SII TE STESSO. MA SE SEI UN CRETINO, NON INSISTERE. SII PURE UN ALTRO.

Ovviamente come in tutte le manovre che riguardano le banche chi ci rimette è esclusivamente il cliente…
già di per loro non vengono sufficientemente monitorate, utilizzano sistemi assolutamente mistificatori
per indurre i clienti a sottoscrivere “porcherie” che gli permettono di disfarsi di vera e propria spazzatura
al danno del cliente…che ignaro totalmente perde soldi.

Le banche devono assolutamente essere ridimensionate, e ridotte ,
perché attualmente sono solo un danno e chi ci rimette è sempre e solo il cliente,
successivamente devono soprattutto rifondere tutti i clienti truffati per anni e che non sono MAI stati tutelati…
 
Una volta il risparmio era la ricchezza di una nazione , oggi vogliono portarcela via ,
Banche e Governi vogliono portarci alla povertà.
Credo sia un disegno , per poterci dominare e ridurci a nuovi servi dei poteri forti ,
(Finanza e Multinazionali) e questa la chiamano DEMOCRAZIA
 
Ogni volta che lo stato è intervenuto con politiche monetarie ha fatto danni:
la crisi del 1929 non si è risolta grazie a Keynes ma si è protratta a causa sua
e lo stesso sta accadendo alla crisi mondiale che si trascina dal 2008.

L’inflazione strisciante non ha mai rovinato nessuno stato e in effetti gli stati impongono l’inflazione per drenare ricchezza ai cittadini:
l’inflazione rovina i cittadini che reagiscono riducendo la spesa entrando in un circolo vizioso da cui non si esce.

L’inflazione serve agli stati per ritornare ai cittadini meno soldi di quanti ne hanno prestato tramite i BoT. L’inflazione è una tassa occulta, una truffa!

I governanti ci raccontano che è meglio usare i finti soldi di carta invece che i solidi in oro (solidus aurum),
poi nascondono immense quantità d’oro in forzieri inaccessibili quando basterebbe riconvertire quell’oro nella sua funzione sociale
che ha svolto egregiamente per migliaia di anni, la moneta appunto, e l’economia ripartirebbe.

Se la moneta fosse l’oro, le banche avrebbero ragione nell’esigere un costo per garantirne la custodia,
ma chiedere un costo per mantenere un numero in un hard disk è ignobile!

I guai delle politiche monetarie sono nati in tempi antichi con le necessità degli stati di fare le guerre (e.g. l’impero romano)
e si sono concretizzati in tempi moderni quando personaggi senza scrupoli (e.g. J.P.M.) hanno inventato le banche centrali,
aiutati dall’80% degli stolti che seguono la distribuzione di V. Pareto, che purtroppo vale anche in questo caso.
 
Le Banche sono nate come Istituti di Credito e la loro funzione era, appunto, attirare risparmio per fare investimenti.

Il meccanismo di garanzia qual’era ? Diversificare!

Cioè finanziare tanti piccoli in modo che, se ad uno andava male, altri 100 pagavano per lui.

A quell’epoca, chissà come mai, c’era il boom economico.

I soldi giravano, la gente migliorava il proprio vivere…non c’erano problemi a costruire Ospedali, Scuole a dare servizi garantiti e posti di lavoro fissi.

Poi hanno cominciato a dire che la gente evadeva le tasse, che gli imprenditori erano ladri, che il benessere era un furto,
che l’inflazione ci avrebbe ucciso; che il debito pubblico era impagabile.

La cura ?

Avere solo Aziende Multinazionali enormi, eliminare il contante per eliminare l’evasione
( in realtà le due cose non sono collegate perché chi compra un pollo in contanti a nero non evade nulla
visto che poi i soldi li spende comunque dove vive; l’evasione è quella delle Grandi Aziende
che non pagano tasse in nessuno degli Stati in cui operano. Ma nessuno pare accorgersene.)
e ridurre il debito pubblico con i tagli alla spesa ( = l’eliminazione degli investimenti ).

Così siamo finalmente riusciti a passare ad una Società in cui tutti stanno ugualmente male,
che non ha futuro ( perché non investe ) dove anche mantenere i Servizi, gli Ospedali e le Scuole che già ci sono è un problema,
a gente peggiora giornalmente il proprio vivere, non c’è più nulla di garantito per nessuno.

Lo Stato è talmente debole che deve garantire prima se stesso a scapito dei propri Cittadini
( = un imprenditore può non pagare gli stipendi, ma deve versare le tasse altrimenti non gli viene dato il DURC
e se non gli viene dato il DURC i Clienti hanno diritto legale a non pagarlo e, quindi, fallisce ).

Tutti orgogliosi pare di questa evoluzione…e continuiamo ad acclamare l’Europa, l’euro e gli strateghi di questa mattanza….
benvenuti nell’era degli stolti… anche nella Bibbia sta scritto “ameranno il loro persecutore e lo acclameranno come il Salvatore.”
 
Il bancomat? Non è quello che portiamo in tasca nel nostro portafoglio o, per quelli più tecnologici, virtualizzato in un’app sul cellulare.

No.

Il Bancomat siamo noi.

I nostri conti correnti sono il bancomat, di governo, fisco e banche stesse. Eccone la prova, anzi la lunga serie di prove.

1992. Governo Amato. C’è da salvare la Lira messa sotto scacco dalla speculazione finanziaria, bisogna trovare denaro.
Amato decide per la patrimoniale. Viene applicato un sei per mille. Su cosa?
Sui saldi dei conti correnti, saldi rilevati il sabato notte tra il 9 ed il 10 luglio del ‘92. Ricordo ancora l’arrabbiatura di mio padre.

2011. Governo Monti. Stavolta c’è da salvare l’Euro, l’Euro ed i conti pubblici italiani.
Lo spread schizza ben oltre i 550 punti, esautorato Berlusconi, Monti arriva quasi fosse il salvatore della patria.
Giro di vite ed applicazione di bolli e tasse. Applicati dove?
Ma naturalmente sui saldi dei conti correnti e stavolta anche dei dossier titoli (quei bolli sono ancora in vigore).

2015. È l’anno che introduce il Bail-In. Dal primo gennaio del nuovo anno (2016) se salta una banca a pagare saranno i risparmiatori.
Prima gli azionisti, poi gli obbligazionisti e poi? I correntisti naturalmente, quelli che hanno in gestione somme che superano i 100 mila euro.

2015. Il 22 novembre, ancora una volta con una decisione “notturna”, il Consiglio dei ministri del Governo Renzi ratifica i primi quattro fallimenti di banche italiane.
Non accadeva dal 1936 (anno del decreto Regio di Vittorio Emanuele III contro i fallimenti bancari).
Banca Marche, Banca Etruria, Cassa di Risparmio di Ferrara, Cassa di Risparmio di Chieti.
E’ un’ecatombe tra titoli azionari azzerati ed obbligazioni subordinate saltate.
Le quattro banche vengono inglobate da Ubi e Bper.
Ironia della sorte, dopo qualche mese i correntisti di alcune delle banche “salvatrici” ricevono una lettera che dice pressapoco così
: “procediamo all’imposizione di una tassa una tantum, perché abbiamo necessità di far quadrare i bilanci dopo aver speso soldi per salvare le quattro banche in difficoltà”.
Assurdo no?! I correntisti di Ubi e anche quelli di Banco Popolare (fusosi con Banca Popolare di Milano), pagano per scelte e situazioni, che di fatto, non avrebbero coinvolgerli.

2018. Le difficoltà del sistema bancario incapace di generare margini a causa dei tassi negativi
e sottoposto ai costi imposti dalla rivoluzione digitale, vengono scaricati, nel corso degli ultimi anni, soprattutto sui risparmiatori ed in particolare sui correntisti.
L’aggravio delle spese commissionali in alcuni casi cresce a dismisura.
Il report di Banca d’Italia “Indagine sul costo dei conti correnti nel 2018” (la trovate sul sito di BI), non lascia spazio a fraintendimenti:

