sicuri che sia solo RECESSIONE? (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
ASSOLOMBARDA 35% DELLE AZIENDE IN CHIUSURA

non e' un problema verranno rimpiazzate dai cinesi
i vucumpra no perche' sono esentasse :D

Di nuovo. Tornano dalle ferie e trovano fabbrica chiusa

E' risuccesso alla Hydronic lif di Pero. Lettera a sorpresa per i dipendenti (ex) e cancelli sigillati con catene e lucchetti. Sta diventando un'abitudine? VIDEO.


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I cancelli chiusi della fabbrica Hydronic lif di Pero, che i dipendenti si sono trovati davanti tornando al lavoro dalle ferie.



ROMA (WSI) - Dire buone vacanze ai dipendenti, augurare loro di trascorrere ferie rilassanti in modo che possano rigenerarsi e tornare al lavoro più produttivi di prima, chiudere la fabbrica, scappare. Senza dire nulla ai dipendenti. Sta diventando un'abitudine?

Ha fatto parlare molto di sé il caso dell'azienda di Modena Firem Srl, con l'imprenditore Fabrizio Pedroni che, la notte dopo aver salutato i dipendenti che si recavano tranquillamente in vacanza, ha iniziato a smantellare letteralmente la sua fabbrica, che produce componenti elettronici, e ha imballato i macchinari. Destinazione: Polonia.

Ma non si è certo trattato di un caso isolato e ora il timore, che sembra essersi già concretizzato, è l'emulazione: E' risuccesso alla Hydronic lif di Pero, fabbrica produttrice di componenti idraulici e meccanici per ascensori con sede nel milanese.

Stando a quanto riportato dalla Fiom di Milano, i 30 dipendenti si sono salutati il 2 agosto, dandosi appuntamento al 26, come ogni anno. Lo shock è arrivato, riporta il Fatto Quotidiano a Ferragosto, "con una lettera datata agosto, con cui l’azienda li informava di aver avviato una procedura di cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività. E il 26 agosto, alla riapertura della attività hanno trovato i cancelli chiusi con tanto di catene e lucchetti".

"Pare – si legge in una nota della Fiom – che lo sport in voga tra gli imprenditori in questa estate del 2013 sia trasformare la chiusura per ferie in chiusura definitiva, senza alcun preavviso e approfittando dell’assenza dei lavoratori: quando si dice capitani coraggiosi".
Il sindacato ora affila le armi e annuncia battaglia. A partire da un presidio, in programma dalla mattina di martedì 27 agosto, davanti allo stabilimento. "Un vigliaccata come questa non può certo passare".
Irreperibile per il momento la società, che ha staccato il telefono della sede milanese. L’unico commento l’ha lasciato un portavoce dell’azienda all’agenzia Ansa, alla quale ha dichiarato che il sito di Pero è chiuso per "una riorganizzazione interna aziendale", ma che rimangono "comunque aperti le altre sedi".
 

tontolina

Forumer storico
Istat: «Pil ancora in calo: -2,1% annuo
Crolla la spesa delle famiglie»


Istat: «Pil ancora in calo: -2,1% annuo Crolla la spesa delle famiglie» - Il Messaggero


ROMA - Nel secondo trimestre del 2013 il Pil è diminuito dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e del 2,1% nei confronti del secondo trimestre 2012. Lo comunica l'Istat ricordando che nella stima preliminare diffusa il 6 agosto era stato rilevato un calo congiunturale dello 0,2% e tendenziale del 2%.

Variazione acquisita Pil 2013 è pari a -1,8%. Nel secondo trimestre la variazione acquisita del prodotto interno lordo per il 2013 è pari a -1,8%. L'Istat ricorda che è la variazione (crescita o calo) annuale che si otterrebbe con una variazione congiunturale nulla nei restanti trimestri dell'anno.

Ottavo trimestre consecutivo in rosso. Il secondo trimestre del 2013 è l'ottavo consecutivo in cui il Pil italiano segna un calo congiunturale, ovvero rispetto al trimestre precedente. La conferma arriva dalle tabelle dell'Istat nelle quali si ricorda che la serie negativa è cominciata nel terzo trimestre del 2011.

