Il mio albergo ha alzato il prezzo del 16%.
Francamente, mi sembra altamente esagerato.
E - sinceramente - dico "ben gli sta'".
Sarebbe dovuta essere l’estate dei record, invece il turismo italiano subisce una crisi inaspettata
e che ad agosto rischia di diventare eclatante.
I numeri fanno tremare i polsi: prenotazioni in calo fino al 30% tra i connazionali,
a fronte di una crescita modesta tra gli stranieri (+4%).
I crolli più pesanti si starebbero registrando in regioni come Puglia e Toscana,
mentre Piemonte e Veneto vanno meglio dello scorso anno.
Caso a parte la Sicilia, su cui torneremo.
La vera crisi del turismo è domestica.
Milioni di connazionali stanno o rinunciando a partire o vanno all’estero.
Perché? E’ il mercato, bellezza.
I rincari di questi mesi sono stati per certi versi la spia di un sistema economico con grossi limiti.
L’immagine che scaturisce da questa estate dell’Italia è di un Paese disorganizzato
e, soprattutto, a caccia di turisti da spennare.
Un disastro che l’imprenditoria del settore pagherà per gli anni futuri.
Chi ha speso una fortuna per qualche giorno sotto l’ombrellone,
difficilmente vorrà ripetere un’esperienza simile.
Specialmente se il mercato globale offre servizi equivalenti o persino migliori con prezzi più bassi.
Eh, ma il Colosseo lo abbiamo solo a Roma.
Eh, ma Etna e Taormina si trovano in Sicilia.
Eh, ma vuoi mettere le bellezze italiane?