Solo politica

  • Creatore Discussione Creatore Discussione Stic@zzi
  • Data di Inizio Data di Inizio
Se il sovranismo persegue l’obiettivo di difesa o riconquista della sovranità nazionale: io sono sovranista.

Se sovranismo significa amor patrio e non odio degli altri: io sono sovranista.

Se sovranismo significa difendere gli interessi degli italiani e dell’Italia: io sono sovranista.

Se sovranismo significa tutelare le imprese italiane da direttive europee assurde e palesemente autolesionistiche come la Bolkestein contro i balneari italiani: io sono sovranista.

Se un governo, espressione del voto popolare, non è disponibile ad accettare diktat di una Unione europea matrigna che danneggia le nostre imprese: io sono sovranista.

Se sovranista significa non accettare di essere eterodiretti da una oligarchia senza legittimità democratica: io sono sovranista.

Se si considera la globalizzazione come un pericolo per la manifattura italiana a causa di una concorrenza sleale per il costo del lavoro, per la sicurezza dei lavoratori e di quella ambientale: io sono un sovranista.

Se l’Italia e chi la rappresenta opta per la diplomazia piuttosto che la guerra: io sono sovranista.


Se credere nella sovranità popolare così come stabilito dalla nostra Costituzione è il male assoluto, allora bisogna abolire la nostra Costituzione.
 
ahahahahahah ecco cosa fanno gli "eletti" comunisti.
PEZZENTE



A quanto pare, sembra che della spinosa questione
se ne stiano occupando solo i giornali di centrodestra, tra cui Libero, il Giornale e il Secolo d’Italia.

Stiamo parlando del tentativo operato in extremis da Roberto Speranza
di nominare un nutrito battaglione di dirigenti al ministero della Salute.


Al fine di facilitare la sua impresa, il segretario del minuscolo Articolo 1,
vorrebbe aumentare da 12 a 14 le poltrone delle direzioni generali
,
così da spacchettare le nomine e, con la decadenza di più di un dirigente,
piazzare ai posti vacanti persone di suo gradimento.


Tutto questo, unito all’assunzione di un esercito di funzionari amministrativi, ben 697
i quali sono stati accolti dallo stesso Speranza con una sorta di improvvisato comizio elettorale,
ha mandato su tutte le furie i sindacati, tranne ovviamente la Cgil, storica cinghia di trasmissione della sinistra italiana.


Tant’è che i citati rappresentanti dei lavoratori, aderenti a Cisl e Uil,
hanno addirittura rifiutato l’invito a partecipare all’incontro con i neoassunti,
sottoscrivendo un comunicato di fuoco contro il ministro della Salute.

Nella lettera, oltre a sottolineare l’assenza di un dialogo col ministero della Salute,
dacché Speranza vi si è insediato, viene fortemente stigmatizzato il blitz nomine tentato da quest’ultimo,
bollandolo come una operazione elettorale di bassa macelleria.


Inoltre, nella nota congiunta, i sindacati lamentano il fatto che il ministro si sia pavoneggiato,
con tanto di comizio, per aver assunto 697 funzionari, quando nel territorio c’è una crescente fame di medici e di infermieri.


D’altronde, vorremmo aggiungere a margine di questa ennesima, imbarazzante vicenda,

dopo aver subito sulla nostra pelle le folli misure liberticide ispirate da Speranza

e dai suoi pseudo consiglieri scientifici, non possiamo che aspettarci di tutto

da un uomo che passerà alla storia come il peggior ministro della Salute della Repubblica.



Avendoci chiuso in casa per mesi agli arresti domiciliari,
averci imposto le mascherine in ogni ambito sociale,
averci obbligati a vaccinarci con l’abominevole lasciapassare sanitario di stampo stalinista
ed aver trasformato il Paese in un immenso tamponificio,

cosa volete che siano un mucchietto di nomine ad personam,

tanto per accontentare parenti e amici?



Nulla più che quisquilie e pinzillacchere.
 
Una disgrazia, il cui comportamento e decisioni si faranno sentire per ancora un bel po’ di tempo.

Ma d’altronde essendo “dalla parte giusta”, viene ancora messo su un piedistallo ai comizi

(andate a sentire cosa dice Letta!). Uomo senza vergogna e dignità!


Questa è l’ennesima dimostrazione di un essere viscido e vendicativo;
il suo grande egocentrismo e la sua ipocondriaca figura ,
per non citare la sua incompetenza,
fanno sì che non dimenticheremo mai il male che ha fatto al popolo Italiano.

Prima o poi in qualche parte del mondo il suo piede scivolerà sopra una ” buccia di banana”!


Probabilmente si tratta di caso di nepotismo/poltronificio di notevoli dimensioni
o della creazione di “trincea” volta ad evitare la scoperta di magagne e inadempienze nella gestione pandemica.



