C’è la campagna elettorale estiva ?
Il Pd ha già assoldato scartine, meteore, piccoli artisti da tormentone estivo o da Sanremo.
Elodie, per esempio.
Da – ugh! – cantante non se la filava nessuno,
poi ha cominciato a spogliarsi,
poi come analista ed i giornali di regime, che vogliono la presistenza del regime,
la interpellano due volte al giorno prima e dopo i pasti
e l’oracolo è sempre lo stesso e sempre in punta di scienza politica:
ahò. Cioè a me ‘a Meloni me fa paura. Checcazzo, tutto quell’odio, quel livore, a stronza. Un trionfo!
Anche se Elodie non sa di che parla e non specifica:
lei sostiene di aver letto “il programma” della leader di Fratelli d’Italia,
ma dove non si sa visto che non è mai uscito,
come quello degli altri partiti del resto.
Però col tormentone “ahò io c’hoppaura” Elodie sfonda.
Ed ecco irrompe così Giorgia, una che da 30 anni vive di repertorio,
con un post di adeguata classe, perché con Elodie bisogna resettarsi di livello:
“Pure io mi chiamo Giorgia ma non rompo i coglioni”.
Di fatto, l’hai appena fatto.
L’allusione è al tormentone, ricordate?
“Io sono Giorgia, sono una donna, sono cristiana” eccetera.
Roba chiaramente pretestuosa, senza un motivo logico,
perché la faccenda di “Io sono Giorgia” ha un paio d’anni
e ritirarla fuori così è con tutta evidenza raschiare il fondo del barile della provocazione.
Ma non si poteva correre il rischio di clonare la concorrente Elodie.
E allora, boom, ecco il petardo che gli elettori, gli ascoltatori, i piddini, vogliono sentire.
In mancanza di tormentoni freschi, va bene anche un tweet.
Sembra una faccenda andante, l’ego mortificato di chi ha conosciuto stagioni migliori,
ma no, è invece una mossa attentamente studiata.
Sui social, tutto un fiorire di anime belle, o semplici, o naif, che dicono:
però, questa Giorgia la credevo una da Festival, da Pippo Baudo, invece mi tocca rivalutarla.
La rivalutano, capito, in quanto antimeloni.
Fantozzi. O Tafazzi.
C’è il mischione, il carrozzone degli esagitati, un giorno Repubblica fa la foto allusiva,
la Meloni “pompinara” (questo è, dai, su, Molinari, non peggiorare la situazione: siete roba da bettola),
il giorno dopo Elodie e l’altra Giorgia, a seguire, vedrete, tutte le altre:
figurati se la stagionata Mannoia, se la vetusta Bertè, se quella e quell’altra restano indietro.
Tutte a difendere la democrazia, che sarebbe:
la Meloni non deve parlare, non deve vincere, non deve esistere.
Perché?
Perché, aho, io choppaura, che cazzo, a stronza.
Di che c’hanno paura?
Non lo sanno, vanno di repertorio, da bravi zdanoviani
(poi ve lo spieghiamo con calma cosa significa, care Elodie, Giorgia, Fiorella eccetera, non è una parolaccia),
si abbeverano ai pozzi del Piddì:
il razzismo, il sessismo, l’antiabortismo, l’inquinatismo, il familismo, bla bla bla.
Siamo alla stupidità da teatro dei burattini.
Con tante illusioni. Senza certezze. I burattini "sono loro".