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Non bisogna guardare gli attori, ma il principio del provvedimento.

Dal giorno alla notte, una feroce tassa retroattiva del 40 per cento

Si tratta di un prelievo indifendibile, soprattutto da parte di chi si riempie la bocca di principi liberali
che, all’occorrenza, poi vengono sacrificati sull’altare di presunti interessi collettivi.

In sostanza, molti pseudo liberali stanno giustificando questa sorta di esproprio proletario
con l’obiettivo di redistribuirne i proventi alle fasce più deboli della popolazione.


Ebbene, tutto questo al mio Paese si chiama socialismo.

L’attuale direttore di Libero, è arrivato a definire
questo pasticciaccio brutto di natura fiscale una “minirivoluzione liberale”.

In effetti, è una piccola rivoluzione
quella che stabilisce la facoltà di un Esecutivo
di stabilire quale sia il tetto massimo agli utili di una impresa,
attraverso l’abominevole concetto dei cosiddetti extraprofitti,
ma di stampo chiaramente vetero-marxista.
 
L’idea di ridurre le tasse imponendo altre tasse,
con cui si sta giustificando la citata misura,
non ha mai funzionato e, in questo caso,
il suo costo finirà per essere scaricato
sulle spalle dei correntisti delle stesse banche,
secondo una prassi consolidata nei moderni sistemi economici.
 
Inoltre, i plausi incondizionati provenienti
dal Movimento Cinque Stelle,
dal Partito Democratico,
dalle frange più radicali della sinistra,
da gran parte dei sindacati e
dai giornali tradizionalmente ostili alla destra,

dovrebbe far riflettere i promotori di questa iniziativa
e i loro entusiastici opinionisti di area.

D’altronde, la differenza tra un commentatore politicamente orientato,
ma tendente a analizzare criticamente i fatti,
e un propagandista
si manifesta chiaramente in simili frangenti.


Infatti, solo un propagandista può arrivare a sostenere in toto
una misura che era presente nel programma elettorale dei grillini,
la quale apre la strada ad altre analoghe iniziative da parte dei “Robin Hood” di Governo.

Tant’è che il ministro del Mady in Italy, Adolfo Urso,
ha già messo nel mirino le aziende petrolifere.


Penso che ne vedremo delle belle.
 
Dall'altra parte, abbiamo i "cervelli"fini.

La Bce, tramite il proprio Bollettino economico di agosto fa sapere che

“l’inflazione continua a diminuire,
ma ci si attende ancora che rimanga troppo elevata per un periodo di tempo prolungato”.


E spiega come

“il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione
all’obiettivo del 2 per cento nel medio termine.

Le prospettive economiche a breve termine per l’area dell’euro si sono deteriorate,
principalmente a causa dell’indebolimento della domanda interna.

L’elevata inflazione e le condizioni di finanziamento più restrittive comprimono la spesa”.



Fra i rischi al ribasso per la crescita a breve termine
ci sono la guerra della Russia contro l’Ucraina
e l’incremento delle tensioni geopolitiche su più ampia scala:
rischi che potrebbero frammentare il commercio internazionale
e quindi gravare sull’economia dell’area dell’euro.


Inoltre, l’espansione economica potrebbe risultare più lenta
se gli effetti della politica monetaria fossero più forti delle attese
o se l’economia mondiale si indebolisse, deprimendo la domanda di esportazioni dell’area dell’euro.

L’espansione potrebbe invece rivelarsi maggiore del previsto se,
grazie alla vivacità del mercato del lavoro,
all’incremento dei redditi reali e alla minore incertezza,
cittadini e imprese riacquistassero fiducia e aumentassero i consumi.
 
“Secondo la stampa di sinistra,
la destra italiana è ostaggio di pericolosissime ‘lobby’
come quelle dei commercianti, dei pescatori e dei balneari.

Insomma, di lavoratori e imprenditori che ogni giorno si fanno in quattro
per mandare avanti la loro attività e produrre ricchezza”.

“Sì, se non si fosse ancora capito, siamo dalla parte di chi lavora
e di chi vuole dare il suo contributo concreto affinché l’Italia torni a essere grande.

Le ricostruzioni apparse su alcuni organi di stampa in merito alla genesi della norma sugli extra-profitti bancari,
secondo le quali ci sarebbe stato un contrasto di vedute tra Mef e Presidenza del Consiglio,
sono totalmente inventate e frutto della fantasia di chi ne ha scritto”.


Giorgia, non hai però valutato che le extra tasse ricadranno poi sui clienti delle banche,
ma - soprattutto - su quelli che non avranno potere contrattuale....cioè NOI.
 
I numeri sono abbastanza impietosi:

secondo le stime, soltanto il 35,7% degli italiani finirà per concedersi una vacanza durante l’estate 2023.

Dato che conferma un trend in realtà già presente da tempo:
nel 2019, ultimo anno prima del Covid, era partito soltanto il 37,8% degli abitanti dello Stivale.

Guardando ancora più indietro nel tempo,
ecco emergere un vero e proprio tracollo nel numero delle notti trascorse in ferie,
a partire dalla crisi del 2008-2009.

Nel 2008 erano quasi 570 milioni complessive, più di sei giorni l’anno per ogni italiano.

Nel 2015 erano diventate 317 milioni.

Anche in questo caso, il calo è stato costante e inesorabile.


Una narrazione tutt’altro che in linea con quella dei social.

Qui diventa obbligatorio raccontare (o almeno far credere)
di essere sdraiati sotto un palma, in riva al mare di qualche incredibile e costosissima meta turistica.

Pena il marchio dell’infamia virtuale, l’inevitabile sensazione di essere diventati degli esclusi.

Gli influencer, con il loro bombardamento video,
ci fanno credere che volare a Bali o Dubai sia ormai un’abitudine,
come bere il caffè la mattina.

Contribuendo alla costruzione dell’idea di un’Italia, ricca e spensierata,
che in realtà semplicemente non esiste.
 

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