Val
Torniamo alla LIRA
La colpa delle autorità italiane, «condannate» a concedergli il visto
«come misura di riparazione della violazione dei diritti umani fondamentali subita in conseguenza della condotta italiana»
e a farlo entrare (il sudanese è sbarcato nei giorni scorsi a Fiumicino, ospite della comunità Baobab experience di Roma)
è quella di aver aiutato la nave mercantile di un altro Paese a gestire il trasbordo
e di averla fermata in attesa della motovedetta Zawiya della Guardia costiera libica.
«Le azioni e le omissioni del Mrcc italiano sono state idonee a fondare una relazione qualificata»,
le nostre autorità dovevano essere perfettamente consapevoli già all'epoca
del rischio di violazioni gravissime dei diritti umani fondamentali cui i naufraghi e tra loro l'odierno ricorrente,
in quanto cittadino sudanese sarebbero stati esposti in caso di ritorno in Libia,
il Paese dal quale stavano in effetti tentando di fuggire», scrive il giudice Colla.
Sarebbe stata la regia occulta del Viminale a ordinare di consegnare i migranti alla Libia
anziché tornare in Italia «come prevede il diritto internazionale del mare» secondo la ricostruzione del giudice.
«Viene finalmente riconosciuta la regia occulta dell'Italia nel gigantesco sistema dei respingimenti illegali dal mare ai lager libici»,
scrivono gli attivisti di JLProject, Ong che assieme a Sea Watch e Alarm phone avrebbe ricostruito la catena degli eventi.
Secondo il legate Nicola Datena il suo assistito «ora potrà presentare richiesta di asilo in Italia».
Al ministero dell'Interno al tempo c'era Luciana Lamorgese,
ministro di Mario Draghi votato da Pd e sinistra
ma non risultano indagini a carico loro.
«come misura di riparazione della violazione dei diritti umani fondamentali subita in conseguenza della condotta italiana»
e a farlo entrare (il sudanese è sbarcato nei giorni scorsi a Fiumicino, ospite della comunità Baobab experience di Roma)
è quella di aver aiutato la nave mercantile di un altro Paese a gestire il trasbordo
e di averla fermata in attesa della motovedetta Zawiya della Guardia costiera libica.
«Le azioni e le omissioni del Mrcc italiano sono state idonee a fondare una relazione qualificata»,
le nostre autorità dovevano essere perfettamente consapevoli già all'epoca
del rischio di violazioni gravissime dei diritti umani fondamentali cui i naufraghi e tra loro l'odierno ricorrente,
in quanto cittadino sudanese sarebbero stati esposti in caso di ritorno in Libia,
il Paese dal quale stavano in effetti tentando di fuggire», scrive il giudice Colla.
Sarebbe stata la regia occulta del Viminale a ordinare di consegnare i migranti alla Libia
anziché tornare in Italia «come prevede il diritto internazionale del mare» secondo la ricostruzione del giudice.
«Viene finalmente riconosciuta la regia occulta dell'Italia nel gigantesco sistema dei respingimenti illegali dal mare ai lager libici»,
scrivono gli attivisti di JLProject, Ong che assieme a Sea Watch e Alarm phone avrebbe ricostruito la catena degli eventi.
Secondo il legate Nicola Datena il suo assistito «ora potrà presentare richiesta di asilo in Italia».
Al ministero dell'Interno al tempo c'era Luciana Lamorgese,
ministro di Mario Draghi votato da Pd e sinistra
ma non risultano indagini a carico loro.