“Nel 2018 la spesa per la gestione di un conto corrente è cresciuta di 7,5 euro rispetto all’anno precedente, attestandosi a 86,9 euro:
si tratta di una netta accelerazione rispetto al precedente biennio, durante il quale era complessivamente cresciuta di 2,9 euro.
Le spese fisse ammontano a 55,5 euro e rappresentano circa i due terzi della spesa complessiva.
La crescita maggiore è quella per i canoni di base… Le spese variabili sono cresciute di 4,8 euro, raggiungendo l’importo di 31,4 euro
. La variazione, riconducibile ai bonifici on line, ai pagamenti automatici e alle spese di scritturazione contabile delle operazioni,
è dipesa dal congiunto aumento dell’operatività e delle corrispondenti commissioni unitarie”. (fonte BI)

2019. Arriva la Superanagrafe. Si tratta di una sorta di “Grande Fratello”, un occhio vigile, ma sempre più invasivo del fisco.
Giusti i controlli, per carità, giusto cercare gli evasori, ma la possibilità che il fisco entri direttamente anche nei conti correnti
genera timori e paure anche in chi non ha nulla da nascondere. Ma siamo certi che gli evasori usino conti correnti e moneta elettronica?

2019. L’effetto Mustier scuote il sistema bancario. Almeno sembra scuoterlo.
Invece le dichiarazioni del numero uno di Unicredit, per gli addetti ai lavori, noi compresi, non sorprendono affatto.
La levata di scudi contro le politiche monetarie della Bce, e di Draghi in particolare, stanno prendendo piede anche in Italia.
E’ facile che, sulla strada segnata da Unicredit, si incammineranno, a breve, anche altri istituti di credito di casa nostra.

Crisi di fiducia. Questi sono solo alcuni esempi, tra i tanti di questi ultimi anni.

È evidente come, quando ci sia necessità di “fare cassa”, i conti correnti rappresentino per tutti l’approdo più facile:
istituzioni governative, fiscali e bancarie stesse sanno come fare.

Tra l’altro i tassi negativi e la difficoltà di trovare alternative di investimento ai cari, vecchi e tanto amati titoli di stato,
stanno conducendo sempre più grandi masse di risparmio ad essere depositate in conto.

Abi confermava, in un report di agosto scorso, che negli ultimi 12 mesi, altri 97 miliardi di risparmi
sono finiti sui conti correnti tanto che il saldo totale, ad oggi, sfiora i 1500 miliardi di euro.

La crisi di fiducia, che ha colpito e continua a minare il Paese ormai dal 2008 rischia di allargarsi sempre di più.

La fiducia è la moneta di scambio nel rapporto banche-risparmi, se dovesse acuirsi sarebbe davvero un dramma.

Un consiglio per tutti? Tornare al cinema a vedere Mary Poppins.

La scena del bambino, del penny e della corsa agli sportelli è lì, immortalata nella celluloide, ed è ancora in grado di insegnare qualcosa.
 
Si condanna da una parte e si fa finta di nulla per questo ? Stolti.

“Con il termine genocidio armeno, talvolta olocausto degli armeni o massacro degli armeni,
si indicano le deportazioni ed eliminazioni di armeni perpetrate dall’Impero ottomano tra il 1915 e il 1916, che causarono circa 1,5 milioni di morti."

Tale genocidio viene commemorato dagli armeni il 24 aprile.

Il governo turco rifiuta di riconoscere il genocidio ai danni degli armeni ed è questa una delle cause di tensione tra Unione europea e Turchia e anche con la Santa Sede.

Una legge francese punisce con il carcere la negazione del genocidio armeno.

Per converso, già da tempo la magistratura turca punisce con l’arresto e la reclusione fino a tre anni
il nominare in pubblico l’esistenza del genocidio degli armeni in quanto gesto anti-patriottico.
In tale denuncia, poi ritirata, è incappato lo scrittore turco Orhan Pamuk, a seguito di un’intervista a un giornale svizzero in cui accennava al fenomeno.

Lo storico turco Taner Akçam, il primo a parlare apertamente di genocidio, fu arrestato nel 1976
e condannato a dieci anni di reclusione per i suoi scritti; l’anno successivo riuscì a fuggire e a rifugiarsi in Germania;
lavora negli Stati Uniti d’America, presso lo Strassler Family Center for Holocaust and Genocide Studies della Clark University,
dopo essere stato Visiting Associate Professor of History alla University of Minnesota.”

Stessa storia con i Curdi che sono da un secolo e oltre costantemente repressi, brutalizzati e uccisi dai Turchi.

Nel 1980 l’ennesimo colpo di stato in Turchia portò ad una feroce repressione dei Curdi che avevano espresso il partito PKK ( di orientamento comunista).
Alle pacifiche proteste Curde la repressione militare Turca fece migliaia di morti, carcerati e “scomparsi nel nulla”.

Questo porterà il PKK alla lotta armata dal 1984.

La repressione turca si intensifica e vengono distrutti migliaia di paesi Curdi con decine di migliaia di morti.

Il Leader Curdo Ocalan dovette fuggire all’estero passando anche per l’Italia e fu catturato in Kenia e consegnato alla Turchia.

La condanna a morte venne commutata in Ergastolo e da allora è l’unico detenuto della fortezza sull’Isola di Imrali.

Detenuto in modo simile a come era detenuto Nelson Mandela, ma nessuno in Occidente si interessa alla sua prigionia e la repressione continua ininterrotta dei CURDI.

Poi ci si stupisce che le milizie Curde sia riuscite a sbaragliare l’ISIS!

Sono decenni e decenni che vivono praticamente in guerra costante e quindi sono guerrieri formidabili.

Ma ora che hanno “bonificato” dal ISIS tutta l’area a cavallo fra IRAQ E SIRIA vengono lasciate in balia dei Turchi e si può ben immaginare come andrà a finire!

La turchia, come ben spiega Zanni, se ne frega dell’Europa, la Ricatta con i migranti, reprime in modo criminale le minoranze
e la UE la sotterra di miliardi di Euro e le compra il 50% delle esportazioni turche.

La Turchia di Erdogan è diventata una minaccia per la pace mondiale e come al solito la causa è sempre la stessa:

LA DEMOGRAFIA! Se si guarda un grafico della demografia Turca , come quella di tutti i paesi arabi, non c’è quasi bisogno di commenti:

1950 = 21.000.000

2019 = quasi 83.000.000 di abitanti e ogni giorno aumentano al netto delle morti di 2.600. RIBADISCO AL GIORNO !

popolazione più che quadruplicata in 70 anni!

E molti paesi arabi hanno dinamiche demografiche ancor più devastanti.

es: Arabia Saudita:

1960 popolazione 4.000.000 di abitanti.

2019 popolazione 34.000.000 di abitanti.

Queste immense masse di poveri, giovanissimi cittadini turchi e arabi in genere, come di tutto il “mondo arabo”
come si autodefiniscono AUTOGHETTIZZANDOSI in un’identità che non ha alcuna intenzione di integrarsi nelle culture occidentali che li ospitano
e l’esempio devastante della Svezia (rimosso dai media) come delle periferie di tutto il centro/nord Europa sono assolutamente chiarificatori.

Queste masse sono il motore dell’estremismo arabo che sta destabilizzando il sud del mediterraneo e tutto il medio oriente fino al Pakistan
( per arrivare all’Indonesia ) in conflitto sempre più minaccioso con l’India ( entrambe con oltre 150 testate nucleari a testa
e l’India che pur non essendo araba ha una popolazione prevista nel 2030 di 1.500.000.000).

Per non parlare della guerra fra Iran e Arabia Saudita che potrebbe esplodere anche domani mattina.

La situazione è veramente esplosiva e foriera di guerre a breve e medio termine e quello che rende veramente spaventosa la situazione
è la massa di giovani ideologizzati e estremisti che assomigliano proprio tanto alle masse fameliche europee della prima metà del 900
che si lasciarono trascinare con grande facilità in 2 guerre mondiali.

Se parte l’incendio l’Italia sarà seppellita da milioni di profughi, l’Occidente, il mondo tutto da una esplosione dei prezzi del petrolio
oltre a una paurosa fiammata inflazionistica e da una paurosa se non peggio Escalation militare potenziale.

E noi stiamo a seguire il teatrino della politica italiana con Renzi redivivo (grazie all’appoggio della finanza internazionale)
che mena per il naso pietoso Di Maio e un Zingaretti che alla chiamata del Padrone (potentati economico-finanziari franco tedeschi)
ha detto OBBEDISCO contro i suoi stessi interessi di partito ridiventando il servo di Renzi.

Come i passeggeri del TITANIC che ballavano mentre la nave iniziava ad affondare!
 
Quali sono gli uomini più ricchi della Cina?

