Abolita la tassa sul tubo e le utility festeggiano
14-10-2005 15:00
Strappo al rialzo per le utility del comparto energetico che avanzano sulla notizia che il Consiglio dei Ministri ha deciso di tagliare dalla Legge Finanziaria del 2006 la tassa sul tubo. Snam sta guadagnando il 2,78% a 4,70 euro, Terna ed Enel sono in progresso, rispettivamente, del 3,99% a 2,08 euro e dell'1,79% a 6,88 euro e su Enel incide pure la decisione di Dresdner Kleinwort Wasserstein di alzare il target price da 7,10 euro a 7,20 euro, confermando il rating di hold (mantenere in portafoglio).
A dare la notizia nella tarda mattinata è stato lo stesso Ministro dell'Economia, Giulio Tremonti che, annunciando il contenuto del secondo articolo del decreto legge di correzione dei conti pubblici, ha reso noto che "la tassa sul tubo non c'è più" e che al suo posto "vengono rimodulate le tabelle di ammortamento sul settore di energia e gas, e questo, che ha effetto dall'acconto 2005, non è una nuova tassa ma una riduzione di un privilegio".
In realtà la notizia si era diffusa già qualche ora prima, quando alcune fonti vicine alla maggioranza avevano indicato che l'esecutivo, nella riunione di oggi, stava valutando l'eventuale soppressione di questa imposta. Del resto, in mattinata erano state molte le voci a levarsi contro la tassa sul tubo, tra cui anche quella del presidente della Corte dei Conti, Francesco Staderini, che l'aveva bocciata per problemi giuridici e possibili effetti negativi sui conti dello Stato.
In pratica l'imposta non avrebbe preso nella dovuta considerazione la ricaduta negativa in termini di minori utili per le società coinvolte, con la "possibile decurtazione dei dividendi di spettanza del bilancio dello Stato". Ma c'è anche chi sostiene che il rimbalzo odierno dei titoli del settore in realtà sia quantomeno esagerato.
"Nella forma le cose sono cambiate, è stato introdotto un meccanismo che riduce le aliquote di ammortamento che si possono scalare e quindi le società hanno minori volumi di ammortamento fiscale e di conseguenza maggiori imposte", commenta un analista interpellato da Mf Online che ha preferito rimanere anonimo. "Però Tremonti ha pure detto che in realtà il gettito della nuova imposta resta lo stesso, 800 milioni di euro, che era previsto dalla tassa sul tubo".
"Il settore dunque non ne esce certo meglio, si tratta di un'imposta diversa ma dello stesso ammontare e che colpisce gli stessi settori. Certamente la natura del nuovo provvedimento è meno arbitraria: quello precedente era una sorta di rapina a mano armata, questo è caratterizzato da maggiore legalità, ma la cifra è la stessa", conclude l'analista.
Nicola Capodanno e Paola Longo