Il fascino del soviet supremo!!!!
 
Veramente, non c'è da crederci su come sono messi male



Nel disbrigo degli affari correnti,
l’esecutivo Draghi è al lavoro sul nuovo dl Aiuti bis,
proposta di legge pronta a trovare applicazione già dai prossimi giorni.

L’obiettivo del “governo dei migliori” è quello di contrastare inflazione a caro energia:

tra le misure messe a disposizione, di doverosa menzione sono

il bonus di 200 euro per i redditi inferiori a 35mila euro,

Iva azzerata (4%) su pane e pasta,

fino ad arrivare ad uno sconto di trenta centesimi sul prezzo della benzina.



Il tutto per una cifra pari a… boh, non si è ancora capito.


Ci spieghiamo meglio.

Nel corso di questi ultimi giorni, i giornali mainstream
– quelli che si (auto)definiscono competenti, rispetto a noi, poveri ed “analfabeti” freelance, che scriviamo online –
hanno dato cifre diverse, completamente opposte a seconda della testata giornalistica presa in considerazione.


Quattro giorni fa, per esempio, La Repubblica indicava un costo che si aggirava intorno tra i 25 ed i 23 miliardi,
ma col rischio che potesse ridursi fino ad una striminzita cifra di 3 miliardi.

Lo scopo era semplice da capire: far passare l’idea che la caduta del governo Draghi avrebbe provocato un disastro per le famiglie.


Il titolo evocativo (“Il prezzo della crisi”) era spiegato così:

“Il governo con meno poteri deve ridurre il dl Aiuti da 23 a 3 miliardi: in pericolo i sostegni alle famiglie, taglio iva e bonus fiscali.”

Praticamente il disastro.


Il mattino seguente, però, arriva subito la smentita.

E voi dite: da chi?

Dallo stesso quotidiano, che in un pezzo di Valentina Conte alza la soglia minima a 10 miliardi.



Ma non finisce qui.

Nello stesso giorno, La Stampa ci delizia di una somma differente:

in realtà, la cifra originaria era pari a 10 miliardi – e non 23, come riferito da Repubblica –

fino ad arrivare ad una riduzione di 7 miliardi, se i partiti non fossero riusciti a trovare un accordo sul bonus di 200 euro.


E ancora, il Messaggero spiega come la copertura sia assicurata

“dal Ddl assestamento di bilancio, che garantisce una dote da 8,5 miliardi”, rendendo esercitabile il decreto Aiuti.


Insomma, a dir poco una confusione totale.


Ad oggi, secondo le indiscrezioni di Fatto Quotidiano, Corriere e Sole 24 Ore,

ecco che la cifra complessiva sarebbe pari a 14,3 miliardi,

così come riportato dal ministro dell’Economia Franco, nel Consiglio dei Ministri di stamattina.


Una domanda sorge spontanea:

sarebbe questa l’informazione seria,

quella dei quotidiani d’élite,

unica ancora contro il dilagante mondo del giornalismo,

in espansione su internet e sui social?




Insomma, rimane sempre il nucleo dell’informazione che si fonda sulle maxi inchieste del mondo nero,
che avvolge la “fascista” Giorgia Meloni – per poi, puntualmente, non ricavarne nulla.


Oppure, è lo stesso giornalismo che, per mesi, ha equiparato i contagiati, quindi anche gli asintomatici, ai malati di Covid-19.


O ancora, sono gli stessi competenti che ci spiegavano il fallimento della Brexit e la vittoria assicurata di Hilary Clinton contro Donald Trump.


C’è poco da fare: sono quelli che si credono infallibili, impeccabili, le voci della verità.


Eppure, le copie della carta stampata continuano a scendere a picco, anno dopo anno.



Sarà colpa dei cittadini, troppo ignoranti per leggere cosa scrivono quelli “qualified”.
 
Ne arriva un altro

1658939875082.png
 
La prosa non cambia mai,
è sempre quella del vecchio Pci ripresa da l’Unità;
di nuovo ci sono i riferimenti ai “fenomeni climatici estremi” (bum!),
che, essendo il Pd il partito dell’ambiente,
come si vede benissimo a Roma, li facciamo entrare nell’agenda.

Antò, fa la campagna elettorale.

Speriamo che la percezione del calore sia leggermente più rigorosa di quella sessuale,
se no si rischia di trovare in fila all’Inps gelatai, venditori di ghiaccio a stecca eccetera.


Ma l’Orlando furioso per il clima non ha preso un colpo di calore.

Lui sa cosa sta facendo.

Se ti senti triste e solo, stai annaspando nel sudore, prendi svelto il tesserino, non il condizionatore.

La cassa integrazione contro l’afa, come mai non ci hanno pensato prima?

