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I giornalisti sono arrabbiati perché in assenza di programmi da parte dei partiti, a parte la genialità del milione di alberi, non sanno più cosa scrivere.
 
Lo riporto anche qui, perchè avete i para-occhi sul governo "del migliore"
che ci sta prendendo per il kulo e porta a casa ingenti guadagni per le aziende di stato
fregandose dei problemi dei cittadini, ai quali impone solo lacrime e sangue.



IL PREZZO DEL GAS E' UNA PRESA PER IL KULO



La notizia del giorno:

la quotazione del gas sul mercato finanziario olandese, ieri, è arrivata a 200 euro per MWh, per la precisione a 199,92 euro,

con la conseguenza di un ulteriore rincaro del costo energetico che si manifesterà nell’immediato dopo ferie.




La notizia è vera, ma il prezzo è falso,

è solo un’informazione quasi terroristica


con l’obiettivo di portare alla rassegnazione gli utenti, persone, famiglie e imprese,

che non conoscono i meccanismi di importazione e vendita del gas.



Obiettivo che, nonostante la naturale preoccupazione, è stato raggiunto.



I prezzi fissati dal mercato finanziario non sono il costo del gas naturale,

sono riferiti a contratti spot,


cioè contratti che si esauriscono in pochi giorni e che hanno un’unica logica, quella speculativa,

consentendo grossi profitti

e sono la prima causa, diretta e indiretta, dell’inflazione di cui già si sta sentendo il peso.




ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, ossia l’autorità di regolazione del settore,
l’ha ben spiegato nella sua relazione al Parlamento e al Governo del giugno 2022.


Ma, forse, la stessa non l’ha capito o non ha voluto capirlo


ed i nostri rappresentanti in Parlamento, probabilmente, non l’hanno nemmeno letto visto che è un dossier di 889 pagine.



Secondo i dati del Ministero,

l’importazione di gas naturale è stata di 66,13 miliardi di Smc nel 2020


e di 72,73 miliardi di Smc nel 2021

che, con la parte di produzione nazionale, è stata tutta consumata dagli utenti.



La filiera del gas è molto semplice e si realizza in tre fasi:

1) importazione e produzione nazionale e immissione nella rete nazionale;


2) trasporto, principalmente a carico di Snam fino alla rete territoriale di distribuzione;


3) distribuzione, ossia trasporto dell’ultimo miglio fino al contatore dell’utente.


Il gas non necessita di operazioni accessorie e, quelle eventualmente necessarie, minime,
come l’odorizzazione, sono effettuate da chi effettua il trasporto.


Le due fasi di trasporto sono estranee alla questione del costo del gas essendo addebitate separatamente nelle bollette degli utenti.



numero_di_operatori_e_vendite_nel_2020_in_mm3_-640x193.png




Essendo una filiera semplice e lineare i volumi di gas fatturati

dovrebbero essere quei circa 70 miliardi importati o di produzione nazionale

ma, invece, come spiega ARERA nella sua relazione e con la tabella riportata ed estratta dalla relazione,

i volumi fatturati di gas, nel 2020 sono stati 368,5 miliardi di Smc, cioè oltre cinque volte l’importato o prodotto.


Non è un caso che solo 55 miliardi di Smc sono destinati al mercato finale


mente 315 miliardi vengono scambiati tra grossisti

di cui la maggior parte attraverso mercati finanziari,


cioè PSV che significa Punto di Scambio Virtuale.


Se questi passaggi avvengono al prezzo del mercato finanziario olandese e, magari, come nel caso di ENI,

sono fatturati al maggior prezzo, ad una propria controllata,

ecco spiegato le ragioni per cui ENI ha realizzato un margine operativo nel primo trimestre del 2021 di 1,862 miliardi di euro

e nello stesso trimestre del 2022, un margine operativo di 5,352.


Ovviamente le persone e le famiglie soffrono e si impoveriscono e le imprese chiudono.


Ma
quali sono i prezzi realmente pagati all’importazione?

Lo spiega sempre ARERA nella relazione precisando che il 20/30% dei volumi indicati nella tabella

sono relativi ai prezzi contrattualizzati con il produttore di gas e indicizzati alle quotazioni medie dei prodotti petroliferi (Brent)

calcolate su predefiniti orizzonti temporali che, nel predisporre la tabella che segue ho ipotizzato in un mese

e che se fosse per periodi superiori determinerebbe un prezzo ulteriormente inferiore.



prezzo_gas_mwh__ttf_dutch_e_indicizzato_brent-640x396.png




La linea blu indica, dal gennaio 2018 a oggi, l’andamento dei prezzi fissati dal mercato finanziario olandese

mentre quella verde indica il prezzo con l’indicizzazione al prezzo del petrolio (Brent).


Praticamente nel mese di luglio 2022 il prezzo applicato agli utenti,



con il meccanismo del prezzo dei mercati finanziari olandesi,


è oltre cinque volte e mezzo quello pagato dall’importatore.




Secondo le quotazioni di ieri del mercato finanziario olandese


il prezzo medio di luglio del gas naturale sarebbe di euro 166,85


mentre quello indicizzato Brent sarebbe di euro 29,48.




La linea rossa tratteggiata indica l’andamento del prezzo del petrolio e aiuta a capire le ragioni

perché, nello stesso periodo, il prezzo del petrolio è praticamente raddoppiato

mentre il prezzo del gas è aumentato otto volte.



La guerra russo-ucraina,
per quanto riguarda i prezzi non c’entra nulla.



Infatti, già il primo dicembre 2021, prima della guerra il prezzo TTF aveva toccato i 180 euro per MWh,

quasi quanto oggi, e il 7 marzo 2022, agli inizi della guerra, i 227 euro.




Lascio i commenti a chi ha voglia di leggere, ricordo solo che l’art. 43 della nostra Costituzione

afferma la libertà dell’iniziativa economica privata purché non sia in contrasto con la funzione sociale.



E in questo caso la funzione sociale è penalizzata da società soggette a golden share

cioè al controllo pubblico con l’avallo di ARERA, autorità di regolazione e tutela degli utenti.
 
Però i buffoni del migliore qualcosa d'altro lo sanno fare molto bene .......



E’ arrivato il via libera di Montecitorio al decreto legge Semplificazioni.

Sono stati 355 i voti a favore, 31 i contrari e 11 gli astenuti.

Ora il testo passerà al Senato, che dovrà deliberare sua volta entro il 20 agosto.


Tra gli emendamenti più rilevanti figurano

quello sul Superbonus 110 per cento, che ha l’obiettivo di sbloccare la cessione dei bonus edilizi;

quello sull’eliminazione dell’obbligo di mantenere gli scontrini delle spese mediche da parte delle famiglie e

quello sull’applicazione di regole più rigide per lo smart-working, a partire da settembre.


Ma oltre a questi interventi di primaria rilevanza,

portati a conoscenza dell’opinione pubblica dai principali giornali nazionali,

il decreto contiene anche alcune “particolarità” derivate da un emendamento.


Nello specifico, il comma 1-bis dell’articolo 36 della legge,


riguarda l’aumento dell’indennità, sostitutiva della retribuzione di risultato,


di oltre 50mila euro per


“i dirigenti di seconda fascia, assegnati agli uffici di diretta collaborazione del Ministro della salute,
ed alla Struttura tecnica di supporto presso l’Organismo indipendente di valutazione della performance del Ministero della Salute“.




Nella fattispecie, la particolarità sta nel firmatario inusualmente generico della proposta emendativa: “le Commissioni”.


Mentre la stragrande maggioranza degli emendamenti presenta il nome e cognome dei parlamentari che l’hanno proposto,

in questo caso, si rimanda genericamente alla formula “le Commissioni”,

senza offrire alcuna generalità circa il reale ideatore di questa norma.




La redazione del blog di Nicola Porro ha voluto approfondire questa anomalia,
riuscendo a contattare alcune fonti della Lega interne alla Commissione.

Ciò che emerge è che la richiesta è stata formulata direttamente dal ministro della Salute:

“Verificato: viene direttamente da Speranza. Mandato al comitato dei nove delle Commissioni”.


