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I rigurgiti coministi li avete proprio solo voi. Ahahahahahah

Una follia di cui ci dà notizia il deputato del Pd Stefano Vaccari, segretario di presidenza alla Camera:

“Bella Ciao è il canto della libertà e della riconoscenza verso chi si è battuto,
anche sacrificando la propria vita, per riconsegnare la libertà e la democrazia al popolo italiano
costretto alla tirannia nazifascista.
Le forze democratiche presenti in Parlamento si impegnino a fare approvare il disegno di legge
che ho presentato insieme ai colleghi Berruto e Furfaro
per riconoscere la canzone Bella Ciao quale espressione popolare dei valori fondanti della nascita della Repubblica italiana.
Bella Ciao venga eseguita dopo l’inno nazionale in occasione delle cerimonie ufficiali per i festeggiamenti del 25 aprile,
anniversario della Liberazione.
Sulla storia condivisa si costruisce il futuro del Paese
e non certo con rigurgiti squadristi che sono una grave offesa per milioni di cittadini”.
 
Di questo passo,
come ripetono diversi esponenti della sinistra dietro le quinte,
Giorgia Meloni e il centrodestra continueranno a governare a lungo
.
 
I valori occidentali.

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Spesi 170 miliardi,
ma i vantaggi per il Pil sono minori ai costi.

Lo studio di Palazzo Koch non lascia dubbi
e boccia la norma simbolo del governo Conte 2:

"Ulteriore accumulo di debito pubblico che dovrà essere ripagato in futuro"
 
La grandeur francese ormai è il passato

🇪🇺🇫🇷 POLITICO: "ASPETTATEVI CHE L'UE MULTI FINALMENTE UNA FRANCIA DI ESTREMA DESTRA"
La Francia è sempre stata troppo grande, troppo potente e, cosa più importante di tutte, troppo parte dell'accogliente establishment dell'UE per essere multata per i suoi peccati finanziari. Ma la festa potrebbe essere finita.
Mentre la Commissione europea si prepara mercoledì a nominare e svergognare l'ultimo gruppo di governi che hanno violato le regole di bilancio, la corsa facile della Francia non sembra più sostenibile. I vertici dell'UE sono sotto pressione da tutto il blocco per dare finalmente un giro di vite al cattivo ragazzo del bilancio e mettere il paese su un percorso che potrebbe alla fine vederlo penalizzato.
La prospettiva che il Rassemblement National (RN) di estrema destra di Marine Le Pen formi un governo a Parigi dopo che il presidente Emmanuel Macron ha indetto elezioni anticipate ha cambiato tutto. Ha fatto rabbrividire la burocrazia dell'UE a Bruxelles – e a Francoforte, sede della Banca centrale europea – hanno detto i funzionari a POLITICO.
Dopotutto, una cosa è concedere licenze a un leader pro-UE e statista per il tipo di spesa sconsiderata che mette in pericolo la stabilità economica dell'eurozona. Tutt'altra cosa è se viene portata avanti sfacciatamente da un focoso nazionalista che non pensa che le regole valgano la carta su cui sono scritte.
"Se un piano di spesa irresponsabile [francese] è stato messo sul tavolo, e la Commissione ha detto 'nessun problema', allora l'intero quadro fiscale è perso", ha detto Zsolt Darvas, senior fellow presso l'influente think tank Bruegel di Bruxelles, riferendosi al modo in cui il braccio esecutivo dell'UE arriva a gestire il governo sui bilanci dei governi. "Gli altri partiti populisti ignorerebbero per sempre le regole".
Ai vecchi tempi, l'élite europea poteva permettersi di essere sincera su quanto margine di manovra concedeva alla Francia. È stato Jean-Claude Juncker, l'ex presidente della Commissione, otto anni fa a spiegare perché i poliziotti del bilancio europei avevano chiuso un occhio sulle cattive finanze pubbliche della Francia. "Parce que c'est la France", disse. Più semplice di così.

Fonte: Politico

I mercati La commissione UE insegnerà ai francesi come votare. 😂😂😂

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Nulla da fare,
nessun accordo raggiunto sulle nomine Ue nella cena di ieri sera a Bruxelles tra 27 capi di stato e di governo.

La decisione è rinviata tra 10 giorni, anche perché all'Italia
l'idea di un "pacchetto già confezionato" come dichiarato da Meloni, non piace.

Popolari, socialisti e liberali hanno provato a confermare ex ante la maggioranza della legislatura precedente,
un 'dispetto' che non è piaciuto al premier ungherese Viktor Orbán:

"La volontà dei cittadini europei è stata ignorata oggi a Bruxelles.
Il risultato delle elezioni europee è chiaro:
i partiti di destra si sono rafforzati,
la sinistra e i liberali hanno perso terreno.

Il PPE alla fine si è alleato con i socialisti e i liberali:
oggi hanno fatto un accordo e si sono divisi i posti di comando della UE
".


 

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