Ed essendo la Cina intendiamo persone “VERAMENTE” ricche.

Naturalmente parliamo di miliardari che NON siano scomparsi, come, per esempio, è successo a Xiao Jianhua, che non si sa più dove sia.
Purtroppo quando un miliardario cinese ha dei problemi o con lo stato o con i creditori ha questa brutta abitudine di scomparire nel nulla.

Comunque ecco a voi la lista



I primi due miliardari controllano gruppi della New Economy molto conosciuti,
il terzo XU Jiayin è un grande sviluppatore immobiliare,
Midea è un’azienda di elettrodomestici per la casa…

Come vedete fra questi miliardari ci sono un po’ di tutto, dalle nuove tecnologie ad internet a settori quali l’immobiliare.

Il decimo miliardario è nel settore degli internet games.
Colin Huang Zheng è nell’e-commerce con Pinduduo.

Insomma c’è un po’ di tutto…. Quando un paese cresce e diventa più ricco, la strada per i singoli alla ricchezza è più facile
 
Ho sentito poco fa al tg che questo governo giallo piscio -marrone vorrebbe mettere in carcere gli evasori.
Non mettono dentro neppure un diversamete bianco che stacca le dita a dei poliziotti e vorrebbero incarcerare gente per dei reati amministrativi ?
Non paghi più le tasse nessuno, evadete tutto quello che potete che altrimenti se li magnao questi parassiti fancazzisti che abbiamo in parlamento.
Dalle mie parti si dice che tre sono i potenti: il papa, il re e chi non ha niente....perche non gli si può fare niente ovviamente....

Mentre questo Governo pensa carcerare chi non ce la fa a pagare le tasse,
molti italiani hanno visto la Giustizia scagliarsi contro di loro, colpevoli soltanto di aver lavorato in un periodo di crisi.
Segno che la volontà di vessare chi ha voluto soltanto lavorare in proprio c’è da tempo.
Premeditata o meno, attraversa più fronti politici.

Bruno Fiorani di 84 anni, due settimane fa, è stato accompagnato fuori di casa dalle Forze dell’Ordine nella piccola città di Empoli, in Toscana.
E’ l’ultimo sfregio di un fallimento che lo ha coinvolto ormai molti anni fa, quando aveva un’azienda edile e quando le cose gli andavano bene.
Poi, tutto si è fermato. Ma la procedura di fallimento, no. Quella non finirà mai e i debiti lo perseguiteranno fino alla fine dei suoi giorni
e perseguiteranno anche i suoi eredi, se non rinunceranno per intero alla sua eredità.

E’ difficile stare dalla parte degli ultimi, perché questa crisi ha fatto diventare ultimo chi era benestante fino a 10 anni fa.
Cosa sia un fallimento lo sanno solo gli esperti, chi ci è finito dentro o chi ha un parente coinvolto.
Ma è un meccanismo perverso che ha travolto 140mila italiani dall’inizio della crisi e che non accenna a diminuire.

La legge è stata scritta a più riprese, da politici avversari tra loro e quindi senza coordinarsi o forse fin troppo.
Nonostante l’intento di tutte le leggi sia stato quello di dare ossigeno a chi è incappato in un fallimento, il risultato è stato esattamente l’opposto.
La gabbia si stringe addosso agli imprenditori fino a quando le sbarre si conficcano loro nella carne, togliendo loro ogni dignità.

All’imprenditore fallito, per legge, devono essere lasciate le risorse minime per avere una vita dignitosa, ma solo negli intenti della legge.

Se ha una macchina, gli viene pignorata e poco importa se gli serve per cercarsi un lavoro o se vive in mezzo alle montagne. Se ne va a piedi.

Se ha una casa, gli viene pignorata e se il pignoramento è precedente al maggio 2018 il Giudice può tutt’oggi decidere di farlo accompagnare fuori.
La casa può essere liberata se ha delle opere di manutenzione da fare o se il Giudice ritiene di poterla vendere meglio.

Potrebbe andare a vivere in affitto, ma oggi i proprietari di immobili fanno i controlli sui locatari e pochi offrono un tetto a chi ha un fallimento in corso.
Chiedono fidejussioni bancarie e uno stipendio.