Ma non è tutto.

Cercando di far luce sul perché si sia preferito oscurare l’identità del reale proponente,
sotto le vesti della formula “le Commissioni”,
la redazione ha scoperto che questo modus operandi è tipico della sinistra:


“Fanno sempre così: li fanno presentare (gli emendamenti) ad alcuni parlamentari, di solito Pd e LeU”.

E arriva la bomba:

“Si tratta di un sistema: gli emendamenti vengono messi nero su bianco da parlamentari del Partito Democratico, su diretta richiesta del ministro”.
 
La proposta dell’aumento di 50.180 euro per i dirigenti di seconda fascia,

in stretta collaborazione col ministro della Salute,

è stata formulata “da Speranza e messa nero su bianco da Elena Carnevali”, deputata del Pd.


In questo modo, “invece di pensare alla gente, il Pd detta legge nei ministeri“.


Dunque, mentre i giornali mainstream riportano solo gli interventi principali,
ecco che grazie ad una seria attività giornalistica saltano fuori anche quelle proposte emendative
non rispondenti alle esigenze italiani, ma che, attraverso soldi pubblici,
vanno a soddisfare una piccola cerchia di dipendenti o collaboratori dei pezzi alti della politica.
 
Ahahahahah ma sì, ve lo dico, 690 euro

In perfetta linea democratica e pd............radical chic naturalmente.
 
Mara Carfagna, non so se sia la più intelligente,

ma è certamente la più furba tra i tre ex ministri forzisti.


È stata l’ultima, in ordine di tempo, a staccarsi ufficialmente dal partito
che l’ha resa protagonista della vita politica italiana facendogli assumere ruoli di:

ministro delle Pari opportunità,

vicepresidente della Camera dei deputati e

ministro per il Sud e la Coesione sociale.


In verità, tra i tre transfughi è stata la prima a manifestare insofferenza nei confronti di Forza Italia,
quando il partito era in declino anche per il forzato disimpegno del presidente Silvio Berlusconi.

L’ex forzista aveva coltivato ambizioni di leadership in Forza Italia
e a tal fine aveva fondato a fine 2019 una associazione “Voce libera”,
una sorta di corrente all’interno del partito.

L’operazione mirava a scalare il partito, tentativo che evidentemente non le è riuscito.

Nella sua carriera politica, a fianco di Silvio Berlusconi,
ha dovuto subire allusioni non proprio gradevoli dal fronte nel quale troverà le braccia aperte.

Tra i tre fuoriusciti è forse l’unica che ha ancora un consenso elettorale potenziale, limitato alla Campania,
in quanto conta di poter sfruttare il dividendo politico di ministro per il Sud e la Coesione sociale.


Come gli altri transfughi, nelle interviste e nelle dichiarazioni, premette che
“Silvio Berlusconi mi ha datato l’opportunità di entrare in politica e mi ha sostenuto nell’impegno”.

Però come gli altri, e più degli altri, addebita a Forza Italia la causa della fine del governo presieduto da Mario Draghi
anche se la realtà fattuale è palesemente diversa da come la racconta.


In realtà, il governo dimissionario

continua imperterrito ad andare avanti

prendendo decisioni che non hanno precedenti nella storia repubblicana,

come se fosse nella pienezza dei poteri.



Si è momentaneamente iscritta al Gruppo misto nelle more di scegliere l’offerta migliore.

La sua richiesta esplicita di una candidatura, nel fronte opposto dove ha sempre militato,
che gli possa garantire una sicura rielezione è tutta nel seguente virgolettato:

“Sappiamo tutti che c’è una parte dell’elettorato che non si rassegna alla prevalenza degli estremismi,
ma non mi nascondo la difficoltà di trasformare questa visione politica in scelta politica,
in un sistema che praticamente obbliga alle coalizioni e condanna all’irrilevanza chi non si associa.
E tuttavia questo sforzo andrà fatto”.


Traduzione:

sono in offerta al miglior acquirente che mi garantisca un seggio nel futuro Parlamento.

Quale sarà il suo ruolo nella coalizione di sinistra è tutto da vedere.
 

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