Spesa famiglie -3,3%. La spesa delle famiglie sul territorio nazionale nel secondo trimestre 2013 ha registrato un calo in termini tendenziali del 3,3%. Gli acquisti di beni durevoli sono diminuiti del 7,1%, gli acquisti di beni non durevoli del 3,3% e gli acquisiti di servizi dell'1,8%.

Tutti i settori produttivi in rosso, si attenua il calo industriale. Nel secondo trimestre del 2013, sottolinea l'Istat, il valore aggiunto ha registrato variazioni negative, congiunturali e tendenziali, in tutti i settori ma dopo diversi trimestri la caduta dell'industria è attenuata. Il calo congiunturale per l'industria è stato dello 0,1% e tendenziale del 2,5%. Per l'agricoltura calo congiunturale del 2,2% e tendenziale del 2,6%; per le costruzioni -0,9% e -6,9%; servizi -0,3% e -1,2%.

Italia dietro i Paesi dell'Eurozona, Usa e Giappone. Con un calo del Pil, congiunturale dello 0,3% e tendenziale del 2,1%, l'Italia nel secondo trimestre segna una perfomance peggiore rispetto ai Paesi dell'area Euro, Usa e Giappone. «Nel secondo trimestre - riferisce l'Istat - il Pil è cresciuto in termini congiunturali dello 0,7% in Germania e nel Regno Unito, dello 0,6% negli Stati Uniti e in Giappone e dello 0,5% in Francia. In termini tendenziali, si è registrato un aumento dell'1,6% negli Stati Uniti, dell'1,5% nel Regno Unito, dello 0,9% in Giappone, dello 0,5% in Germania e dello 0,3% in Francia. Nel complesso, il Pil dei Paesi dell'area Euro - riporta ancora la nota dell'Istat - è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente ed è diminuito dello 0,5% nel confronto con lo stesso trimestre del 2012».

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tontolina

Forumer storico
Istat: «Pil ancora in calo: -2,1% annuo
Crolla la spesa delle famiglie»


Istat: «Pil ancora in calo: -2,1% annuo Crolla la spesa delle famiglie» - Il Messaggero


ROMA - Nel secondo trimestre del 2013 il Pil è diminuito dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e del 2,1% nei confronti del secondo trimestre 2012. Lo comunica l'Istat ricordando che nella stima preliminare diffusa il 6 agosto era stato rilevato un calo congiunturale dello 0,2% e tendenziale del 2%.

Variazione acquisita Pil 2013 è pari a -1,8%. Nel secondo trimestre la variazione acquisita del prodotto interno lordo per il 2013 è pari a -1,8%. L'Istat ricorda che è la variazione (crescita o calo) annuale che si otterrebbe con una variazione congiunturale nulla nei restanti trimestri dell'anno.

Ottavo trimestre consecutivo in rosso. Il secondo trimestre del 2013 è l'ottavo consecutivo in cui il Pil italiano segna un calo congiunturale, ovvero rispetto al trimestre precedente. La conferma arriva dalle tabelle dell'Istat nelle quali si ricorda che la serie negativa è cominciata nel terzo trimestre del 2011.

Spesa famiglie -3,3%. La spesa delle famiglie sul territorio nazionale nel secondo trimestre 2013 ha registrato un calo in termini tendenziali del 3,3%. Gli acquisti di beni durevoli sono diminuiti del 7,1%, gli acquisti di beni non durevoli del 3,3% e gli acquisiti di servizi dell'1,8%.

Tutti i settori produttivi in rosso, si attenua il calo industriale. Nel secondo trimestre del 2013, sottolinea l'Istat, il valore aggiunto ha registrato variazioni negative, congiunturali e tendenziali, in tutti i settori ma dopo diversi trimestri la caduta dell'industria è attenuata. Il calo congiunturale per l'industria è stato dello 0,1% e tendenziale del 2,5%. Per l'agricoltura calo congiunturale del 2,2% e tendenziale del 2,6%; per le costruzioni -0,9% e -6,9%; servizi -0,3% e -1,2%.

Italia dietro i Paesi dell'Eurozona, Usa e Giappone. Con un calo del Pil, congiunturale dello 0,3% e tendenziale del 2,1%, l'Italia nel secondo trimestre segna una perfomance peggiore rispetto ai Paesi dell'area Euro, Usa e Giappone. «Nel secondo trimestre - riferisce l'Istat - il Pil è cresciuto in termini congiunturali dello 0,7% in Germania e nel Regno Unito, dello 0,6% negli Stati Uniti e in Giappone e dello 0,5% in Francia. In termini tendenziali, si è registrato un aumento dell'1,6% negli Stati Uniti, dell'1,5% nel Regno Unito, dello 0,9% in Giappone, dello 0,5% in Germania e dello 0,3% in Francia. Nel complesso, il Pil dei Paesi dell'area Euro - riporta ancora la nota dell'Istat - è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente ed è diminuito dello 0,5% nel confronto con lo stesso trimestre del 2012».

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questa è vera depressione per la popolzione
e il magna magna per i politici e la loro corte di basso anzi infimo impero
 

big_boom

Forumer storico
questa è vera depressione per la popolzione
e il magna magna per i politici e la loro corte di basso anzi infimo impero

la depressione e' per ora confinato a quel 10/15% della popolazione quella che non ha rendite e vive del solo lavoro

spetta che la crisi arrivi anche a quel 50% protetto, dipendenti pubblici e pensionati (quelli che continuano a votare PD e PDL) :-o

per la casta difficile hanno investimenti anche fuori Italia, anche se gli italiani fossero ridotti come i siriani cambierebbe poco per loro
 

tontolina

Forumer storico
da Mercato Immobiliare: l?effetto Doppler su prezzi e compravenditeAiuto Mutuo | Aiuto Mutuo
Mercato Immobiliare: l’effetto Doppler su prezzi e compravendite

Scritto il 30 settembre 2013 alle 08:10 da sylvestro
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La nota trimestrale OMI sul mercato immobiliare pubblicata dall’Agenzia delle Entrate a fine settembre ha confermato il trend discendente in atto e le aspettative negative di tutti gli interessati a meno di poche trascurabili eccezioni locali dovute a fattori contigenti (come dismissione degli enti andate in porto).
Sorvolo in questa sede sui divertenti contorsionismi giornalistici che hanno portato alcuni a interpretare il rallentamento del calo come un miglioramento del settore arrivando a definire “recupero” un dato negativo del 7% solo perchè meno negativo del 13% precedente. I valori assoluti delle compravendite sono scolpiti nei resoconti ad imperitura memoria e se anche fossero stati positivi in qualche caso sappiamo benissimo che sarebbero comunque stati ben lungi da rappresentare il bottom, figuriamoci una ripresa.
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L’aspetto più importante mi sembra essere l’effetto Doppler su compravendite e prezzi.
Più passa il tempo più tutti gli indicatori di mercato si spostano verso il rosso come ben sanno astronomi esperti e dilettanti.

E’ un chiaro sintomo di allontanamento del mattone italiano dagli interessi economici di TUTTI.

Si allontana dalla sfera di attenzione dei grandi investitori stranieri,

si allontana dai desideri dei piccoli investitori nostrani che mal digeriscono le pessime performance degli ultimi anni e la minaccia di una fiscalità più pesante,

si allontana soprattutto dalle possibilità della gente comune, i particolare i giovani, veri motori del sistema, che purtroppo possono solo guardare da lontano certe offerte a prezzi spropositati.


Siamo in pieno mercato dei venditori, cioè di una offerta che travalica la domanda solvibile. Non bisogna essere esperti di economia per profetizzare l’andamento dei prezzi nei prossimi trimestri, basta guardarsi intorno o leggere qualsiasi articolo recente o passato sull’evoluzione degli assett in condizioni paragonabili.


Per qualcuno i prezzi sono già scesi “abbastanza” intendendo dire che siamo grosso modo vicini ai minimi e difficilmente ulteriori cali saranno significativi al punto da giustificare un consapevole rinvio dell’acquisto.