E se riesce a trovarlo un lavoro da dipendente, un’altra legge gli impedisce di riscuotere lo stipendio.
E la legge finanziaria 2017, art. 911, -a firma Renzi-, che obbliga i datori di lavoro a pagare gli stipendi tramite bonifico bancario, indipendentemente dall’importo.
Nessuna banca apre un conto corrente a chi ha un fallimento in corso.

Aprire una partita Iva da rappresentante o da venditore porta a porta nemmeno a parlarne.
I Giudici non distinguono tra un imprenditore (che assume dipendenti e sposta capitali)
da un normale venditore con partita Iva (che pensa sola se stesso). Per loro sono tutti imprenditori allo stesso modo.

La legge dice che il fallimento deve essere chiuso entro 5 anni. Ma solo se tutti i beni coinvolti sono stati venduti.
Se l’imprenditore ha un rudere in campagna che è invendibile, il fallimento non viene chiuso mai.

E se le vendite dei beni non coprono i debiti, anche se il fallimento viene chiuso, l’imprenditore non finisce mai di essere aggredito dai suoi creditori: fine pena mai!

Bruno Fiorani tutti questi anni si è sentito solo, talmente solo che è stato abbandonato anche dalla compagna e dalla figlia di lei, proprio per paura di perderla quella casa.
Ma un imprenditore costruisce le proprie relazioni sociali attorno alla propria azienda. Fornitori e clienti diventano i suoi amici.
La crisi si è manifestata con una forte e improvvisa contrazione della liquidità.
Così i clienti non hanno pagato gli imprenditori, che non hanno pagato i propri fornitori.
Invece di capire che tutto questo non dipendeva da loro, si sono sbriciolate le relazioni sociali che si erano costruite attorno a ciascuna azienda.

Intervistato dai giornalisti, Bruno Fiorani ha ricordato come è fallito: non aveva i soldi per pagare il commercialista,
così non ha potuto fare le ultime dichiarazioni dei redditi. E’ una situazione comune a molti imprenditori.
I Giudici in casi simili decretano la bancarotta documentale, ovvero perché non ci sono i documenti a posto:
da 1 a 5 anni di reclusione, in genere ne danno 2.
Se sospettano che sia intenzionale, decretano anche la bancarotta fraudolenta: da 1 a 10 anni,
ma in genere meno di 7 o 5 non scendono mai. Peggio di un delinquente comune!

La legge protegge i piccoli imprenditori da questo meccanismo perverso.
Ma molti Tribunali non ascoltano la legge e decretano ugualmente il fallimento.

Se si vuol far valere le proprie ragioni, bisogna arrivare fino in Cassazione.
Eh già, ma Bruno Fiorani non aveva i soldi per il commercialista, figuriamoci per l’avvocato cassazionista!
E come lui molti altri, perché quando uno è piccolo tende a pagare tutti, perché li conosce direttamente,
sperando che vada meglio, sperando che i clienti tornino un giorno o l’altro, fino a quando si rende conto
che ha finito i soldi per sé e per adempiere alle pratiche burocratiche per la sua azienda.

Le ferite della crisi sono così profonde che guardarci dentro, a volte, fa venire le vertigini.
Falliscono dalle 10mila alle 14mila aziende all’anno, con una media di 12607: 1050 al mese, 48 al giorno e 8 all’ora, considerando le 6 ore di apertura dei Tribunali.

A guardare i notiziari specializzati, pare che ci sia sempre un miglioramento della situazione:
“Fallimenti 2017 siamo tornati a livelli pre-crisi” (Fonte: Cerved, novembre 2017),
“Fallimenti 2018 in calo del 6%” (Fonte: Cribis, febbraio 2019) e ancora
“Fallimenti in calo del 7%” (Fonte: Il Sole 24 Ore, febbario 2019).

Ma niente: i fallimenti sono sempre stabili, secondo le stesse fonti che annunciano una diminuzione del fenomeno, smentendo se stesse:

Anno Numero Fonte
2009


9384

Cribis
2010

10888

Cribis
2011

11840

Cribis
2012

12124

Cribis
2013

14010

Cribis
2014

15336

Cribis
2015

14585

Cribis
2016

13467

Cribis
2017

11939

Cribis
2018

12131

Cerved
2019

12980

Cerved
Totale
138684


Media
12608


Mese
1051


Giorno
48


Ora
8


Sarebbe meglio interrogarsi su quali sono le cause reali di questo fenomeno, per non far sentire soli persone come Bruno Fiorani.
E sarebbe meglio chiedersi quali siano davvero i reati penali e quelli civili, perché i primi fanno sentire sporchi dentro,
come i delinquenti comuni, mentre i secondi sono solo un fatto di soldi.
 