Forse perché prima non c’era Greta, o magari perché una campagna elettorale d’estate non si era ancora vista.

L’importante è che stia nel contesto, come decidono quei fascistelli detti Fact Checker,
cani da tartufo dell’arcipelago Gulag dell’informazione de sinistra.


Poveri stronzi, giornalisti falliti che si vendicano aprendo e chiudendo i rubinetti della circolazione in rete.

I soliti zdanoviani in leccaggio permanente effettivo.

Ora, va bene, va tutto bene, se un lavoratore, detto alla Bertinotti, con la R moscia,

sta sull’asfalto rovente è giusto che venga tutelato a vario titolo

(perché però dai 35 gradi in su e non, mettiamo, dai 30 o i 32? Che sembra un valore un po’ esoterico, tipo i parametri di Maastricht).


Il punto è: solo i “lavoratòri”?

Quali “lavoratòri”?

Una partita Iva, per esempio, magari proprio un giornalista pubblicista,
costretto a girare giorno e sera sul suo catorcio senza aria condizionata,
può aspirare alla cassa integrazione per fenomeni climatici estremi?

Dalla normativa, dal richiamo dell’Orlando scrupoloso, dal contesto, sembrerebbe di no:

insomma se la piglia in culo, istituzionalmente parlando.


Se poi è in senso lato di destra, è giusto che schiatti liquefatto, in ossequio alla pregiudiziale antifascista.

Anche nelle questioni gretine, e grettine,
la temperatura con gli amici e i tesserati si applica, coi nemici si percepisce.


E per i pizzaioli, tutto il giorno a combattere una guerra col fuoco nel forno a legna?

Vale, o vale solo per quelli democratici, tesserati Pd Cgil pata rossa?


E per i bagnini?

Loro forse no, stanno sulla brezza del mare.


E per i fornai?


E Jovanotti, sempre così scalmanato sotto il sol del pomeriggio e dell’avvenir a caccia di litorali da distruggere?
 
E, soprattutto, chi paga?

Questo è un dettaglio,

l’economia socialista di certe questioni secondarie non si occupa,

altrimenti non sarebbe socialista e poi si sa come va a finire: paga sempre il popolo bue;



già tanto che dal Pd a 5 Stelle non abbiano escogitato,
insieme alla cassa integrazione per il clima,
pure il reddito di cittadinanza per il divano che s’enfoca.

Sono le famose aporie comuniste:

ti vieto il condizionatore, però ti metto in cassa integrazione;

fingo di tutelarti e ti faccio schiattare.


O, come quel meme che circola in questi giorni:

“Uscite nelle ore più calde e bevete poco”, firmato: Inps.


Viene in mente Al bar dello Sport, con Lino Banfi
che nascosto sotto il banco di monsù Andronico, ai mercati generali,
soffiava aria col tubo nella vasca delle vongole veraci e rianimava le aragoste
“freschissime, respirano” con i cavi della batteria della macchina.

“Che una volta o l’altra faccio la fine di Sacco e Vanzetti”.


A quelli come lui il Pd non gliela dà la cig Greta?
No, perché è in nero, non in rosso e per il Pd-Cgil non esiste, esattamente come alcuni milioni di disgraziati.


Peraltro, sarà difficile che si mettano a rifare tetti e facciate in questi giorni,
e difatti tutto risulta sospeso fino a nuovo ordine
(legittimo, comprensibile, oseremmo dire doveroso e nessuno troverà niente da ridire);

quanto al manto stradale, le autostrade sono dei Camel Trophy perennemente in sospensione
e lo stop per caldo insostenibile viene già adottato da sempre e nessuno si è mai sognato di protestare
(in realtà, le autostrade alla vongole sono le uniche dove la notte, col fresco, non si lavora o si lavora al minimo sindacale).


La cassa integrazione per i 35° ha tanto e solo il sapore dell’ennesima misura demagogica, fumo negli occhi:

il governo banchiere che piace alla sinistra con servitù non tutelata

avrebbe dovuto se mai dare un bonus condizionatori per i poveri cristi che crepano nelle fornaci domestiche:

no, li hanno vietati e adesso “premiano” coi sussidi i loro iscritti.


Altro che autunno caldo, qui sarà una campagna infernale e questi sono solo i prodromi.


Alla prossima, arriva pure il bonus per chi aggredisce la Meloni in modo più feroce,
cassa integrazione per emergenza democratica.


Non è questione di serietà, di normalità, di vivibilità, questo non è proprio più un Paese.


È mezzo Panopticon, tutti spiati e censurati in base al “contesto”,

e mezzo manicomio senza pareti dove c’è chi candida Totti gol

e chi spara la cassa integrazione gretina,

però vogliono spedirti in galera se non porti la mascherina a 90°

e accendi un refrigeratore per non schiattare.



Antò, va’ un po’ affanculo.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto