, che gestisce
la A24 e la A25, aveva nel 2016, come spiega la Relazione sull’attività di Vigilanza delle autostrade del ministero dei Trasporti,
un margine industriale di ben 114 milioni su 165 milioni di ricavi da pedaggio. Ma era oberato di
debiti finanziari netti per la bellezza di oltre un miliardo su un capitale di soli 52 milioni. Un debito colossale tanto da spendere
oltre 50 milioni l’anno solo in interessi. Di fatto, oltre un terzo dei ricavi finiscono più per pagare i debiti che per far funzionare la sua autostrada. Gli investimenti complessivi sono stati di soli 17 milioni nel 2016 e di 36 milioni nel 2015. Poca roba, molto meno degli oneri sul debito.