Il borsellino. Il portamonete. Gli spicci sparsi dentro il posacenere della macchina. Le banconote spiegazzate.
Il fermacarte del nonno. I ragazzetti che frugano nelle tasche di papà a caccia di qualche monetina dimenticata.
I ragazzotti che armeggiano nella borsa della mamma alla ricerca dei dieci euro finiti nella scatola dei trucchi.
La busta con i soldi per il giardiniere. E per l’idraulico. E per il falegname. E per il pensionato tuttofare che ti ha appena sistemato la tapparella.

Passano gli anni, si avvicendano le generazioni, si stravolgono le fogge e i costumi, ma in fondo alla nostra anima restiamo pur sempre il paese dei Malavoglia.

Padron ‘Ntoni interiori, Comare Maruzza per sempre, tutti raggomitolati dentro abitudini ataviche, birignao secolari,
stili di vita che nulla e nessuno potrà mai riuscire a modificare, piccoli ma al contempo profondissimi familismi amorali da anni Cinquanta,
anzi, da fine Ottocento, figli e figliastri di quell’Italia eterna, sotterranea, accidiosa che, alla faccia del dilagare degli smartphone e della civiltà social,
continua a tessere la trama del quieta non movere, a suggere il colostro dell’eterno immobilismo.

Tra i provvedimenti più spassosi che ci vengono rifilati ogni anno da tutti i tipi di governo, nessuno escluso,
c’è di certo quello della lotta al contante, una delle misure più irrealistiche e velleitarie che accompagnano ogni manovra economica d’autunno.

La scenetta ormai è un classico.
Arriva tutto tronfio ed egagro il primo ministro tal dei tali, accompagnato dal grigio, serioso e occhiuto ministro dell’Economia,
a proclamare alla nazione che adesso basta, è arrivato il momento di diventare anche noi un paese civile,
moderno e sviluppato che punti nel giro di pochi anni a raggiungere le vette di eccellenza assoluta nell’utilizzo della moneta elettronica degli Stati del nord Europa.

Nei quali, come è noto, solo i rapinatori e i pusher girano con delle banconote nel portafogli.

Via il contante: ogni transazione deve passare attraverso la carta di credito e i bancomat.
Velocità, sicurezza, trasparenza, tracciabilità e, soprattutto, la bomba fine di mondo contro l’evasione fiscale,
una misura formidabile capace di far emergere larga parte di quel sommerso che da sempre devasta l’economia italiana,
marchio d’infamia della più inqualificabile delle ingiustizie sociali.

Tutto perfetto, quindi.

A proposito, chi ha un euro in tasca per pagare il caffè?
 
Bisognerebbe smetterla di prendersi in giro.
Ci vuole un governo di polso, non i soliti quaqquaraquà.

Se un sacrificio bisogna farlo, tutti lo devono fare. Tutti indistintamente.
E diciamola questa verità.
I pensionati hanno sempre avuto di più del dovuto.
Tutti coloro che oggi sono in pensione. TUTTI.

Ed ora gli diamo pure la rivalutazione della pensione al 100%
A chi ? A quelli che hanno lavorato 15 anni 6 mesi ed 1 giorno ?
A quelli che sono andati in pensione a 40 anni ? ....ma anche a 38 anni.

E che non hanno versato un tubo, una briciola, rispetto a quello che stanno incassando
e che incasseranno durante la loro vita da pensionato ed il più delle volte con un doppio lavoro in nero ?

Certo, i voti sono voti e bisogna andare a prenderli dove ce n'è di più.

Un governo serio avrebbe fatto un discorso serio.

Ragazzi sino ad oggi avete avuto la pacchia. Pioggia di soldi a gogò.

Dal 1 gennaio tutte le pensioni vengono ricalcolate sulla base del contributivo.
Tanto hai versato. Tanto HAI DIRITTO ad incassare. Non un euro di più.
 

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