Val
Torniamo alla LIRA
La Spagna ha la rapida crescita di fotovoltaico ed eolico e il contenimento dei costi.
Gli operatori privati hanno risposto agli incentivi fissati dalla politica.
Gli incentivi però erano sbagliati.
Di chi è la colpa del blackout in Spagna e Portogallo? Del neoliberismo, è chiaro.
Nessuno l’ha detto in modo tanto esplicito, ma il premier spagnolo, Pedro Sánchez, ci è andato vicino:
ha convocato tutti gli operatori del settore per una riunione di fuoco, prendendo a brutto muso “los operadores privados”.
È un goffo tentativo di scaricare una responsabilità che, in ultima analisi, non può che ricadere sulla politica.
Intendiamoci: le cause specifiche che hanno condotto al collasso della rete in Spagna e Portogallo non sono ancora chiare,
e ci vorranno settimane (se non mesi) per farsene un’idea compiuta.
Tuttavia, è abbastanza evidente che il sistema elettrico iberico
stava operando in una condizione di vulnerabilità di cui vi era piena consapevolezza,
tant’è che Red Eléctrica de España (l’equivalente della nostra Terna) aveva avvertito del rischio.
Per esempio, nel rapporto annuale presentato a febbraio si legge che, tra i rischi della transizione energetica,
vi è quello di
“disconnessioni della generazione per l’elevata penetrazione delle fonti rinnovabili
senza le necessarie capacità tecniche per tenere un comportamento adeguato di fronte alle perturbazioni”.
Ahahahahahah
Gli operatori privati hanno risposto agli incentivi fissati dalla politica.
Gli incentivi però erano sbagliati.
Di chi è la colpa del blackout in Spagna e Portogallo? Del neoliberismo, è chiaro.
Nessuno l’ha detto in modo tanto esplicito, ma il premier spagnolo, Pedro Sánchez, ci è andato vicino:
ha convocato tutti gli operatori del settore per una riunione di fuoco, prendendo a brutto muso “los operadores privados”.
È un goffo tentativo di scaricare una responsabilità che, in ultima analisi, non può che ricadere sulla politica.
Intendiamoci: le cause specifiche che hanno condotto al collasso della rete in Spagna e Portogallo non sono ancora chiare,
e ci vorranno settimane (se non mesi) per farsene un’idea compiuta.
Tuttavia, è abbastanza evidente che il sistema elettrico iberico
stava operando in una condizione di vulnerabilità di cui vi era piena consapevolezza,
tant’è che Red Eléctrica de España (l’equivalente della nostra Terna) aveva avvertito del rischio.
Per esempio, nel rapporto annuale presentato a febbraio si legge che, tra i rischi della transizione energetica,
vi è quello di
“disconnessioni della generazione per l’elevata penetrazione delle fonti rinnovabili
senza le necessarie capacità tecniche per tenere un comportamento adeguato di fronte alle perturbazioni”.
Ahahahahahah