Possibile.
Ovviamente dipende dalla situazione personale in rapporto al target di riferimento nonchè alla microzona di interesse. In molte zone sono stati riscontrati cali dal 15 al 30% dai picchi di bolla ed è comprensibile che si sia indotti ad ipotizzare che ulteriori diminuzioni siano difficili per svariati motivi.
Come ho già detto in altre occasioni trovo assolutamente legittimo che chi finalmente trova una casa che piace adatta alle proprie esigenze e sostenibile nell’acquisto e nella gestione (magari dopo anni di paziente attesa e ricerche) si decida a comprare e godersi il frutto dei suoi sacrifici.
Per chi invece è meno bisogno di un acquisto “il prima possibile” potrebbe essere utile analizzare i meccanismi che governano l’evoluzione in atto e magari scegliere momenti più adatti svincolati dalle sacrosante esigenze personali.
Durante una fase decrescente di lungo respiro come l’attuale ciclo immobiliare (direi il più lungo visto finora) ed in assenza di credito facile è prevedibile che il crollo continuo delle compravendite crea una pressione verso il basso delle quotazioni che periodicamente viene contrastata dal raggiungimento delle soglie di sostenibiltà delle residue fasce di acquirenti (in parole povere più si scende più si incontra gente in grado di comprare). Quindi, nei prossimi trimestri, con tutta probabilità assisteremo a … scalini o forse piccoli rimbalzi nella misura in cui gruppi di compratori prima esclusi perchè troppo distanti dal loro obiettivo vedono avvicinarsi i valori alle loro possibilità (e ogni volta che accadrà leggeremo giornalisti “urlare” al nuovo miracolo economico del mattone).
Il trend principale discendente invece no, non muterà se non nella intensità.
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Un’altro aspetto a mio giudizio importante che spesso viene trascurato è un motivo valido per il quale ostinarsi ad aspettare in un mercato debole quando i fattori individuali per l’acquisto sono vicini a quelli desiderati. La risposta è: l’aumento della qualità e della variabilità dell’offerta. Il perdurare delle difficoltà del settore ed il progressivo incremento dell’offerta provocano inevitabilmente un aumento nella disponibilità di occasioni vere, dove per occasioni vere intendo non tanto il prezzo di acquisto o il non trascurabile rapporto qualità/prezzo ma soprattutto il corredo di opportunità che una casa si porta appresso. In un mercato sofferente più tempo passa più saranno disponibili vendite vicino al posto di interesse, costruzioni con meno vincoli, palazzine più nuove e tecnologicamente avanzate, appartamenti in piani più alti e luminosi, stanze o servizi o pertinenze più grandi, ecc … Insomma, spendendo gli stessi soldi si può comprare meglio.
Z

Ne consegue che chi può e vuole aspettare nel panorama immobiliare di oggi andrà incontro, oltre che ad un risparmio pressocchè certo, ad una scelta più ampia di case forse ben oltre il prudente target che ci si era prefissati appena qualche anno fa.
Vedete voi se ne vale la pena …
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sylvestro
[email protected]
 

tontolina

Forumer storico
Istat si arrabbia e fa precisazioni.

Giuseppe Sandro Mela.

Il comunicato sui Pil fatto dalla Commissione dell’Unione Europea ha scosso violentemente dal torpore i sostenitori di una ipotetica ripresa in atto, asserendo infatti che l’Italia sarebbe piuttosto in uno stato di “recessione profonda e protratta“.
Poiché questo comunicato si basa sui dati forniti dall’Istat, sull’Istituto sono piovute valanghe di critiche, per non dire vituperi.
Accusati di tutto, tranne forse che di pascolo abusivo ed aggiotaggio, i responsabili hanno diramato delle “Precisazioni sulla notifica dei dati di finanza pubblica trasmessi a Eurostat” che val bene la pena di leggerle per intero.
Ne riportiamo un rapido stralcio, pur consigliano la lettura del testo integrale, che suona anche vagamente sarcastico.

