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Ahahahahahahahahahahah

Secondo quanto riportato dall’emittente Bfmtv,
i panifici potranno aggiungere non più di 1,4 grammi di sale per ogni 100 grammi


Da domenica 1 ottobre i panifici e i supermercati francesi
metteranno in commercio una baguette leggermente rivoluzionata negli ingredienti
come previsto dalle nuove normative francesi per tutelare la salute dei consumatori.

In particolare verrà ridotta la quantità di sale che viene messa sull’impasto.

Per accertarsi che tutti seguano le regole come indicate dalle nuove regole,
le autorità sanitarie effettueranno un controllo a tappeto minuziosi
che prevedono multe molto care ai panifici che non si atterranno alle nuove disposizioni.
 
Come riportato da un comunicato emesso dalla Confederazione nazionale della boulangerie,

per “compensare la riduzione del sale esistono soluzioni alternative come gli estratti di lievito in aggiunta”.

Per verificare che i panificatori francesi si atterranno alle nuove disposizioni
verranno passati al setaccio i 339 tipi di pane, di cui 234 pani speciali,
che vengono prodotti nel paese transalpino, con controlli che saranno molto stringenti e scrupolosi.
Le nuove disposizioni sul sale nel pane
seguono l’orientamento già più volte espresso dall’Oms
che ha esortato tutti i paesi a ridurre l’assunzione giornaliera di sale del 30% entro il 2025
per ridurre anche l’impatto di questo minerale sulla salute degli esseri umani
 
Ma loro sono così, in purezza, dall’alto della loro superiorità culturale che li contraddistingue da sempre e per sempre :-D…danno lezioni a tutti, perché loro possono e gli altri no…perché loro sono sempre, soltanto ed inequivocabilmente dalla parte giusta…e chi non è d’accordo con loro è un pericoloso fascista, complottisra, negazionista e il cielo è sempre più blu.
 
E venne il giorno della Nadef.

Il Governo ha licenziato la Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza.

Si tratta di un salutare bagno di realtà,
che obbliga chi guida la nazione a dire ai cittadini la verità sui conti pubblici.

A spiegare, senza trucchi e senza inganni, come stiano le cose e, soprattutto,
cosa si possa fare e cosa invece no, di là dalle mirabolanti promesse
e dagli entusiastici proclami spesi in campagna elettorale.


La Nadef di quest’anno è la prima del Governo Meloni
(lo scorso anno il suo Esecutivo non era ancora insediato e toccò a quello uscente di Mario Draghi redigerla).

È da adesso in avanti che realmente si parrà la nobilitate di Giorgia Meloni e del centrodestra.

Perciò è lecito domandarsi cosa farà di concreto questo Governo per gli italiani.

Che, converrete, è assai diverso dal chiedere:

cosa ha promesso di fare la maggioranza di centrodestra per il Paese?
 
Prima che parlino i numeri,
registriamo l’approccio di metodo scelto dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti,
per la stesura della prossima Legge di bilancio.

Il premier rassicura che la manovra economica, la cui scrittura prende avvio proprio dalla Nadef,
sarà all’insegna della serietà e del buon senso.

Una premessa eccellente per rendere credibile ciò che presenterà il Governo all’approvazione del Parlamento.
E dei mercati finanziari.

La Nadef, intervenendo ad aggiornare il quadro macroeconomico delineato nel Documento di Economia e Finanza,
traccia il perimetro entro il quale Governo e maggioranza potranno muoversi
per dare all’Italia le risorse finanziarie necessarie per il rilancio della crescita economica.

Poiché tutto viene preso in considerazione
stima sul Pil, incidenza dell’inflazione, quantificazione del debito, deficit
la Nadef è lo specchio della realtà.

Che non è solo il vissuto quotidiano nel cortile di casa nostra
ma tiene conto dello scenario globale
e di tutte le variabili che hanno diretta e indiretta incidenza
sull’andamento dell’economia nazionale e, a cascata, sui conti pubblici.

Cosa intendiamo dire?

Che lì, fuori dell’uscio di casa nostra, c’è una guerra che ci complica la vita e che non possiamo ignorare.

Un Governo – qualsiasi Governo – nelle condizioni date ha un’alternativa:

lasciarsi travolgere dagli eventi

oppure

tenere la barra dritta per attraversare indenne la tempesta che gli si para davanti.

L’Esecutivo Meloni ha scelto la seconda strada,
a discapito della popolarità ottenuta anche grazie alle tante promesse di cambiamento fatte in campagna elettorale.

Succede quando, una volta giunti alla guida della nazione, si deve avere il coraggio di dire ai cittadini:

ci spiace, si può fare qualcosa ma non si può fare tutto.

Ciò comporta che molti resteranno delusi,
ma tale è il prezzo che deve pagare una classe politica
che voglia andare oltre la consolidata prassi della propaganda finalizzata alla facile aggregazione del consenso elettorale.

D’altro canto, non fu Alcide De Gasperi a spiegare che mentre

“un politico guarda alle prossime elezioni, uno statista guarda alle prossime generazioni”?
 

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