«Premesso che in sede di notifica a Eurostat dei dati relativi alla finanza pubblica, come fissato dal Regolamento EC 479/2009, l’Istat deve trasmettere anche la previsione dell’indebitamento e del debito delle Amministrazioni Pubbliche nell’anno in corso. Inoltre, la norma richiede che i dati di previsione da fornire siano quelli “planned government figures” (“quadro programmatico”) e che la trasmissione di tutti i dati di finanza pubblica debba avvenire entro il 31 marzo e il 30 settembre di ogni anno, si precisa che:
le informazioni sono tramesse a Eurostat dall’Istat, ma provengono da fonti diverse. Quelli relativi all’indebitamento e ad alcune sue componenti, riferiti agli anni passati (2009-2012 nella trasmissione del 30 settembre) sono prodotti dall’Istat mentre i dati riguardanti il debito (riferiti allo stesso periodo) sono elaborati dalla Banca d’Italia. Per i dati relativi all’anno in corso (il 2013) la fonte è invece il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF).
L’Istat, oltre a produrre i dati di consuntivo dell’Indebitamento, svolge anche il ruolo di raccordo per tutte le informazioni da trasmettere a Eurostat per la Notifica dei dati di finanza pubblica, in applicazione del Protocollo sulla Procedura dei Deficit Eccessivi annesso al Trattato di Maastricht.
Coerentemente con la procedura sopra descritta, i dati relativi al 2013 corrispondono al quadro programmatico definito dal Governo nella Nota di aggiornamento al DEF del 20 settembre scorso. In quel quadro programmatico il rapporto deficit/pil era fissato al 3%. Il corrispondente valore assoluto del deficit, pari a 47,186 miliardi, è stato fornito dal Mef all’Istat. Tale dato è stato trasmesso a Eurostat dall’Istat il 30 settembre scorso all’interno della Notifica. Queste informazioni, dopo la validazione di Eurostat, sono state poi pubblicate dall’Istat il 21 ottobre 2013 nella nota informativa “Notifica dell’indebitamento netto e del debito delle amministrazioni pubbliche secondo il trattato di Maastricht”.»
 

tontolina

Forumer storico
E dopo un rimbalzino di un paio di mesi...torna a "smosciarsi" pure il Manifatturiero (vi ricordate? Quello "dell'export" che avrebbe dovuto trainare la ripresa...)
Italia: Pmi manifatturiero torna in contrazione a 49,8 pt (sotto alle attese)
L'indice Pmi manifatturiero dell'Italia è scivolato ad agosto a 49,8 punti, sotto la soglia dei 50 punti che distingue un'economia in espansione da una in contrazione. Il dato è in calo rispetto ai precedenti 51,9 punti e sotto le attese degli analisti ferme a 51 punti....
L’indice Pmi è solo l’ultimo di una serie di indicatori che suggerisce che la debole ripresa economica si sia esaurita all’inizio dell’anno e l’economia abbia intrapreso un nuovo trend discendente.
La maggior parte delle componenti dell’indice ha subito una flessione:
gli ordini hanno segnato la crescita più lenta da novembre dell’anno scorso e le imprese hanno ripreso a RIDURRE gli occupati per la prima volta da ottobre.

Il sottoindice degli ordini è sceso a 50,3 da 53,7 di luglio, ai minimi da giugno 2013...........
Italia: Pmi manifatturiero scivola sotto la soglia dei 50 punti | Finanzaonline.com
Ma ‪statesereni‬ che adesso è arrivato sblocca-ItaGlia che porterà a 100mila nuovi posti di lavoro (così ha "sparato" il min. Lupi che mi ricorda la Picerno quando sparò che con gli 80euro i consumi sarebbero aumentati del 15%... invece zero di zero...)
Tra parentesi la bozza di sblocca-ItaGlia c'è ma NON le coperture...dunque chissà...
In ogni caso se si pensa di far ripartire l'ItaGlia con misure del genere.
......se un privato, una coop o una onlus compra un immobile nuovo per affittarlo a canone concordato, scatta una detrazione Irpef del 20% sul prezzo di acquisto, spalmabile in otto anni........
Unica soluzione per interrompere il Declino Strutturale Italiano sarebbe un radicale "cambio di rotta" su più livelli...
ma con questi Governi-fotocopia-Monti-Letta-Renzi (al netto del marketing di facciata), con questo Euro-Contesto e soprattutto con questa maggioranza italiota ,,,,,
 

big_boom

Forumer storico
dopo 13 trimestri consecutivi di contrazione...una serie negativa mai vista prima dai tempi della Guerra...
Italiamortochecammina: quando per Confindustria "crescita zero" diventa una "buona base"....

IL GRANDE BLUFF: #Italiamortochecammina: quando per Confindustria "crescita zero" diventa una "buona base"....

dalla decrescita felice alla crescita zero 'buona' :D

fra un po diranno che l'aumento degli italiani che si suicidano è positivo per l'economia
Ma tanto a loro che gli frega hanno rendite da presidenti, direttori, scaldasedie :wall:
 
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